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Viene eliminata l’aura di biofotoni dopo la morte, secondo uno studio UPE polemico

Scoperta Shock: Gli Esseri Viventi Emanano una "Aura Luminosa" e Sparisce alla Morte?
Ehi, preparati a un colpo di scena scientifico che ti farà dubitare della tua torcia! Uno studio canadese ha rivelato che topi e piante emettono un bagliore ultra-debole, tipo un’aura da film di fantascienza, che smette di brillare non appena crepi – sì, esatto, la morte spegne la luce! Ma occhio, questo non è un trucco da ciarlatano: i ricercatori hanno monitorato fotoni da metaboliche, e aumenta sotto stress. "Aura luminosa"? Potrebbe sembrare roba da new age, ma è vera. #VitaELuce

Immaginatevi questo: tutti noi, dalle pianticelle ai roditori, emaniamo una radiazione ultradebole invisibile a occhio nudo, appena poche centinaia di fotoni al secondo per centimetro quadrato, tra 200 e 1000 nanometri – roba che include lo spettro della luce visibile. Non è bioluminescenza stile lucciole, ma un segnale così fioco che la scienza lo snobbava come fesserie, fino a questo studio bomba sul Journal of Physical Chemistry Letters dall’Università di Calgary. L’emissione, chiamata UPE (Ultraweak Photon Emission), deriva dalle reazioni metaboliche nelle cellule e puff! – scompare del tutto dopo la morte, dimostrando che la vita è letteralmente luminosa.

Ma ecco il twist sensazionalone: nei test su topi vivi, tenuti al calduccio a 37 °C in camere oscure high-tech, i ricercatori hanno catturato questo bagliore con telecamere super-sensibili che rilevano anche un singolo fotone. Appena i topi tirano le cuoia, l’emissione crolla – colpa, dice il fisico Dan Oblak, del flusso sanguigno che si ferma, spegnendo il metabolismo. E non finisce qui: sulle foglie di Heptapleurum arboricola, stressate con , incisioni o chimiche, l’UPE schizza in alto, come un allarme luminoso per il dolore vegetale. Questi dati, supportati da foto EMCCD e grafici, urlano che l’emissione varia con lo stress, trasformando questa "luce della vita" in un potenziale strumento medico.

Ora, tuffiamoci nell’origine di questi biofotoni: vengono dalle specie reattive dell’ossigeno (ROS), prodotte nei mitocondri durante il metabolismo cellulare. Come spiegato in un articolo su Nature Scientific Reports, più stress significa più ROS, e quindi più bagliore. Questo non è solo trivia da nerd – potrebbe rivoluzionare la diagnostica medica, usando l’imaging UPE per spiare la vitalità e le malattie senza invasioni. Per anni, la scienza ha scrollato le spalle a questa roba per via di vecchi limiti tecnologici, ma con gadget moderni, stiamo finalmente accendendo la verità. Chissà, magari presto controlleremo se il tuo ex è davvero "spento" o no!

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