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Il primo ufficio postale subacqueo a Vanuatu spedisce cartoline impermeabili

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Credit: Post

Nel panorama degli uffici postali, quello di Vanuatu si distingue per la sua peculiarità: si tratta del ufficio al mondo, inaugurato il 30 giugno 2003. Situato sul fondale dell’Hideaway Island, una delle 83 isole dell’arcipelago, questo ufficio ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati al riscaldamento globale e alla crisi climatica.

L’ufficio postale è posizionato a circa 50 metri dalla costa, a una profondità di 3 metri. Rimane aperto per un’ora al giorno e viene segnalato da una bandierina in superficie, rendendolo accessibile agli amanti dello snorkeling e delle immersioni, ai quali viene offerta la possibilità di inviare cartoline .

Immagine Credit: Vanuatu Post

Per quanto riguarda la timbratura delle cartoline, è stato sviluppato uno speciale strumento in metallo che consente di effettuare una timbratura in rilievo, soluzione pensata per ovviare ai problemi che l’inchiostro potrebbe presentare sott’acqua. Sull’isola sono visibili gli orari di apertura, durante i quali è possibile ricevere assistenza da parte del personale presente. In assenza di personale, è stata prevista una casella per l’invio autonomo delle cartoline. Vira Timbaci, direttrice dell’ufficio, ha commentato:

“Ogni settimana vengono imbucate centinaia di cartoline nell’ufficio postale subacqueo […] Il loro numero sale quando le navi da crociera arrivano in porto.”

Attualmente, Vanuatu non è l’unico Paese a vantare un ufficio postale subacqueo; nel corso degli anni, iniziative simili sono state realizzate anche in Giappone, Norvegia e Malesia.

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Un enorme serbatoio d’acqua nello spazio è scoperto dagli astronomi: 140 trilioni di volte più grande degli oceani della Terra.

Gli hanno individuato un immenso serbatoio d’acqua attorno al quasar APM 08279+5255, a 12 miliardi di anni luce da noi: la scoperta aiuta a comprendere meglio l’evoluzione dei buchi neri supermassicci nelle fasi primordiali dell’universo.

©JPL – NASA

Nel cuore di un remoto angolo dell’universo, astronimi hanno scoperto il più grande serbatoio d’acqua mai osservato nello . Questa quantità di acqua, pari a 100 trilioni di quella contenuta in tutti gli della Terra, si trova a circa 12 miliardi di anni luce da noi, avvolgendo un quasar noto come APM 08279+5255.

Il quasar APM 08279+5255 ospita al suo centro un buco nero supermassiccio con una massa pari a 20 miliardi di volte quella del Sole, rendendolo uno degli oggetti più potenti dell’universo conosciuto. Questo quasar emette un’energia straordinaria, equivalente a quella prodotta da 1 trilione di soli, alimentando la vasta nube di gas e polveri che lo circonda.

Particolarmente sorprendente è la quantità di vapore acqueo presente attorno al quasar. La Via Lattea, per esempio, contiene 4.000 volte meno acqua gassosa, per la maggior parte in forma ghiacciata. La presenza di questa colossale riserva suggerisce che il gas attorno al quasar venga riscaldato a temperature estreme, emettendo raggi X e radiazioni infrarosse. Questo fenomeno genera gas incredibilmente densi e caldi, creando condizioni uniche rispetto alle galassie più vicine a noi.

L’acqua nei quasar: una chiave per comprendere l’evoluzione dei buchi neri

La scoperta del vapore acqueo attorno a questo quasar non è solo una curiosità astronomica, ma un indicatore fondamentale per comprendere l’ambiente primordiale dei quasar e il modo in cui i buchi neri supermassicci si sviluppano. Sebbene l’acqua sia considerata una molecola minore in astronomia, il suo studio consente di determinare importanti proprietà termodinamiche come temperatura e pressione del gas circostante.

Nel caso di APM 08279+5255, il gas attorno al quasar ha una temperatura di circa -63 gradi Fahrenheit, che, sebbene possa sembrare bassa, è in realtà considerevolmente più calda e densa rispetto a ciò che si osserva nella Via Lattea. Questo quasar si trova a un redshift di z=3.9, risalente a un’epoca in cui l’universo aveva solo 1,6 miliardi di anni. Lo studio di questa regione ricca di acqua fornisce agli scienziati utili informazioni sull’evoluzione dei buchi neri nelle fasi più antiche del cosmo.

I ricercatori stimano che il buco nero centrale del quasar potrebbe incrementare la sua massa fino a sei volte l’attuale, grazie alla disponibilità di gas. Tuttavia, non è ancora chiaro se tutto questo materiale verrà assorbito dal buco nero o se parte di esso darà origine a nuove stelle o verrà espulso dalla galassia ospite.

Questa scoperta è stata realizzata grazie all’uso di strumenti all’avanguardia nel campo della radioastronomia millimetrica e submillimetrica. Il rilevamento del vapore acqueo nel quasar APM 08279+5255 è stato effettuato tramite lo Z-Spec spectrograph al Caltech Submillimeter Observatory nelle Hawaii. Le osservazioni successive condotte con il Plateau de Bure Interferometer e il CARMA (Combined Array for Research in Millimeter-wave Astronomy) hanno confermato non solo la presenza dell’acqua, ma anche la sua enorme quantità.

L’impiego di queste tecnologie avanzate ha permesso l’esplorazione dell’universo primordiale con una precisione senza precedenti. Strumenti futuri, come il CCAT Telescope, potrebbero ulteriormente potenziare la comprensione della formazione delle galassie e dell’espansione cosmica, offrendo importanti indizi su come si è sviluppato l’universo nei suoi primi miliardi di anni.

Una scoperta che cambia la comprensione dell’universo primordiale

L’identificazione del più grande e lontano serbatoio d’acqua mai scoperto rappresenta un’importante pietra miliare nell’astronomia moderna. Il quasar APM 08279+5255, con la sua vasta nube di vapore acqueo alimentata da un buco nero supermassiccio, evidenzia la ricchezza e la dinamicità dell’universo primordiale.

Le recenti innovazioni tecnologiche avvicinano gli scienziati a rispondere a domande fondamentali riguardanti l’origine del cosmo e l’evoluzione dei buchi neri. La continua esplorazione dello spazio è destinata a rivelare ulteriori segreti nascosti nelle profondità dell’universo.

Fonte: NASA

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Come si va oltre le 3 dimensioni

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Il contesto tridimensionale nel quale viviamo è una realtà innegabile, caratterizzata da lunghezza, larghezza e spessore. Spesso si fa riferimento al come alla quarta dimensione, ma esploreremo la possibilità di superiori e il loro impatto nei videogiochi e nella matematica. Questa aiuterà a comprendere come gli oggetti possano essere descritti con variabili che vanno il semplice .

Le dimensioni della vita quotidiana

La nostra esistenza si sviluppa in uno spazio tridimensionale. Per comprendere questa idea, consideriamo una dimensione singola: immaginando di muoverci su una strada lineare, potremmo avanzare in una sola direzione, creando così uno spazio monodimensionale. In tale scenario, una singola coordinata spaziale è sufficiente per localizzare un luogo specifico, come un punto per indicare un pericolo lungo il tragitto.

Passando a uno spazio bidimensionale, come nel gioco degli scacchi, la posizione di un pezzo richiede due coordinate: un numero e una lettera. La scacchiera rappresenta questa dimensione, dove ogni pezzo si muove in due direzioni, orizzontale e verticale, creando uno spazio definito da due numeri.

Il passaggio alla terza dimensione

Nello spazio tridimensionale, la posizione di un oggetto è indicata da tre numeri, che rappresentano la lunghezza, la larghezza e l’altezza. Ad esempio, si può descrivere la posizione di un bicchiere su un tavolo attraverso la terna (120; 80; 90), dove ogni numero corrisponde a un’asse di riferimento. Questa metodologia è fondamentale nella descrizione spaziale degli oggetti.

Espansione oltre la terza dimensione

Consideriamo ora di aggiungere un ulteriore numero per descrivere la quantità di liquido contenuta nel bicchiere, creando così una lista di quattro elementi: (120; 80; 90; 20). In tal modo si estende il concetto di dimensione per includere non solo la posizione, ma anche un ulteriore attributo rilevante.

In un contesto dinamico, il tempo diventa un fattore significativo nelle variabili. Ad esempio, se monitoriamo la temperatura dell’acqua in un bicchiere nel tempo, possiamo considerare oscillazioni nei parametri che stiamo osservando. Ciò porta a considerare ulteriori dimensioni, poiché ogni variazione può essere vista come una nuova dimensione da esplorare.

In definitiva, i videogiochi offrono un’applicazione pratica della teoria delle dimensioni multiple, in quanto i personaggi e le loro interazioni sono descritti da diverse variabili che si sommano a più dimensioni. Questi elementi creano un ambiente di gioco complesso, dove le capacità e le azioni sono influenzate da numerosi fattori quantitativi e qualitativi.

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Spesa dell’Italia per la difesa militare: costo in sicurezza, tecnologia e missioni

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Il bilancio italiano per la difesa per il 2025 è fissato a 31,295 miliardi di euro, pari a circa l’,5% del prodotto interno lordo, con un incremento di oltre 2 miliardi di euro rispetto al 2024 e del 60% rispetto a dieci anni fa. Questi fondi sono destinati a finanziare missioni militari all’estero, programmi di difesa sul territorio nazionale, la manutenzione delle infrastrutture logistiche e tecnologiche, la remunerazione e le pensioni del personale , nonché l’acquisto di armamenti e il finanziamento di programmi di ricerca e sviluppo.

Spese per la difesa negli ultimi anni

Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha speso tra i 25 e i 30 miliardi di euro all’anno per la difesa. L’aumento della per il 2025 segna un record storico, ma è importante considerare come vengano distribuiti i fondi tra le varie attività e programmi. Nel bilancio per la difesa sono inclusi non solo i fondi per le missioni militari all’estero, ma anche vari programmi di sul territorio nazionale, come “Strade sicure” e “Stazioni sicure”, finanziati con circa 240 milioni di euro all’anno fino al 2027. Inoltre, nel 2024 è previsto un finanziamento di circa 7,7 milioni di euro per il NATO Innovation Fund, attivo in 24 Paesi dell’Alleanza Atlantica e dedicato a sostenere startup nel campo della difesa.

Destinazione dei fondi per la difesa

I fondi destinati alla difesa sono impiegati in vari ambiti, tra cui:

  • Operazioni militari nazionali e missioni internazionali, tra cui quelle coordinate da NATO, Nazioni Unite e Unione Europea, comprese le operazioni di peacekeeping e umanitarie.
  • Acquisto di armamenti e sviluppo di nuove tecnologie, comprendendo aerei da combattimento e attrezzature per la sicurezza e le comunicazioni.
  • Programmi di ricerca e sviluppo mirati a potenziare le capacità di difesa.

È anche fondamentale considerare le spese per le retribuzioni e le pensioni del personale militare, che rappresentano circa il 50% della spesa della difesa, insieme ai fondi per la formazione e l’addestramento delle forze armate.

Ripartizione dei fondi

La ripartizione dei fondi per la spesa militare varia annualmente, ma nel bilancio 2025, i costi diretti per il personale delle Forze Armate si rivelano significativi. Si stima che circa 6 miliardi di euro siano allocati per l’Esercito, 2,8 miliardi per l’Aeronautica e 2,3 miliardi per la Marina Militare. Le spese per le missioni militari all’estero ammontano a circa 1,21 miliardi, mentre i costi relativi al sistema pensionistico raggiungono 4,5 miliardi. Inoltre, la previsione di spesa per nuovi armamenti nel 2025 si avvicina ai 13 miliardi di euro. Attualmente, la spesa militare italiana si attesta intorno all’1,5% del PIL, rimanendo inferiore alla europea, che si aggira attorno al 2%. A seguito delle crescenti tensioni geopolitiche globali, i membri della NATO hanno concordato di mirare al 2% del PIL per le spese difensive, con proposte per aumentare tale soglia anche al 5%.

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Quando gli acquisti compulsivi sono influenzati dall’ansia per il futuro

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Il doom spending, tradotto come “spesa da catastrofe imminente”, è un fenomeno psicologico e comportamentale che coinvolge in risposta allo e all’incertezza sul . Questa dinamica si configura come una forma di consolazione temporanea che permette di allontanare le ansie legate a un contesto percepito come critico. Sebbene simile allo shopping compulsivo legato a stati d’animo negativi, il doom spending affonda le radici in uno scenario di pessimismo collettivo diffuso.

Cosa è il doom spending

Il termine ha guadagnato attenzione attraverso i social media, trovando riscontro in un sondaggio di Credit Karma, un’azienda americana specializzata in analisi dei dati di credito. La combinazione delle parole doom (“rovina”, “catastrofe”) e spending identifica l’abitudine di effettuare spese impulsive quando ci si sente sopraffatti da notizie negative e crisi globali, come quella provocata dalla pandemia da COVID-19. Gli acquisti possono fungere da meccanismo di coping, offrendo una temporanea evasione dalle emozioni negative. In questo contesto, l’incertezza per il futuro porta a spese, sia online che nei negozi fisici.

Le fasce demografiche più colpite da questo fenomeno sono i Millennial (43%) e la Generazione Z (35%), che affrontano un presente in cui le prospettive future appaiono nebulose. Per molti di loro, il doom spending rappresenta una forma di consolazione, dando l’illusione di controllo su un benessere fisico e mentale. La psicologa Kristina Durante, in un’intervista a The Cut, sostiene: Avere un cervello umano nel mondo di oggi significa essere cronicamente stressati. La maggior parte dei problemi che vediamo ogni giorno sono cose per cui non possiamo fare molto. Al contrario, acquistare cose è un’azione che puoi completare e che risolve immediatamente un problema percepito.

all’ansia generalizzata, si sommano preoccupazioni personali, alimentando l’idea che risparmiare in un futuro incerto possa non avere senso. Di conseguenza, si verifica un’esigenza di “trattarsi bene”, anche sapendo che spese come pranzi con comfort food possono non giovare al bilancio. Ciò si traduce in acquisti di beni di consumo, da capi di abbigliamento a dispositivi tecnologici, spesso a prezzi contenuti ma che, se sommati, possono dare origine a spese significative.

Il lato negativo del doom spending

Il doom spending può degenerare in una dipendenza dallo shopping, sottraendo tempo ed energie ad altre attività. Questo comportamento genera anche ripercussioni negative sulle finanze personali. Le generazioni più anziane potrebbero interpretare il fenomeno come una mancanza di disciplina da parte dei giovani. Tuttavia, una content creator ha evidenziato come la percezione degli obiettivi tradizionali, come la proprietà della casa, sia ormai lontana, costringendo i giovani a trovare lievi soddisfazioni con gli acquisti.

Come evitare le spese compulsive

Per chi desidera interrompere il ciclo del doom spending, esistono strategie efficaci. Prima di tutto, è consigliabile rivedere le abitudini sui social media, disiscriversi dalle newsletter promozionali e limitare le interazioni con contenuti di acquisto. Un’altra pratica utile è aspettare almeno 24 ore prima di completare un acquisto, per riflettere se davvero ci sia bisogno dell’oggetto desiderato. Inoltre, per le spese nei negozi, utilizzare il contante può aiutare a prendere coscienza degli importi spesi.

Se si è già inclini al doom spending, eliminare drasticamente tali spese potrebbe non essere efficace. È possibile stabilire un budget mensile da rispettare e ridurre gradualmente le spese superflue. Infine, è importante tenere a mente che oltre a privilegiarsi con beni materiali, esistono molteplici attività gratificanti che non richiedono un esborso economico e possono contribuire a momenti di felicità.

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Cinque attività sul pH di acidi poco forti.

In questo articolo, esploreremo cinque riguardanti il di acidi deboli. Il termine pH, introdotto nel 1909 dal chimico danese Søren Peter Lauritz Sørensen, rappresenta un modo per definire l’acidità o la basicità delle chimiche.

Formule fondamentali per il calcolo del pH

Per risolvere i problemi relativi al pH di acidi deboli, è fondamentale avere a disposizione alcune formule chiave:

  • pH = – log [H+]
  • [H+] = 10-pH
  • pOH = – log [OH–]
  • pH + pOH = 14

Comprendere la dissociazione di un acido debole, come un generico acido HA, è essenziale:
HA ⇄ H+ + A–

Esempi di esercizi sul pH di acidi deboli

La costante di dissociazione, Ka, è definita dall’equazione:
Ka = [H+][A–]/[HA]

Per calcolare il pH di un acido debole, occorre conoscere sia il valore di Ka che la concentrazione iniziale dell’acido stesso. In equilibrio, con C che rappresenta la concentrazione iniziale dell’acido debole, si stabilisce che:
[H+] = [A–] = x e [HA] = C – x.

Dopo aver sostituito questi valori nell’equazione \[ Ka = \frac{(x)(x)}{C-x} \], è possibile semplificare l’equazione in caso di valori molto piccoli di Ka. A questo punto si può ottenere:
Ka = \frac{x^2}{C} da cui x = [H+] = ± √(Ka · C).

Negli esercizi pratici, potrebbe essere richiesto di determinare il valore di Ka, conoscendo il pH e la concentrazione iniziale di un acido, o viceversa.

Per iniziare, ecco un esercizio pratico: calcolare il pH di una soluzione 0.90 M di HNO2, avendo Ka = 4.5 · 10-4.

La dissociazione dell’acido nitroso si presenta come HNO2 ⇄ H+ + NO2–. In equilibrio, avremo:
[HNO2] = 0.90 – x; [H+] = [NO2–] = x.

Sostituendo nella formula di Ka, otteniamo:
Ka = 4.5 · 10-4 = (x)(x)/0.90 – x. Trascurando la x nel denominatore, si perviene a:
(4.5 · 10-4) (0.90) = x², quindi x = [H+] = 0.020 M, da cui pH = – log 0.020 = .7.

Un altro esercizio: determinare il valore di Ka di un acido avente una concentrazione iniziale di 2.00 M e una concentrazione di H+ in equilibrio di 0.14 M. Considerando l’equilibrio:
HA ⇄ H+ + A–, la concentrazione di A– sarà uguale a quella di H+, quindi 0.14 M, e la concentrazione di HA sarà 2.00 – 0.14 = 1.86 M. Inserendo questi valori nell’equazione di Ka, otteniamo:
Ka = (0.14)(0.14) / 1.86 = 0.011.

Un ulteriore esempio richiede di calcolare Ka dell’acido cloroacetico (ClCH2COOH) dato che ha una concentrazione iniziale di 0.10 M e un pH di 1.96. La dissociazione avviene secondo:
ClCH2COOH ⇄ H+ + ClCH2COO–. Da pH possiamo ricavare [H+] = 10-1.96 = 0.011 M. Pertanto, la concentrazione dell’acido a equilibrio diventa 0.10 M – 0.011 = 0.089 M. Infine, calcolando Ka si ottiene:
Ka = (0.011)(0.011)/0.089 = 0.0014 = 1.4 · 10-3.

Infine, calcoliamo la percentuale di dissociazione di una soluzione di acido benzoico con pH di 2.68 e Ka = 6.5 · 10-5. La dissociazione si rappresenta come:
C6H5COOH ⇄ H+ + C6H5COO–. La concentrazione di H+ è data da 10-2.68 = 0.00209 M. Sostituiamo nell’equazione di Ka per trovare la concentrazione di acido non dissociato:

[C6H5COOH] = (0.00209)(0.00209)/6.5 · 10-5 = 0.067 M. Quindi la percentuale di dissociazione è:
% di dissociazione = 100 · (0.00209)/(0.067) = 3.1%.

Un ulteriore esercizio riguarda l’aceto, che contiene un 5.00 % m/m di acido acetico (CH3COOH). Dato il pH della soluzione pari a 2.5 e Ka = 1.8 · 10-5, dobbiamo calcolare la percentuale di dissociazione. Prima si calcola la concentrazione dell’acido acetico. Il 5.00 % m/m significa 5.00 g in 100 g di soluzione. Con una densità di 1.00 g/mL, il volume della soluzione è 100 mL = 0.100 L. Si effettuano quindi i seguenti calcoli:

Moli di acido acetico = 5.00 g/60.052 g/mol = 0.0833 mol.
Molarità = 0.0833 mol/0.100 L = 0.833 M. Sapendo che [H+] = [CH3COO–] = 10-2.5 = 0.0032 M, possiamo infine calcolare la percentuale di dissociazione: % di dissociazione = 100 · 0.0032/0.833 = 0.38 %.

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Polimeri con memoria di forma

I polimeri a memoria di forma (SMP) si stanno affermando come materiali innovativi nel campo delle grazie alla loro capacità di modificare dimensioni, forma e rigidità in risposta a diversi stimoli esterni. Questi stimoli comprendono , campo elettrico, campo magnetico, acqua e luce, così come fattori fisiologici come e temperatura corporea.

Le applicazioni dei polimeri a memoria di forma spaziano da tessuti intelligenti e tubi termoretraibili per l’elettronica a vele solari auto-dispiegabili per veicoli spaziali. Inoltre, trovano uso in dispositivi medici intelligenti e impianti per chirurgia mininvasiva. Questi polimeri possono memorizzare la loro forma originale e recuperarla in assenza di stimoli esterni.

Proprietà dei polimeri a memoria di forma

Il comportamento viscoelastico dei polimeri a memoria di forma deriva dalla loro architettura molecolare. I materiali metallici sono stati tra i primi a mostrare simili caratteristiche, con scoperte risalenti agli anni ’30 e ’50. Solo negli anni ’60 si è sviluppato il polietilene reticolato termorestringente, ampliando l’applicazione di questi materiali all’aperto e per giunzioni di cavi. L’effetto memoria di forma non è intrinsecamente legato alla chimica del polimero, ma dipende dalla sua morfologia e dalla lavorazione.

I SMP possono essere distinti in base al tipo di stimolo che attiva l’effetto memoria. I polimeri sono classificati come termo-responsivi, chemio-responsivi e foto-responsivi, ciascuno con applicazioni specifiche. Gli SMP biodegradabili, come l’acido polilattico, sono particolarmente utili nel campo medico grazie alla loro biocompatibilità.

Meccanismi di attivazione dei polimeri a memoria di forma

I meccanismi di attivazione degli SMP sono legati all’architettura molecolare e alla composizione chimica. I cambiamenti di forma possono essere indotti da stimoli esterni come calore e luce, attraverso un di netpoint e domini di commutazione. Questa architettura molecolare consente un recupero rapido della forma iniziale dopo la deformazione.

In particolare, i polimeri a memoria di forma indotti termicamente possono essere programmati attraverso applicazioni di calore. La temperatura di transizione del materiale è cruciale per il suo funzionamento, permettendo la memorizzazione e il recupero delle forme attraverso specifiche transizioni termiche. Questi polimeri presentano una varietà di applicazioni innovative, incluse le tecniche di ingegneria tissutale e i supporti per la rigenerazione dei tessuti.

Applicazioni biomediche

Gli scaffold creati con polimeri a memoria di forma sono promettenti nel campo dell’ingegneria tissutale, poiché offrono un comportamento dinamico che imita i microambienti biologici. La loro biocompatibilità e biodegradabilità sono essenziali per garantire il successo dell’impianto senza necessità di rimozione successiva. Le tecniche di sterilizzazione, come l’ossido di etilene e l’irradiazione gamma, vengono utilizzate per garantire la dei materiali impiantabili, pur mantenendo le loro caratteristiche strutturali intatte.

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Come funziona il sistema gastrovascolare delle meduse e cosa mangiano?

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Le meduse, creature marine spesso temute per le loro punture e il loro aspetto, appartengono al Phylum degli Cnidari e mostrano un ecosistema complesso e affascinante. Composte per oltre il 90% d’acqua, queste organismi possiedono un sistema gastrovascolare avanzato che consente loro di cacciare zooplancton, crostacei e pesci, utilizzando cnidocisti velenose per immobilizzare le prede. Alcune specie, come Rhizostoma pulmo, utilizzano strategie alimentari sofisticate, avendo molteplici “bocche” lungo i tentacoli per ingerire e digerire il cibo. Questo meccanismo evidenzia un’evoluzione intricata che va oltre la semplificazione apparente di queste creature carnivore.

Alimentazione delle meduse e metodi di cattura

Le meduse, sebbene spesso percepite come animali da evitare, rivestono un ruolo fondamentale negli ecosistemi marini. Pur essendo compose per oltre il 90% d’acqua, possiedono un sistema gastrovascolare complesso che consente loro di alimentarsi. Predominantemente carnivore, la loro dieta include organismi facenti parte dello zooplancton, piccoli crostacei e pesci, che catturano grazie alle cnidocisti, organi predatori che hanno una funzione sia difensiva che offensiva. Queste strutture, simili a piccoli aghi imbevuti di veleno, sono attivate meccanicamente per stordire le prede, rendendole incapaci di muoversi. Una volta immobilizzate, le prede vengono indirizzate verso la bocca centrale della medusa, dove la digestione avviene grazie agli enzimi presenti nella cavità digestiva.

Le sostanze iniettate attraverso le cnidocisti possono variare in pericolosità per l’uomo, ma le punture di medusa, sebbene dolorose e urticanti, possono essere trattate con creme specifiche. La maggior parte delle specie possiede una sola bocca centrale, ma alcune, come quelle della famiglia Rhizostomatidae, presentano più aperture lungo i tentacoli.

Un’unica apertura per tutto

La maggioranza delle meduse ha un’apertura sotto la campana, che funge sia da bocca che da ano. In questo sistema, non vi è una differenza netta tra intestino e stomaco. Durante l’alimentazione, la preda viene prima bloccata dai veleni rilasciati dalle cnidocisti o dal muco urticante, per poi essere trasportata verso la bocca centrale, dove avviene la digestione e vengono espulsi gli scarti.

In alcune specie giovanili, il metodo di alimentazione cambia: inizialmente utilizzano la bocca centrale, che si chiude in modo permanente mentre si sviluppano canali digestivi alternativi.

Le meduse che mangiano con i tentacoli

Nelle meduse, il sistema digestivo può presentare complessità interessanti, con alcune specie che utilizzano le numerose bocche presenti lungo i tentacoli per alimentarsi. Queste strutture, note come braccia orali, svolgono funzioni motili e predatoria. Alcuni esemplari ingeriscono il cibo attraverso queste bocche, con i canali che consentono l’espulsione degli scarti. Un esempio di tale modalità di alimentazione è il comune polmone di mare (Rhizostoma pulmo), conosciuto nei mari Adriatico e Mediterraneo.

Recentemente, uno studio condotto su PlosOne ha approfondito la caratterizzazione morfologica e funzionale del sistema gastrovascolare di Rhizostoma pulmo, rivelando informazioni sul modo in cui questi animali si alimentano e le loro relazioni filogenetiche con altre specie.

Bibliografia

– Avian, M., Mancini, L., Voltolini, M., Bonnet, D., Dreossi, D., Macaluso, V., Pillepich, N., Prieto, L., Ramšak, A., Terlizzi, A., & Motta, G. (2022). A novel endocast technique providing a 3D quantitative analysis of the gastrovascular system in Rhizostoma Pulmo: An unexpected through-gut in cnidaria. PLOS ONE, 17(8). https://doi.org/10.1371/journal.pone.0272023

– Ruppert E.E., Barnes R. D., Fox R. S. Invertebrate Zoology: A Functional Evolutionary Approach, 7th Ed. (Brooks/Cole, Belmont, CA, 2004).

– Avian M. & Ramšak A. Cnidaria: Classes Scyphozoa, Cubozoa, And Staurozoa. In Invertebrate Zoology: A Tree of Life Approach (Schierwater B., & DeSalle R.) 149 (CRC Press, 2021).

– Larson R. J. Feeding in coronate medusae (class scyphoza, order coronatae). Marine Behaviour and Physiology 6(2), 123–129 (1979).

– Presnell J. S. et al. The Presence of a Functionally Tripartite Through-Gut in Ctenophora Has Implications for Metazoan Character Trait Evolution. Current Biology 26(20), 2814–2820 (2016). pmid:27568594

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I gatti fanno le fusa come segnale di benessere e per alleviare lo stress.

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Gli amanti dei provano grande soddisfazione nel carezzare il proprio micio e sentire che subito si attiva un suono costante e profondo, simile a un motorino: iniziano le fusa. Nonostante il gatto domestico (Felis catus) conviva con l’uomo da circa 10.000 anni, il meccanismo fisiologico che consente l’emissione delle fusa presenta ancora alcuni aspetti poco chiari, oggetto di studio da parte degli esperti. Le fusa vengono emesse con una frequenza compresa tra i 20 e i 30 Hz e non sono solo un di benessere o rilassamento, ma possono avere anche effetti positivi, come favorire la guarigione e calmare il gatto in situazioni di stress e ansia. Anche gli umani possono beneficiare di queste vibrazioni calmanti.

Perché il gatto fa le fusa: cosa significa questo comportamento

I gattini iniziano a fare le fusa già a pochi giorni di vita, utilizzando questo comportamento per comunicare con la madre. In molti casi, le fusa sono un segnale di contentezza, ma possono anche contribuire alla salute del gatto e aiutare a gestire situazioni di stress. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che questa bassa frequenza di emissione (20 – 30 Hertz) promuove la riparazione dei tessuti danneggiati e aumenta la densità ossea. Inoltre, le fusa possono ridurre l’ansia del gatto, simile a come gli esseri umani canticchiano per trovare coraggio in momenti difficili. Studi condotti dall’Università della Pennsylvania hanno rilevato che gatti con malattie infiammatorie in fase cronica presentavano un incremento delle fusa e atteggiamenti volto a richiedere attenzione dai proprietari. Anche per gli umani, accarezzare un gatto può ridurre lo stress, contribuendo potenzialmente a un minor rischio di ictus o malattie cardiache.

fusa alleviano ansia

Come i gatti a fare le fusa: il meccanismo fisiologico

I gatti hanno sviluppato un repertorio vocale ricco e variegato, comunicando con altri felini e con l’uomo mediante miagolii, fusa, trilli e altri suoni a diverse frequenze sonore. Le fusa sono generate dalle vibrazioni delle corde vocali, le quali, sotto l’azione di un flusso d’aria attraverso la laringe, collidono centinaia di al secondo per produrre un suono a bassa frequenza. È emerso che, contrariamente a quanto si pensava in passato, il meccanismo di emissione delle fusa non richiede un input neurale costante. Uno studio recente ha rivelato che la laringe del gatto può emettere fusa grazie a un impulso cerebrale volontario, ma successivamente la vibrazione continua in modo involontario, senza la necessità di ulteriori contrazioni muscolari. Questo fenomeno è facilitato da speciali adattamenti anatomici delle corde vocali, che ospitano “cuscinetti” di tessuto adiposo.

ghepardo fusa

Non tutti i felini fanno le fusa

ai gatti, anche altri felini sono in grado di fare le fusa, ma non tutti. Questa capacità dipende dal grado di ossificazione dello ioide, un osso situato vicino alla laringe. Felini come leoni, tigri, pantere, giaguari e leopardi possono emettere ruggiti, ma non sono in grado di produrre fusa a causa dell’ossificazione parziale dello ioide. Al contrario, felini come linci, puma e ghepardi, così come i gatti domestici, hanno lo ioide completamente ossificato, il che consente loro di produrre le fusa, ma non di ruggire.

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Un raro tris celeste in cielo circondato di stelle cadenti ci aspetta.

La sera del 25 febbraio 2025 si verificherà un evento di particolare interesse: la congiunzione di Mercurio, Saturno e Venere, un fenomeno osservabile anche a occhio nudo, condizioni meteorologiche permettendo. L’ sarà facilitata dall’assenza di una luce intensa della Luna, che sarà in fase di Nuova pochetto dopo, il 28 febbraio.

Dettagli sull’evento astronomico

La congiunzione avverrà nella costellazione dell’Acquario, con Mercurio e Saturno che appariranno piuttosto bassi sull’orizzonte, dominati da Venere, che si troverà più in alto nei Pesci. Secondo le previsioni, questo “tris” planetario potrà essere facilmente individuato, fornendo un’opportunità unica per gli appassionati di astronomia.

Inoltre, la stessa notte si potranno osservare due sciami di : le delta e le sigma Leonidi. Le prime raggiungeranno il loro picco tra il 23 e il 24 febbraio, mentre le seconde tra il 24 e il 25 febbraio. Entrambi i radianit, ovvero i punti da cui sembrano provenire le meteore, saranno visibili per tutta la durata della notte.

Osservazione degli sciami meteoritici

Il radiante delle delta Leonidi culminerà dopo mezzanotte a circa 65°, mentre quello delle sigma Leonidi si raggiungerà verso l’.00, a circa 60°. Questi sciami, insieme alla congiunzione planetaria, offriranno delle condizioni ottimali per l’osservazione, grazie alla politica favorevole della Luna.

L’evento rappresenta una doppia opportunità per gli osservatori: non solo assistere a una rara configurazione planetaria, ma anche godere dello spettacolo delle stelle cadenti, creando così un’occasione propizia per esprimere desideri.

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In arrivo congiunzione Luna-Marte con l’allineamento dei pianeti: modalità di osservazione

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Credit: Stellarium

Il 9 febbraio 2025, tra le 19:30 e le 21:00, si potrà osservare una congiunzione tra la Luna e Marte, i quali si troveranno a meno di ° di distanza angolare nel . Questo evento coincide con l’ planetario che, iniziato il 25 gennaio, consente di vedere contemporaneamente Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Entrambi gli eventi saranno visibili a occhio nudo in tutta Italia, rendendoli particolarmente interessanti per gli appassionati di astronomia, specialmente per chi ha a disposizione un binocolo o un telescopio per osservare dettagli come i crateri lunari e Marte.

Cos’è una congiunzione e quando osservare Luna e Marte nel cielo

Una congiunzione si verifica quando due corpi celesti appaiono ravvicinati nel cielo e ciò avverrà tra le 19:30 e le 21:00 del 9 febbraio 2025. In questa occasione, la Luna si presenterà quasi alla fine della sua fase crescente, risultando illuminata per il 92%. La Luna sarà visibile già dalle 14:30 e darà il meglio di sé al tramonto del Sole, intorno alle 17:30, momento in cui Marte si manifesterà come un luminoso punto rossastro accanto alla Luna. I due corpi celesti rimarranno visibili insieme per tutta la notte, rendendo consigliabile l’uso di strumenti ottici per cogliere entrambe le immagini in un solo campo visivo.

Occhi al cielo: quando osservare l’allineamento dei pianeti di febbraio

Oltre alla congiunzione del 9 febbraio, l’intero mese di febbraio sarà caratterizzato da una “parata planetaria” visibile nel cielo. L’allineamento planetario, iniziato il 25 gennaio 2025, non implica che i siano allineati su una linea retta, ma indica che saranno tutti visibili simultaneamente, poiché si trovano dalla stessa parte del Solare rispetto alla Terra. Durante il mese, i pianeti Venere, Marte, Giove e Saturno saranno visibili a occhio nudo, mentre Urano e Nettuno richiederanno un binocolo. Il periodo migliore per osservare l’allineamento nella prima metà del mese sarà dalle 18:15 fino alle 19:30, orario del tramonto di Saturno.

Immagine Posizione reale dei pianeti nel Sistema Solare durante l’allineamento planetario di febbraio 2025. Credit: Luca Tortorelli

All’orario del tramonto, Marte sarà visibile a est, Giove e Urano a sud-est, Venere, Saturno e Nettuno a ovest/sud-ovest. In particolare, Venere si distinguerà per la sua brillantezza in direzione ovest-sudovest, accompagnato da Saturno, poco più in basso. Giove, alto sull’orizzonte, sarà facilmente identificabile insieme alla stella Sirio e alla costellazione di Orione. La sera del 9 febbraio, l’individuazione di Marte sarà semplificata dalla presenza della Luna, rendendo questo evento particolarmente accessibile a chi desidera ammirare il cielo.

Immagine La posizione nel cielo dei 6 pianeti Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno durante la sera del 9 febbraio alle 18:30 dalle coordinate di Roma. Credit: Stellarium

Considerando le 18:30, il pianeta più facile da vedere sarà Venere, a un’altezza di 30° sull’orizzonte, mentre Giove si troverà alto a quasi 70° in direzione sud/sud-est. Marte, osservabile verso est a circa 40° sull’orizzonte, sarà chiaramente visibile accanto alla Luna, rendendo questa un’opportunità imperdibile per gli osservatori del cielo.

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Stupendo allineamento di pianeti atteso

Torna in vista un evento significativo, previsto per il 28 febbraio. Sebbene sette del Solare saranno visibili in cielo, non saranno allineati in modo tradizionale. Tuttavia, ciò offrirà uno spettacolo affascinante.

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In data 28 febbraio, alle 19:00 circa, saranno visibili Marte, Giove e Urano sull’orizzonte sud-sud-ovest, mentre Mercurio, Saturno, Nettuno e Venere si posizioneranno a ovest. Nonostante l’origine diversa dei dati, le mappe di Stellarium mostrano un potenziale di visibilità notevole per sette pianeti.

allineamento di pianeti 28 febbraio 2025
allineamento di pianeti 28 febbraio 2025

©Stellarium

L’evento sarà ulteriormente caratterizzato dalla coincidenza con la Luna Nuova, il che migliorerà la visibilità degli astri meno luminosi, riducendo la luce interferente del nostro satellite.

Tuttavia, la visibilità dei pianeti varia. Solo Marte, Giove e Venere saranno facilmente osservabili a occhio nudo. Per Urano e Nettuno è consigliato l’uso di un telescopio, mentre Saturno richiede almeno un binocolo per apprezzarne i dettagli. È importante sottolineare che i pianeti non saranno allineati nella forma di una linea retta, ma offriranno comunque uno spettacolo di fascino.

È fondamentale fornire informazioni precise su questo fenomeno astronomico, il quale rappresenta un’opportunità unica di del cielo.

Fonte: Stellarium

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