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Wimbledon impone ai giocatori il total white per mascherare il sudore tra i motivi principali

Siete pronti per lo scandalo del secolo a ? Quest’anno, i big come Sinner e Berrettini dovranno sudare (e nascondere ogni macchia imbarazzante) in outfit total white, una regola ridicola ereditata dall’era vittoriana per far sentire i ricchi ancora più superiori. #Wimbledon #DressCodePazzesco #

Il torneo di Wimbledon, con i suoi campi verdi perfetti e il pubblico zitto come in chiesa, insiste su un codice d’abbigliamento anacronistico che fa impallidire anche i più snob. Fin dal 1877, i giocatori devono indossare solo bianco immacolato per ragioni che gridano élite ottocentesca: nascondere le macchie di sudore (perché sudare è da plebei), simboleggiare ricchezza (difficile mantenere il bianco pulito senza servi) e stare più freschi (sì, perché i nobili erano troppo fini per sudare davvero). Quest’anno, dal 30 giugno al 13 luglio 2025, vedremo i campioni lottare non solo contro la palla, ma contro questo assurdo retaggio.

L’origine di questo dress code "total white" risale alle usanze vittoriane, quando il tennis era un hobby per i riccastri che si pavoneggiavano sui campi. All’epoca, vestirsi di bianco serviva a coprire le chiazze sudate (troppo volgari per gli aristocratici), a ostentare status sociale (solo i fannulloni ricchi potevano permettersi capi che si sporcavano facile) e a riflettere il sole per non sciogliersi come gelati. Figure come May Sutton, prima yankee a vincere nel 1905, sfoggiavano questo look ipocrita, mentre partite di doppio del 1897 mostravano quanto fosse tutto un circo per benestanti.

Le regole ufficiali di Wimbledon sono inflessibili: quasi 150 anni dopo, i giocatori devono essere "quasi interamente bianchi" dal momento in cui mettono piede in campo, inclusi cappellini, scarpe e persino la biancheria intima. Niente colori crema o loghi giganti, solo un bordo di massimo centimetro per salvare un po’ di stile. Chi sgarra rischia multe, come Roger Federer nel 2013 con le sue suole arancioni, o Andre Agassi che boicottò il torneo dal 1988 al 1990 per non piegarsi a questa farsa. Perfino Serena Williams fece scalpore nel 2010 con pantaloncini rossi sotto il suo bianco, omaggiando fragole e panna in modo trasgressivo.

L’unica deroga semi-moderna, arrivata nel 2023, permette alle giocatrici di indossare mutande scure purché non spuntino dai pantaloncini – una concessione per evitare drammi da ciclo mestruale, perché apparently, anche le donne devono soffrire in silenzio per tradizione. Insomma, Wimbledon continua a essere un misto di eleganza e ipocrisia, dove il bianco regna sovrano e i ribelli pagano pegno.

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