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La storia e l’evoluzione della Via Lattea riscritte dall’esplosione di una supernova dimenticata di Calvera

Siete pronti a sfatare miti stellari? Una stella di nome Calvera ha deciso di fare un’esplosione epica ai confini della Via Lattea, dove nessuno se l’aspettava, dando una lezione ai sapientoni degli astronomi! Grazie a INAF e UniPalermo, questa bomba cosmica potrebbe ribaltare tutto sulla nostra galassia. #ViaLatteaExplode #StelleRibelli #ScienzaSconvolta

Mai dare per scontato l’universo, perché Calvera ce lo dimostra alla grande: questa stella è esplosa migliaia di anni fa ai margini della Via Lattea, proprio dove gli astronomi giuravano che roba del genere non poteva succedere. “vicino” (per le distanze cosmiche), ma lontanissimo dalle zone affollate, questa scoperta guidata dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dall’Università degli Studi di Palermo potrebbe stravolgere le nostre idee sull’evoluzione galattica.

A più di 6500 anni luce sopra il piano della Via Lattea, dove lo spazio è più vuoto di una promessa elettorale, Calvera – ispirata all’antagonista di “I Magnifici 7” – sta riscrivendo le regole come un fuorilegge. È un resto di supernova con una pulsar in fuga, un duo cosmico che sfida le teorie stellari e fa tremare i banchi degli accademici.

Nel 2022, il radiotelescopio Lofar ha individuato una struttura circolare che sembra un’esplosione stellare, lontana dal solito caos galattico. Accanto, c’è la pulsar Calvera, nota per la sua emissione nei raggi X, e indovinate? “fuga” dal centro dell’esplosione, come se stesse scappando da un disastro. Questo legame tra i due oggetti dipinge un quadro di una stella massiccia che è saltata in aria, lasciando gas in espansione e una neutroni in libera uscita.

Ora, i ricercatori hanno scandagliato i dati da Xmm-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Analizzando il gas caldo nel resto di supernova, unendo il moto della pulsar e altre info, hanno calcolato distanze tra 13.000 e 16.500 anni luce, con un’età di 10.000-20.000 anni. Tutto quadra, rafforzando l’idea di un’origine comune.

“Le stelle massicce, cioè con massa almeno otto volte più grandi del Sole, si formano quasi esclusivamente sul piano galattico, dove la densità del gas è più alta e favorisce la nascita stellare – spiega Emanuele Greco, primo autore dello studio – Trovarne i resti a simili distanze dal piano è estremamente raro. La nostra analisi ha permesso di stimare con maggiore precisione la distanza, l’età e perfino le caratteristiche della possibile stella progenitrice che ha originato sia la pulsar Calvera che il suo resto di supernova”

Anche in queste zone “periferiche” rarefatte, dove pensavamo non ci fosse abbastanza casino per produrre energia gamma, Calvera dimostra il contrario. Strumenti come Xmm-Newton, Fermi/Lat e il Telescopio Nazionale Galileo rivelano plasma a milioni di gradi, grazie a urti che incontrano addensamenti locali. Insomma, nelle zone desolate della galassia, possono accendersi fuochi d’artificio stellari che cambiano la narrazione sull’evoluzione della Via Lattea.

E non è solo trivia: questa roba, pubblicata su Astronomy & Astrophysics, potrebbe farci riscrivere i libri di storia cosmica. Fonti: INAF / Astronomy & Astrophysics.

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