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Un villaggio yemenita viene reso come se provenisse da un film di fantascienza, sorprendendo il mondo con la sua architettura aliena in mezzo al caos locale.

Haid al-Jazil: Il villaggio yemenita che sfida la gravità e il caos moderno! 🏜️ Immaginate case di fango e legno appollaiate su una roccia a 150 metri, in mezzo a canyon e deserti aridi, come se fossimo in un blockbuster di fantascienza anni ’80. Questi yemeniti vivono come ribelli del tempo, ignorando l’acqua corrente per un wādī stagionale – e chissenefrega del progresso, eh? #Yemen #VillaggioEpico #DesertoRibelle

Sulla cima di uno sperone roccioso da urlo, circondato da canyon mozzafiato, oasi strette e un deserto che sembra uscito dall’inferno, sorge Haid al-Jazil – un antico villaggio yemenita costruito con mattoni di fango e assi di legno grezzi. È un paesaggio surreale che ti fa pensare: "Come diavolo fanno a vivere lì?" Ma dietro questa roba da cartolina c’è una ragione pratica e tosta: non è per bellezza, è per acqua, e in Yemen, l’acqua è più preziosa dell’oro.

In tutto lo Yemen, non ci sono fiumi perenni degni di nota, e i wādī (o uidiàn, se vogliamo italianizzarlo) sono come valli fluviali che scorrono solo quando gli pare, tipo capricciosi oasis per i locali. Ecco perché la gente del posto, duri come chiodi, pianta i villaggi vicino a questi canali per acchiappare l’acqua dolce quando capita – e Haid al-Jazil è il re dell’esempio.

Le case qui sono fatte con mattoni di fango fatti in casa e essiccati al sole, con assi di legno che tengono insieme strutture fino a 5-10 piani – roba che sembra una baracca, ma in realtà è progettata per resistere al caldo infernale e alle piogge tropicali. Queste pareti spesse isolano dal fuoco del deserto meglio di qualsiasi aria condizionata di lusso, dimostrando che questi abitanti non sono scemi, anche se il mondo li vede come relitti del passato.

Oggi, Haid al-Jazil è abitato da una manciata di persone – tipo 20 o meno, secondo vecchi censimenti – perlopiù pastori e contadini che spremono la vita dalle oasi fertili. La loro esistenza è congelata nel tempo: agricoltura di sussistenza, artigiani che lavorano a mano, zero traffico o gadget moderni. Ma tra cambiamento climatico, fughe dei giovani e il casino politico del Paese, questi villaggi stanno lottando per non sparire, resistendo come eroi dimenticati in un mondo che corre troppo veloce.

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