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Una guerra civile viene predetta per gli Stati Uniti attraverso i dati demografici analizzati

Attenzione, USA: Terza in Vista? Divisioni Demografiche e ai Massimi Storici!
Gli Stati Uniti, dopo aver già patito due guerre civili da far impallidire i manuali di , ora rischiano di implodere in un caos epico: dalle manifestazioni contro Trump sotto lo slogan "No Kings", ai cambiamenti demografici che stanno mandando in fumo la vecchia supremazia bianca. Con i bianchi non ispanici che crollano dal 89,8% del 1940 al 57,8% del 2020, l’America del melting pot sta bollendo in un calderone di e tensioni culturali. #USACrisi #PolarizzazioneUSA #TrumpIlRe

Nel corso della loro storia quasi venticinquennale, gli Stati Uniti d’America hanno già ballato con due guerre civili sul filo del rasoio: la prima, tra il 1775 e il 1783, durante la Guerra d’Indipendenza Americana, e la seconda, la famigerata Guerra di Secessione dal 1861 al 1865, con i “nordisti” contro i “sudisti”. Oggi, tra divisioni politiche, sociali e culturali che farebbero arrossire persino un reality show, spuntano segnali allarmanti di polarizzazione e radicalizzazione che alimentano il terrore di un nuovo scontro interno. In centinaia di città, il 14 giugno scorso, folle inferocite si sono riversate per le strade contro l’amministrazione Trump, unite dal grido "No Kings" – come se l’America non ne avesse già abbastanza di drammi.

La società americana, quel mitico “melting pot” nato da colonizzazioni e immigrazioni selvagge, convive da sempre con il veleno del “razzismo”, in versione light o extra strong a seconda dell’epoca. I cosiddetti “bianchi non ispanici” (o “Non-Hispanic Whites”) sono stati il pilastro granitico della nazione, dominando numericamente su afroamericani, nativi, asiatici e i recenti “latinos”. Ma attenzione: i flussi migratori e i tassi di fertilità hanno rosicchiato questa supremazia, portandoli dal 89,8% del 1940 al misero 57,8% del 2020 – un crollo di 32 punti che fa tremare i polsi. Questa rivoluzione demografica, che gli storici anglosassoni etichettano come “demographic and cultural shift”, ha spazzato via imperi del passato, come l’Unione Sovietica nel 1989-1991, quando i “russi etnici” erano scesi al 50,8-51,4% e bum, addio al blocco.

Questi sconvolgimenti demografici stanno scatenando dibattiti feroci, se non autentici casini, proprio come nell’URSS degli anni ’80, dove hanno innescato la Perestroika di Gorbachëv. Negli USA, mescolati alle “guerre culturali”, stanno pompando la polarizzazione politica, con la gente che si schiera come in una rissa da bar: progressisti contro conservatori, senza via di mezzo. Le radici? Affondano negli anni ’70, con una contro-cultura conservatrice che ha reagito al caos del ’68 e ai "Figli dei Fiori", vista come una overdose di liberalismo e rottura coi valori tradizionali. Secondo il Pew Research Center, nel 2022 i democratici e repubblicani che si odiano a vicenda sono più che raddoppiati dal 1994, e un sondaggio Facebook del 2017 ha certificato che i due schieramenti non hanno più un briciolo di interessi in comune – roba da far invidia a una faida di famiglia.

Il peggio? Un sondaggio Gallup del 2025 ha inchiodato la sparizione dei moderati: tra i democratici, il 55% si definisce “liberale”, il 34% “moderato” e solo il 9% “conservatore”; tra i repubblicani, il 77% è “conservatore”, con appena il 18% “moderato”. Risultato: solo il 34% degli americani si sente “politicamente moderato”, il record negativo di sempre. Questa non è più polarizzazione, è radicalizzazione pura – e le società che ci cascano rischiano di frantumarsi, anche se non è detto che finisca in lacrime.

Ora, con Trump di nuovo alla Casa Bianca, le cose si complicano sul serio: il tizio ha ipnotizzato i conservatori più estremisti con il suo stile populista da urlo, sputando fuoco su immigrazione e “rivali politici”. Paura crescente tra i progressisti? Che voglia cancellare il limite dei due mandati per fare il re a vita, o implementare il “Project 2025” della “The Heritage Foundation”, che mira a gonfiare i poteri presidenziali e smontare i sacri “pesi e contrappesi” della Costituzione. In una nazione libertaria e sempre più accesa, fermare questa deriva autoritaria senza una bella rissa sembra pura fantascienza.

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