L’ESA ha recentemente condiviso un’affascinante immagine di Marte, in cui una formazione geologica assume la forma di un curioso “sorriso”. Queste strutture, costituite da depositi salini, non solo rappresentano un’interessante curiosità, ma potrebbero anche custodire indizi di vita risalenti a miliardi di anni fa.
Geologia marziana e possibili tracce di vita
L’Agenzia Spaziale Europea ha svelato una scoperta che ha colpito anche i più scettici. Attraverso il satellite ExoMars Trace Gas Orbiter, è stata immortalata una particolare formazione sulla superficie del Pianeta Rosso. Questo disegno, che evoca un volto sorridente, è realizzato da depositi di cloruro di sodio che si sono accumulati nel tempo.
Ma c’è dell’altro oltre l’aspetto straordinario di questa “faccina marziana”. Infatti, i depositi di sale si presentano in forme purpuree attorno ai crateri e rappresentano indicazioni cruciali per la ricerca di vita passata. L’ESA ipotizza che, nei periodi in cui l’acqua scorreva sul pianeta, esistessero aree che potevano supportare la vita.
Un obiettivo per future esplorazioni
Un’analisi recente ha mappato circa 1.000 di queste formazioni saline, rendendole un bersaglio primario per le esplorazioni future. Valentin Bickel, scienziato planetario dell’ESA, ha sottolineato come la presenza di depositi salini possa rappresentare l’ultimo segno tangibile dell’acqua sulla superficie di Marte.
Grazie alla solubilità dei sali, è possibile risalire alle condizioni climatiche passate del pianeta, suggerendo che Marte, in un’epoca lontana, potrebbe aver ospitato forme di vita. In considerazione di questo, le aree salmastre potrebbero rivelarsi preziose per la conservazione di indizi biologici, motivo per cui sono indicate come meta ideale per le prossime missioni spaziali.
Questa scoperta non è semplicemente frutto di un’osservazione casuale, ma piuttosto un indizio di quanti misteri Marte continui a rivelare, aprendo la strada a nuove ipotesi sulla vita passata del pianeta. Mentre gli scienziati rimangono con un cauto ottimismo, come afferma l’ESA, “a volte, anche Marte sembra sorriderci”.
Fonte: ESA
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