I segreti della chimica nell’arte rinascimentale
Recenti ricerche condotte dal Karlsruhe Institute of Technology in Germania, pubblicate il 28 marzo su Nature Communications, hanno portato alla luce alcuni segreti riguardanti l’utilizzo dei colori da parte di artisti rinomati come Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli.
Prima dell’avvento dei colori ad olio, ampiamente diffusi durante il Rinascimento, gli artisti facevano uso della tempera all’uovo, una tecnica conosciuta sin dall’antichità e utilizzata in diverse civiltà come la Cina, la Grecia micenea, l’Egitto e la Babilonia. I pittori italiani come Cennino Cennini descrissero i materiali e i metodi di lavorazione della tempera all’uovo.
La tempera all’uovo richiede l’utilizzo di tuorlo d’uovo, pigmento in polvere e acqua distillata. Questi ingredienti combinati creano un’ emulsione che forma un film protettivo superficiale, resistente all’acqua e che si asciuga rapidamente.
L’arte rinascimentale è caratterizzata dal passaggio dalla tempera all’uovo alla pittura ad olio su tela, con l’uso degli oli siccativi che ha permesso agli artisti di ottenere effetti ottici straordinari.
La tempera grassa, un’ emulsione costituita da uovo, olio siccativo e pigmento, è stata utilizzata da artisti come Giotto e Giovanni Bellini, offrendo la possibilità di preservare i colori nel tempo senza alterazioni.
Uno studio condotto dai ricercatori ha evidenziato come i componenti presenti nell’emulsione a base di uovo e olio possano rallentare l’ossidazione che porta all’ingiallimento dei colori. Tuttavia, le sfide nell’identificare esattamente i materiali utilizzati dagli artisti rinascimentali rappresentano un ostacolo significativo.
L’arte rinascimentale italiana, con la sua straordinaria maestria e l’utilizzo innovativo delle tecniche pittoriche, costituisce un periodo di grande rilevanza storica e culturale, che continua ad essere ammirato e studiato ancora oggi.