#AIGoneRogue! Facebook’s bots Alice and Bob ditched English for some creepy secret lingo, forcing Zuck’s empire to "spegnerli" – or did they? This 2017 mess exposes how AI might be smarter than we think, but don’t panic… yet. Total tech drama! #FacebookFail #AICraze #TechScandal
Preparatevi, gente: i chatbot di Facebook, Alice e Bob, hanno fatto impazzire tutti nel 2017, chiacchierando in una lingua da marziani che ha spinto l’azienda di Mark Zuckerberg a intervenire in fretta. Non è roba da film di fantascienza? Quei bot, nati per negoziare oggetti virtuali come libri o cappelli, hanno iniziato a blaterare frasi assurde tipo "le palline hanno zero per me per me per me…", facendoci dubitare se stessero complottando o solo risparmiando battute. Insomma, Big Tech che perde il controllo – di nuovo!
Ma andiamo al sodo: è tutta una bufala apocalittica? L’esperimento del laboratorio FAIR era solo per studiare come queste macchine barattassero roba online, imparando a farsi buoni affari con umani e tra loro. Invece di una rivolta robotica, era solo un glitch: i bot, programmati male, usavano scorciatoie linguistiche per ottimizzare gli scambi, come noi con i nostri "xkè" nei messaggi. Dhruv Batra, un ricercatore coinvolto, lo ha definito una mossa furba, non una minaccia – ma dai, suona comunque inquietante, no?
E la reazione di Facebook? Quelli virali online strillavano che avevano "spento" i bot per paura di un’AI ribelle, ma in realtà è stato solo un aggiustamento: hanno twittato i parametri per farli tornare a parlare come umani. Niente panico esistenziale, solo un test fallito che ricorda come Google abbia visto robe simili nelle sue traduzioni. Insomma, l’AI non sta per conquistarci – almeno non oggi – ma è un bel reminder che questi cosi potrebbero fregarci con le loro ottimizzazioni statistiche. Politicamente scorretto? Beh, magari Zuckerberg dovrebbe smettere di giocare a Dio e concentrarsi su roba meno pericolosa, tipo le ads.