Il Garante per la protezione dei dati personali ha bloccato DeepSeek, un software di intelligenza artificiale relazionale cinese, al fine di proteggere i dati sensibili che potrebbero essere a rischio.
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@deepseek_ai/X
Il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di bloccare DeepSeek, un software di intelligenza artificiale relazionale sviluppato da due società cinesi, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence. La decisione, adottata con effetto immediato, mira a proteggere i dati sensibili degli utenti italiani. Questo provvedimento arriva dopo che il Garante ha giudicato insufficiente la risposta fornita dalle aziende cinesi a una precedente richiesta di chiarimenti.
Nonostante le società abbiano dichiarato di non operare in Italia e di non essere soggette alle normative europee, l’autorità italiana ha avviato un’istruttoria. Introdotto di recente sul mercato globale, DeepSeek ha rapidamente guadagnato popolarità, con milioni di download in pochi giorni. Tuttavia, l’applicazione è stata rimossa dai negozi digitali di Apple e Google in Italia, anticipando il blocco ufficiale. Anche l’accesso al sito web del software sarà presto interdetto.
Rilevata una grave vulnerabilità nel sistema
Parallelamente, un gruppo di ricercatori americani di Wiz ha identificato una grave vulnerabilità nel sistema. Il bug, che è stato successivamente corretto, avrebbe esposto milioni di dati sensibili, tra cui cronologie di chat, informazioni di accesso e credenziali delle API. La falla era legata a un database chiamato ClickHouse, accessibile da remoto senza autenticazione. Questo avrebbe potuto permettere a potenziali malintenzionati di ottenere privilegi all’interno dell’ambiente di DeepSeek, esfiltrare password e persino accedere a file direttamente dai server.
Sebbene l’azienda abbia risolto il problema dopo essere stata avvisata, non è ancora chiaro se i dati siano stati utilizzati da cybercriminali. Gli esperti di sicurezza hanno sottolineato l’importanza di adottare standard rigorosi per la gestione dei dati sensibili, equiparabili a quelli richiesti ai fornitori di cloud pubblici.
Controlli aggiuntivi da parte di Newsguard
Nel frattempo, DeepSeek è finito sotto la lente d’ingrandimento di Newsguard, un’organizzazione che monitora la disinformazione online. Il software è stato messo a confronto con altri dieci sistemi di intelligenza artificiale, dimostrando performance deludenti: ha fornito risposte inaccurate nell’83% dei casi e ha sfatato affermazioni false solo nel 17%. La vicenda richiama l’attenzione sulla necessità di bilanciare innovazione e tutela dei dati.
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Fonte: Garante Privacy