I nematodi, chiamati vermi cilindrici perché hanno un corpo cilindrico a sezione trasversale circolare, infestano un gran numero di animali e di piante. Molte specie sono parassiti altamente specializzati di vertebrati, compreso l’uomo, o di insetti e altri invertebrati.
Altri tipi sono parassiti delle piante, alcuni dei quali possono causare danni economici alle piante coltivate. Esistono numerose pratiche colturali che possono essere utilizzate quando i nematodi costituiscono un problema.
Queste pratiche mirano a ridurre la popolazione di nematodi interrompendo il loro approvvigionamento alimentare, disturbando il loro terreno di riproduzione o modificando il loro habitat.
Un metodo è quello della rotazione delle colture più sensibili, come pomodori, fagioli, peperoni, carote e melanzane, con colture meno sensibili, come topinambur, asparagi, mais dolce, broccoli e cavoletti di Bruxelles. In questo modo è possibile ridurre le popolazioni di nematodi nel terreno a livelli che saranno meno dannosi per le piante successivamente coltivate nella stessa area.
Un altro metodo è la distruzione delle radici del raccolto non appena le piante sono raccolte. Questa pratica porta alla diminuzione della popolazione prima che sia piantato il raccolto successivo.
![](https://chimica.today/wp-content/uploads/2023/05/piante-con-nematodi-300x200.jpg)
Un altro metodo consiste nella piantagione precoce in modo che le piante possano crescere quando le temperature sono più fresche e la riproduzione e l’attività dei nematodi sono ridotte. Questo metodo, tuttavia, è possibile solo per alcuni tipi di piante come lattuga, cipolla, ravanello, verdure a foglia verde, piselli verdi, fagioli o cavoli
Nematodi e nematocidi
L’applicazione di nematocidi è attuata quando si verificano alte densità di nematodi nella coltura. Utilizzati in varie forme da secoli, sono alcuni dei pesticidi più utilizzati al mondo.
![](https://chimica.today/wp-content/uploads/2023/05/Dazomet.jpg)
Negli ultimi 50 anni sono stati introdotti o sviluppati diversi nuovi nematocidi che comprendono piccole molecole inorganiche, polimeri e composti di derivazione naturale.
L’uso di diverse gamme di fumiganti come il bromuro di metile e il dicloropropene, precursori di fumiganti come il dazomet e nematocidi non volatili in forma granulare come l’aldicarb producono l’impatto ambientale negativo.
Il 3,5-dimetil-1,3,5-tiadiazinan-2-tione noto come dazomet, comune fumigante del suolo che agisce anche come erbicida e fungicida, è tossico per i mammiferi.
![](https://chimica.today/wp-content/uploads/2023/05/Aldicarb.jpg)
L’ aldicarb è un carbammato che uno dei più tossici a livello ambientale; con l’avvelenamento dal deflusso d’acqua in agricoltura che ha portato alla distruzione di ecosistemi e l’avvelenamento irreversibile di terreni agricoli fertili.
Inoltre si deve osservare un intervallo di tempo tra l’ultima applicazione del pesticida e la raccolta delle colture commestibili, nonché l’accesso di animali e pollame alle aree trattate. I nematocidi proteggono le giovani piantine durante le prime fasi del loro sviluppo e ne consentono un soddisfacente impianto e la successiva produttività.
Tuttavia, nessuno dei nematocidi può sradicare i nematodi dal suolo perché essi possono solitamente sopravvivere a livelli più profondi dove possono sfuggire alla diffusione chimica. La nuova infestazione delle piante avverrà inevitabilmente dopo alcuni mesi o anni.
La scoperta
L’elevata tossicità, la sicurezza per l’uomo, la scarsa selettività e l’impatto sull’ambiente di queste sostanze chimiche ha portato al divieto di alcuni dei nematocidi più utilizzati. Dei 20 principali nematocidi utilizzati nell’ultimo secolo, meno del 20% è attualmente approvato nell’Unione Europea e negli Stati Uniti senza restrizioni lasciando gli agricoltori con mezzi inadeguati di controllo dei parassiti
![](https://chimica.today/wp-content/uploads/2023/05/selettivine.jpg)
Ciò ha portato alla necessità di sviluppare nuovi nematocidi con maggiore specificità per i nematodi. I ricercatori dell’Università di Toronto hanno trovato nuovi nematocidi imidazotiazolici selettivi, chiamati selettivine, che subiscono la bioattivazione mediata dal citocromo-p450 che trasforma la selettivina in una sostanza chimica tossica.
Il citocromo-p450 è un’emoproteina, come l’emoglobina, perché contiene il gruppo eme il cui gruppo prostetico ha uno ione di Fe2+ /Fe3+ è capace di legare ossigeno.
Poiché questo processo di conversione si verifica nei parassiti e il prodotto tossico rimane all’interno di essi, le selettivine garantiscono selettività e probabilmente riducono i problemi ambientali e di sicurezza.
Esse non mostrano attività nei confronti di attività contro funghi, piante, insetti, pesci e cellule umane. Inoltre a basse concentrazioni di ppm, le selettivine si comportano in modo comparabile con i nematocidi commerciali.
La ricerca richiede, tuttavia, anni di sperimentazione e corposi investimenti ma si spera che il chimico genetista Peter Roy non abbandoni il sogno di ottenere un’agricoltura sostenibile con enormi vantaggi per l’intera comunità