Un prototipo innovativo creato dalla University of Washington è capace di generare energia grazie al calore corporeo, rendendo possibile l’alimentazione di piccoli dispositivi elettronici.
Gli appassionati di fitness ed elettrodomestici indossabili conoscono bene il fastidio di dover ricaricare continuamente i propri dispositivi. La frustrazione associata all’improvvisa mancanza di batteria può compromettere l’esperienza di monitoraggio. Eppure, un’innovazione potrebbe presto cambiare le regole del gioco. Immaginate un futuro in cui gli oggetti indossabili si ricaricano automaticamente grazie al calore che il nostro corpo emette.
Il prototipo della University of Washington
Un team di esperti dell’Università di Washington ha realizzato un prototipo che promette di rivoluzionare il settore. Questo dispositivo flessibile e resistente riesce a convertire il calore corporeo in energia elettrica, capace di alimentare diversi apparecchi come sensori e LED. Sorprendentemente, continua a funzionare anche dopo essere stato danneggiato o sottoposto a tensione estrema, come nel caso di allungamento fino a 2.000 volte.
Il professor Mohammad Malakooti, che guida il progetto, esprime la sua visione: “Ho sempre immaginato un futuro in cui potessimo usare il nostro stesso calore per alimentare i dispositivi elettronici. Finalmente, quel futuro è qui.” Basta semplicemente posizionare il dispositivo sulla pelle affinché l’energia cominci a fluire verso il gadget, rendendo questa tecnologia simile a una sorta di magia hi-tech. Ciò che rende speciale questo prototipo è la sua flessibilità, che lo distingue dai tradizionali dispositivi termoelettrici rigidi e fragili.
Applicazioni oltre l’indossabile
Le potenzialità di questo dispositivo non si limitano solamente ai fitness tracker. Secondo Malakooti, la tecnologia potrebbe essere sfruttata in una varietà di contesti. Un’applicazione interessante riguarda i data center, noti per il loro alto consumo energetico. Immaginate di applicare questi dispositivi sui server, in grado di trasformare il calore in elettricità, contribuendo così a un monitoraggio autonomo di temperatura e umidità e, nel contempo, riducendo il consumo energetico.
Inoltre, questo dispositivo ha anche la capacità di funzionare all’inverso: può riscaldare o raffreddare superfici tramite l’uso di elettricità. Qui si apre un mondo di possibilità future, come l’idea di una tuta virtuale in grado di inviare sensazioni di caldo o freddo durante un’esperienza di realtà virtuale. Uno scenario di questo tipo potrebbe sembrare lontano, ma rappresenta un interessante spunto di riflessione sulle innovazioni tecnologiche del domani.
Fonte: University of Washington