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L’AI che progetta strutture LEGO stabili è stata creata da ingegneri a partire da prompt di testo, minacciando il divertimento tradizionale

Wow, chi l’avrebbe detto che i mattoncini colorati dei LEGO stanno per rubare il agli ingegneri dilettanti? Grazie all’IA rivoluzionaria LegoGPT, sviluppata dai geni della Carnegie Mellon University (si, quelli che fanno cose più serie di te), bastano poche parole per creare strutture da urlo, stabili come un ponte romano e testate con robot veri. Dimentica i tuoi vecchi castelli che crollano al primo soffio: questa è intelligenza artificiale che non scherza! #LEGOAI #TechVirale #Innovation

Presto, potremmo dire addio alle frustrazioni dei costruttori dilettanti, perché LegoGPT non è solo un giocattolo hi-tech, è un colpo da maestro firmato dalla Carnegie Mellon University. I ricercatori hanno preso un modello linguistico di META e l’hanno trasformato da chiacchierone virtuale in un genio dei mattoncini, capace di generare strutture LEGO perfette e super stabili, come se un ingegnere miniaturizzato stesse guidando il . Nel loro studio su arXiv, spiegano come questa IA non si limiti a seguire la fantasia, ma tenga conto di gravità, forze fisiche e stabilità – insomma, addio torri traballanti!

E a scavare nel dettaglio, LegoGPT è una bestia: riconfigurano un LLM come LLaMA-3.2-1B-Instruct per prevedere il prossimo mattoncino invece che la parola successiva. Non è roba da poco; hanno dovuto aggiungere un modulo matematico per calcolare se la struttura regge o crolla miseramente. Addestrato su 47.000 strutture LEGO già provate, il sistema impara a evitare disastri: senza i loro trucchi di ottimizzazione, solo il 24% delle creazioni era stabile, ma con il rollback magico, schizza al 98,8%. Per chi ha mai imprecato su un LEGO che si sfascia, è come passare da un incubo a un sogno – e sì, è politicamente scorretto ammetterlo, ma chi ha per costruire a mano quando l’IA fa tutto?

Passiamo al lato pratico: LegoGPT non si ferma ai , aggiunge colori e texture per rendere le cose belle da vedere, e l’hanno perfino testato con robot che assemblano i progetti serio. Confrontandolo con altre AI per la progettazione 3D, questa spazza via la concorrenza con una percentuale di stabilità da far invidia. Immaginate le applicazioni: dall’educazione ai bimbi pigri, al design architettonico per architetti con le mani legate, fino alla sostenibilità – perché creare digitalmente significa meno sprechi e meno fallimenti epici nel mondo reale. Un mattoncino alla volta, l’IA sta costruendo un futuro solido, e forse un po’ inquietante, ma chi se ne frega se è virale!

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