Scoperto un killer dei nematodi parassiti

Come gestire l’infestazione da nematodi: pratiche per la riduzione della popolazione

I nematodi, noti anche come vermi cilindrici per la loro forma a sezione trasversale circolare, sono parassiti che possono infestare una vasta gamma di animali e piante. Molti sono parassiti altamente specializzati di vertebrati, insetti e piante, causando danni economici significativi. Tuttavia, esistono diverse pratiche colturali che possono essere adottate per gestire l’infestazione da nematodi.

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Rotazione delle colture e distruzione delle radici: strategie efficaci

Una delle strategie più efficaci è la rotazione delle colture. Alternare colture più sensibili ai nematodi con colture meno sensibili può contribuire a ridurre le popolazioni di nematodi nel terreno, limitando i danni alle piante successive. Inoltre, la distruzione delle radici delle piante immediatamente dopo il raccolto può ridurre la popolazione di nematodi prima della semina del prossimo raccolto.

Piantagione precoce: un’altra pratica utile

La piantagione precoce è una pratica che può essere adottata per sfruttare temperature più fresche, inibendo la riproduzione e l’attività dei nematodi. Tuttavia, questa strategia è adatta solo per determinate tipologie di piante che possono prosperare in tali condizioni.

Nematodi e nematocidi: soluzioni chimiche

Quando la densità di nematodi raggiunge livelli critici, l’uso di nematocidi può essere necessario. Questi pesticidi vengono impiegati per contrastare l’infestazione da nematodi e sono disponibili in diverse forme. Nel corso degli anni, sono stati introdotti nuovi nematocidi, inclusi fumiganti come il bromuro di metile e il dicloropropene, che possono avere un impatto negativo sull’ambiente.

Tra i nematocidi più comuni vi è il dazomet, un fumigante del suolo che agisce anche come erbicida e fungicida ma risulta tossico per i mammiferi. Allo stesso modo, l’aldicarb, un carbammato, è un altro nematocida non volatile in forma granulare utilizzato nella gestione delle infestazioni da nematodi.

In conclusione, gestire l’infestazione da nematodi richiede un’approccio olistico e l’adozione di diverse pratiche colturali, meccaniche e, se necessario, l’impiego di nematocidi. È importante bilanciare l’efficacia delle soluzioni chimiche con l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana, garantendo una gestione sostenibile delle infestazioni da nematodi.Nuova frontiera degli insetticidi: le selettivine e la loro efficacia nel controllo dei parassiti

L’uso massiccio di pesticidi nel settore agricolo ha generato impatti ambientali significativi, tra cui l’avvelenamento delle acque e la distruzione degli ecosistemi. È fondamentale rispettare i tempi di carenza tra l’applicazione dei pesticidi e la raccolta delle colture, così come limitare l’accesso degli animali alle aree trattate.

I nematocidi rappresentano un mezzo di difesa per le piante durante le fasi iniziali di crescita, ma non riescono a eradicare completamente i nematodi dal suolo, poiché questi ultimi possono sopravvivere in profondità. Di conseguenza, le infestazioni possono ripresentarsi nel tempo.

La scoperta delle selettivine

L’elevata tossicità e l’impatto negativo sull’ambiente di molti nematocidi hanno portato al divieto di alcuni di essi, lasciando gli agricoltori con poche opzioni efficaci per il controllo dei parassiti. Questa situazione ha spinto la comunità scientifica a cercare nuove soluzioni più sicure e mirate.

I ricercatori dell’Università di Toronto hanno recentemente identificato una nuova classe di nematocidi chiamata selettivine, che si attivano attraverso un processo di bioattivazione mediato dal citocromo-p450. Questo meccanismo trasforma le selettivine in sostanze tossiche solo all’interno dei parassiti, garantendo così selettività e limitando l’impatto ambientale.

Questi nuovi insetticidi non mostrano effetti dannosi su funghi, piante, insetti, pesci o cellule umane, e a basse concentrazioni si comportano in modo simile ai prodotti commerciali attualmente disponibili sul mercato.

Nonostante i benefici potenziali delle selettivine, la ricerca e lo sviluppo di queste molecole richiedono tempo e investimenti considerevoli. Tuttavia, si nutre la speranza che grazie al lavoro del chimico genetista Peter Roy, si possa giungere a un’agricoltura più sostenibile con vantaggi per l’intera comunità.

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