Evoluzione dell’universo: nuove scoperte

L’evoluzione dell’universo, il modello del Big Bang, il redshift cosmologico e la chimica prebiotica attengono i più svariati campi della scienza e costituiscono oggetto di dibattito.
Conoscere le nostre dell’universo e prevederne l’evoluzione non è una speculazione filosofica ma una ricerca che potrà tornare utile per le prossime generazioni

Da quasi un secolo si contrappongano varie teorie a partire da quella pubblicata nel 1927 ad opera dell’astronomo Georges Lemaître secondo cui l’universo si sarebbe espanso autogenerandosi da un punto di infinita.
Nonostante l’apporto di astronomi, fisici, chimici e matematici, tuttavia, vi è più di una teoria sebbene quella del Big Bang sia la più accreditata

Supercomputer

La nascita del computer ha cambiato il corso della vita quotidiana delle persone costituendo un mezzo tecnologico che ha maggiormente modificato le abitudini umane dopo la seconda guerra mondiale

Dai computer sono nati i supercomputer che hanno eccezionali capacità di calcolo e di cui si avvalgono i più accreditati centri scientifici. Le discipline più studiate vanno dall’astrofisica alla medicina, dalla farmacologia alla fisica, dalla meteorologia al campo ambientale, dall’intelligenza artificiale alla chimica.

ScienzeNews

Sulla rivista ScienzeNews è apparso un articolo in cui i ricercatori della Royal Astronomical Society divulgano una ricostruzione minuziosa e particolareggiata dell’evoluzione dell’universo.

Questa ricostruzione è stata resa possibile con l’ausilio di un supercomputer e ripercorre l’alba cosmica che risale a circa 10 milioni di anni dopo il Big Bang.

L’astrofisico Paul Robert Shapiro dell’Università del Texas ad Austin riferisce che il gas caldo prodotto all’inizio dei tempi, circa 13.8 miliardi di anni fa, si era raffreddato trasformandosi in una nuvola informe priva di luce.

Circa 100 milioni di anni dopo piccole increspature del gas rimasto dal Big Bang hanno causato l’aggregazione dei gas con formazione di lunghi filamenti filiformi che hanno formato una rete di materia in cui sono nate le galassie e le stelle.

Quando la radiazione proveniente dalle prime galassie illuminava l’universo, strappava elettroni dagli atomi nelle nubi di gas un tempo fredde durante un periodo chiamato della reionizzazione, che continuò fino a circa 700 milioni di anni dopo il Big Bang. La reionizzazione è il momento in cui l’enorme massa di idrogeno neutro, che permeava l’universo primordiale, svanisce permettendo alla luce di filtrare e ci permette di osservare i corpi celesti.

Questa è la prima simulazione dell’evoluzione dell’universo che tiene conto della interazione tra la radiazione e il flusso di materia nell’universo. La cosa più affascinante è che copre un arco temporale che va dalle oscure epoche cosmiche attraverso i successivi diversi miliardi di anni mentre si formava la distribuzione della materia nell’universo moderno.

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