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Biomass viene lanciato dall’Europa per smascherare i segreti delle foreste e quantificare quanta CO₂ stanno segretamente intrappolando.

🚀🌳 Attenzione, mondo! L’ESA ha appena lanciato quel satellite spaccone di Biomass, che "pesa" gli alberi dalla stratosfera e sbugiarda i segreti del nelle foreste – perché chi se ne frega delle stime approssimative, ora spiamo il pianeta per davvero! Questa missione spacca le del clima, e chissenefrega dei soliti accordi, è scienza che fa boom. #ESASatellite #Biomass #ClimaChaos #ForesteSpia

Ehi, avete visto quel razzo Vega-C sfrecciare come un missile impazzito nel cielo della Guyana Francese all’alba del 29 aprile? È stato un vero spettacolo di fuoco, che ha spedito in orbita il satellite Biomass, l’ultimo gioiello high-tech dell’Agenzia Spaziale Europea. Questo aggeggio è stato "addestrato" dalle foreste tropicali per misurare con precisione chirurgica la roba di carbonio nascosta negli alberi, promettendo di ribaltare tutto ciò che sappiamo sul ciclo globale del carbonio – e magari smascherare qualche politico che blabla sul clima.

"Gli alberi e le aree verdi del mondo custodiscono il 30% di tutto il carbonio del nostro Pianeta, ma non sappiamo precisamente quanto sia", ha tuonato Mark Drinkwater, il boss delle missioni scientifiche dell’ESA, mettendo in luce quanto siamo ancora al buio su questa roba. Grazie al suo radar ad apertura sintetica in banda P – il primo del suo genere a finire nello spazio – Biomass ficca il naso sotto le chiome degli alberi, scandagliando tronchi, rami e tutto il resto dove si accumula il carbonio. Immaginate un’ecografia gigante da 666 km d’altezza, che per cinque anni passerà al setaccio ogni foresta del pianeta come un detective incazzato.

Le sue antenne, un mega-riflettore di 12 metri su un braccio da 7,5, catturano dati radar polarimetrici per creare immagini 3D della roba verde, stimando biomassa con dettagli da far impallidire i vecchi modelli. E indovinate un po’? Il tutto è stato "allenato" con dati dal centro di ricerca di Paracou in Guyana Francese, dove "Abbiamo dovuto prima di tutto capire la foresta", come ha spiegato Thuy Le Toan, la mente dietro Biomass. Solo così questo satellite può cogliere ogni mutamento, dalla deforestazione al degrado, in reale – informazioni toste per scienziati e politici che finora si sono accontentati di numeri tirati a indovino.

Ma non è finita: "Con Biomass potremo finalmente definire con grande dettaglio il contributo delle foreste al ciclo del carbonio. Dati che finora mancavano e che colmeranno una mancanza di informazioni cruciale per i modelli climatici", ha aggiunto Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’ESA. Questo coso non si limita a "pesare" gli alberi, ma spia anche biodiversità, geologia dei deserti, calotte glaciali e topografia forestale – un vero laboratorio volante che fa impallidire i vecchi satelliti.

Dietro tutto questo circo c’è una squadra europea da urlo: oltre 50 aziende, capitanate da Airbus UK con star italiane come Leonardo e Avio per il razzo Vega-C. È un’alleanza paneuropea che, senza tanti fronzoli, dà al mondo l’arma definitiva contro il cambiamento climatico. Insomma, col Biomass non è più tempo di chiacchiere – finalmente vediamo il bosco per gli alberi, e magari scopriamo quanti alberi ci servono per sistemare questo casino!

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