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Rovine millenarie ad Alessandria riportate in superficie, svelando segreti egiziani tenuti nascosti per troppo tempo

Scoperta Sensazionale: Le Rovine Sommerse di Canopo e Heracleion Risorgono ad Alessandria Come Fantasmi del Passato!
Oh, preparatevi, gente, perché le acque del Mediterraneo hanno sputato fuori un tesoro che fa impallidire Indiana Jones! Ad Alessandria d’Egitto, nella baia di Abu Qir, le antiche città portuali di Canopo e Heracleion – una volta fiorenti sotto i faraoni e i romani – stanno riemergendo dopo 2.000 anni di sonno sommerso, grazie a terremoti, tsunami e quel fastidioso innalzamento del livello del mare che ci ricorda quanto il pianeta sia un disastro ecologico. Archeologi e sommozzatori, con le loro tute da sub, stanno tirando su edifici, bacini, moli e statue che raccontano storie di ricchezza e decadenza, e non possiamo fare a meno di pensare: “Ehi, l’Egitto sta tirando fuori asso dopo asso, mentre il resto del mondo affoga nei suoi problemi!”

Tra i ritrovamenti che farebbero invidia a un museo, spicca una sfinge di quarzo con il cartiglio di Ramses II, simbolo di una cultura egizia che non morirà mai, insieme a statue tolemaiche in granito e ritratti romani in marmo. Queste sculture, anche se un po’ malconce, urlano maestria artistica e lusso estremo – pensate a un party antico che finisce sott’acqua per colpa della natura dispettosa.

Nel bel mezzo di tutto questo dramma subacqueo, le operazioni di recupero seguono regole rigide come quelle della Convenzione UNESCO del 2001 sul patrimonio sommerso. “Solo reperti con un valore storico documentato vengono portati in superficie”, come ha precisato il Ministro del Turismo e delle Antichità egiziano Sherif Fathi, mentre altri restano laggiù a marcire in pace, preservando il sito. Hanno già recuperato un molo da 125 metri, ancore in pietra e una nave mercantile, prove schiaccianti di un commercio che rendeva il Delta del Nilo un vero e proprio supermarket antico. Con gru e gadget high-tech, stanno salvando questi reperti senza rovinare il resto – perché, diciamocelo, l’Egitto sa come spremere soldi dal turismo senza troppe storie.

E non finisce qui: mentre Alessandria sprofonda di tre millimetri l’anno grazie ai cambiamenti climatici, questi ritrovamenti ci avvisano che la storia potrebbe annegare di nuovo. Gli archeologi e le autorità locali insistono sulla preservazione, ma fa un po’ ridere pensare che stiamo salvando il passato mentre il presente va a picco. Le acque del Mediterraneo, custodi di una memoria millenaria, ci ricordano quanto sia fragile tutto questo – e che forse dovremmo smettere di fingere che non sia colpa nostra. Che casino, eh?

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