Libro dell’orrore: pelle di assassino rilegata in un volume dimenticato!
Sconvolgente scoperta in un museo inglese: un libro fatto con la pelle di William Corder, l’omicida che fece impazzire l’Inghilterra nel 1800. Quasi 200 anni dopo, eccolo riemerso da uno scaffale polveroso. #LibriMacabri #StoriaSangue #GiustiziaBrutale
Immaginate di sfogliare un libro innocuo in un museo di provincia e scoprire che la copertina è fatta di pelle umana – quella di un assassino! È successo al Moyse’s Hall Museum di Bury St Edmunds, dove un volume dimenticato da decenni si è rivelato un reperto da brividi, legato al famigerato delitto del Red Barn. William Corder, impiccato nel 1828 per aver ammazzato la povera Maria Marten in un fienile, non ha trovato pace nemmeno da morto: la sua pelle è stata usata per rilegare “An Authentic and Faithful History of the Mysterious Murder of Maria Marten”, un libro che racconta proprio il suo crimine.
Ma non è solo un reperto creepy: migliaia di curiosi si accalcarono per l’impiccagione pubblica di Corder, e la sua pelle finì in questi volumi come una specie di punizione eterna, stile Bloody Code dell’epoca. Questa copia appena ritrovata ha inserti di pelle solo sul dorso e agli angoli, a differenza di un’altra già in mostra dal 1933. Il personale del museo è rimasto a bocca aperta: “Abbiamo delle voci chiamate perdite museali. Questa sarebbe una perdita ritrovata”, ha spiegato Dan Clarke, heritage officer del West Suffolk Council, alla BBC. E Abbie Smith, una assistente, ha confessato: “Se non ti dicessero che è pelle umana, non lo immagineresti nemmeno. È qualcosa di profondamente umiliante da avere in collezione.”
Certo, non tutti applaudono a questa roba macabra. Terry Deary, l’autore di Horrible Histories, la chiama "artefatti disgustosi" e vorrebbe bruciarli tutti. Lui, che ha recitato Corder in teatro, si sente ancora in colpa: “Ho fotografie di me mentre punto una pistola contro Maria Marten. È una vicenda particolarmente morbosa”, ha detto al Guardian. Deary sostiene che il processo fu una farsa con prove deboli e isteria di massa, e nel suo libro Actually, I’m a Corpse prova a riabilitare il tizio – roba da far girare la testa!
Per alcuni, però, questi libri sono più di un’attrazione da brividi: servono a smascherare le crudeltà della giustizia passata. “Non si tratta di spettacolarizzare il macabro, ma di affrontare la nostra storia con sincerità e consapevolezza.” In mostra c’è pure una gabbia da forca del ‘700, usata per esporre i cadaveri e terrorizzare la gente – roba che fa pensare: era davvero giustizia o solo vendetta sadica? Il caso di Corder e Maria Marten continua a infiammare dibattiti, con ballate, romanzi e persino un film della BBC.
E ora, con Harvard che rimuove pelle umana da un libro simile per "dilemmi etici", il museo inglese tiene duro. Dan Clarke conclude: “Ogni caso va valutato singolarmente. In questo, i libri restano. Rilegati nella pelle. Legati alla storia.” Davvero, chi decide se questi resti debbano marcire nei musei o tornare sottoterra? La storia è piena di contraddizioni, e questa ne è la prova vivente – o meglio, morta.