Scienziati dell’Università di Bristol hanno sviluppato pasti stampati in 3D, nutrienti e progettati per persone con disfagia, offrendo una soluzione innovativa per chi ha difficoltà di deglutizione.
Un team di scienziati dell’Università di Bristol ha annunciato un’importante innovazione con la creazione di pasti stampati in 3D, progettati specificamente per facilitare la masticazione e la deglutizione. Utilizzando una stampante 3D alimentare basata su estrusione, hanno sviluppato un’alternativa nutrizionale completa per coloro che soffrono di disfagia, una condizione che rende difficile la deglutizione.
Un’alimentazione più invitante
Starakos e il suo team hanno collaborato con nutrizionisti clinici per affrontare la sfida di conciliare gusti gradevoli e nutrienti, creando piatti vari e appetitosi. Gli ingredienti utilizzati, come piselli frullati, yogurt greco filtrato e brodo vegetale, contribuiscono a migliorare la qualità dei pasti. Stratakos ha sottolineato che con il cibo stampato in 3D il rischio di ostruzione delle vie aeree diminuisce notevolmente, e i pasti risultano più facili da gestire.
Innovazione nella preparazione dei pasti
Differenti rispetto a precedenti studi sull’alimentazione stampata in 3D, questo progetto si distingue per la varietà degli ingredienti utilizzati, creando piatti ad alto contenuto energetico. Il feedback ricevuto da pazienti e caregiver è stato entusiasta, con molti disposti a considerare l’acquisto di questi nuovi prodotti. La stampa degli alimenti avviene attraverso l’inserimento degli ingredienti in cartucce, permettendo la creazione di strutture tridimensionali nel giro di circa 20 minuti, rendendo i pasti anche visivamente accattivanti.
Il progetto è frutto di una collaborazione internazionale tra il Regno Unito, la Grecia e la Serbia, con la partecipazione di vari istituti universitari. Gli scienziati stanno cercando finanziamenti per l’inizio di una sperimentazione clinica, con l’intenzione di vedere queste stampanti alimentari implementate in case di cura e ospedali nel prossimo futuro.
Fonte: UWE Bristol