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Struttura tetragonale con atomi disposti nel centro del corpo.

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reticolo tetragonale a corpo centrato

Il a corpo centrato (BCT) rappresenta una delle 14 configurazioni di Bravais, collocandosi all’interno del sistema tetragonale. Nel 1845, il fisico e cristallografo francese Auguste Bravais delineò le 14 possibili distribuzioni di punti che possono formare celle elementari delle strutture cristalline tridimensionali.

Caratteristiche della tetragonale a corpo centrato

Immaginando il reticolo tetragonale a corpo centrato, si può visualizzare un parallelepipedo con un atomo situato in ciascun angolo e uno al centro. Rispetto al reticolo cubico a corpo centrato, che mostra un cubo con otto atomi agli angoli e uno al centro, il reticolo tetragonale presenta una discrepanza nelle dimensioni.

Una cella cubica di questo tipo rotazione lungo le sue diagonali in direzioni specifiche, designate come [ 1 1]. Qui, la simmetria atomica si distingue dalle tre direzioni reciprocamente perpendicolari, a differenza del reticolo tetragonale, dove tale simmetria non è presente.

Proprietà geometriche e coordinazione

Nel sistema tetragonale, simile a quello ortorombico, la cella unitaria assume la forma di un parallelepipedo con due lati uguali e uno differente, di conseguenza, a = b ≠ c. Gli angoli α, β e γ sono tutti uguali a π/2, rendendo il sistema tetragonale un caso speciale di quello ortorombico.

Ogni punto reticolare agli angoli di una cella è condiviso da otto celle adiacenti. Il punto situato al centro, invece, appartiene esclusivamente all’unità considerata. Se si assume che le specie presenti siano simili a sfere rigide, si può notare che una sfera centrale è circondata da otto sfere, determinando un numero di coordinazione pari a 8.

Parte delle sfere agli angoli sono condivise con otto celle unitarie adiacenti; di conseguenza, si può considerare che solo 1/8 di ciascuna di esse appartenga a quella cella. Ciò implica che le otto sfere agli angoli contribuiscono collettivamente all’equivalente di una sfera. Il numero totale di sfere per cella unitaria diventa quindi 1 + (8 * 1/8) = 2.

Per calcolare il fattore di impacchettamento atomico (APF), è fondamentale determinare la porzione di spazio occupata dagli atomi in contrasto con lo spazio vuoto. Il volume della cella unitaria è espresso come V = (a)(b)(c). Dato che a = b, ne consegue che V = a²c.

Esempi di composti con reticolo tetragonale a corpo centrato

In condizioni standard (STP), l’indio e il protoattinio cristallizzano secondo un reticolo tetragonale a corpo centrato. Quando il mercurio transita dallo stato liquido a quello solido a basse temperature, si presenta anche in una struttura BCT.

Un altro esempio è la martensite, una microstruttura formata nei metalli e nelle durante il processo di tempra ad alte temperature. Essa si presenta come una soluzione solida sovrasaturata di in ferrite, caratterizzata da un reticolo tetragonale a corpo centrato.

La martensite, che appare aciculare e possiede elevate proprietà di durezza, si forma nei metalli durante il raffreddamento rapido dell’austenite; il carbonio non riesce a diffondersi correttamente dal reticolo. L’austenite, invece, corrisponde al ferro con una struttura cristallina cubica a facce centrate, fenomeno che avviene nel sistema del ferro-carbonio (Fe-C) a temperature superiori ai 723 °C.

La particolare proprietà del ferro di manifestarsi sotto forme allotropiche distinte offre varietà nelle sue strutture cristalline. A temperatura ambiente, presenta una struttura cubica a corpo centrato, mentre oltre i 910 °C si trasforma in cubica a facce centrate, nota come ferro gamma (γ-Fe) o austenite.

Infine, il processo di riscaldamento a temperature elevate fino a 720°C accompagnato da un prolungato periodo di ricottura può portare alla transizione della martensite a ferrite.

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Schema del sistema ferro-carbonio.

Il -carbonio, sviluppato nel 1897 dall’illustre scienziato inglese Sir William Chandler Roberts-Austen, rappresenta le diverse fasi dell’ in relazione al contenuto di carbonio e alla temperatura. La padronanza di questo diagramma è fondamentale per i professionisti del settore, poiché permette di ottimizzare la composizione e il trattamento termico dell’acciaio, per raggiungere le caratteristiche volute.

Importanza del diagramma ferro-carbonio

Il diagramma non solo serve come guida per la creazione delle leghe, ma consente anche di includere elementi come cromo, nichel e molibdeno. Ciò modifica il diagramma stesso, facilitando lo sviluppo di acciai inossidabili, utensili specializzati e leghe con proprietà distintive.

La del diagramma mostra la percentuale in massa di carbonio sull’asse orizzontale e la temperatura sull’asse verticale. Si rivela particolarmente utile concentrandosi sul contenuto di carbonio compreso tra lo 0 e il 6,67%, poiché quantità superiori a tale soglia richiedono la formazione di cementite al 100%.

Fasi e strutture nel diagramma

Rispetto ai vari livelli di carbonio, il diagramma ferro-carbonio offre preziose informazioni sui cambiamenti strutturali e fasi che hanno luogo durante i processi di riscaldamento e raffreddamento. Ogni regione all’interno del diagramma corrisponde a specifiche fasi, influenzando proprietà quali resistenza e flessibilità.

Il diagramma include diversi tipi di fasi, tra cui δ-ferrite e γ-austenite, con strutture cristalline che determinano caratteristiche uniche. Ad esempio, la ferrite è rappresentativa di una struttura cubica a corpo centrato, mentre l’austenite ha una struttura cubica a facce centrate, con proprietà meccaniche distinte.

Nel diagramma, si possono anche identificare strutture quali la martensite, derivante dalla tempratura dell’austenite, e la cementite, che risulta dura ma fragile.

diagramma ferro-carbonio (2)
diagramma ferro-carbonio

Osservando il diagramma ferro-carbonio, si notano diversi campi di fase. I campi monofase, come ferrite, austenite e cementite, indicano intervalli specifici di carbonio e temperatura, mentre i campi bifase evidenziano combinazioni di fasi. Le transizioni tra questi campi sono di fondamentale importanza per comprendere il comportamento dell’acciaio durante le variazioni di temperatura.

Temperature critiche nel diagramma ferro-carbonio

Le temperature critiche, identificabili nel diagramma ferro-carbonio, sono fondamentali in segnano i punti in cui le trasformazioni di fase avvengono durante il riscaldamento o il raffreddamento. Alcuni esempi di queste temperature critiche includono:

La Temperatura A0 segna il passaggio della cementite da stato magnetico a non magnetico, un fenomeno che avviene intorno ai 210 °C. A 723 °C troviamo la Temperatura A1, dove si verifica la trasformazione eutettoide.

La Temperatura A2 rappresenta il cambiamento della ferrite da ferromagnetica a paramagnetica, avvenendo a 768 °C. Inoltre, la Temperatura A3, che segna l’inizio della formazione della ferrite dall’austenite, varia con il contenuto di carbonio, da 910 °C a 727 °C a seconda della quantità di carbonio.

Altro punto significativo è la Temperatura Acm, correlata ai cambiamenti nella cementite durante il raffreddamento dell’austenite, la cui solubilità di carbonio diminuisce a temperature inferiori. La Temperatura A4 denota la transizione dell’austenite in δ-Fe, mentre le Temperature Ms e Mf riferiscono rispettivamente l’inizio e la fine della formazione di martensite durante il raffreddamento.

Infine, è importante sottolineare che le trasformazioni di fase nel diagramma ferro-carbonio, attuate tramite riscaldamento o raffreddamento, determinano le caratteristiche finali dell’acciaio e le sue applicazioni pratiche. Comprendere queste dinamiche è essenziale per migliorare le prestazioni e l’affidabilità dei materiali metallici utilizzati in numerosi settori industriali.

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Perché un viaggio può diventare così difficile da organizzare? I processi neurologici alla base

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All’inizio dell’anno, italiani riflettono sui buoni propositi per i mesi successivi, e il 51% inizia già a considerare viaggi futuri, secondo una ricerca OnePoll di Skyscanner. In questo contesto, molti avviano ricerche destinazioni, confrontando i prezzi di voli, alloggi e noleggio auto. Tuttavia, è possibile che, a causa della vasta gamma di opzioni disponibili, ci si senta sopraffatti e incapaci di prendere decisioni. Questo fenomeno è spesso descritto come “wanderLOST,” un termine coniato dalla neuroscienziata Faye Begeti, che indica uno stato di paralisi decisionale legato all’eccesso di scelte. In questo articolo, si esploreranno gli effetti di troppe opzioni sul cervello e si forniranno suggerimenti utili per organizzare i viaggi in modo più efficace.

Cosa accade nel cervello quando ci sono troppe opzioni: cos’è il paradosso della scelta

Dal punto di vista neuroscientifico, la paralisi decisionale coinvolge diversi meccanismi e aree cerebrali che si occupano dell’elaborazione delle informazioni, del controllo esecutivo e della gestione delle emozioni. Quando si è esposti a molte scelte, la corteccia prefrontale, che gestisce i decisionali, può subire un notevole sovraccarico, portando a stress e inefficienza. Questo fenomeno è noto come “paradosso della scelta,” che evidenzia come un’eccessiva varietà di opzioni possa causare ansia e difficoltà nella decisione.

Un’altra area coinvolta è l’amigdala, particolarmente attiva in situazioni di paura e indecisione. Quando si teme di compiere una scelta sbagliata, si intensifica l’attività dell’amigdala, contribuendo a una risposta allo stress che porta al rilascio di cortisolo. Questo ormone, se presente in eccesso, può generare una condizione di stress cronico, rallentando ulteriormente il processo decisionale.

Infine, quando il cervello si sente sopraffatto, può adottare meccanismi di “scorciatoie mentali” per ridurre il carico cognitivo. Queste possono portare a decisioni impulsive e insoddisfacenti. Recenti studi hanno dimostrato che l’iperattività del cingolo anteriore, una regione coinvolta nella valutazione dei conflitti cognitivi, può verificarsi quando si cercano di bilanciare troppe informazioni. La connessione tra la corteccia prefrontale e le aree limbiche è cruciale per affrontare situazioni decisionali complesse.

Come organizzare un viaggio senza stress

Di fronte all’affaticamento mentale e alla procrastinazione, è fondamentale trovare strategie per prendere decisioni più consapevoli. Secondo Faye Begeti, una soluzione è quella di restringere le opzioni disponibili, consentendo di iniziare a compiere decisioni più mirate, come la prenotazione di voli e alloggi il prima possibile, mentre l’energia mentale è ancora alta.

Un’altra raccomandazione è quella di scegliere un tipo di vacanza che si adatti al proprio stato mentale. In caso di stress, è consigliabile optare per una vacanza rilassante. Inoltre, è utile sfruttare la “dopamina anticipatoria”, facendo in modo che la fase di pianificazione sia stimolante il stesso. Raccogliere e rivedere le destinazioni preferite durante la pianificazione può essere un approccio motivante.

Infine, per affrontare le possibili difficoltà legate al confronto dei costi, esistono numerosi strumenti online che aiutano a confrontare prezzi di voli, hotel e noleggi. Uno di questi è Skyscanner, che offre anche la possibilità di impostare alert sui cali di prezzo per le destinazioni di interesse.

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Aggiornamento dell’NTSB sulle cause dello scontro con l’elicottero a Washington dopo incidente aereo

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Il National Transportation Safety Board (NTSB) ha schierato un team investigativo a per raccogliere dati e analizzare le cause della collisione aerea avvenuta il 29 gennaio 2025. Un Bombardier CRJ700 in servizio con PSA Airlines è entrato in collisione con un Sikorsky UH-60 Black Hawk dell’esercito americano sopra il fiume Potomac, nei pressi dell’aeroporto nazionale Ronald Reagan di Washington (DCA). L’incidente ha avuto esito fatale, con 64 persone a bordo dell’aereo e 3 membri dell’equipaggio dell’elicottero, tutti deceduti. Di seguito, una rassegna dettagliata basata dichiarazioni preliminari degli investigatori.

L’incidente aereo a Washington: l’analisi delle scatole nere del volo 5342 e dell’elicottero

Il 30 gennaio 2025, in conferenza stampa, l’NTSB ha comunicato che le scatole nere del CRJ700 e dell’UH-60 non erano state ancora recuperate poiché si trovavano ancora sott’acqua. In quanto primo giorno di investigazione, gli esperti non hanno fornito dati specifici, limitandosi a confermare che le operazioni di recupero erano in corso. Successivamente, il 31 gennaio 2025, il Cockpit Voice Recorder (CVR) e il Flight Data Recorder (FDR) del CRJ700 sono stati recuperati e trasferiti nei laboratori dell’NTSB per l’analisi. Il CVR ha registrato 2 ore e 4 minuti di audio di qualità, che potrà rivelarsi cruciale per comprendere le comunicazioni in cabina prima dell’impatto. Il FDR contiene circa 400 parametri di volo, come altitudine, velocità e comandi eseguiti dall’equipaggio, che saranno analizzati per una ricostruzione dettagliata della dinamica dell’incidente.

Per quanto riguarda l’UH-60, il recupero delle scatole nere ha mostrato una perdita d’acqua nel CVR, complicando temporaneamente l’analisi dei dati. Gli investigatori dell’NTSB si sono mostrati fiduciosi di poter recuperare le informazioni nei prossimi giorni, applicando tecniche avanzate. L’analisi del FDR dell’elicottero rimane fondamentale per capire la sequenza degli eventi dal punto di vista dell’equipaggio e per esaminare eventuali fattori tecnici o operativi che potrebbero aver contribuito alla collisione.

Cosa sappiamo sul volo AA 5342

Il volo AA 5342, operato da PSA Airlines sotto l’insegna di American Eagle, era partito da Wichita, Kansas, con destinazione DCA. L’aereo, contrassegnato con il numero N709PS, era idoneo a trasportare fino a 67 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio, ma al momento dell’incidente trasportava 60 passeggeri più 4 membri dell’equipaggio.

Alle 20:15 locali, l’aereo era a 37.000 piedi in fase di discesa verso Washington. Alle 20:39:10, il Potomac Approach ha autorizzato l’avvicinamento strumentale alla pista . Alle 20:43:06, il CRJ700 ha contattato la torre di controllo di DCA, che ha richiesto se l’equipaggio fosse disponibile a modificare l’avvicinamento alla pista 33. Dopo un breve briefing, i piloti hanno accettato il cambiamento.

Alle 20:45, il pilota automatico è stato disattivato per gestire in modo manuale l’approccio alla pista 33. Alle 20:46:29, il sistema automatico di bordo ha annunciato “1000 feet”, indicando che l’aereo si trovava a 1.000 piedi dal suolo. Alle 20:47:39, il TCAS (Traffic Collision Avoidance System) ha emesso un avviso di traffico, informando l’equipaggio della presenza di un velivolo nelle vicinanze.

Cosa sappiamo sull’elicottero UH-60 “PAT 25”

Il Sikorsky UH-60 Black Hawk, identificato con il nominativo “PAT 25”, era in missione di addestramento e stava sorvolando il fiume Potomac a un’altitudine massima di 200 piedi (61 metri). La rotta prevedeva un passaggio su un’ulteriore traiettoria ad un’altitudine massima di 300 piedi (91 metri).

Alle 20:46:01, la torre di controllo di DCA ha avvisato PAT 25 di un traffico a 1.200 piedi in avvicinamento alla pista 33. Alle 20:47:39, la torre ha chiesto a PAT 25 se avesse visibilità sul CRJ700, ricevendo risposta affermativa, il che significava che l’elicottero era responsabile della separazione visiva con il jet in avvicinamento.

Disastro aereo a Washington: l’analisi dell’impatto tra i velivoli

Alle 20:47:42, la torre ha ordinato a PAT 25 di mantenere la separazione passando dietro al CRJ700. Alle 20:47:58, l’equipaggio del CRJ700 ha notato l’elicottero troppo vicino, e il FDR ha registrato un improvviso aumento del beccheggio, alludendo a un tentativo di manovra evasiva. Alle 20:48:00, l’impatto si è verificato, con entrambi i velivoli che collidono a circa 325 piedi (+/- 25 piedi) di altitudine, come evidenziato dalle registrazioni audio della cabina di pilotaggio.

Entrambi i velivoli sono quindi precipitati nel fiume Potomac.

Le novità sulle possibili cause dell’incidente aereo

Analizzando quanto accaduto, emergono tre elementi che hanno probabilmente influito sulla tragedia.

La separazione in Classe B

Le procedure standard in uno spazio aereo di Classe B stabiliscono una separazione di 1.000 piedi verticali e 3 miglia nautiche orizzontali tra aerei di linea. Tuttavia, in aeroporti ad alta densità di traffico, la FAA consente riduzioni della separazione. Il pilota dell’UH-60 aveva confermato la presenza del CRJ700 e, di conseguenza, la responsabilità della separazione passava all’equipaggio dell’elicottero.

Uso dei Visori Notturni (NVG) sull’UH-60

Nonostante la buona visibilità offerta dall’UH-60, è stato confermato che i piloti utilizzavano visori notturni (NVG) durante l’incidente. Sebbene questi migliorino la visione notturna, limitano considerevolmente la visione periferica, rendendo individuare movimenti laterali di altri velivoli.

Illusioni ottiche

Inoltre, volando a bassa quota sopra una città illuminata, il traffico urbano può creare illusioni ottiche che complicano l’identificazione degli aerei in avvicinamento. Il CRJ700, avvicinandosi da una direzione con lo sfondo urbano, potrebbe essere stato difficile da individuare per l’equipaggio dell’elicottero.

TCAS e Limitazioni Operative

Il TCAS è un sistema anticollisione progettato per rilevare le posizioni di altri velivoli. Esso fornisce due tipi di avvisi: Traffic Advisory (TA) e Resolution Advisory (RA). Tuttavia, le limitazioni operative del TCAS a bassa quota, come ad esempio l’inibizione degli avvisi RA sotto i 1.000 piedi AGL, contribuiscono a una minore efficacia del sistema in situazioni critiche. Nel caso presente, il CRJ700 volava a circa 325 piedi, il che ha comportato l’assenza di avvisi da parte del TCAS, lasciando alla gestione visiva la responsabilità della separazione.

Le indagini sull’incidente proseguono, e ulteriori dettagli emergeranno con l’analisi approfondita delle scatole nere e delle registrazioni radar e ATC. L’NTSB, in collaborazione con la FAA e l’Esercito degli Stati Uniti, sta lavorando per chiarire la sequenza di eventi che hanno portato a questa tragedia, tenendo in considerazione tutti i fattori coinvolti. Nel contesto attuale, l’area delle elicotteri nei pressi dell’aeroporto DCA è stata temporaneamente chiusa per evitare ulteriori rischi, mentre si valutano possibili modifiche alle procedure operative.

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Perché è considerata North Sentinel una delle isole più pericolose del mondo?

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L’isola di Sentinel, parte dell’arcipelago delle Andamane nel Golfo del Bengala, è una delle località più e sconosciute del . Situata tra l’India e la Birmania, questa isola, grande quanto Manhattan, è abitata dalla tribù dei sentinelesi, una delle popolazioni più isolate e protette a livello globale. Il rifiuto di contatti con il mondo esterno si traduce in un comportamento altamente difensivo; gli abitanti si oppongono aggressivamente a chiunque tenti di avvicinarsi. episodi tragici hanno caratterizzato tentativi di contatto, come quello del 2006, quando un missionario americano è stato ucciso dai sentinelesi aver ignorato i divieti di accesso imposti dalle autorità indiane.

Divieti Imposti dal Governo Indiano

Per garantire la tutela della popolazione dei sentinelesi e preservare il loro modo di vivere, il governo indiano ha instaurato divieti severi sull’accesso a North Sentinel. Qualsiasi tentativo di avvicinarsi all’isola comporta severe sanzioni, compresa la possibilità di reclusione, oltre al rischio di aggressioni da parte degli indigeni. La legge indiana stabilisce il divieto di accesso a scopi turistici, di ricerca o di altro genere, per assicurare l’autonomia della tribù e evitare contaminazioni esterne.

Dal 1996, l’area attorno all’isola è definita “zona di protezione” per evitare che i sentinelesi possano contrarre malattie dalle quali non hanno alcuna difesa immunitaria. A tal fine, il governo ha imposto restrizioni sull’ingresso in una fascia di territorio che circonda l’isola. Le politiche di protezione non solo mirano a mantenere intatta la cultura dei sentinelesi, ma anche a preservare l’ambiente naturale da potenziali minacce, come l’inquinamento e la commercializzazione.

Vita e Cultura dei Sentinelesi

I sentinelesi costituiscono uno degli ultimi gruppi etnici a vivere in completo isolamento. Si stima che abitino l’isola da almeno 60.000 anni, mantenendo tradizioni e stili di vita ancestrali. Hanno una pelle scura, una statura bassa e sono noti per la navigazione in canoe. Utilizzano materiali trovati in navi naufragate, come il ferro, per le loro attività quotidiane. La lingua parlata è il “sentinelese”. I sentinelesi non praticano il cannibalismo e la loro dieta si basa principalmente su pesce, tartarughe e cocco.

Informazioni dettagliate su cultura, lingue e pratiche quotidiane rimangono sconosciute al di fuori dell’isola, poiché gli abitanti rifiutano qualsiasi interazione con il mondo esterno. Ogni tentativo di contatto è accolto con ostilità, utilizzando frecce e dardi per respingere gli intrusi e difendere il loro territorio. Il numero esatto della tribù è incerto, con stime che variano da cinquanta a quattrocento individui, poiché l’accesso all’isola è strettamente vietato.

Fonti:
– Meyer K. A. (2019). “The Sentinelese of North Sentinel Island: An Overview of Isolation and Protection”
– Bose A. (2007) “Isolation, Protection, and Intervention: The Sentineleses of North Sentinel Island”
– Hughes J. D. (2001) “Ecology and Anthropology of Isolated Societies: A Case Study of North Sentinel Island”

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La svastica, storia e significato del simbolo demonizzato dopo il nazismo

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La svastica (swastika, in sanscrito) è un anticamente associato a significati religiosi e culturali prima di essere associato al nazismo. Gli scavi archeologici di Heinrich Schliemann, che portarono alla luce le rovine dell’antica città di Troia, rivelarono fra i reperti un simbolo che sarebbe stato identificato in seguito con la “croce uncinata”, rappresentativa delle antiche popolazioni europee. Nel corso del Novecento, il simbolo si diffuse in Europa come emblema di prosperità e buon auspicio. Tuttavia, dopo il Primo Conflitto Mondiale, la svastica divenne simbolo della cosiddetta “razza ariana”, veicolando un legato all’orgoglio nazionalista tedesco. Nel 1920, il partito nazista adottò formalmente la svastica, modificandone in modo significativo la connotazione. Di conseguenza, in Occidente, il simbolo acquistò significati decisamente negativi.

Cartina distribuzione svastica
Crediti: Wilson, Thomas, 1832–1902

Il significato della svastica, un simbolo globalmente diffuso

La parola swastica è di origine sanscrita e ha radici storiche precedenti alla sua associazione con il nazismo. Questo termine maschile, che in italiano viene erroneamente interpretato come femminile, è composto dal prefisso sw-, che significa “bene”, e da -asti, una coniugazione del verbo essere; il suffisso -ka indica un diminutivo, traducendo così la svastica come “un piccolo portafortuna”, simbolo di positività. Ancora oggi, è possibile trovare questo simbolo inciso su porte e muri, specialmente in luoghi come Bali o Lituania, caratterizzato come una croce con bracci di uguale lunghezza, ognuno terminante con una curvatura, rivolta verso destra o sinistra.

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Nel linguaggio tedesco, il termine “Hakenkreuz” si traduce come “croce uncinata”, mentre in italiano è conosciuto anche come “croce a quattro battenti”. In Francia, è identificata con il termine “croix gammée”, in riferimento alla somiglianza con la lettera greca gamma. Fra le attestazioni storiche più antiche, si evidenzia la presenza di uno swastica sull’anello di Gengis Khan, inciso accanto all’iscrizione “Re del Mondo”. Si tratta di un simbolo la cui diffusione non è stata limitata all’Asia; infatti, è presente anche nell’antica America, dove gli indiani lo utilizzavano fino ai primi del Novecento, così come nell’arte della Grecia pre-ellenica e fra i Celti. La svastica sembrerebbe essere stata anche emblema di Cristo fino alla fine del Medioevo.

Il centro della svastica come origine e fine di ogni cosa

La svastica racchiude una simbologia antichissima, rappresentando un principio spirituale e cosmico che si estende nel e nello spazio. La forma del simbolo, con i suoi bracci, è interpretata come l’emanazione di un Principio dal centro, il quale simboleggia sia il punto di partenza che di arrivo. I bracci rappresentano quindi un legame continuo tra il Centro e ogni forma di esistenza. Questa simbolica conferisce un senso di movimento, con potenziali azioni di rotazione oraria o antioraria. L’immagine del Centro, che è l’inizio e la fine, trova paralleli nel concetto di Alpha e Omega, presente in alcune tradizioni religiose. In contesti come quello indù, la svastica è collegata al movimento cosmico e alla ciclicità, ribadendo legami con simboli sacri come “Aum”, rappresentazione del divino.

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È significativo notare che simili rappresentazioni della svastica si trovano sia nelle tradizioni antiche indù che in pratiche esoteriche cristiane medievali. Sebbene oggi il simbolo evoca ricordi di uno dei capitoli più oscuri della , nella storia passata significava prosperità, armonia universale e il ciclo della vita.

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La “terza spunta blu” su WhatsApp viene smentita: ecco come funzionerebbe

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Un nuovo rumor riguardante una presunta “ ” su ha cominciato a circolare nuovamente online, alimentando confusione tra gli utenti. Secondo questa notizia infondata, l’app licenziosa starebbe per introdurre un ulteriore segnale di lettura nelle chat, visibile quando un destinatario effettua uno screenshot di una conversazione. Tuttavia, attualmente non ci sono prove di questa funzionalità né nella versione beta né in quella stabile dell’app.

L’origine della bufala

La notizia trae origine dal sistema di spunte che WhatsApp utilizza per indicare lo stato dei messaggi. Una spunta grigia indica che il messaggio è stato inviato, due spunte grigie confermano la consegna, mentre due spunte blu segnalano che il messaggio è stato letto, a meno che l’utente non abbia disattivato le conferme di lettura. La falsa notizia propone l’aggiunta di una terza spunta blu per indicare che la chat è stata screenshot. Tuttavia, non ci sono riferimenti ufficiali a questa funzione nei comunicati di WhatsApp o su siti affidabili che seguono le novità dell’app, come il rinomato WABetaInfo.

Motivi per cui la bufala si diffonde

La bufala ha avuto particolare risonanza per diverse ragioni. In primo luogo, la fake news si riferisce a una funzionalità nota dell’applicazione, facilmente riconoscibile dagli utenti. Inoltre, la notizia è stata riportata anche da alcuni quotidiani italiani e siti specializzati in , i quali dovrebbero avere gli strumenti per distinguere tra notizie veritiere e false indiscrezioni.

Funzionalità alternative di WhatsApp

L’unica funzione attualmente presente su WhatsApp che affronta il tema della privacy in relazione agli screenshot riguarda la protezione dell’immagine del profilo. Introdotta circa un anno fa, tale funzione impedisce di effettuare screenshot delle immagini del profilo degli utenti, contribuendo a proteggere la loro privacy e a prevenire il furto d’identità. È possibile visualizzare un avviso quando si tenta di catturare uno screenshot dell’immagine del profilo.

Già nel 2021, il portale WABetaInfo aveva smentito questa bufala, affermando in modo chiaro l’inesistenza della terza spunta blu. Questo episodio evidenzia l’importanza di consultare sempre fonti ufficiali per confermare la veridicità delle notizie, evitando di affidarsi a titoli sensazionalistici che mirano soltanto a catturare l’interesse del pubblico.

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La nuova tecnologia italiana trasforma la CO2 in bicarbonato di calcio immagazzinandola in mare

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Lo sviluppo di nuove tecnologie per affrontare le sfide del cambiamento climatico è un tema di crescente interesse. Una delle innovazioni più recenti proviene dalla start-up Limenet, che ha creato un processo in grado di trasformare la CO₂ in di . Questo materiale viene poi iniettato nel mare, dove essere immagazzinato per millenni.

Funzionamento della

Il processo sviluppato da Limenet imita e accelera un fenomeno naturale. In natura, la pioggia assorbe la CO₂ atmosferica e penetra nelle rocce calcaree, dove genera bicarbonato di calcio. Questo composto disciolto finisce per raggiungere l’oceano. Nel video informativo, vengono presentate dettagliatamente le fasi tecniche, supportate da animazioni 3D.

Impatto ambientale del bicarbonato di calcio

Immettere bicarbonato di calcio nell’oceano non solo è considerato sicuro per l’ambiente, ma ha anche un beneficio collaterale significativo: contribuisce a contrastare l’acidificazione dei mari. L’acidità degli oceani, aumentata dalla CO₂ atmosferica, ha effetti negativi sugli ecosistemi marini. Il bicarbonato, essendo una sostanza alcalina, può mitigare questo problema. Prima di procedere con l’applicazione della tecnologia, però, è essenziale effettuare analisi sull’acqua per determinare le quantità di bicarbonato che possono essere aggiunte senza rischi.

Potenziale di stoccaggio della CO₂

Secondo studi scientifici, i bicarbonati di calcio permettono il sequestro della CO₂ per oltre 10.000 anni, un periodo paragonabile a quello dello stoccaggio geologico. Un rapporto recente dell’IPCC ha affermato che le tecniche che aumentano l’alcalinità dell’oceano, come quella proposta da Limenet, potrebbero rimuovere fino a 100 miliardi di tonnellate di CO₂ all’anno, superando le attuali emissioni annuali. Attualmente, si trova già in funzione un impianto di prova, installato vicino al mare ad Augusta, in Sicilia, con una capacità annuale di immagazzinamento di circa 800 tonnellate di CO₂ nette.

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Perché un viaggio può diventare così difficile da organizzare? I processi neurologici alla base

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All’inizio dell’anno, i buoni propositi iniziano a plasmarsi e il 51% degli italiani già contempla viaggi da intraprendere nei mesi successivi, secondo una ricerca condotta da OnePoll per Skyscanner. di coloro che si sentono già ispirati potrebbero iniziare a esplorare le varie destinazioni, confrontando prezzi di voli, alloggi e noleggi auto. Tuttavia, l’impatto della vasta gamma di opzioni disponibili portare a una sensazione di smarrimento, nota come “wanderLOST”, un concetto introdotto dalla neuroscienziata Faye Begeti. Quando si è sopraffatti dalle scelte, si può sperimentare una paralisi decisionale, un fenomeno mentale in cui il cervello va in overload a causa della sovrabbondanza di alternative. Questo articolo intende approfondire le dinamiche cerebrali coinvolte in questo processo e proporre suggerimenti per una pianificazione più efficace dei viaggi.

Cosa accade nel cervello quando ci sono troppe opzioni

Il fenomeno della paralisi decisionale è complesso e coinvolge legami tra diverse aree cerebrali, tutte cruciali per l’elaborazione delle informazioni e la gestione delle emozioni. Quando ci si confronta con numerose opzioni, la corteccia prefrontale è messa a dura prova, risultando in uno stato di stress. Questo settore del cervello ha una capacità limitata di elaborazione delle informazioni, e l’eccesso di scelte può compromettere la sua efficienza, portando a una condizione nota come “paradosso della scelta”. Sebbene una varietà di scelte sia generalmente percepita come vantaggiosa, può generare ansia e difficoltà decisionali.

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L’amigdala, coinvolta nella gestione delle emozioni, può anch’essa attivarsi in caso di indecisione. La paura di compiere scelte sbagliate può intensificare l’attività dell’amigdala, contribuendo a una risposta allo stress che innesca il rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress. Questa reazione porta frequentemente a una procrastinazione delle decisioni, generando un ciclo di stress protratto. Inoltre, la dopamina, neurotrasmettitore legato alla motivazione, è essenziale; allorquando si è sopraffatti da scelte, il cervello può avere difficoltà a individuare quale opzione apporti maggiori benefici.

Quando lo stress aumenta, il cervello può adottare scorciatoie mentali per ridurre il carico cognitivo, ma queste spesso portano a decisioni affrettate e insoddisfacenti. Ricerche recenti, incluso uno studio del 2021 pubblicato su Nature, evidenziano quanti meccanismi cerebrali siano coinvolti in tale processo, sottolineando l’importanza della connessione tra corteccia prefrontale e sistemi limbici per affrontare decisioni complesse.

Come organizzare un viaggio senza stress

La sensazione di affaticamento mentale è tangibile e può risultare in procrastinazione, ma è fondamentale procedere con la pianificazione. La neuroscienziata Faye Begeti propone diverse strategie per facilitare il processo decisionale. Una prima pratica consiste nel restringere il numero di opzioni. Una volta compiuto questo passo, è consigliabile agire rapidamente su decisioni importanti come la prenotazione di voli e sistemazioni.

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Begeti suggerisce inoltre di bilanciare l’energia mentale e scegliere una vacanza che si adatti al proprio stato d’animo; in di sovraccarico, una destinazione tranquilla potrebbe essere preferibile. L’anticipazione è una componente chiave nell’affrontare decisioni, quindi è utile rendere la fase di preparazione stimolante, ad esempio attraverso la creazione di un elenco di destinazioni preferite da rivedere durante l’organizzazione del . Infine, il confronto dei costi può contribuire all’incertezza decisionale, ma strumenti disponibili online, come Skyscanner, consentono di monitorare i prezzi di voli e alloggi, facilitando il processo di scelta.

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Cos’era, quanto è durato e la mappa

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L’Impero Bizantino, noto anche come Impero d’Oriente, si estendeva su diverse regioni, tra cui l’Anatolia, parte della Penisola Balcanica, e, per alcuni , il Medio Oriente, il Nord Africa e alcuni territori italiani. La capitale era Costantinopoli, precedentemente chiamata Bisanzio, oggi Istanbul. Comunemente si fissa come anno di fondazione il 395 d.C., seguito dalla morte dell’imperatore Teodosio, che segnò la definitiva divisione dell’Impero Romano tra i suoi due figli. L’Impero d’Oriente, noto in seguito come bizantino, mantenne un’importanza storica notevole nel corso dei secoli.

Le origini dell’Impero e le conquiste di Giustiniano

La nascita di Bisanzio trova origini nel processo di divisione dell’Impero Romano. Già alla fine del III secolo d.C., l’imperatore Diocleziano aveva avviato la suddivisione del territorio. Questa scissione fu definitivamente sancita nel IV secolo dall’imperatore Teodosio, che affidò il controllo dell’Occidente a Onorio e dell’Oriente ad Arcadio. Nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano avviò campagne militari che portarono alla riconquista di gran parte dei territori perduti dall’Impero Romano d’Occidente, inclusi il Nord Africa e alcune regioni italiane, segnando un breve periodo di restaurazione dell’unità imperiale.

La nascita dell’Islam e lo Scisma d’Oriente

Le conquiste di Giustiniano, tuttavia, non si mantennero. In Europa, popolazioni come i Longobardi conquistarono gran parte dei territori bizantini, mentre nel VII secolo gli Arabi, che si erano convertiti all’Islam, intrapresero un’espansione che comportò la perdita di circa metà del territorio bizantino, inclusi tutto il Nord Africa e gran parte del Vicino Oriente. L’undicesimo secolo vide la nascita di una minaccia con l’arrivo dei turchi selgiuchidi, i quali inflissero una pesante sconfitta ai bizantini nella battaglia di Manzikert nel 1071. A questo si aggiunse lo Scisma d’Oriente nel 1054, momento cruciale che portò alla separazione della Chiesa ortodossa orientale da quella occidentale.

Le crociate e il primo crollo dell’Impero bizantino

Coinvolto nelle Crociate come Stato cristiano, l’Impero bizantino subì un duro colpo durante la Quarta Crociata del 1204, quando Costantinopoli fu saccheggiata dai crociati e nove l’imperatore deposto, portando alla frammentazione del territorio bizantino. L’Impero di Nicea e altri stati minori presero forma in seguito. Nonostante la riconquista di Costantinopoli nel 1261 e la nascita di una nuova dinastia bizantina, l’occupazione latina aveva indebolito la regione, lasciandola vulnerabile alle potenze emergenti, come i turchi ottomani. Nella prima parte del XV secolo, l’Impero si ritrovò a controllare solo Costantinopoli e le aree limitrofe.

Costantinopoli fu assediata nel 1453 dalle truppe ottomane guidate dal sultano Mehmet II. Nonostante i tentativi di resistenza e la speranza del supporto delle potenze cristiane, la cadde il 29 maggio 1453, segnando la fine dell’Impero bizantino e il passaggio a una nuova era storica.

La cultura e l’economia di Bisanzio

L’Impero bizantino, e in particolare la sua capitale, Costantinopoli, era caratterizzato da una cultura ricca e raffinata. La produzione di opere greche e latine continuò a influenzare i progressi letterari e scientifici. Sotto Giustiniano, fu redatta una raccolta delle leggi romane, il Corpus Juris Civilis, che riversò un impatto duraturo sul diritto civile. Architettonicamente, i bizantini crearono strutture monumentali come la cattedrale di Santa Sofia, ancora visibile oggi, sebbene trasformata. Dal punto di vista economico, l’Impero prosperò grazie alla sua posizione nevralgica negli scambi commerciali tra Oriente e Occidente.

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Perché Fiume/Rijeka non è italiana? Storia di una città contesa per molti anni

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La città di Fiume, oggi Rijeka, in Croazia, ha una contrassegnata da avvenimenti storici significativi e conflitti. la Seconda guerra mondiale, Fiume fu occupata dai partigiani jugoslavi e successivamente annessa alla Jugoslavia con il trattato di pace del 1947. Attualmente, la popolazione supera di poco i 100.000 abitanti, prevalentemente di lingua ed etnia croata, ma nel passato la città era un centro multietnico con una considerevole presenza italiana. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, movimenti politici rivendicarono la sua annessione all’Italia, culminando con l’occupazione da parte di legionari nel 1919 e il riconoscimento dell’appartenenza al Regno d’Italia nel 1924, che durò fino alla Seconda guerra mondiale.

Fiume nell’Impero austroungarico

Fiume, fondata nell’epoca romana, venne annessa all’Ungheria nel 1779 sotto Maria Teresa d’Austria. Negli ultimi decenni del XIX secolo e nei primi del XX secolo, la città conobbe un periodo di crescita demografica ed economica, grazie al suo porto, passando da poco più di 20.000 abitanti a circa 50.000. Alla vigilia della Prima guerra mondiale, quasi metà della popolazione era di lingua ed etnia italiana, mentre gli altri residenti erano croati, ungheresi e appartenenti ad altre etnie. Fino al 1915, Fiume non era una delle principali rivendicazioni italiane, che si concentravano su altre terre “irredente” come il Trentino e Trieste.

La città di Fiume durante la Prima guerra mondiale

Con l’entrata in guerra dell’Italia contro Austria-Ungheria e Germania, venne sottoscritto il Patto di Londra, che stabiliva i compensi territoriali post-war. Tuttavia, Fiume non era inclusa tra i territori rivendicati. Al termine del conflitto, il movimento per l’annessione della città crebbe in Italia, nonostante la contraddizione di rivendicare Fiume e allo stesso territori non abitati da italiani già previsti nel Patto di Londra. Questa incoerenza portò alla diffusione del mito della vittoria mutilata, che poneva Fiume come principale della rivendicazione nazionalista.

L’impresa di Fiume: d’Annunzio e i suoi sostenitori

Nel settembre del 1919, alcuni reparti dell’esercito italiano, supportati da movimenti nazionalisti, occuparono Fiume, con Gabriele d’Annunzio come leader. L’occupazione riscosse un ampio sostegno in Italia ma sollevò preoccupazioni per un possibile conflitto con la Jugoslavia e per le relazioni con le potenze alleate. Nonostante ciò, il governo italiano non riconobbe l’occupazione e, nel novembre 1920, firmò il trattato di Rapallo, stabilendo l’indipendenza della città. Tuttavia, nel dicembre 1920, le forze armate italiane intervennero, costringendo d’Annunzio alla ritirata. Le richieste di annessione continuarono fino al 1924, quando un nuovo accordo italo-jugoslavo portò all’annessione di Fiume all’Italia, mentre i sobborghi rimasero sotto la giurisdizione jugoslava.

La Seconda guerra mondiale e il passaggio alla Jugoslavia

Fiume rimase parte del Regno d’Italia fino alla caduta del regime fascista. Nel 1943, dopo l’armistizio con gli angloamericani, la città fu occupata dai nazisti e inclusa nella “Zona d’operazioni del Litorale adriatico”. Alla fine della guerra, Fiume fu occupata dai partigiani jugoslavi, e nel 1947 l’Italia riconobbe ufficialmente la sua annessione alla Jugoslavia. Durante questo periodo, gran parte della popolazione di lingua italiana lasciò la città a causa dell’esodo giuliano-dalmata.

Dal 1991, a seguito della proclamazione di indipendenza della Croazia, Fiume è diventata parte di questo Stato. Attualmente, la maggior parte della popolazione è di etnia croata, e solo una piccola minoranza, circa l’,9%, si identifica come italiana.

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Differenze tra latte scremato, parzialmente scremato e intero

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Il latte si presenta in diverse varianti, che si differenziano principalmente per il contenuto di grassi. Queste differenze influenzano non solo il gusto e la consistenza, ma anche l’apporto calorico. Il latte è una emulsione composta da acqua, goccioline lipidiche e altre sostanze nutritive. La scrematura industriale avviene tramite centrifugazione, separando la fase acquosa da quella lipidica. Il latte mantiene un contenuto di grassi pari o superiore al 3,5%, mentre il latte ha una percentuale di grassi che varia tra l’1,5% e l’1,8%. Infine, il latte scremato non può superare lo 0,5% di grassi. È consigliabile limitare il consumo di latte intero e preferire le opzioni scremate per ridurre i rischi cardiovascolari, specialmente per chi è predisposto. Tuttavia, il bilancio calorico generale resta il principale fattore per il mantenimento del peso corporeo.

Composizione chimica del latte

Il latte è considerato un sistema colloidale, con una fase acquosa ricca di proteine, zuccheri e sali minerali, in cui sono disperse goccioline lipidiche. La differenza principale tra le varianti di latte risiede nella quantità di grassi, i quali conferiscono alla bevanda una specifica consistenza e gusto. Secondo il Regolamento (CE) n. 2597/97, il latte intero deve contenere almeno il 3,5% di grassi, il latte parzialmente scremato ha un contenuto compreso tra l’1,5% e l’1,8%, mentre il latte scremato non deve superare lo 0,5% di grassi.

Processo di scrematura

La scrematura del latte consiste nella separazione della fase oleosa dall’acqua utilizzando centrifughe. Questi macchinari operano grazie a un tamburo rotante che, applicando una forza centrifuga, favorisce la separazione delle componenti. Mentre la fase acquosa, essendo più densa, spinta verso l’esterno, le goccioline di grasso si accumulano verso il basso. Anche se il processo non garantisce una separazione totale, le centrifughe moderne sono in grado di produrre latte con un contenuto di grasso inferiore allo 0,1%.

Impatto sulla salute

Il latte intero presenta una maggiore quantità di vitamine liposolubili, pur mantenendo un contenuto di altri nutrienti simile a quello delle varianti scremate. Le linee guida fornite dal Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione suggeriscono di optare per latte parzialmente scremato, per limitare l’assunzione di grassi saturi senza compromettere l’apporto di e proteine. Le raccomandazioni sono particolarmente rilevanti per persone con dismetabolismi del colesterolo o problematiche cardiovascolari, poiché i grassi saturi possono aumentare i livelli di colesterolo LDL. È importante sottolineare che l’accumulo di massa grassa è principalmente legato al surplus calorico generale e non esclusivamente al consumo di latte intero.

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