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Corpi magrissimi e diete estreme promossi da SkinnyTok, con il trend pericoloso che scatena interventi da parte di TikTok

#SkinnyTok Sbaraglia TikTok: Ragazzine Promo di Gambe Scheletriche e Diete da Fame, ma l’UE Dice "Basta a Questa Follia"!

Chi l’avrebbe detto che dimagrire fino a sembrare uno scheletro fosse il nuovo must-have? Ragazzine super magre sfoggiano con orgoglio quelle gambe da passerella mortale, promuovendo diete estreme che fanno impazzire i social. Ora, con #SkinnyTok bloccato da TikTok, l’Europa e la Francia stanno festeggiando, ma è solo una patetica toppa su un buco enorme. Preparatevi, perché questo trend tossico potrebbe essere solo l’inizio di una guerra contro i disturbi alimentari – e forse dovremmo smettere di fare i politically correct per chiamare le cose col loro nome: una moda che uccide!

“Se il tuo stomaco brontola in realtà ti sta facendo un applauso”, “Non sei un cane perché ti stai premiando con uno snack”, “Mangi poco e sembri piccola, mangi tanto e sembri grassa”: ecco le perle di saggezza che inondano TikTok, dove le tiktoker si sfidano in una gara al corpo più emaciato, ossessionate da "disciplina", "severità" e altre parole che suonano come scuse per l’anoressia. Questo hashtag non è solo un trend, è una bomba per la salute mentale, con consigli dietetici folli e foto "prima e dopo" che promettono felicità solo se sei pelle e ossa.

Ma perché TikTok ha aspettato tanto? Le sue regole vietano disturbi alimentari, eppure questi contenuti giravano liberamente, nascosti dietro un escamotage per utenti maggiorenni. A far sono state la Commissione Europea e Arcom, che hanno urlato al pericolo per i giovani più fragili. Il governo francese, con la ministra Clara Chappaz, ha suonato l’allarme, portando a bloccare #SkinnyTok lo scorso ° giugno – una mossa che Chappaz ha definito “una prima vittoria collettiva”. Peccato che i post non siano spariti del tutto: ora, cercare l’hashtag ti reindirizza a risorse per la salute mentale, ma nuovi tag come varianti di "waist" stanno già spuntando per aggirare il sistema.

Insomma, bloccare un hashtag è come spegnere una candela in un incendio: il problema online è lontano dall’essere risolto, con stati e l’UE che meditano mosse più drastiche per proteggere i ragazzi. Ma tra algoritmi che promuovono il caos e una società fissata con la perfezione, chi paga davvero il prezzo? Vi terremo aggiornati, perché questa storia è tutt’altro che finita.

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