Scienziati giapponesi creano una plastica che si dissolve in acqua di mare in sole 2-3 ore, mettendo in crisi l’industria dei rifiuti globali

Svelato il killer della plastica oceanica: Una super-plastica giapponese che si scioglie in mare come zucchero! Preparatevi, perché i geni del RIKEN Center e dell’Università di Tokyo hanno creato un materiale che fa a pezzi l’invasione plastica nei nostri oceani. Composto da esametafosfato di e guanidinio, questo prodigio si dissolve completamente in acqua salata in 2-3 ore, senza lasciare dietro schifezze tossiche o quei maledetti micropezzi che intasano il mare. #SalvaGliOceani

Ehi, gente, addio ai rifiuti plastici che affogano i pesci! Questo nuovo composto, sviluppato dai cervelloni di Tokyo, non è solo un’alternativa: è una rivoluzione che fa vergognare le plastiche "biodegradabili" attuali, quelle che promettono tanto ma consegnano solo più caos. In lab, hanno mostrato un frammento che sparisce in un’ora con un po’ di agitazione, senza residui – prendete appunti, Big Plastic!

Ma cos’è questo materiale miracoloso? Si basa su esametafosfato di sodio, quel additivo alimentare che tutti mangiamo, e monomeri con ioni di guanidinio, usati come fertilizzanti. Pubblicato su Science, crea una rete supramolecolare che si scompone in acqua, mantenendo la delle plastiche derivate dal petrolio. Takuzo Aida, il capo del progetto, ha sbattuto in faccia a Reuters: “I bambini non possono scegliere il pianeta su cui vivranno. È nostro dovere, come scienziati, garantire loro il miglior ambiente possibile”. Parola di scienziato, non di santone!

Rispetto alle solite plastiche verdi che ci rifilano, questa roba è un passo avanti: si decompone senza generare microplastiche, rilasciando azoto e fosforo che i batteri se mangiano volentieri. È atossica, non brucia e non sputa CO2 – e funziona anche sulla terraferma, dove un pezzo da cinque cm sparisce dopo 200 ore con un po’ di sale. Non male per qualcosa che sembra un foglio di !

Ora, immaginate: usatela per imballaggi monouso, e addio rifiuti! Il team sta perfezionando rivestimenti per renderla impermeabile quando serve, e già fa gola all’industria. In un mondo dove l’ONU prevede 37 milioni di tonnellate di plastica negli oceani entro il 2040, questa è una manata in faccia ai politicanti che chiacchierano senza agire. È termoplastica, riciclabile e stabile con rivestimenti come il parilene C – pronta a conquistare dalle buste della spesa ai pezzi 3D. Sì, il futuro è qui, e sta dissolvendo i nostri problemi!

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