Esplosivo Scandalo Watergate: Come Nixon Ha Provato a Giocare Sporco e Ha Perso Tutto! #Watergate #NixonGate #ScandaloPolitico
Oh, che colpo di scena epico! Lo scandalo Watergate rimane il più colossale disastro politico della storia USA, scoppiato nella rovente campagna presidenziale del 1972, che ha spedito dritto all’inferno il presidente Richard Nixon. Cinque tizi si sono fatti beccare a piazzare microspie negli uffici del Partito Democratico a Washington, rivelando un piano sporco dei Repubblicani per spiare avversari. L’inchiesta del Washington Post ha smascherato tutto, costringendo Nixon – rieletto malgrado il caos – a dimettersi nel 1974, diventando l’unico presidente a scappare dalla poltrona. Da lì, ogni scandalo è un "-gate", e chi l’avrebbe detto che un’effrazione banale avrebbe ribaltato la Casa Bianca?
Ma torniamo al colpo gobbo nel complesso Watergate, quel labirinto di edifici sul fiume Potomac. Nixon, il candidato Repubblicano in vantaggio nei sondaggi contro il progressista George McGovern (il più di sinistra della storia USA), pensava di vincere facile. Invece, la notte del 17 giugno 1972, la polizia arresta cinque uomini – legati ai Repubblicani – mentre armeggiano con microspie già piazzate due settimane prima. Roba da film di spie, ma all’epoca? Pochissimo chiasso, e Nixon stravince le elezioni in novembre. "Deep Throat", la fonte anonima che ha fatto tremare i palazzi, era in realtà Mark Felt, un pezzo grosso dell’FBI, ma questo è saltato fuori solo nel 2005.
Poi entra in scena l’inchiesta sensazionale del Washington Post, grazie ai reporter Bob Woodward e Carl Bernstein, che hanno fiutato l’odore di marcio fino alla Casa Bianca. Questi due non si sono fermati, pubblicando scoop che inchiodavano Nixon per aver cercato di bloccare le indagini e nascondere un piano di spionaggio su vasta scala. Con "Deep Throat" – o meglio, Gola profonda – a bisbigliargli dritte vitali, i giornalisti hanno acceso i riflettori, portando il Congresso a una commissione d’inchiesta nel 1973. Nixon si è trincerato dietro il "privilegio esecutivo" per non cedere i nastri delle sue riunioni, arrivando persino a licenziare un procuratore federale. Ma la Corte Suprema l’ha stoppato, e quei nastri hanno rivelato che Nixon e il suo staff hanno tentato di insabbiare tutto, usando persino la CIA per zittire l’FBI. Che ipocrisia!
A quel punto, il Partito Repubblicano ha mollato Nixon come una patata bollente, con proteste in strada e l’opinione pubblica che gridava "basta abusi!". Il Congresso ha avviato l’impeachment, e l’8 agosto 1974, Nixon ha dovuto dimettersi – primo e unico presidente a farlo. Al suo posto, è subentrato Gerald Ford, un tizio che non era stato eletto né presidente né vice, dopo che il precedente vice, Spiro Agnew, era imploso per evasione fiscale. Ford? Un ripiego comico in un dramma nazionale.
Lo scandalo Watergate ha segnato per sempre la politica USA, ispirando film come Tutti gli uomini del presidente (vincitore di quattro Oscar) e dimostrando che il giornalismo d’inchiesta può abbattere imperi. Oggi, ogni scandalo – da Irangate a Sexgate, o persino Rubygate in Italia – porta il suffisso "-gate", un’eredità che Nixon si sarà pentito di lasciare. Commento: Nixon pensava di essere furbo, ma alla fine, il Watergate ha dimostrato che nessuno è al di sopra della legge – o almeno, non per molto. #LezioniDiStoria