L’evoluzione dell’universo e le teorie relative al Big Bang, al redshift cosmologico e alla chimica prebiotica coinvolgono diversi campi scientifici e sono oggetto di approfonditi dibattiti. Comprendere l’universo e prevederne lo sviluppo non è solo un’indagine filosofica, ma una ricerca che potrebbe rivelarsi fondamentale per le future generazioni.
Teorie sull’origine dell’universo
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Impatto dei supercomputer
L’avvento dei computer ha rivoluzionato la vita quotidiana delle persone, diventando uno strumento tecnologico di grande impatto dopo la seconda guerra mondiale. Dai computer tradizionali sono poi emersi i supercomputer, dotati di straordinarie capacità di calcolo e impiegati nei più prestigiosi centri scientifici per studi che spaziano dall’astrofisica alla medicina, dalla farmacologia alla fisica, dalla meteorologia all’ambiente, dall’intelligenza artificiale alla chimica. Il contributo di ScienzeNews
Su ScienzeNews è stato pubblicato un articolo in cui i ricercatori della Royal Astronomical Society presentano una dettagliata ricostruzione dell’evoluzione dell’universo. Grazie all’utilizzo di un supercomputer, è stato possibile tracciare i primi momenti cosmici risalenti a circa 10 milioni di anni dopo il Big Bang. Ricostruzione dell’evoluzione cosmica
Secondo l’astrofisico Paul Robert Shapiro dell’Università del Texas ad Austin, il gas caldo prodotto nei primi istanti dell’universo si sarebbe raffreddato trasformandosi in una massa informe priva di luce. Dopo circa 100 milioni di anni, piccole perturbazioni nel gas primordiale hanno portato alla formazione di filamenti che hanno dato vita alla rete di materia in cui si sono originati galassie e stelle. La radiazione emessa dalle prime galassie ha illuminato l’universo, provocando il distacco degli elettroni dagli atomi presenti nelle nubi di gas precedentemente freddi, durante un periodo noto come reionizzazione, protrattosi fino a circa 700 milioni di anni dopo il Big Bang. Questo evento ha determinato la scomparsa dell’immensa massa di idrogeno neutro, consentendo alla luce di penetrare e permettendo l’osservazione dei corpi celesti.
Questa simulazione rappresenta il primo modello che tiene conto dell’interazione tra la radiazione e il flusso di materia nell’universo, coprendo un arco temporale che va dagli albori cosmici fino a diversi miliardi di anni successivi, quando si è formata la distribuzione della materia nell’universo moderno.