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Il “brain rot” esiste davvero: cosa può fare l’abuso di contenuti spazzatura online al cervello

L’uso eccessivo di Internet, in particolare sui social network, ha un impatto significativo sulla salute mentale e cognitiva. Studi recenti evidenziano come il consumo compulsivo di contenuti di bassa qualità, caratterizzati da sensazionalismo e superficialità, possa comportare una diminuzione della materia grigia nelle aree prefrontali del cervello, che svolgono un ruolo cruciale nella regolazione emotiva, nella memoria e nel controllo degli impulsi.

Questo fenomeno, definito “marciume cerebrale” e recentemente riconosciuto dall’Oxford Dictionary come parola dell’anno, mette in evidenza l’allerta crescente riguardo agli effetti nocivi dell’uso incontrollato dei social media. Gli esperti sottolineano che tale condizione non è solo una questione di linguaggio, ma una realtà ben documentata: il cervello umano risulta sempre più esposto al “doomscrolling”, un comportamento caratterizzato dal consumo incessante di notizie e contenuti, spesso allarmistici o privi di sostanza.

Cambiamenti neuroanatomici e dipendenza

Michoel Moshel, ricercatore presso la Macquarie University, osserva che questa abitudine sfrutta la naturale predisposizione del cervello a cercare nuovi stimoli, un meccanismo che storicamente garantiva la sopravvivenza, ma che nell’era digitale favorisce cicli di dipendenza. Funzionalità come lo scorrimento infinito sui social media tengono gli utenti attaccati agli schermi, specialmente i giovani, con conseguenze negative sull’attenzione e sulle capacità decisionali.

Il problema si estende oltre l’individuo. Eduardo Fernández Jiménez, psicologo clinico, evidenzia come il consumo massiccio di contenuti, tra cui notifiche e aggiornamenti costanti, comprometta l’attenzione sostenuta, fondamentale per l’apprendimento e la concentrazione. Le ripercussioni si manifestano in difficoltà nel completare compiti complessi e in un impatto negativo sulla memoria e sulle interazioni sociali.

Aspetti critici per gli adolescenti

Le ricerche hanno dimostrato che i cambiamenti neuroanatomici causati dall’abuso di Internet assomigliano a quelli registrati nelle dipendenze da sostanze, come alcol e droga. Questo fenomeno risulta particolarmente preoccupante negli adolescenti, poiché coincide con fasi cruciali dello sviluppo, influenzando la formazione dell’identità e le competenze sociali.

Per fronteggiare tali effetti, gli esperti consigliano di limitare il tempo trascorso online, favorendo contenuti di qualità e riducendo le funzionalità che promuovono la dipendenza. Attività come sport, incontri sociali e disconnessione intenzionale dagli schermi si rivelano essenziali per mantenere il benessere mentale e supportare uno sviluppo equilibrato, in particolare nelle nuove generazioni.

Fonte: Neuropsychology Review

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