Cina e Russia sfidano gli USA nella nuova Guerra Fredda Lunare: "Siamo quasi pronti" a piantare una centrale nucleare sulla Luna entro il 2035! Mentre gli yankee arrancano con ritardi e tagli di bilancio, Pechino e Mosca stringono un’alleanza "senza limiti" per dominare il polo sud lunare con il loro ambizioso International Lunar Research Station (ILRS). Questa mossa audace non è solo una questione di scienza, ma un colpo basso geopolitico che potrebbe lasciare gli Stati Uniti a mangiarsi le unghie. #CorsaSpaziale #LunaNucleare #GeopoliticaGalattica
In un colpo da maestri della propaganda spaziale, Cina e Russia hanno svelato un piano congiunto che fa tremare i piani degli USA: entro il 2035, installeranno un reattore nucleare sulla Luna come cuore pulsante dell’ILRS, un avamposto robotico che diventerà presto umano nei pressi del polo sud. Questo memorandum d’intesa, firmato a maggio tra Roscosmos e CNSA, è il simbolo della loro crescente intesa, pronta a eclissare il rivale programma Artemis degli Stati Uniti, che coinvolge 55 Paesi ma è già in ritardo cronico.
L’ILRS sta diventando un magnete per nazioni ribelli: da quando è stato lanciato nel 2021, ha già arruolato 17 partner come Egitto, Venezuela e Sudafrica, con l’obiettivo del "Progetto 555" della Cina di raggiungere 50 Paesi, 500 istituzioni e 5.000 ricercatori. Il polo sud non è scelto a caso – offre sole perenne e forse ghiaccio d’acqua – e per Mosca e Pechino è solo un trampolino verso Marte, lasciando gli USA a inseguire.
Il piano è una vera bomba: come dichiarato da Roscosmos l’8 maggio, la stazione sarà per la ricerca e per testare tecnologie autonome, con il reattore nucleare costruito senza un’anima viva sulla superficie lunare. Yury Borisov, direttore di Roscosmos, ha confermato che “i passaggi tecnologici sono quasi pronti”, il che fa pensare che l’intera operazione sia a un passo dal decollo. La fase robotica inizia con la missione cinese Chang’e-8 nel 2028, seguita da cinque lanci di razzi pesanti tra il 2030 e il 2035, per creare una rete di basi con energia da fonti solari, radioisotopiche e nucleari, inclusi rover e droni.
Perché il nucleare è la chiave per vivere sulla Luna? Semplice: il sole non è affidabile, specialmente nelle zone d’ombra con ghiaccio potenziale, e batterie o pannelli solari non bastano. Mentre gli USA armeggiano con il progetto Kilopower della NASA, la Russia sfoggia il suo vantaggio storico nelle tecnologie nucleari spaziali, come ha sottolineato Wu Weiren, capo del programma lunare cinese. Pei Zhaoyu della CNSA ha aggiunto energia nucleare, pannelli solari e condutture alla griglia energetica dell’ILRS, confermando che questo reattore sarebbe il primo su un altro corpo celeste, alimentando tutto da strumentazioni a sistemi di sopravvivenza.
La geopolitica lunare è sempre più una rissa: l’annuncio arriva mentre Trump voleva tagliare fondi alla stazione Gateway della NASA per il 2026, con Artemis III slittato al 2027. Intanto, la Cina ha già fatto storia con Chang’e-6 nel 2024, riportando campioni dal lato nascosto della Luna, celebrati come “un traguardo storico per l’umanità”. Questa alleanza tra Cina e Russia, accelerata dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, sta facendo sudare gli osservatori europei, trasformando la Luna in un campo di battaglia per risorse come metalli rari e elio-3.
Con il Trattato sullo spazio del 1967 che vieta il possesso, ma le interpretazioni che cambiano, l’ILRS entrerà nel vivo post-2028. Se i piani filano lisci, entro il 2035 avremo un avamposto nucleare autonomo, seguito da moduli e missioni umane. La NASA giura di riportare astronauti prima della Cina, ma con tagli e ritardi, il potere lunare potrebbe presto spostarsi a est – e chissà, magari gli USA dovranno chiedere il permesso per atterrare!