Un uomo imprigionato da sole due parole nel caso clinico di Tan Tan e l’afasia di Broca

Svelato il mistero del tizio che urlava solo “tan tan”: un colpo di scena che ha ribaltato la scienza del cervello! Immaginate un povero disgraziato che per 20 anni non fa altro che bofonchiare “tan tan” come un disco rotto – e roba che finisce per ispirare la neurologia moderna! Parliamo di Louis Victor Leborgne, il francese che ha trasformato una vita da incubo in una lezione epica. Tra epilessia, afasia e paralisi, questo caso è come un thriller del 1800 che fa a pugni con le idee “politicamente corrette” della scienza. #PazienteTanTan #Broca #NeurologiaVirale #CervelloImpazzito

Il cervello di Leborgne, estratto in autopsia, ha rivelato lesioni da capogiro nell’area di Broca, e chissenefrega se qualcuno ancora discute sui dettagli – è roba che ha acceso scintille! Tra il 1841 e il 1861, questo tizio di Moret-sur-Loing, che da giovane se la cavava producendo scarpe, si è ridotto a un relitto che ripeteva solo “tan tan“, probabilmente un eco di mulini d’infanzia che producevano tannino. Non sposato e senza famiglia, è marcito in ospedale per decenni, ma hey, almeno è servito a qualcosa.

Poi arriva Paul Broca, il dottore che non si è fatto scrupoli a dissezionare il tutto, scoprendo buchi precisi nella seconda e terza circonvoluzione dell’emisfero sinistro – boom, ecco la sede del linguaggio! Questo ha scatenato una valanga di studi, con Trousseau che conia “afasia” nel 1862 e Ferrier che la ribattezza “afasia di Broca”.Certo, non tutti erano d’accordo, tipo quel Pierre Marie che bisticciava sulla posizione esatta delle lesioni, e studi recenti parlano di cisti da sifilide o lesioni più estese, ma chi se ne frega dei dettagli noiosi? Il cervello di Leborgne è ancora lì, al Campus Jussieu, a ricordarci che a volte, un “tan tan” vale più di mille parole. E se vi state chiedendo cosa pensava davvero questo sventurato, beh, probabilmente niente di bello – un commento che fa pensare, eh?

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