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La storia dell’edificio dell’Indiana Bell ruotato di 90° nel 1930 con le persone al suo interno

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Un evento ingegneristico di notevole impatto si è verificato a Indianapolis, dove il palazzo della Indiana è stato ruotato di 90° tra il 12 ottobre e il 14 novembre del 1930. L’edificio, alto 8 piani e del peso di circa 11.000 tonnellate, ha subito questa trasformazione al fine di risolvere un di spazio per gli uffici, creatosi dopo l’acquisto da parte della società Indiana Bell Telephone Company nel 1929.

La necessità di un intervento

Il palazzo della Central Union Telephone Company, appena acquisito, si rivelò insufficiente in termini di uffici. La demolizione non era un’opzione percorribile, in quanto avrebbe comportato l’interruzione del servizio telefonico nell’intero stato. Pertanto, la decisione di ruotare l’edificio venne come soluzione ottimale per aumentare lo spazio disponibile e consentire la costruzione di un nuovo quartier generale in stile Art Decò nelle vicinanze.

La tecnica innovativa di rotazione

Il processo di rotazione prevedeva l’impiego di tecnologie all’avanguardia per l’epoca. Il vano ascensore venne modificato per problematiche durante il sollevamento, mentre l’edificio venne sollevato mediante ascensori idraulici. Le colonne furono sollevate dalle basi in ghisa alle fondamenta e trasferite su supporti temporanei in acciaio. Seguendo un piano meticoloso, furono utilizzati 18 martinetti manuali per muovere il palazzo su rulli di pino di 0,95 cm alla volta. Così, l’edificio si spostò di 38 cm all’ora, completando infine la rotazione desiderata.

Un’operazione senza intoppi

L’operazione richiese un mese di lavoro e una notevole attenzione ai dettagli, poiché ogni errore avrebbe potuto comportare danni permanenti alla struttura. Durante l’intero procedimento, i servizi essenziali, come gas, elettricità e acqua, rimasero attivi alcuna interruzione, garantendo così il normale svolgimento delle attività lavorative all’interno. I 600 dipendenti furono in grado di accedere all’edificio tramite un ponte mobile, e le testimonianze indicano che non si avvertì alcun movimento durante la rotazione, a dimostrazione delle abilità del team ingegneristico coinvolto.

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Una vista mozzafiato viene regalata dall’Etna, con lo Stromboli a 130 km di distanza

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Durante le riprese di un documentario sui vulcani, previsto per uscire a fine marzo, è stata documentata una straordinaria: cima dell’Etna si è potuto scorgere lo Stromboli, situato a circa 130 km di nell’arcipelago delle Eolie. Le incredibili immagini sono state catturate da uno dei sartorius presenti sull’Etna, ovvero piccoli conetti formatisi lungo un sistema di fratture.

Osservare un vulcano così lontano non è un evento comune. Questo fenomeno è stato possibile grazie a condizioni atmosferiche particolarmente favorevoli, caratterizzate da aria limpida e scarsa foschia. Inoltre, l’Etna, con i suoi 3.357 metri di altezza, offre un’ottima posizione di osservazione, al di sopra degli strati d’aria più densi e umidi, che in genere limitano la visibilità a lunghe distanze.

Lo Stromboli, noto per la sua attività eruttiva quasi continua, è stato immortalato con una nube di fumo che fuoriesce dalla sua sommità. Vederlo stagliarsi all’orizzonte come un’ombra sul mare ha creato un’esperienza suggestiva, sottolineando la vitalità del nostro pianeta.

Il documentario intende esplorare questa rete invisibile, fatta di fuoco, roccia e , che connette le terre vulcaniche d’Italia. Un’ approfondita cerca di spiegare la ragione dell’elevata presenza di vulcani e terremoti nel Paese, sostenuta da un video informativo dedicato all’argomento:

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È possibile vivere senza alcune parti di cervello? Esistono aree indispensabili: quali sono

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Il umano presenta un’organizzazione complessa, con diverse aree che assumono funzioni specifiche. di queste aree sono essenziali per la sopravvivenza, mentre altre non lo sono. Le funzioni vitali automatiche, come la respirazione, il battito cardiaco e la regolazione della temperatura corporea, sono principalmente controllate dal tronco encefalico, considerato il centro di comando per le attività fondamentali. Altre regioni, come l’ipotalamo e il sistema limbico, giocano un ruolo cruciale nell’adattamento alle condizioni interne ed esterne, contribuendo a processi essenziali come il bilancio energetico e la risposta allo stress. La corteccia cerebrale, pur non essendo coinvolta direttamente nelle funzioni vitali, è importante per il mantenimento della sopravvivenza, poiché gestisce comportamenti complessi e l’interazione con l’ambiente. Lesioni al tronco encefalico e all’ipotalamo possono risultare fatali, mentre i malfunzionamenti del sistema limbico o della corteccia cerebrale, sebbene non mortali, possono compromettere la capacità di affrontare situazioni di pericolo.

Il ruolo del tronco encefalico: la centrale operativa delle funzioni vitali

Il tronco encefalico, situato alla base del cervello, è costituito da tre strutture principali: il midollo allungato, il ponte e il mesencefalo. Queste aree sono responsabili della regolazione automatica di funzioni vitali come:

  • Respirazione: il midollo allungato ospita i centri respiratori che regolano il ritmo del respiro in base alle necessità dell’organismo.
  • Battito cardiaco: sempre nel midollo allungato si trovano i centri che controllano la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna.
  • Funzioni riflessive: il controllo del vomito, della tosse e della deglutizione è gestito da strutture del midollo allungato e del ponte.

In aggiunta, il ponte e il mesencefalo sono coinvolti nella modulazione e integrazione dei riflessi e nella condizione di arousal, che permette di aumentare la vigilanza di fronte a imminenti pericoli. il tronco encefalico, il corpo non sarebbe in grado di mantenere autonomamente le sue funzioni vitali fondamentali, e lesioni in questa area risultano quasi sempre fatali.

Ipotalamo: il termostato e il regista del corpo

L’ipotalamo, situato nel prosencefalo, svolge un ruolo fondamentale nel controllo della sopravvivenza. È una struttura piccola ma ricca di nuclei neurali che regolano:

  • Temperatura corporea: mantiene il corpo a una temperatura ottimale per il funzionamento cellulare.
  • Equilibrio idrico ed energetico: controlla la sete, la fame e il senso di sazietà, garantendo l’adeguato utilizzo delle risorse vitali.
  • Risposta ormonale: stimola la produzione di ormoni chiave per affrontare situazioni di emergenza.
  • Ritmo circadiano: regola il ciclo sonno-veglia, coordinandosi con altre aree del tronco encefalico.

Una lesione a questa parte del cervello risulta potenzialmente fatale a causa dell’importanza delle sue funzioni regolatorie.

Il sistema limbico: emozioni e reazioni essenziali

Il sistema limbico è composto da strutture cruciali per le risposte emotive e mnemoniche. Le emozioni giocano un ruolo chiave nella sopravvivenza, come dimostrano le funzioni delle sue componenti:

  • Amigdala: attiva le risposte di lotta o fuga, preparando il corpo a reagire a minacce.
  • Ippocampo: contribuisce alla formazione e al recupero di ricordi utili per pericoli futuri.

Le funzioni emotive e mnemoniche del sistema limbico sono essenziali per garantire un comportamento adattivo. Lesioni in questa regione non portano alla morte immediata, ma compromettono significativamente le possibilità di sopravvivenza.

La corteccia cerebrale: decisioni e pianificazione

La corteccia cerebrale, seppur non responsabile delle funzioni vitali di base, gioca un ruolo fondamentale nella pianificazione e nella valutazione dei . Le lezioni affrontate nel caso di Phineas Gage dimostrano che, nonostante lesioni significative, la vita possa continuare. Tuttavia, la corteccia cerebrale consente un’elaborazione strategica necessaria per la sopravvivenza, attraverso l’interazione dei lobuli cerebrali nel pianificare azioni e coordinare movimenti.

In situazioni di lesioni corticali, l’individuo può rimanere in vita, ma affrontare gravi difficoltà nell’adattamento a situazioni complesse. Lesioni alle aree motorie o sensoriali comportano ulteriori compromissioni delle capacità motorie e percettive, influenzando direttamente la qualità della vita.

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Perché la connessione internet può arrivare ovunque sul pianeta con Starlink?

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Nel 2019, il razzo Falcon 9 di SpaceX ha portato nello spazio i 60 satelliti di Starlink. Starlink rappresenta la prima costellazione satellitare al mondo creata per fornire Internet in ogni angolo della Terra, con l’obiettivo di proporre una connessione a banda larga per privati e aziende. Parte dell’azienda aerospaziale SpaceX, ha già messo in orbita oltre 7.000 satelliti, di cui circa 6.000 attualmente operativi. L’intento è di raggiungere un totale di 12.000 unità per garantire una connessione stabile . Di seguito, si approfondisce il funzionamento di questa tecnologia e i suoi vantaggi e svantaggi.

Cos’è Starlink: la tecnologia dei satelliti in orbita bassa

Un aspetto fondamentale di Starlink è che i satelliti sono posizionati relativamente vicino alla superficie terrestre. La rete Starlink utilizza satelliti a orbita terrestre bassa (LEO), che orbitano a circa 500 km dalla Terra, rispetto ai satelliti geostazionari, come quelli utilizzati per le comunicazioni meteorologiche o GPS, che si trovano a circa 35.000 km. Questa ridotta distanza è cruciale per garantire una connessione veloce, riducendo la latenza e permettendo uno scambio di dati immediato, essenziale per attività come streaming e gaming online. La copertura globale richiede una rete fitta di satelliti affinché ogni utente possa collegarsi facilmente. In condizioni particolari, può essere osservare, a occhio nudo, una fila di punti luminosi nel cielo subito dopo un lancio, quando i satelliti raggiungono la loro orbita stabilita dopo essere stati lanciati.

Come funziona l’internet satellitare di Starlink

La tecnologia di Starlink si basa sulla trasmissione dei dati tramite segnali invece dei tradizionali cavi. Il servizio è attualmente disponibile in numerose regioni del mondo, compresa gran parte dell’Europa e , e gli utenti ricevono un router e un’antenna per la connessione. Quando un dispositivo invia una richiesta ad Internet, questa passa attraverso il router e l’antenna verso il satellite, che inoltra il segnale a una stazione di terra. Da lì, la richiesta viene gestita e i dati tornano indietro seguendo il percorso inverso, il tutto avviene in frazioni di secondo. Per garantire la copertura anche in luoghi remoti, dal 2021 Starlink ha cominciato a implementare satelliti con tecnologia di comunicazione laser, che permette ai satelliti di scambiarsi informazioni tra loro, superando le limitazioni nella comunicazione diretta con le stazioni di terra.

Pro e contro: velocità, prezzo e confronto con la fibra

La velocità di Starlink è inferiore rispetto alla fibra ottica, che offre generalmente una connessione media di 1.000 mbps, mentre Starlink fornisce download tra 25 e 220 mbps, con una media di 100 mbps. Tuttavia, offre una copertura in zone remote, rendendola una buona opzione per uso domestico con una latenza di 25-60 ms. L’abbonamento richiede l’acquisto di un kit, composto da router e antenna, al costo di 349 €, con piani mensili di 29 o 40 €. Tra gli svantaggi, la connessione è meno stabile rispetto alla fibra poiché suscettibile a condizioni meteorologiche. Riguardo all’impatto ambientale, è ancora da definire, dato che i satelliti vengono fatti rientrare nell’atmosfera dopo cinque anni di utilizzo, producendo ossido di alluminio, una sostanza che potrebbe danneggiare lo strato di ozono, richiedendo ulteriori osservazioni mentre il numero dei satelliti continua a crescere.

La rapidità con cui Starlink ha lanciato i suoi satelliti è dovuta al fatto che SpaceX gestisce sia la produzione dei satelliti che dei razzi, mantenendo i costi al minimo. Grazie all’uso di razzi riutilizzabili come il Falcon 9, l’azienda riesce a ridurre significativamente il costo di ogni lancio, eliminando la necessità di costruire razzi nuovi per ogni missione. I satelliti stessi sono compatti, con una lunghezza di 2,8 metri e un peso di circa 260 kg, il che permette di lanciare fino a 60 satelliti in una singola missione. Una volta in orbita, i satelliti possono espandere i loro pannelli solari fino a un’ampiezza di 8 metri, garantendo l’energia necessaria per il funzionamento.

È improbabile che l’internet satellitare riesca a sostituire completamente la fibra ottica, ma grazie ai recenti progressi tecnologici sta emergendo come un’alternativa competitiva, con altre aziende, come Amazon e l’Unione Europea, che stanno sviluppando sistemi simili per affrontare il mercato.

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Accesso al Wi-Fi pubblico, rischi e modalità per evitare pericoli

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Connettersi a una rete Wi-Fi pubblica offre la comodità di poter accedere a un abbonamento ai dati, ma comporta rischi significativi per la sicurezza dei dati personali. Gli attacchi più comuni in questo contesto includono quelli di tipo MITM (Man-In-The-Middle), in cui un malintenzionato si interpone tra l’utente e l’hotspot, riuscendo a intercettare informazioni sensibili. Inoltre, molte reti pubbliche non sono dotate di protocolli di sicurezza adeguati, il che esporre credenziali, email e dati finanziari agli attacchi.

Dove trovare un Wi-Fi gratis

Il Wi-Fi gratis è disponibile in numerosi luoghi come bar, ristoranti, aeroporti e biblioteche. Diverse app e servizi possono aiutare a individuare queste connessioni, tra cui quella sviluppata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, chiamata . Questa applicazione è accessibile su piattaforme Android, iOS/iPadOS, Windows e macOS, permettendo agli utenti di trovare facilmente reti federate e hotspot ubicati nel territorio nazionale.

Quali sono i rischi del Wi-Fi pubblico

L’accesso ai punti di accesso Wi-Fi gratuiti è aperto a chiunque, inclusi i criminali informatici. Tra i rischi più rilevanti vi è l’attacco MITM, dove un hacker può intercettare il traffico tra il dispositivo e l’hotspot attraverso reti fasulle che imitano hotspot legittimi. La mancanza di crittografia è un ulteriore problema. Senza adeguate protezioni, come il protocollo TLS (Transport Layer Security), le informazioni viaggiano in chiaro, esponendo login, password e dati bancari a potenziali attaccanti.

Segnali di un possibile attacco possono includere disconnessioni frequenti e rallentamenti inspiegabili della rete, oltre a URL che presentano caratteri strani o anomalie rispetto a quelli originali, indicando possibili tentativi di phishing.

Precauzioni da adottare quando si usano Wi-Fi pubblici

Per proteggere i dati mentre si utilizza il Wi-Fi pubblico, è consigliabile impiegare una VPN (Virtual Private Network), che crittografa la connessione. Questo sistema rende i dati illeggibili per eventuali malintenzionati. Attivare l’autenticazione a due fattori (2FA) sui vari account online aggiunge un livello di sicurezza ulteriore, richiedendo un secondo elemento di verifica oltre alla password.

È importante utilizzare siti web protetti da HTTPS, facilmente riconoscibili attraverso l’icona del lucchetto nella barra degli indirizzi del browser. Questa tecnologia garantisce che i dati siano crittografati durante il trasferimento, rendendo più difficile per gli attaccanti intercettarli. Inoltre, è raccomandato disattivare la condivisione di file e stampanti nel dispositivo, impostare il sistema su “Rete pubblica” quando ci si connette a un nuovo hotspot e disattivare il Wi-Fi quando non necessario.

Valutare l’uso di un software di sicurezza efficace può fornire una protezione aggiuntiva rilevando attività sospette e bloccando potenziali minacce. Questo tipo di software può fungere da barriera contro tentativi di infezione tramite Wi-Fi pubblico, proteggendo il dispositivo da download fraudolenti e messaggi ingannevoli.

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Le 12 materie prime critiche “fondamentali per difenderci” sono indicate dalla NATO

Dall’alluminio per gli aerei al cobalto per i motori a reazione, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico ha identificato 12 prime essenziali per la sua industria bellica. Anche l’Italia sta investendo in ricerca e sviluppo per assicurarsi una posizione di rilievo in questo settore.

@Canva

La corsa alle materie prime è una realtà, e la NATO risponde con una strategia precisa. L’Alleanza ha infatti reso pubblica, l’11 dicembre scorso, una lista di 12 materie prime critiche, dall’alluminio al tungsteno, considerate per la sua industria della difesa.

Questa mossa si inserisce in una strategia più ampia volta a garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento, in un contesto geopolitico caratterizzato da crescenti tensioni e dalla competizione per l’accesso a risorse strategiche.

Per materie prime critiche si intendono quelle non alimentari e non energetiche i cui problemi di approvvigionamento, di carattere politico, commerciale e ambientale, rendono prioritario un cambio di strategia economica e un forte aggiornamento tecnologico. La maggior parte delle materie prime critiche sono importate praticamente al 100% da fuori dall’Europa e sono prodotte in pochi Paesi, in tanti casi instabili dal punto di geopolitico, che ne determinano il mercato a livello globale. Si tratta di materie prime fondamentali per la transizione energetica, per la mobilità elettrica, per la transizione digitale e la difesa; occorre quindi garantire il corretto e sicuro approvvigionamento di queste materie prime critiche, che può impattare fortemente su tutta la transizione ecologica in generale. (ENEA)

L’elenco, stilato dal Industrial Advisory Group (NIAG), comprende:

  • Alluminio: fondamentale per la costruzione di aerei, missili e veicoli militari;
  • Berillio: utilizzato in componenti elettronici, sistemi di guida e testate nucleari;
  • Cobalto: essenziale per la produzione di superleghe resistenti alle alte temperature, utilizzate nei motori a reazione e nei missili;
  • Gallio: impiegato in semiconduttori, radar e sistemi di comunicazione;
  • Germanio: cruciale per la produzione di fibre ottiche, sensori a infrarossi e dispositivi di visione notturna;
  • Grafite: utilizzata in materiali compositi per aerei, missili e veicoli blindati, e nei reattori nucleari. Grazie alla sua resistenza e stabilità termica, è fondamentale anche per la produzione di carri armati e corvette. Nei sottomarini, la grafite è utilizzata nella costruzione di scafi;
  • Litio: essenziale per le batterie di nuova generazione, utilizzate in veicoli elettrici, droni e sistemi di accumulo di energia;
  • Manganese: impiegato nella produzione di acciaio ad alta resistenza, utilizzato in carri armati, navi da guerra e munizioni;
  • Platino: utilizzato in catalizzatori, contatti elettrici e dispositivi medici;
  • Elementi delle terre rare: essenziali per la produzione di magneti permanenti, laser, schermi e componenti elettronici avanzati;
  • Titanio: leggero e resistente alla corrosione, è utilizzato in aerei, missili, navi da guerra e veicoli blindati;
  • Tungsteno: utilizzato in munizioni, armature e strumenti da taglio, grazie alla sua elevata densità e resistenza alle alte temperature.

La pubblicazione di questa lista si inserisce in un più ampio piano strategico della NATO, approvato dai ministri della Difesa a giugno 2024, volto a rafforzare e proteggere le proprie catene di approvvigionamento ed evitando interruzioni che potrebbero compromettere la produzione di equipaggiamento militare e la capacità di difesa dell’Alleanza.

Questa roadmap per la sicurezza della catena di approvvigionamento critica per la difesa dell’alleanza si concentra su cinque linee d’azione:

  • Identificazione dei materiali strategici essenziali: la NATO ha avviato un processo di analisi e monitoraggio continuo per identificare i materiali critici per la sua industria della difesa, valutando la loro importanza strategica e il rischio di approvvigionamento;
  • Stoccaggio strategico: la NATO sta valutando la possibilità di creare riserve strategiche di materiali critici, al fine di mitigare il rischio di interruzioni delle forniture;
  • Creazione di una comunità di interesse NATO sulle questioni relative alla catena di approvvigionamento: la NATO sta promuovendo la collaborazione e lo scambio di informazioni tra i Paesi membri, l’industria della difesa e gli esperti del settore, al fine di affrontare in modo coordinato le sfide legate alla sicurezza delle catene di approvvigionamento;
  • Riciclaggio e sostituzione dei materiali: la NATO sta incentivando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il riciclaggio dei materiali critici e la loro sostituzione con alternative più sostenibili e facilmente reperibili;
  • Condivisione delle valutazioni relative alle catene di approvvigionamento: la NATO sta promuovendo la condivisione di informazioni e analisi tra i Paesi membri sulle vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, al fine di adottare misure preventive e mitigare i rischi.

Il contesto geopolitico e l’importanza delle materie prime critiche

La guerra in Ucraina, le tensioni con la Cina e l’instabilità in diverse aree del mondo hanno messo in luce la fragilità delle catene di approvvigionamento globali. La dipendenza da un numero limitato di fornitori, spesso concentrati in regioni politicamente instabili, rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale dei Paesi membri della NATO.

In questo scenario, l’attenzione si concentra sulle materie prime critiche, ovvero quei materiali che, oltre ad essere essenziali per settori chiave come la difesa, l’energia e l’elettronica, presentano un elevato rischio di approvvigionamento. La competizione per queste risorse si fa sempre più intensa, con le grandi potenze mondiali impegnate a garantirsi l’accesso a questi materiali strategici.

L’impegno dell’Unione Europea e dell’Italia

L’Unione europea ha riconosciuto l’importanza strategica delle materie prime critiche e ha lanciato diverse iniziative per affrontarne le sfide:

  • L’European Raw Materials Academy: lanciata nel dicembre 2024 durante la nona edizione della Raw Materials Week a Bruxelles, l’Accademia europea delle materie prime diventerà pienamente operativa nel corso del 2025. Finanziata con 10 milioni di euro dal programma per il mercato unico e Horizon Europe, l’accademia svilupperà contenuti e percorsi di apprendimento per colmare il divario di competenze lungo la catena del valore delle materie prime, dalla fase di estrazione al riciclaggio;
  • Il Critical Raw Materials Act (CRMA): Entrato in vigore nel maggio 2024, il CRMA definisce un quadro legislativo organico tra i 27 Stati membri dell’Ue per garantire una fornitura sicura e sostenibile di materie prime essenziali per l’industria europea.

Anche l’Italia sta investendo in modo significativo nel settore delle materie prime critiche. Il governo, attraverso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha recentemente lanciato un avviso (31 dicembre 2024) per la presentazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica riguardanti l’intera catena del valore delle Materie Prime Critiche (MPC) e delle Materie Prime Strategiche (MPS).

Questo avviso, finanziato nell’ambito di “Mission Innovation 2.0“, mette a disposizione 21 milioni di euro per finanziare progetti che riguardano l’estrazione mineraria, l’urban mining, l’eco-progettazione e la trasformazione delle materie prime critiche. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo di tecnologie innovative per aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle materie prime critiche, ridurre la dipendenza da fonti estere, promuovere l’economia circolare e contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico. Le domande di contributo possono essere presentate dal 3 febbraio al 18 marzo 2025.

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Il metamateriale italiano che raffredda l’ambiente senza scaldarsi di ENEA viene spiegato e analizzato.

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L’ENEA ha brevettato un innovativo metamateriale in grado di raffreddare oggetti o ambienti riscaldarsi. Questo materiale riflette la radiazione solare e, piuttosto che dissipare il nell’ambiente circostante, lo invia direttamente nello spazio attraverso un processo noto come raffreddamento radiativo, che consiste nella cessione di energia termica tramite emissione elettromagnetica. Il metamateriale sfrutta una finestra di trasparenza dell’atmosfera, facilitando il passaggio di particolari frequenze elettromagnetiche verso lo spazio esterno. Il dispositivo opera senza necessitare di energia elettrica e può raggiungere temperature fino a 12 °C inferiori a quelle esterne. Sebbene non sia ancora stato testato in ambiente esterno, potrebbe trovare applicazione in nuovi tessuti o nell’isolamento termico di edifici.

Funzionamento del metamateriale ENEA

Il metamateriale è prodotto artificialmente manipolando la di materiali esistenti per ottenere proprietà ottiche uniche. Questo materiale sfrutta il raffreddamento radiativo, in cui un corpo cede calore all’ambiente circostante sotto forma di radiazione elettromagnetica, tipicamente infrarossa. Di notte, la Terra cede calore nello spazio senza la presenza del Sole, riducendo così la temperatura. Il nuovo metamateriale, similmente, riesce a raffreddarsi inviando il calore nello spazio freddo, senza riscaldarsi a sua volta.

Proprietà e produzione del materiale

Il metamateriale è progettato per avere elevata riflettanza solare e elevata emissività termica in specifici intervalli di lunghezze d’onda. Questo avviene grazie alla presenza di finestre atmosferiche, che permettono il passaggio di radiazione elettromagnetica a determinati valori di lunghezza d’onda. Il materiale, quindi, riflette le radiazioni solari mentre emette calore nello spazio solo in questo intervallo delle finestre atmosferiche. prodotto tramite un processo di sputtering, in cui il materiale è depositato su superfici adesive e poi protetto da un involucro trasparente, creando così una camera isolata.

Le simulazioni ottiche hanno guidato la disposizione dei materiali, come argento, nitruro di alluminio e ossido di alluminio, permettendo al metamateriale di acquisire proprietà nuove dal punto di termico. Le valutazioni iniziali indicano che questo nuovo metamateriale mantiene una temperatura più bassa rispetto all’ambiente circostante, con una differenza di temperatura fino a 12 °C.

Utilizzi futuri del metamateriale

Il principale vantaggio di questo materiale è il metodo di raffreddamento passivo, che non richiede energia per raffreddarsi, a differenza dei condizionatori tradizionali. Dopo ulteriori sviluppi, il materiale potrebbe essere applicato nel raffreddamento di edifici, alimenti, tessuti e impianti industriali. ENEA sta continuando la sperimentazione, mirando a testare il materiale all’aperto, sotto luce solare diretta, e valutando la sua performance senza gas nobili. Sebbene il progetto sia ancora in fase di sperimentazione, le sue potenzialità potrebbero contribuire significativamente alla lotta contro il riscaldamento globale.

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L’esempio del problema dei due re e i numeri primi

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La sicurezza nella comunicazione tra è fondamentale, soprattutto in contesti in cui la confidenzialità è vitale. Immaginare due re alleati, intenti a mantenere segreti i loro messaggi da spie nemiche, pone una serie di interrogativi sulla sicurezza del trasferimento delle informazioni. Il concetto di base è l’uso dei numeri primi, ovvero numeri interi positivi con sole due divisori, 1 e se stessi, per cifrare i messaggi in modo sicuro. Questo approccio non solo rende il messaggio illeggibile, ma complica anche la scomposizione del dato al fine di recuperare l’informazione originale.

Comunicazione segreta tra i re

Nel contesto immaginato, Re Gino deve trasmettere un messaggio importante a Re Pino, evitando che venga intercettato. I due monarchi utilizzano bauli e lucchetti indistruttibili per proteggere il contenuto. Re Gino chiude il messaggio in un baule con un lucchetto di cui solo lui ha la chiave, quindi lo invia a Re Pino. Una volta ricevuto, Re Pino rinforza la sicurezza aggiungendo un proprio lucchetto, per poi restituire il baule a Re Gino. Quest’ultimo rimuove il lucchetto di Pino e rimanda il baule, che ora è accessibile solo a Re Pino, che così leggere il messaggio.

Scambio di messaggi digitali e utilizzo dei numeri primi

La cifra del messaggio richiede una sicurezza maggiore rispetto all’esempio tradizionale dei lucchetti. Con la comunicazione digitale, le informazioni trasformate in sequenze numeriche. Per esempio, per cifrare la lettera ‘F’, si potrebbe moltiplicare un numero chiave per ottenere un messaggio cifrato. Tuttavia, se la chiave usata fosse un numero piccolo, ciò faciliterebbe la decifrazione da parte di eventuali spie. Allo stesso modo, l’adozione di numeri primi molto grandi come chiave di cifratura aumenta enormemente la complessità della scomposizione, rendendo il messaggio protetto ancor più sicuro.

L’approccio ai messaggi complessi e l’uso pratico della crittografia

Nel contesto moderno, i re digitali potrebbero seguire un processo per cifrare i loro messaggi utilizzando i numeri primi. Re Gino, per iniziare, moltiplicherebbe un messaggio (ad esempio il numero 6) per un numero primo, creando un messaggio cifrato. Re Pino, a sua volta, applica una seconda moltiplicazione con un altro numero chiave; infine, il messaggio ritorna a Re Gino che, attraverso divisioni successive, permette a Re Pino di decifrare il messaggio originale. Questa metodologia si basa su principi di sistemi crittografici moderni, come il noto protocollo RSA, che garantisce la protezione delle informazioni attraverso l’uso di numeri primi molto grandi, rendendo la decifrazione estremamente complessa.

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Casa Balla, la “casa-dipinto” futurista di Roma dove ogni superficie è considerata un’opera d’arte

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In via Oslavia a Roma si trova Balla, un laboratorio di sperimentazione artistica che riflette l’opera del pittore e scultore Giacomo Balla, esponente di spicco del Futurismo. Questa dimora non è solo un’abitazione ma un vero e proprio progetto artistico, con soffitti, pavimenti, porte e mobili completamente decorati. Nel corso di 30 anni, Balla ha trasformato il appartamento in un’opera d’arte unica.

Trasformazione dell’abitazione

Nel 1929, la famiglia Balla si trasferisce al quarto piano di un palazzo comune in via Oslavia 39B, nel quartiere Della Vittoria di Roma. Oltre all’artista, risiedevano qui la moglie Elisa Marcucci e le figlie, Luce ed Elica, entrambe pittrici. L’appartamento, inizialmente un luogo normale, si arricchisce rapidamente di vivide pitture murali, utensili auto-costruiti e una varietà di oggetti colorati, tra cui quadri, sculture e piatti decorati.

Un simbolo del Futurismo

Casa Balla divenne un salotto intellettuale per molte personalità del mondo dell’arte e della cultura, incarnando le idee del “Manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’universo”, firmato dallo stesso Balla nel 1915. L’artista visse in questa dimora fino alla sua morte nel 1958, trasformandola in un simbolo del movimento futurista.

Riapertura al pubblico

La Casa sarà visitabile a partire dal 22 settembre 2025, dopo un lungo processo di recupero avviato negli scorsi anni. Chiusa negli anni ’90 dopo la scomparsa delle signorine Balla, è stata dichiarata di interesse culturale dal Ministero della Cultura. La dimora ha riaperto temporaneamente al pubblico tra il 2021 e il 2023 grazie all’intervento del Museo MAXXI di Roma e garantirà una riapertura permanente nei prossimi mesi. La proprietà è stata acquisita dallo Stato per una cifra compresa tra 6 e 7 milioni di .

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La storia di Paesi così diversi eppure così vicini

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Il Canada e gli Stati Uniti si posizionano rispettivamente come il secondo e il quarto Paese al mondo per estensione territoriale. Entrambi situati nella parte settentrionale del continente americano, condividono il più lungo confine tra due nazioni sovrane. Fondatori dell’ONU e della NATO, le due nazioni hanno costruito nel corso degli anni un’alleanza solida a livello politico e militare. fronte economico, le loro filiere produttive e i sistemi industriali hanno raggiunto un livello di integrazione senza pari a livello globale. Tuttavia, come dimostrato dalle controversie sollevate dall’elezione del presidente americano Donald Trump, “colpevole” di avanzare l’idea di “un’annessione del Canada come 51o stato dell’Unione”, non mancano le questioni tese nei rapporti bilaterali.

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Le origini storiche di Canada e USA

Le prime popolazioni paleo-indiane, antenate dei moderni gruppi indigeni, iniziarono la colonizzazione del Nord America circa 14.000 anni fa, partendo Siberia. Un’ulteriore migrazione avvenne attorno al IX-X secolo d.C., con l’ di cacciatori nomadi, progenitori degli attuali Inuit. Dopo sporadici contatti con i Vichinghi intorno all’anno 1000 d.C., le popolazioni indigene nordamericane iniziarono a interagire stabilmente con gli europei a seguito della colonizzazione avviata da Cristoforo Colombo. I primi europei a giungere in Canada furono i francesi nel 1534, mentre nel 1607 i territori degli Stati Uniti furono colonizzati dagli inglesi.

Le guerre che contrapposero inglesi e francesi, unite agli alleati indigeni, per il dominio del Nord America si conclusero nel 1763 con il Trattato di Parigi, tramite il quale la Francia cedette tutti i suoi territori alla Gran Bretagna. Per guadagnarsi il favore dei coloni francofoni della “Nuova Francia”, gli inglesi decisero di mantenere separate, a livello amministrativo e legale, le “Tredici Colonie” e le regioni conquistate, portando così a uno sviluppo autonomo dei territori che avrebbero formato in seguito la Confederazione Canadese e l’Unione degli Stati Uniti d’America.

Impatto delle guerre e sviluppo dell’identità nazionale

Durante la Guerra d’Indipendenza Americana (1775-1783) e la Guerra Anglo-Americana (1812-1815), gli statunitensi tentarono in quattro occasioni di invadere il Canada, ma vennero sempre respinti dalle truppe britanniche, supportate da milizie locali. Questi eventi hanno lasciato un segno nella memoria collettiva canadese, contribuendo alla formazione di un’identità nazionale basata su una visione antiamericana e su un equilibrio tra comunità anglofone e francofone. In contrapposizione agli Stati Uniti, dove l’identità si è sviluppata attorno a valori e tradizioni anglosassoni, il Canada ha costruito una realtà “binazionale”.

Nel XIX secolo, con l’espansione del Far West, Canada e Stati Uniti iniziarono a rafforzare i loro legami. Il 1867 segnò un punto di svolta, quando Londra conferì al Canada lo status di “Dominion”, segnando una significativa autonomizzazione. Da quel momento, il Canada avviò collaborazioni con altre nazioni per sostenere l’Impero Britannico.

Collaborazione e tensioni contemporanee

Nel XX secolo, nonostante alcune differenze, la cooperazione tra Canada e Stati Uniti si consolidò. Entrambi i Paesi parteciparono alle Guerre Mondiali e divennero membri fondatori dell’ONU e della NATO. L’avvicinamento canadese agli Stati Uniti era facilitato dal declino dell’Impero Britannico, che aveva indirizzato i cosiddetti “Dominions” verso gli Stati Uniti come potenza di riferimento.

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Tuttavia, gli storici legami bilaterali sono stati messi alla prova. Il Canada ha mantenuto una posizione di multilateralismo nella sua politica estera, partecipando a missioni di peacekeeping, mentre ha rifiutato di aderire a guerre unilaterali promosse dagli Stati Uniti. Recentemente, le relazioni tra Ottawa e Washington si sono inasprite, soprattutto in seguito alla presidenza di Donald Trump. Le differenze culturali tra i due Paesi si sono amplificate, con il nativismo crescente negli Stati Uniti e l’abbraccio del multiculturalismo da parte del Canada, sollevando interrogativi sul futuro delle relazioni bilaterali.

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Oggi, Canada e Stati Uniti continuano a rappresentare un modello di cooperazione a tutti i livelli, con economie e catene di fornitura integrate. giorno, centinaia di migliaia di persone e ingenti volumi di merci attraversano il confine. Tuttavia, le incertezze politiche sollevate dall’attuale scenario si pongono come questioni cruciali da affrontare nel prossimo futuro.

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I temi per le nuove banconote Euro in arrivo vengono svelati dalla Banca Centrale Europea

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La Centrale (BCE) ha annunciato il 31 gennaio 2025 i temi che caratterizzeranno le future banconote in euro, che saranno emesse nei prossimi anni. Sono stati selezionati temi, dopo una serie di consultazioni con esperti e un sondaggio condotto su oltre 365.000 cittadini europei, che mirano a riflettere la ricchezza culturale e naturale del continente. I temi scelti sono “Cultura europea” e “Fiumi e uccelli: resilienza nella diversità“. Di seguito, presentati i dettagli di questi temi e le motivazioni dietro il cambiamento.

I temi delle nuove banconote

I nuovi disegni delle banconote celebreranno la cultura e la natura europea, comportando una revisione del design di ciascuna banconota.

Il tema “Cultura europea”

Il tema “Cultura europea” omaggia luoghi e figure che hanno plasmato l’identità del continente, come artisti e scienziati di fama. Il design delle nuove banconote rifletterà momenti significativi della storia culturale europea, abbracciando il teatro, la musica, l’arte e l’istruzione. I dettagli dei disegni sono i seguenti:

  • €5: Arti performative, con Maria Callas nel fronte e artisti di strada nel retro;
  • €10: Musica, con Ludwig van Beethoven nel fronte e un festival musicale nel retro;
  • €20: Educazione, con Marie Curie nel fronte e riferimenti a scuole e università nel retro;
  • €50: Biblioteche, con Miguel de Cervantes nel fronte e una scena in biblioteca nel retro;
  • €100: Musei, con Leonardo da Vinci nel fronte e visitatori che contemplano opere d’arte nel retro;
  • €200: Piazze pubbliche, con Bertha von Suttner nel fronte e un piazzale alberato nel retro.

Il tema “Fiumi e uccelli”

Il tema “Fiumi e uccelli” evidenzia la capacità degli ecosistemi naturali europei di adattarsi e mantenersi resilienti di fronte alle sfide, come i cambiamenti climatici. La rappresentazione si svolgerà attraverso il corso dei fiumi e la varietà di specie di uccelli, sottolineando l’importanza della tutela ambientale, un valore centrale del progetto europeo. I dettagli dei disegni sono i seguenti:

  • €5: Sorgente montana, con il picchio muraiolo nel fronte e il Parlamento europeo nel retro;
  • €10: Cascata, con il martin pescatore nel fronte e la Commissione europea nel retro;
  • €20: Valle fluviale, con gli uccelli gruccioni nel fronte e la BCE nel retro;
  • €50: Fiume serpeggiante, con la cicogna bianca nel fronte e la Corte di giustizia dell’Unione Europea nel retro;
  • €100: Foce fluviale, con un’avocetta nel fronte e il Consiglio europeo nel retro;
  • €200: Paesaggio marino, con l’uccello sula bassana nel fronte e la Corte dei conti europea nel retro.

Chi sceglierà le grafiche?

Nel 2025, la BCE avvierà un concorso grafico aperto a designer provenienti da tutta l’Unione Europea. Una commissione esaminerà i progetti e i disegni selezionati saranno ufficializzati nel 2026. Le nuove banconote verranno prodotte negli anni successivi, una volta completato il processo di approvazione. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha affermato che:

Le nuove banconote saranno il simbolo della nostra identità comune europea, celebrando la nostra storia e l’impegno verso un futuro sostenibile.

Perché introdurre nuove banconote in euro?

Le nuove banconote in euro sono progettate dalla BCE per essere più accessibili, sicure e rispettose dell’ambiente. La BCE ha osservato che molti cittadini continuano a preferire il pagamento in contante, rendendo opportuno garantire che le banconote siano accettate . Inoltre, è previsto un impegno per facilitare l’accesso al contante attraverso prelievi gratuiti o a basso costo e servizi come il cashback. Le nuove banconote saranno ulteriormente caratterizzate da tecnologie avanzate per prevenire la falsificazione. Infine, la BCE si è dichiarata impegnata a ridurre l’impatto ambientale delle banconote, esplorando soluzioni più sostenibili e sicure per la salute.

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La migliore rete mobile in Italia è rappresentata da Tim, Vodafone, Iliad, Wind o Fastweb.

Altroconsumo ha pubblicato la classifica aggiornata dei migliori operatori di rete mobile in , frutto del monitoraggio annuale. Ancora una volta, un operatore spicca su tutti gli altri.

Altroconsumo ha pubblicato la classifica dei migliori operatori di rete mobile in Italia, elaborata tramite l’applicazione “CheBanda”, un’app gratuita che consente di analizzare in reale l’efficienza della rete mobile. I test sono stati condotti dagli utenti tra il ° gennaio e il 31 dicembre 2024, con prestazioni analizzate in 4G e 5G per i cinque principali operatori di rete.

I risultati

Vodafone si conferma come l’operatore con la miglior qualità di rete mobile in Italia, totalizzando oltre 68.000 punti. TIM segue a distanza con 41.772 punti, mentre Fastweb si colloca al terzo posto con 38.632 punti. WindTre e Iliad si posizionano rispettivamente al quarto e quinto posto con 30.984 e 25.755 punti. L’ordine della classifica rimane stabile rispetto all’anno precedente, ad eccezione di WindTre che supera Iliad nel 5G.

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@Altroconsumo

La crescita del 5G in Italia

La tecnologia 5G ha mostrato una crescente diffusione, con il 23% dei test effettuati su CheBanda nel 2024, in aumento rispetto al 16% del 2023 e all’8% del 2022. La velocità media di connessione in 5G ha raggiunto i 139 Mbps in download e 20 Mbps in upload, segnando un incremento rispetto ai dati del 2023.

Il 4G ha registrato miglioramenti con una velocità media in download passata da 48,3 a 52 Mbps e in upload da 9,8 a 12 Mbps.

Modalità di esecuzione dei test di rete

Per il secondo anno consecutivo, Altroconsumo ha monitorato i cinque principali operatori di rete mobile per l’intero anno 2024, escludendo gli operatori virtuali. I risultati si basano sui test effettuati da 13.257 utenti dell’app CheBanda, che hanno utilizzato una SIM mobile di uno dei cinque operatori analizzati, consentendo così la raccolta di dati dettagliati e rappresentativi delle prestazioni reali.

Il sistema di valutazione di CheBanda considera diverse variabili, come la densità di popolazione della zona di test. Vengono esaminati vari parametri, tra cui:

  • Velocità di download e upload
  • Tempo di caricamento e fluidità della visione video
  • Qualità dello streaming
  • Connessione in movimento

Fonte: Altroconsumo

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