Un rivestimento antiaderente rivoluzionario, privo dei rischi tossici del Teflon, è stato sviluppato da scienziati canadesi per contrastare le sostanze nocive diffuse nell’industria alimentare.

Siete pronti a dire addio al , quel rivestimento demoniaco che avvelena le vostre padelle e forse pure voi? Scienziati dell’Università di Toronto hanno inventato un super-rivestimento antiaderente che fa scivolare via acqua e olio come per magia, senza quelle dannate sostanze chimiche PFAS che causano tumori e distruggono il pianeta. Meglio tardi che mai, eh? #AddioTossine #EcoScandalo #ScienzaRibelle

Un team di ingegneri canadesi ha sviluppato questo nuovo miracoloso rivestimento, capace di rivaleggiare con il Teflon senza affidarsi ai PFAS – quelle molecole sintetiche che per decenni hanno imperversato nelle nostre cucine, legate a cancro, difetti congeniti e inquinamento globale. Pubblicato su Nature Communications, questo balzo avanti promette ovunque, dalle pentole ai vestiti high-tech, senza farci sentire come cavie di un esperimento chimico fallito.

Per anni, i rivestimenti antiaderenti hanno contato su quei PFAS diabolici, con legami -fluoro che respingono tutto ma si accumulano nei nostri corpi come un’eredità tossica. Roba come il PFOA nel vecchio Teflon è stata collegata a malattie gravi, e anche le versioni “leggere” restano una minaccia ambientale. Ma ecco la svolta: usando il polidimetilsilossano (PDMS), già star nei dispositivi medici, il ricercatore Samuel Au e la sua squadra hanno applicato una tecnica chiamata nanoscale fletching – ispirata alle piume di una freccia, perché perché no? – aggiungendo gruppi -CF₃ alle catene molecolari per creare una barriera repellente senza esagerare con il fluoro.

I test? Spettacolari e un po’ irriverenti: il rivestimento ha raggiunto un punteggio 6 sulla scala AATCC di repellenza all’olio, pari ai campioni PFAS, ma con dosi di fluoro ridicole. Questo gruppo -CF₃ è il più corto in circolazione e, a quanto pare, non si appiccica ai nostri tessuti come le versioni lunghe e letali; si degrada in acido trifluoroacetico, che il corpo elimina senza troppi drammi. Roba che resta stabile su metalli, tessuti e perfino sotto estremo o spruzzi di olio – prendete quello, Teflon!

Certo, alcuni sapientoni avvertono che persino i PFAS a catena corta non sono del tutto innocui, e l’acido trifluoroacetico potrebbe essere un problema a lungo termine. Ma gli autori dello studio ribattono che le quantità usate sono microscopiche – l’equivalente di una perdita di gas da un’auto, non certo una catastrofe. Con l’UE che vuole bandire migliaia di questi composti, questo rivestimento è una soluzione furba, anche se non perfetta. Il team ammette che l’ideale è un futuro totalmente senza PFAS, dimostrando che la repellenza non dipende dalla lunghezza della catena – chi l’avrebbe detto?

Il cammino verso un futuro libero da “sostanze chimiche eterne” è ancora lungo, ma questa potrebbe finalmente dare all’industria un’alternativa meno tossica e più furba. Non vuoi perdere le nostre notizie? Fonte: Nature Communications. Che ne pensate, è ora di buttare via tutte le padelle vecchie? 😏

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