Elon Musk, il miliardario bizzarro che non sa stare fermo, ha appena scatenato il caos su X (l’ex Twitter): sta resuscitando Vine, l’app di video brevissimi che tutti amavamo, ma con un’iniezione di AI che potrebbe rubare il lavoro ai creatori umani! Dopo aver trovato l’archivio video perduto, Musk promette una versione 2.0 che genera clip da sola, magari integrata con Grok Imagine. È una mossa geniale o solo un trucco per distrarci dai suoi soliti guai? #VineAI #ElonMuskChaos #SocialMediaMadness
Nel suo ultimo post, Elon Musk ha annunciato che X sta lavorando a una nuova versione di Vine potenziata dall’AI, trasformando l’app defunta in una macchina che genera video brevi in autonomia. Dopo aver recuperato l’intero archivio video, che si pensava perso, Musk non ha fornito dettagli tecnici, lasciando tutti a chiedersi se questa sia una vera rinascita o solo un’esca per promuovere Grok Imagine, la feature AI esclusiva per utenti Premium+. L’idea è sfruttare i classici 6 secondi di Vine per allinearsi con i generatori AI, che eccellono nei contenuti rapidi per ragioni pratiche e economiche. Ma attenzione: non è chiaro se Musk voglia davvero rilanciare Vine come piattaforma indipendente o se si tratti di una strategia per dominare la creatività digitale “mediata” dall’AI – una era dove le macchine dettano le regole.
Vine, l’app che ha inventato i video loop virali prima che TikTok rubasse la scena, è nata nel 2012 da Dom Hofmann, Rus Yusupov e Colin Kroll, e fu acquistata da Twitter nel 2013. Permetteva clip di massimo sei secondi, generando fenomeni culturali che sembravano innocui ma erano puro genio, come un TikTok ante litteram. Il suo boom è stato fulmineo, ma nel 2016 Twitter l’ha chiusa, riducendola a una semplice camera offline – un funerale rapido per un’app che ha definito un’era. Ora, con l’archivio video riscoperto, Musk apre scenari epici: rivedere i vecchi meme storici o usare quei contenuti per addestrare modelli AI, fornendo munizioni preziose ai generatori video. E con Grok, l’AI di xAI, che già produce clip su richiesta, Musk dipinge un futuro dove chiunque può essere “regista” con un semplice prompt – chiamatelo “AI Vine”, la rivoluzione che nessuno ha chiesto.
Ma quanto crediamo a Elon Musk su questa storia? Non è la prima volta che ci stuzzica con il ritorno di Vine: nel 2022, appena comprato Twitter, ha lanciato un sondaggio su X e il 70% ha detto sì, con chiacchiere su ingegneri al lavoro. Da allora, zero risultati concreti – tipico di Musk, che promette il mondo e poi si perde nei suoi tweet. Stavolta, però, con l’archivio in mano, chissà se è la volta buona o solo un altro bluff per tenere tutti appesi. Occhio, perché se fallisce, potrebbe essere l’ennesimo flop del re dei social.