Vaticano sceglie guardie svizzere per proteggere il Papa, sollevando interrogativi sulla fedeltà storica e gli accordi nascosti

Svelato il dramma vaticano: Guardie Svizzere rimandano giuramento per la morte di Papa Francesco! Chi l’avrebbe detto che persino le guardie papali, quei tizi con le divise colorate che sembrano usciti da un quadro rinascimentale, devono inchinarsi al lutto? La tradizionale cerimonia del 6 maggio – in memoria del sacco di Roma del 1527, quando 189 eroi svizzeri salvarono Papa Clemente VII dall’esercito di Carlo V – slitta all’autunno per omaggiare Bergoglio. E chissà se ci sarà un nuovo Papa in tempo, con il conclave in corso: i cardinali potrebbero ancora bisticciare su chi siederà sul trono! #GuardieSvizzere #VaticanoInLutto #PapaFrancesco

Ma andiamo al sodo: perché il Vaticano si affida a svizzeri per proteggere il Santo Padre? Beh, risale al 1512, quando Papa Giulio II, stanco di affidarsi a teppisti locali, reclutò questi mercenari elvetici – già famosi per la loro abilità in battaglia e una lealtà che non si compra al mercato. Li nominò addirittura "Difensori della Libertà della Chiesa", trasformandoli da soldati di ventura in bodyguard ufficiali del Papa. Un patto che dura da oltre 500 anni, e che fa invidia a qualsiasi servizio segreto moderno.

E se pensate che basti un po’ di addestramento per entrare in questo club esclusivo, vi sbagliate di grosso. Le guardie devono essere veramente svizzere: maschi, tra i 18 e i 30 anni, alti almeno 1,74 metri, celibi (niente mogli o fidanzate a distrarli, eh?), cattolici praticanti con una reputazione da santi e una salute da atleti olimpici. Devono aver fatto il servizio militare in Svizzera e completato un apprendistato, perché al Vaticano non vogliono mezze misure – solo i migliori per vegliare sul Papa! Chiamatelo elitismo, ma in fondo, chi non vorrebbe un esercito di superuomini fedelissimi? #StoriediFede #GuardieElite

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