Uno studio genetico su scheletri risalenti a 2000 anni fa ha rivelato che le comunità in Gran Bretagna durante l’Età del Ferro erano organizzate attorno alle linee di sangue femminili. Le donne detenevano un ruolo significativo nella trasmissione della terra e della ricchezza, esercitando una notevole influenza sociale e politica, come confermato da reperti archeologici e scritti romani dell’epoca.
Organizzazione sociale e ereditarietà
La ricerca, pubblicata su Nature il 15 gennaio e condotta dalla dottoressa Lara Cassidy del Trinity College di Dublino, si basa sull’analisi del DNA di 57 scheletri rinvenuti a Winterborne Kingston, nel Dorset, appartenenti alla tribù dei Durotriges. In particolare, è emersa una diversità nei cromosomi Y, segno che gli uomini tendevano a trasferirsi presso le famiglie delle mogli. Al contrario, la maggior parte delle donne mostrava un’origine genetica comune che rimanda a un’antica antenata.
Questo sistema sociale, noto come “matrilocale”, garantiva un solido supporto familiare alle donne, le quali mantenevano collegamenti stretti con parenti e amici nel loro villaggio natale, mentre gli uomini si integravano nelle famiglie delle loro spose.
Conferme archeologiche
Le analisi condotte dall’Università di Bournemouth supportano ulteriormente questa organizzazione. La presenza di tombe femminili adornate da oggetti di valore indica una trasmissione di ricchezza di madre in figlia. Le fonti romane dell’epoca descrivono le donne britanniche come più potenti e indipendenti rispetto alle controparti romane, abili nel possedere proprietà, divorziare e perfino comandare eserciti. Due sovrani britannici registrati, Cartimandua e Boudica, erano di sesso femminile, suggerendo una maggiore apertura nei confronti dell’accesso al potere politico.
Diversità genetica e influenze esterne
Lo studio ha anche evidenziato la diversità genetica tra le comunità dell’Età del Ferro in Gran Bretagna, rivelando una struttura geografica dettagliata e collegamenti di parentela su vaste aree. Le regioni periferiche come la Scozia e la Cornovaglia mostrano una maggiore continuità genetica con le popolazioni dell’Età del Bronzo, mentre la costa meridionale, caratterizzata da contatti più frequenti con il continente, presenta una maggiore diversità.
Queste scoperte offrono un quadro rinnovato della società celtica britannica, evidenziando come le donne non fossero semplici figure marginali, ma protagoniste attive nelle dinamiche sociali, economiche e politiche delle loro comunità. La ricerca della dottoressa Cassidy e del suo team segna un avanzamento significativo nella comprensione del ruolo delle donne nel passato, sfidando interpretazioni tradizionali e ampliando le prospettive sulla storia della Gran Bretagna e dell’Europa antica.