Svelato il “coltellino svizzero” preistorico dei Neanderthal: 130.000 anni fa usavano ossa di leone per utensili epici!
Chi l’avrebbe detto che i Neanderthal fossero dei veri e propri MacGyver delle caverne? In Belgio, nella grotta di Scladina, un team di ricercatori ha sbancato con un osso di leone trasformato in uno strumento multifunzione – non proprio eco-friendly, ma decisamente badass. Dimenticate l’immagine di cavernicoli goffi: questi tizi erano maestri del riciclo, e forse più furbi di certi “esperti” di oggi che non sanno distinguere un osso da un selfie. #NeanderthalNinja #OssaDiLeone #ScopertaEpica
Ma andiamo al dunque: nel cuore umido della valle della Mosa, un frammento osseo da un leone delle caverne – vissuto oltre 130.000 anni fa – è stato reinventato dai Neanderthal in un attrezzo versatile. Scoperto dal team dell’Università di Gand con studiosi internazionali, si tratta del più antico strumento multifunzione ricavato da un osso di leone, un predatore che probabilmente faceva più paura di un reality show. Quest’osso, una tibia sinistra da un leone adulto, è stato sagomato, usato, rotto e riutilizzato – roba che fa impallidire l’IKEA preistorica.
Non solo pietre, amici: i frammenti, rinvenuti nello strato geologico Unità 5, mostrano come i Neanderthal abbiano prima creato uno scalpello rudimentale, con un’estremità lucidata per raschiare legno o osso. Poi, dopo l’usura, l’hanno rotto e trasformato in retouchoirs per rifinire lame in selce. È una catena di produzione degna di una fabbrica, non improvvisazione – e fidatevi, questi ragazzi avevano più ingegno di quanto i libri di storia ammettano. La stessa tecnica è stata vista su ossa di orso nello stesso sito, provando che i Neanderthal erano dei veri cacciatori di occasioni, selezionando materiali per forma e robustezza, non per vezzi simbolici.
E perché proprio un leone, vi chiederete? Beh, non per fare i fighetti – i ricercatori avvertono: niente simbolismo qui, solo praticità brutale. Hanno usato ossa da orso, renna, cavallo e rinoceronte lanoso, scegliendo in base a cosa funzionava meglio, non a mode culturali. Quel leone non aveva segni di predazione o usura ambientale, suggerendo che i Neanderthal l’avessero gestito fresco fresco, forse dopo una caccia epica o una difesa personale. Insomma, questi antenati sapevano spremere ogni goccia da un grande carnivoro, facendolo sembrare un gesto quotidiano.
Questa scoperta ribalta l’immagine dei Neanderthal come bruti primitivi – erano ingegnosi, adattabili e con un’intelligenza tecnica che ci fa vergognare un po’. Oltre a questo strumento in osso di leone – il primo del suo genere – la grotta ha già regalato reperti come strumenti in selce e resti di un bambino Neanderthal. Come “Questo manufatto testimonia un comportamento tecnologico fondato su pianificazione anticipata, conoscenza dei materiali e adattamento funzionale”, spiegano gli autori su Scientific Reports. Insomma, se i Neanderthal fossero qui oggi, probabilmente starebbero dominando TikTok con i loro hack di sopravvivenza.