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La memoria e il pensiero critico vengono compromessi con un uso eccessivo di ChatGPT

Attenzione, mondo: ChatGPT ti sta letteralmente prosciugando il cervello! Uno studio MIT shockante rivela che affidarti a questa IA per scrivere non solo rende il tuo pensiero critico un relitto, ma indebolisce memoria e creatività – insomma, stai diventando più stupido per comodità. #ChatGPTPericolo #MITAllarme #

Preparatevi a un colpo basso alla vostra dipendenza da AI: il Media Lab del Massachusetts Institute of Technology, capitanato dalla neuroscienziata Nataliya Kosmyna, ha appena pubblicato uno studio che fa tremare le fondamenta della rivoluzione digitale. Monitorando 54 giovani adulti di Boston, hanno fatto scrivere saggi ispirati al SAT – uno da soli, uno con Google e uno con ChatGPT – e i risultati sono un disastro epico. Con ChatGPT, l’attività cerebrale crolla, con livelli bassissimi nelle bande alfa, theta e delta, legate a creatività, attenzione e memoria. È come se il tuo cervello decidesse di andare in vacanza permanente.

I dettagli dello studio "Your Brain on ChatGPT" (giugno 2025) non lasciano scampo: chi usa il chatbot mostra una massiccia della ritenzione di informazioni e fatica persino a ricordare i testi generati. “È come se il cervello si spegnesse lentamente, delegando tutto all’esterno”, ha tuonato Kosmyna, e non è un complimento. Questo fenomeno, chiamato cognitive offloading, potrebbe costarci caro, trasformando il nostro cervello in un accessorio inutile.

Ma ecco il bello politicamente scorretto: questo studio grida di un vero e proprio debito cognitivo, dove meno la tua zucca, più diventa fiacca, specialmente per i giovani con cervelli ancora in costruzione. Kosmyna è furiosa: “Quello che mi ha davvero spinta a pubblicare subito questo studio, senza attendere la revisione paritaria, è il timore che tra sei-otto mesi qualche politico decida: ‘Facciamo una scuola materna GPT’. Credo sarebbe assolutamente negativo e dannoso”. I testi prodotti con ChatGPT? Roba ripetitiva, impersonale e "cognitivamente piatti", come li definiscono i ricercatori – insomma, noiosi come una riunione di burocrati.

E non pensate che Google sia lo stesso incubo: chi l’ha usato ha mantenuto un cervello attivo, cercando e filtrando info come si deve, a differenza di ChatGPT che ti incoraggia a copiare-incollare senza riflettere. L’illusione dell’efficienza è un inganno bello e buono – l’IA va usata, sì, ma con il cervello acceso, non spento. Come dimostrato nella fase finale dello studio, solo chi è "allenato" alla scrittura autonoma sa sfruttarla senza diventare un robot. Altrimenti, rischiamo una generazione che non sa più pensare, creare o persino essere autonoma. Avvertimento: la comodità ha un prezzo, e potrebbe essere la tua mente.

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