La scoperta delle molecole chirali nello spazio interstellare
Una molecola diventa chirale quando presenta uno stereocentro, ossia un atomo di carbonio legato a quattro sostituenti diversi. Queste molecole non sono sovrapponibili alla propria immagine speculare e manifestano un tipo particolare di isomeria ottica.
Enantiomeri e loro proprietà ottiche
Due molecole identiche, tranne che per essere l’immagine speculare l’una dell’altra, sono chiamate enantiomeri e differiscono per una particolare proprietà ottica. Ad esempio, se una soluzione contiene solo uno dei due enantiomeri e viene attraversata da un fascio di luce linearmente polarizzato, il fascio risulta deviato verso destra o sinistra.
L’omochiralità in natura
Nella natura, molte molecole biologiche come le proteine e i zuccheri si presentano solo sotto forma di uno dei due enantiomeri possibili, dando origine a fenomeni come l’omochiralità. Ad esempio, le proteine appartengono alla serie L mentre gli zuccheri alla serie D. La sensibilità delle reazioni biochimiche alla chiralità è stata recentemente riconosciuta, come nel caso dei farmaci chirali.
Scoperta nel mondo interstellare
Un team di scienziati ha utilizzato radiotelescopi molto sensibili per scoprire la presenza di una molecola chirale nello spazio interstellare. La molecola è stata individuata in una nube molecolare gigante situata a 390 anni luce dal centro della Via Lattea, conosciuta come Sagittarius B2.
La molecola trovata: ossido di propilene
L’ossido di propilene, che presenta un carbonio chirale, è una delle molecole più complesse trovate nello spazio interstellare. Questa molecola offre una piattaforma per comprendere la composizione delle molecole prebiotiche e il loro impatto sulle origini della vita.
Formazione delle molecole interstellari
Si ritiene che le molecole negli spazi interstellari si formino dalla collisione di molecole più semplici in fase gassosa. Le molecole, una volta formate, potrebbero subire ulteriori reazioni. Gli astronomi ipotizzano che la formazione di molecole complesse come l’ossido di propilene avvenga su strati sottili di ghiaccio, in cui il pulviscolo funge da nucleo di crescita.
Caratterizzazione e studi
La caratterizzazione dell’ossido di propilene si basa sull’osservazione delle linee spettrali di questa molecola. Tuttavia, il team di ricerca ha osservato solo due delle tre linee spettrali tipiche dell’ossido di etilene, a causa di interferenze radio dall’emisfero settentrionale. Al momento, non è stato possibile determinare la presenza di uno specifico enantiomero o la loro abbondanza relativa, ma ulteriori studi potrebbero rivelare ulteriori dettagli.
Conclusione
Lo studio delle molecole chirali nello spazio interstellare fornisce informazioni cruciali sull’origine della vita e sull’evoluzione chimica dell’universo. La continua ricerca in questo campo potrebbe svelare nuovi dati sulla formazione e la distribuzione delle molecole chirali, aprendo nuove prospettive sulla comprensione delle nostre origini.