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Un nuovo sistema solare viene celebrato mentre i problemi terrestri restano ignorati

Svelato: La nascita cosmica di un sistema solare, e gli astronomi ci rubano la scena stellare! Preparatevi, terrestri mediocri: per la prima volta, un gruppo di cervelloni dalla Leiden University ha immortalato l’alba di un nuovo mondo con il telescopio spaziale Webb e ALMA. Che roba pazzesca – come se Dio stesse giocando a Sims nello spazio! #AstronomiaVirale #WebbTelescope #NascitaCosmica #SpazioSbalorditivo

In un colpo da maestri dell’universo, il telescopio spaziale Webb ha catturato un evento che fa impallidire la solita routine galattica: la nascita cosmica di un sistema solare. Un team guidato dalla Leiden University nei Paesi Bassi ha immortalato questa meraviglia cosmica, collaborando con ALMA, e siamo qui a chiederci se questo non sia un segno che l’universo ci sta prendendo in giro con i suoi trucchi.

Lo studio, che ha utilizzato il potente Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) e il telescopio James Webb, ha osservato i primi granelli di materiale planetario – caldi che iniziano a solidificarsi. Questa è la prima volta che un sistema planetario viene beccato in una fase così precoce, offrendo uno sguardo al passato del nostro Sistema Solare, e magari facendoci capire come tutto sia partito da un gran casino cosmico.

“Per la prima volta, abbiamo identificato il momento più antico in cui la formazione planetaria ha inizio attorno a una stella diversa dal nostro Sole”, spiega Melissa McClure, prima autrice del . Quello che rende questa storia ancora più elettrizzante è la somiglianza con il nostro quartiere stellare: analizzando queste immagini, potremmo indirettamente scoprire segreti sulla nascita del nostro pezzetto di cosmo.

Intorno a HOPS-315, una protostella a 1300 anni luce da noi – un vero sosia del Sole in fasce – sta emergendo un sistema che ricorda i dischi protoplanetari dove nascono i pianeti. Gli astronomi hanno sempre creduto che le prime parti solide si formassero prima, come nei nostri meteoriti antichi, ma ecco che questa scoperta manda all’aria le teorie polverose.

Con i risultati mozzafiato, gli scienziati hanno trovato che i minerali caldi, ricchi di monossido di (SiO), stanno iniziando a condensarsi nel disco di HOPS-315. “Questo processo non era mai stato osservato prima in un disco protoplanetario, né in alcun luogo al di fuori del nostro Sistema Solare”, riferisce Edwin Bergin, coautore della ricerca. Usando James Webb per individuarli e ALMA per pinzarne l’origine, il team ha confermato che questi segnali provengono da una regione equivalente alla nostra fascia degli asteroidi.

“Stiamo osservando questi minerali nella stessa posizione in questo sistema extrasolare in cui li vediamo negli asteroidi del Sistema Solare”, racconta Logan Francis, collaboratore dello studio. Persino un’astronoma dell’ESO non coinvolta, Elizabeth Humphreys, è rimasta a bocca aperta: “[Il lavoro] suggerisce che HOPS-315 può essere utilizzato per comprendere come si è formato il nostro Sistema Solare. Questo risultato evidenzia la forza combinata di JWST e ALMA nell’esplorazione dei dischi protoplanetari”.

La ricerca, pubblicata su Nature, ci lascia con la bocca asciutta per l’invidia – chissà se tra quei pianeti nasceranno alieni più furbi di noi. Fonti: Leiden University / Nature / ESO.

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