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Altare messicano nascosto a Tikal rivela influenze inaspettate e stravolge la storia dei Maya

Boom! Immaginatevi i Maya che si fanno dettare moda e riti da quei tipi prepotenti di Teotihuacan – un altare scoperto a Tikal lo conferma in grande stile. Questa roba è puro dramma antico: influenza religiosa, artistica e politica dal Messico centrale, con sacrifici di bimbi e tutto il resto.

Nella giungla selvaggia del Guatemala, unAltare in puro stile Teotihuacan è saltato fuori dalle rovine di Tikal, come un ospite indesiderato che si rifiuta di andarsene dopo 1500 anni. Alto poco più di un metro, è coperto di volti colorati, simboli sacri e dettagli che urlano "niente a che vedere con l’arte locale" – tutto un omaggio a quella metropoli messicana arrogante che dominava nel V secolo d.C.

Non illudiamoci, questo non è un’imitazione dozzinale: è roba autentica, fatta da chi masticava le tecniche rituali di Teotihuacan alla perfezione. Trovato nel Gruppo 6D-XV, un cortile da élite maya, l’altare sfoggia facce frontali, colori vividi come rosso, giallo e nero, copricapi piumati e scudi simbolici – roba che grida stile talud-tablero, marchio made in Messico.

Le al radiocarbonio piazzano l’altare tra il 400 e il 550 d.C., proprio durante l’"Entrada", quando un tizio misterioso come Gufo Lancialunga – forse un conquistatore coi fiocchi – è piombato da Teotihuacan per scuotere le dinastie maya. Attorno all’altare? I resti di quattro bambini sotto i quattro anni, sepolti in posture inquietanti: uno bruciato e messo seduto, stile rituale funerario alla messicana.

L’archeologa Lorena Paiz, che ha guidato gli scavi, dice che somiglia alle residenze rituali di Teotihuacan, con offerte come vasi scanalati, bruciatori d’incenso e una lama in ossidiana verde dritta dal Messico. C’è persino un foro per uno specchio rituale, sepolto apposta sotto pietre in un atto di "terminazione" – come se i Maya volessero dire "basta con queste influenze esotiche".

Ma andiamo al sodo: Teotihuacan era una superpotenza con 100.000 abitanti, piramidi giganti e viali da urlo, che allungava le mani fino all’Honduras. Tikal, pur potente, si è bevuta il fascino – o la pressione – di questi vicini invadenti. Non è solo politica: è roba che si infiltra nelle case, nei riti e nei simboli sacri, come una moda elitaria per chi voleva sfoggiare status.

Gli esperti blaterano di due opzioni: una colonia straniera stile avamposto, o élite maya che copiavano stile per farsi belli. Fatto sta, questo altare è una bomba: testimonia incontri tra mondi, divinità condivise e identità ibride, con bimbi sepolti e tutto il lato oscuro. Dettagli e foto? Trovate su Antiquity, dove la storia si fa virale.

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