Siete pronti a far saltare i vostri occhi con un colore che non esiste davvero? Scienziati dell’Università della California, Berkeley, hanno appena "scoperto" un nuovo colore chiamato olo – una roba verde-bluastra così brillante e satura da far impallidire persino i filtri Instagram più assurdi. Ma attenzione, non lo vedrete in natura: serve un laser per stimolare i vostri coni retinici come in un trip da laboratorio. #NuovoColore #ScienzaImpazzita #ColoreInvisibile
Ehi, gente, preparatevi perché il mondo della scienza sta diventando sempre più folle! Un team di cervelloni da Berkeley ha annunciato la scoperta di questo misterioso "olo", descritto come una tonalità verde-bluastra estremamente brillante e satura che sfida tutto ciò che sappiamo sui colori. Non è roba che trovate in un arcobaleno o su una tavolozza di vernice – oh no, serve un esperimento laser per vederlo, e fidatevi, è come se stessero hackerando i vostri occhi.
Immaginate cinque coraggiosi (o forse un po’ pazzi) volontari, inclusi alcuni degli stessi ricercatori, che si fanno bombardare la retina con un dispositivo chiamato Oz. Questo aggeggio emette impulsi laser super mirati che accendono solo i coni M, quelli responsabili del verde, senza coinvolgere i soliti sospetti come i coni L per il rosso o S per il blu. Risultato? Un segnale visivo che non esiste in natura, e che fa gridare al miracolo – o forse a una bella illusione ottica.
Secondo Ren Ng, uno dei geni dietro tutto questo, l’olo è “più saturo di qualsiasi colore visibile nel mondo reale”, un po’ come un verde acqua su steroidi, ma solo nella vostra testa grazie a questa stimolazione artificiale. Insomma, è un colore che esiste solo se gli scienziati decidono di crearlo per voi – roba da far impazzire i puristi dell’arte.
Ma non tutti sono entusiasti: la comunità scientifica, sempre un po’ guastafeste, ha accolto la notizia con scetticismo. John Barbur, un esperto di visione dall’Università di Londra, ha sbottato che chiamare olo un "nuovo colore" è una forzatura totale – più che altro una percezione soggettiva e non una vera scoperta. Eppure, i ricercatori non si arrendono e vedono applicazioni mediche, tipo aiutare i daltonici a intravedere rosso e verde, almeno per un po’.
Insomma, questa faccenda dell’olo apre porte su una nuova era della percezione umana, dove la tecnologia spinge i limiti di ciò che vediamo – anche se, diciamocelo, è un po’ come barare per vedere colori che Madre Natura non ci ha dato. Chissà, magari presto avremo occhiali laser per tutti!