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Gemelli digitali cattivi generati dall’Intelligenza Artificiale, un’altra minaccia alla sicurezza sul web

L’Intelligenza Artificiale continua a suscitare preoccupazioni in seguito all’allerta lanciata da Trend Micro, azienda specializzata in sicurezza informatica. Secondo le segnalazioni, l’IA potrebbe essere in grado di generare “ ”, ovvero copie digitali di individui, utilizzabili per perpetrate truffe sempre più difficili da identificare.

Con l’espansione dell’Intelligenza Artificiale Generativa nelle aziende, è fondamentale fare attenzione a tali minacce. Jon Clay, VP di Threat Intelligence presso Trend Micro, avverte che gli attacchi sempre più personalizzati richiederanno un impegno collettivo per essere contrastati. Inoltre, si sottolinea come ogni rischio informatico rappresenti un rischio aziendale, capace di influenzare profondamente le strategie future.

Recentemente, il Garante per la Privacy ha interrotto l’utilizzo per gli utenti italiani di DeepSeek, un software di intelligenza artificiale relazionale sviluppato da società cinesi, a causa della scarsa sicurezza nella protezione dei dati sensibili.

Minacce dei Gemelli Digitali

Secondo Trend Micro, la dei “gemelli digitali cattivi” non è da sottovalutare. Queste copie digitali possono violare la privacy degli utenti, utilizzando le informazioni personali per addestrare un modello di linguaggio avanzato, in grado di replicare conoscenza, personalità e stile di scrittura di una vittima. In combinazione con tecnologie come video e audio deepfake, queste tecniche potrebbero facilitare frodi d’identità o truffe mirate.

Le tecnologie di deepfake e IA possono incrementare notevolmente l’efficacia di attacchi mirati, come quelli di compromissione aziendale, attirando e interagendo con le vittime prima di coinvolgere un operatore umano. La preparazione e l’uso di profili social apparentemente autentici possono contribuire alla diffusione di disinformazione e truffe su scala.

In risposta a tali rischi, Trend Micro consiglia l’adozione di un approccio basato sul rischio nella sicurezza informatica, che consenta una gestione centralizzata e una valutazione efficace delle minacce.

Rischi nei Processi Aziendali

Un quadro allarmante emerge dalle analisi di esperti del settore, come Pierluigi Paganini, che evidenzia come nel mercato oscuro siano già disponibili strumenti per creare deepfake e campagne di phishing. situazione solleva interrogativi sull’integrazione di tali tecnologie nelle aziende e sui rischi associati.

L’Intelligenza Artificiale, sebbene considerata un progresso, mette in luce l’ di trovare un equilibrio tra innovazione e protezione dei dati. Le aziende devono affrontare la sfida rappresentata dai rischi emergenti, adottando strategie difensive avanzate e focalizzandosi sulla formazione e informazione continua degli utenti.

Nonostante le preoccupazioni, si evidenzia che l’Intelligenza Artificiale potrebbe rivelarsi utile anche in ambito difensivo, offrendo diverse applicazioni per fronteggiare le minacce cyber.

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Stargate Project, un progetto da 500 miliardi di dollari pensato da Trump per la creazione di una super AI

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Il 21 gennaio 2025 è stata annunciata la del “ Project”, una joint venture tra OpenAI, SoftBank, Oracle e la società di investimento MGX. L’iniziativa prevede un investimento di fino a 500 miliardi di in infrastrutture per l’intelligenza artificiale negli Stati Uniti entro il 2029. Masayoshi Son, CEO di SoftBank, ricoprirà il ruolo di presidente dell’impresa. L’obiettivo principale è quello di rafforzare la leadership americana nel settore dell’AI, creando centinaia di migliaia di posti di lavoro e generando benefici economici a livello globale.

Dettagli e obiettivi del progetto Stargate

Il nome “Stargate” è ispirato all’omonimo film del 1994, che presenta portali verso altri mondi. L’iniziativa è stata paragonata al Progetto Manhattan, il quale ha dato vita alle prime armi nucleari durante la Seconda Guerra Mondiale. L’annuncio ufficiale è avvenuto in una conferenza stampa alla Casa Bianca, dove i leader delle aziende coinvolte hanno descritto Stargate come “il più grande progetto infrastrutturale di intelligenza artificiale della “. È stata inoltre menzionata l’intenzione di utilizzare dichiarazioni di emergenza per accelerare il progetto, in particolare per quanto riguarda l’infrastruttura energetica. Tra i potenziali sviluppi, dall’iniziativa potrebbe derivare una rivoluzione nella produzione di vaccini mRNA contro il cancro.

L’impresa è stata avviata con un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari, con l’obiettivo di raggiungere i 500 miliardi entro il 2029. Secondo quanto riportato da The Information, sia SoftBank che OpenAI hanno impegnato 19 miliardi di dollari ciascuna, detenendo il 40% della proprietà nella joint venture. Oracle e MGX contribuiscono con 7 miliardi di dollari ciascuna, mentre il resto reperito attraverso finanziamenti a debito e partner limitati. Oracle ha indicato che il progetto mira a garantire la leadership americana nell’intelligenza artificiale e a generare benefici economici globali.

Come si sta sviluppando Stargate oggi

Attualmente, Stargate è impegnata nella costruzione di 10 data center ad Abilene, in Texas, con successivi piani di espansione in altri Stati americani. È stato comunicato che ordini esecutivi saranno utilizzati per facilitare la costruzione dell’infrastruttura necessaria, con l’intento di generare circa 100.000 posti di lavoro negli Stati Uniti nel breve termine.

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Attenzione alla nuova “truffa del postino” che svuota il conto bancario se si riceve questa lettera e si scansiona il QR code

Attenzione alla “ del postino”: una lettera apparentemente innocua potrebbe nascondere un QR code pericoloso, in grado di installare malware e rubare dati bancari.

Una lettera ricevuta dal postino può nascondere una informatica. La cosiddetta “truffa del postino” utilizza QR code per diffondere malware in grado di sottrarre dati sensibili, comprese le credenziali bancarie. Dopo le prime segnalazioni in Svizzera, frode si sta diffondendo anche in Italia. È importante sapere come riconoscerla e proteggersi.

La ricezione di comunicazioni cartacee provenienti da enti considerati affidabili, come Poste Italiane o istituzioni governative, non genera sospetti. I truffatori sfruttano proprio questa fiducia: inviano lettere contenenti QR code che, benché possano sembrare innocui, convocano il destinatario a scaricare un’applicazione per servizi pubblici, come avvisi meteo o notifiche di protezione civile.

Tuttavia, il QR code rimanda al download di un’app compromessa, progettata per raccogliere dati bancari e di accesso. Questo tipo di attacco, noto come Quishing (QR phishing), sfrutta la diffusione e l’uso comune dei QR code nella vita quotidiana.

Dalla Svizzera all’Italia: il malware che svuota i conti correnti

L’allerta è stata pubblicata per la prima volta in Svizzera, dove diversi cittadini hanno ricevuto comunicazioni apparentemente inviate da MeteoSwiss e dal Federal Office for Civil Protection (FOCP). Scansionando il QR code incluso nella lettera, le vittime erano indirizzate a scaricare un’app chiamata Severe Weather Warning App, che in realtà era un’esca per installare il malware Coper (noto anche come Octo2).

Una volta installato su dispositivi Android, questo malware si masquerà come un’app ufficiale, permettendo di intercettare informazioni sensibili da oltre 380 applicazioni, comprese quelle per l’home banking, consentendo ai cybercriminali di accedere ai conti correnti online delle vittime.

Anche in Italia sono emersi casi simili, con QR code fraudolenti rinvenuti su comunicazioni cartacee, adesivi nei parcheggi e perfino in messaggi e email contraffatte a nome di istituti bancari. I truffatori replicano QR code di servizi di pagamento e portali bancari, inducendo gli utenti a inserire le proprie credenziali in pagine che sembrano originali ma sono gestite da criminali.

Come proteggersi dalla truffa del QR code

La prevenzione è essenziale di fronte a questa minaccia. Di seguito alcuni consigli pratici per evitare di diventare vittime della truffa del postino:

  • Non scansionare mai un QR code ricevuto tramite lettere, email o SMS da fonti sconosciute o sospette.
  • Scaricare esclusivamente app da store ufficiali, come Google Play Store o App Store.
  • Verificare sempre la provenienza delle comunicazioni ricevute: se si tratta di una banca o di un ente pubblico, contattare direttamente il servizio clienti utilizzando i canali ufficiali.
  • Non inserire dati bancari o credenziali di accesso in pagine aperte tramite QR code senza prima averne verificato l’autenticità.

Cosa fare se si è stati truffati

Se si è scansionato un QR code sospetto e installato un’app malevola, agire tempestivamente è fondamentale:

  • Disinstallare immediatamente l’app sospetta.
  • Ripristinare il telefono alle impostazioni di fabbrica per rimuovere il malware.
  • Cambiare tutte le credenziali di accesso ai servizi bancari e sensibili.
  • Segnalare l’accaduto alla Polizia Postale o alle autorità competenti.

In un contesto in cui i truffatori stanno affinando le loro tecniche e approfittando della fiducia riposta nella tecnologia, la consapevolezza e la cautela si rivelano fondamentali per la protezione. La digitale diventa una responsabilità condivisa.

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La neve marina e la sua importanza per la salute degli oceani

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All’interno del mare esiste un fenomeno noto come neve , frequentemente definito come particelle sospese che si accumulano in profondità. Queste particelle sono costituite da vari materiali, dai deiezioni a detriti organici provenienti da organismi morti, e rivestono un’importanza fondamentale per l’ecosistema marino e il controllo del cambiamento climatico. Comprendere la composizione e il comportamento della neve marina è essenziale per realizzare interventi efficaci in risposta ai cambiamenti ambientali globali.

Cos’è la neve marina?

La neve marina, conosciuta anche come marine snow, è un insieme di particelle biologiche che affondano negli strati più profondi del mare. Queste particelle comprendono escrementi, gusci, materiale in decomposizione e microorganismi. Queste particelle, che iniziano a cadere dagli strati superficiali del mare, sono fonte di nutrienti per la vita sottomarina, contribuendo così alla formazione del seston, il particolato organico presente nella colonna d’acqua.

Le caratteristiche fisiche di questo particolato possono variare durante il suo viaggio verso il fondale; esso può inglobare altre sostanze, diventare più pesante e rappresentare un’importante fonte di cibo per gli animali marini, creando un ciclo alimentare ricco e complesso.

Neve marina particelle

Gli animali sul fondo del mare mangiano la neve?

Nel contesto della catena alimentare marina, la neve marina svolge un ruolo cruciale. La fotosintesi, essenziale per la produzione di sostanza organica, è limitata alle zone superficiali dove la luce solare penetra. Negli strati più profondi, la vita marina deve fare affidamento su risorse alternative, come la neve marina, per nutrirsi. materia organica diventa indispensabile per molte specie, contribuendo alla loro sussistenza, specialmente in ambienti privi di luce solare e produttori primari.

Luce nel mare

Anche se non tutte le specie marine dipendono esclusivamente dalla neve marina, essa rappresenta una risorsa alimentare vitale, offrendo supporto alla rete trofica oceanica. Ogni particella che affonda porta con sé nutrienti essenziali, alimentando una vasta gamma di organismi marini e sostenendo l’ecosistema nel suo complesso.

L’importanza della neve marina nella rete alimentare

La neve marina è cruciale per il funzionamento degli e per il ciclo del carbonio. Essa contribuisce alla produzione e distribuzione di energia nel sistema marino, spostandosi dagli strati superficiali altamente illuminati verso le profondità oscure. Le particelle organiche che affondano svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo biogeochimico, fornendo energia agli organismi degli strati più profondi e permettendo un riciclo efficace della materia. Questo processo è vitale per il sostentamento della vita marina e per il mantenimento dell’equilibrio ecologico degli oceani.

La neve marina non solo diventa una fonte di nutrimento per vari organismi, ma serve anche come habitat per colonie di batteri e micro-organismi, creando ecosistemi attorno alle particelle in caduta. Questa complessità assicura che più livelli di vita nel mare possano interagire e sostenersi a vicenda, rendendo la neve marina un elemento chiave nella dinamica degli ecosistemi oceanici.

La neve marina e il cambiamento climatico

Recenti ricerche evidenziano che la neve marina gioca un ruolo significativo nel regolamento del clima globale. Essa, formata da materia organica e gusci calcarei, è coinvolta nel stoccaggio di carbonio nell’oceano. Attraverso un processo di sedimentazione, il carbonio viene trasferito dal mare all’atmosfera, contribuendo così a controllare le concentrazioni di CO2 e, di conseguenza, le temperature globali. Tuttavia, l’acidificazione degli oceani e il riscaldamento delle acque ostacolano questo processo, compromettendo la capacità della neve marina di sedimentare correttamente e riducendo il carbonio che raggiunge le profondità oceaniche.

Studiare la neve marina è quindi cruciale per comprendere le interazioni nel ciclo del carbonio, l’effetto del cambiamento climatico sulle dinamiche oceaniche e il potenziale impatto sulla vita marina e sugli ecosistemi. Un’ attenta della sua composizione e dei meccanismi di sedimentazione può fornire importanti indizi riguardo alla degli oceani e possibili scenari futuri.

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La splendida Luna della Neve torna con la luna piena.

Non manchiamo il 12 febbraio allo spettacolo della della , la luna di febbraio. alta e luminosissima (tempo permettendo), un vero spettacolo da non perdere!

Canva

Torna la luna piena, sarà il 12 febbraio e si chiamerà Luna della Neve. Sarà alta e luminosissima (tempo permettendo). Anche se la fase di luna piena sarà tecnicamente alle 14.53 ora italiana, poche ore di differenza rispetto al tramonto non comprometteranno la visione di questo fenomeno astronomico.

Come mostrano le carte del cielo, il nostro satellite, il 12 di questo mese, si troverà nei pressi della costellazione del Leone, sull’orizzonte a est, e sarà necessario volgere lo sguardo in quella direzione per assistere allo spettacolo.

luna della neve febbraio 2025luna della neve febbraio 2025

©Stellarium

Perché Luna della Neve

La luna piena di febbraio è conosciuta come Luna della Neve nella tradizione americana, in riferimento ai rigidi inverni boreali. Questo nome è stato attribuito dalle antiche tribù che osservavano gli alberi spezzarsi a causa del freddo, o le persone riunirsi attorno al fuoco per riscaldarsi. Allo stesso modo, i Celti la denominavano Luna di ghiaccio, e a causa delle basse temperature, questo plenilunio è anche noto come Luna ossea.

Tuttavia, non tutte le culture collegano la Luna piena di febbraio al freddo e alla morte. Per la tribù degli Hopi, questo periodo è visto come la Luna della Purificazione e Luna del Rinnovamento, mentre gli antichi cinesi la definivano Luna che sboccia.

Buona visione!

Fonti: Moongiant.com / UAI

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Il romantico “bacio” Luna-Giove immerso nelle Pleaidi sarà visibile a occhio nudo e circondato di stelle cadenti.

La sera del 6 febbraio si preannuncia un evento astronomico di particolare interesse, in quanto la Luna si troverà in congiunzione con Giove vicinanze dell’ammasso stellare delle Pleiadi. Durante lo stesso periodo, si verificheranno anche il picco di tre sciami di cadenti: le xi-Bootidi, le alfa Aurigidi e le lambda Erculidi. Questo affascinante spettacolo visibile a nudo, a condizione che le condizioni meteorologiche siano favorevoli.

La congiunzione Luna-Giove

Come sottolineato dall’UAI, nella notte del 6 febbraio, la costellazione del Toro presenterà la congiunzione tra Giove e la Luna, già oltre il Primo Quarto, con la stella Aldebaran e le Pleiadi vicine. In assenza di inquinamento luminoso, l’ammasso stellare offre una vista di fino a 12 stelle, anche se in ambito urbano sono solitamente visibili da 4 a 5 stelle.

©Stellarium

Gli sciami di stelle cadenti

Nelle stesse ore dell’evento, sarà possibile osservare il picco di tre distinti sciami di stelle cadenti. Le xi-Bootidi raggiungeranno il loro picco la notte tra il 4 e il 5 febbraio e sulla successiva tra il 5 e il 6; il radiante sarà visibile dalla mezzanotte in poi, raggiungendo la massima visibilità circa all’alba.

Per le alfa Aurigidi, il radiante sarà osservabile per gran parte della notte, culminando vicino allo zenit intorno alle ore 20 e spostandosi verso il tramonto nelle ore successive. Il picco di pioggia di meteore si verificherà tra il 5 e il 6 febbraio e tra il 6 e il 7.

Infine, anche le lambda Erculidi raggiungeranno il picco nelle notti tra il 5 e il 6 febbraio e il 6 e il 7, con il radiante visibile a partire dalle 2.00 e massima altezza all’alba.

La serata del 6 febbraio offre dunque un’opportunità da non perdere per gli appassionati di astronomia e per chiunque desideri godere di uno spettacolo naturale unico.

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Rivoluzione nella storia della Chiesa sintetizzata

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La Riforma protestante è una delle più significative scissioni del mondo cristiano, verificatasi nel XVI secolo. Il 31 ottobre 1517, il monaco agostiniano Martin Lutero rese pubbliche le sue 95 tesi, esprimendo critiche verso il papato e introducendo una dottrina religiosa. Le sue tesi si concentravano sulla denuncia del malcostume nella , in particolare la vendita delle indulgenze, praticata per finanziare la costruzione della Basilica di San Pietro. La divulgazione delle idee di Lutero portò a un’ampia diffusione della Riforma, sia in Germania che nei Paesi europei, contribuendo a conflitti religiosi tra le denominazioni protestanti e cattoliche, conflitti che si protrassero fino alla metà del Seicento.

Le 95 tesi di Lutero

L’inizio della Riforma è generalmente associato al 31 ottobre 1517, data in cui Martin Lutero pubblicò le sue 95 tesi, critiche nei confronti della Chiesa e della pratica della vendita delle indulgenze. Queste pratiche commerciali promettevano la remissione dei peccati a fronte di un pagamento monetario, suscitando indignazione e protesta tra i fedeli. Lutero contestò l’inefficienza della Chiesa dell’epoca e suscitò l’ di ampie fasce della popolazione tedesca.

Dottrina luterana e principi del protestantesimo

Successivamente alle tesi, Lutero sviluppò una dottrina teologica distinta dalla fede cattolica. Introdusse il concetto di predestinazione, affermando che la salvezza dell’anima fosse determinata da Dio piuttosto che dalle azioni degli individui. Lutero abolì il sacerdozio, sostenendo che non fossero necessari intermediari tra l’uomo e Dio. Inoltre, promosse il libero esame, incoraggiando ogni fedele a leggere e interpretare i testi sacri. La stampa, recente invenzione dell’epoca, giocò un ruolo cruciale nella diffusione delle idee della Riforma.

Diffusione e conseguenze in Europa

La Riforma si estese oltre la Germania, influenzando anche la Svizzera con le dottrine di Ulrich Zwingli e Giovanni Calvino, oltre a dar vita allo scisma anglicano in Inghilterra nel 1534. La divisione religiosa che ne seguì portò a una perdita di unità nell’Europa cristiana, con circa un terzo della popolazione non riconoscente più l’autorità di Roma. La risposta della Chiesa cattolica si tradusse nella Controriforma, mirando a riformare la Chiesa e contrastare la diffusione delle idee protestanti. La violenza dei conflitti religiosi, compresa la Guerra dei trent’anni, si protrasse per più di un secolo, segnando un periodo turbolento per l’Europa.

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Come funziona un browser e come ci fa visualizzare le pagine web

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Quando si utilizza un per navigare in Internet, il processo che consente di una pagina è complesso e coinvolge una rete globale di computer e protocolli. Il browser, il software che facilita l’interazione con il web, invia richieste ai server che ospitano i siti, ricevendo in risposta i dati che vengono poi trasformati in pagine visibili. Tale scambio avviene attraverso protocolli di comunicazione come HTTP e HTTPS, mentre il DNS si occupa della traduzione degli indirizzi web in indirizzi IP. Questo processo, sebbene rapido, nasconde diversi passaggi tecnici fondamentali per la nostra esperienza online.

I due protagonisti principali: client e server

Per comprendere il funzionamento di un browser, è necessario considerare i due elementi chiave della navigazione web: il client e il server. Il client è il dispositivo utilizzato per connettersi a Internet, che può essere un computer, uno smartphone o un tablet. Il server, contrariamente, è un computer remoto che ospita i siti e fornisce i contenuti su richiesta. Quando viene inserito un URL nella barra degli indirizzi, il browser avvia una serie di operazioni per recuperare e visualizzare la pagina richiesta.

Il primo passaggio consiste nella ricerca dell’indirizzo IP del sito web tramite il DNS, che funge da “rubrica” associando gli indirizzi digitati a numeri univoci. Dopo aver identificato il server corretto, il browser invia una richiesta HTTP o HTTPS per ottenere una copia del sito. Se la richiesta è accettata dal server, questo risponde con un messaggio di stato, come “200 OK”, e inizia a inviare i file del sito web suddivisi in pacchetti di dati.

I pacchetti viaggiano attraverso la rete utilizzando protocolli come TCP/IP, i quali garantiscono il corretto arrivo dei dati al browser. Una volta ricevuti, il browser ricompone i pacchetti e inizia l’elaborazione dei file della pagina web. La suddivisione dei dati in pacchetti consente una gestione più efficiente, permettendo percorsi diversi per ogni pacchetto e una maggiore velocità di trasferimento.

Com’è composto un sito web: le caratteristiche

Riguardo alla composizione di un sito web, i file che lo costituiscono si possono suddividere in due categorie principali: file di codice e risorse. I file di codice sono redatti in vari linguaggi, tra cui:

  • HTML, che definisce la della pagina, indicando la posizione di testi, immagini e link;
  • CSS, utilizzato per la formattazione dei documenti HTML e per l’aspetto grafico delle pagine;
  • JavaScript, un linguaggio di programmazione per aggiungere interattività e dinamiche avanzate.

Le risorse includono tutti gli elementi visivi e multimediali che compongono un sito web, come immagini, video e documenti. Il browser segue una sequenza specifica per caricare questi file: analizza l’HTML, scarica e interpreta i file CSS, creando una struttura definita CSSOM, e infine esegue eventuali script JavaScript.

Durante questi processi, il browser costruisce una rappresentazione della pagina chiamata DOM, una struttura ad albero che mappa tutti gli elementi. Al termine, il motore di rendering del browser combina il DOM con il CSSOM, generando la visualizzazione finale della pagina, che può essere esplorata dagli utenti. I browser moderni gestiscono anche memorizzazioni di dati tramite cookie e certificati SSL/TLS per garantire la delle connessioni.

Tutte queste operazioni avvengono in frazioni di secondi, evidenziando l’efficienza del browser, considerato un sofisticato strumento di elaborazione che trasforma dati grezzi in esperienze visive e interattive, rendendo il web accessibile a tutti.

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Russamento fermato: la federa con riscaldamento al grafene promette di porre fine al problema

Una rivoluzionaria: tecnologia anti-russamento, al con vibrazioni intelligenti e diffuso per notti serene e confortevoli

YouTube – @Warm Sleep Technology

In Italia, si stima che circa il 60% degli uomini e il 25% delle donne russino abitualmente. Nonostante la diffusione del fenomeno, chi russa spesso non ne è consapevole, causando disagi tra i partner o i coinquilini. La Warm Sleep Technology Co. Ltd ha sviluppato una federa innovativa per affrontare questo problema, la quale rileva e riduce i disturbi del russare attraverso vibrazioni leggere e un sistema di riscaldamento avanzato, particolarmente utile nei mesi invernali.

Al momento, il prodotto è disponibile sulla piattaforma Kickstarter al prezzo di circa 80 €, con offerte speciali per i primi acquirenti.

Come funziona?

Questa federa è dotata di un modulo di vibrazione intelligente, capace di rilevare automaticamente i rumori del russare. Una volta individuato il rumore, la federa invia una leggera vibrazione per informare l’utilizzatore, evitando interruzioni brusche del sonno.

Il design include anche un insieme di funzionalità avanzate, tra cui:

  • Protezione contro sovratensioni, surriscaldamenti e cortocircuiti per un utilizzo sicuro.
  • Materiali impermeabili e lavabili in lavatrice, per garantire praticità e igiene.

Il sistema di riscaldamento al grafene rappresenta un punto di forza della federa, consentendo una conversione rapida dell’energia in calore con un’efficienza del 99%. Questa tecnologia emette onde a infrarossi lontani (tra 6 e 14 micron), distribuendo il calore uniformemente sulla superficie della federa, risultando particolarmente adatta per chi vive in regioni italiane soggette a basse temperature e per chi soffre di tensioni muscolari a testa, collo e spalle.

Tre livelli di temperatura sono disponibili per personalizzare l’esperienza:

  • 45°C (verde): per un leggero tepore;
  • 50°C (blu): per una sensazione di calore equilibrata;
  • 55°C (rosso): adatto per le notti più fredde.

In aggiunta, il dispositivo è progettato per spegnersi automaticamente in caso di surriscaldamento, garantendo così massima sicurezza.

La federa è realizzata con materiali ecosostenibili, un aspetto rilevante per chi presta attenzione all’ambiente. È scelta un velluto ecologico, morbido al tatto, leggero e delicato sulla pelle, altamente traspirante e in grado di adattarsi alla forma della testa e delle spalle, riducendo il rischio di dolori o fastidi durante la notte.

Il tessuto fornisce isolamento termico, prevenendo raffreddamenti improvvisi durante il sonno, un aspetto significativo nei climi umidi presenti in molte regioni italiane.

Infine, la federa è disponibile in due colori eleganti, arancione e grigio, adattabili a vari stili di arredamento.

Fonte: Kickstarter

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Il futuro dell’identità digitale: come avviene e come proteggersi

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Il furto d’identità virtuale rappresenta una crescente, colpendo milioni di persone ogni anno. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, questo crimine si verifica quando un malintenzionato «ottiene e usa in modo illecito i dati personali di un’altra persona in un modo che implica frode o inganno, in genere per guadagno economico». Le informazioni rubate possono includere nomi, indirizzi, numeri di carte di credito, credenziali di accesso e persino documenti ufficiali. I metodi impiegati dai criminali sono variegati: phishing, malware e tecniche di ingegneria sociale sono tra i più comuni. Una volta acquisiti i dati personali, i criminali possono svuotare conti bancari, effettuare acquisti non autorizzati o vendere le informazioni ottenute nel Dark . Tuttavia, molte di queste minacce possono essere prevenute seguendo alcuni pratici consigli, come l’uso di password robuste e l’attivazione dell’autenticazione a due fattori.

Cos’è e come avviene il furto d’identità digitale

L’identità è costituita da tutte le informazioni che identificano un individuo in modo univoco, tra cui nome, cognome, indirizzo e-mail, credenziali di accesso e dettagli finanziari. Il furto di queste informazioni può comportare gravi conseguenze economiche, legali e psicologiche per le vittime.

I cybercriminali mettono in atto diversi stratagemmi per ottenere dati sensibili. Ad esempio, il phishing sfrutta e-mail o messaggi che simulano comunicazioni ufficiali, spingendo le vittime a fornire credenziali sotto false pretese. Inoltre, software malevoli come keylogger e virus possono essere utilizzati per catturare password. La cattura dei dati tramite reti Wi-Fi pubbliche non protette rappresenta un altro pericolo, insieme all’ingegneria sociale, che utilizza informazioni disponibili sui social per ingannare le vittime in modo da rivelare dati sensibili. Le abitudini degli utenti, come l’uso di password deboli e la navigazione su siti non sicuri, complicano ulteriormente la situazione.

Come proteggersi dal furto d’identità online

Per ridurre il rischio di furto d’identità digitale, è essenziale adottare misure di pratiche. Tra i comportamenti consigliati si segnalano:

  • Utilizzare password complesse e uniche per ogni account, preferibilmente gestite tramite un password manager.
  • Attivare sempre l’autenticazione a due fattori per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza.
  • Evitare la condivisione eccessiva di informazioni personali sui social network, poiché ogni dato pubblicato può essere intercettato.
  • Controllare che i siti web utilizzino il protocollo HTTPS per garantire connessioni sicure.
  • Aggiornare regolarmente applicazioni, sistemi operativi e antivirus per correggere vulnerabilità.
  • Evitare reti Wi-Fi pubbliche, o usare una VPN quando necessarie, per cifrare i dati.
  • Essere cauti riguardo a e-mail o messaggi sospetti, evitando di aprire allegati o link da mittenti sconosciuti.
  • Verificare sempre l’autenticità delle richieste di dati personali e ricordare che istituzioni ufficiali non solicitano informazioni sensibili telefonicamente.
  • Monitorare regolarmente i movimenti bancari per identificare eventuali attività sospette e attivare notifiche per transazioni non autorizzate.

In caso di furto d’identità online, è importante denunciare immediatamente l’accaduto alle autorità competenti, come la Polizia Postale, che fornirà indicazioni per mitigare i danni.

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Disfatta che provocò decine di migliaia di morti

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Durante la Seconda Guerra Mondiale, le forze armate italiane parteciparono alla campagna fronte orientale, contro l’Unione Sovietica, dal 1941 al 1943. L’Italia inviò inizialmente un corpo di spedizione, il CSIR, e successivamente una vera e propria armata, l’ARMIR. Complessivamente, circa 230.000 soldati italiani combatterono in Russia, subordinati alle forze armate tedesche, senza avere un ruolo militare di particolare rilevanza. Nell’inverno del 1942-43, l’ARMIR, male equipaggiata e armata, subì una pesante controffensiva russa, portando a una ritirata disastrosa in cui circa 85.000 soldati morirono o furono catturati. I superstiti furono rimpatriati a marzo, decretando un fallimento catastrofico della campagna, con conseguenze psicologiche e politiche profonde per il Paese.

La campagna italiana in Russia

Il fronte orientale rappresentò il settore più significativo, in termini di forze coinvolte, della Seconda guerra mondiale. La sconfitta dei nazisti in Russia fu decisiva per il corso del conflitto. La partecipazione delle forze armate italiane fu marginale dal punto di vista militare, ma assunse un’ politica. Mussolini iniziò a valutare la possibilità di intervenire in un conflitto tra Germania, alleata dell’Italia, e l’Unione Sovietica già nella primavera del 1941. In quel periodo, la Germania e l’URSS erano legate da un patto di non aggressione, ma si era compreso che Berlino intendeva rompere tale accordo attraverso l’invasione del territorio sovietico. L’operazione Barbarossa iniziò il 22 giugno 1941, con la Germania che invase l’URSS con circa 3.500.000 soldati, mirati all’occupazione dell’intera Russia europea entro la dell’anno.

Direttrici d'attacco dell'Operazione Barbarossa
Direttrici d’attacco dell’Operazione Barbarossa

Mussolini, non consultato da Hitler, decise di inviare un corpo di spedizione a sostenere i tedeschi, ordinando la costituzione del CSIR, Corpo di spedizione italiano in Russia, composto da circa 62.000 uomini. Gli storici hanno analizzato a lungo la decisione di Mussolini, considerata un errore strategico che comportò il ritiro di truppe da altri fronti. L’esercito italiano era mal equipaggiato e i soldati del CSIR non potevano influenzare significativamente l’andamento delle operazioni. Tuttavia, la scelta di intervenire era di natura politica: Mussolini temeva di perdere prestigio nei confronti di Hitler a favore di altri Paesi come Romania, Ungheria e Finlandia, che avevano già inviato contingenti consistenti e meglio equipaggiati. Inoltre, la lotta contro il “bolscevismo” era un elemento ideologico fondamentale del fascismo. La partecipazione italiana si rivelò necessaria per mantenere un ruolo nel Nuovo ordine mondiale post-vittoria. I tedeschi, però, non erano attratti dalla partecipazione italiana e Hitler mostrò scarso interesse per l’offerta, sebbene non potesse rifiutarla.

Le operazioni militari: dal CSIR all’ARMIR

Il CSIR, giunto in Russia nel luglio 1941, fu aggregato alla 11ª armata tedesca e impiegato nella parte meridionale del fronte, rendendo un contributo significativo nella conquista della città di Stalino (oggi Doneck) in Ucraina. Nonostante una poderosa avanzata tedesca fino alle porte di Mosca, la conquista non si concretizzò. Durante l’inverno, le forze sovietiche lanciarono una controffensiva, costringendo le truppe germaniche a ritirarsi, mentre il CSIR mantenne le sue posizioni.

Nel 1942, il numero di soldati italiani aumentò, poiché Mussolini voleva un maggiore coinvolgimento nella guerra contro l’URSS e i tedeschi, dopo la controffensiva russa, mostrarono la stessa intenzione. Nell’estate del 1942, altri due corpi d’armata italiani, compreso uno di alpini, giunsero al fronte. I due corpi, uniti al CSIR già presente, formarono l’ARMIR, Armata italiana di Russia, composta da circa 230.000 uomini e agli ordini del generale Italo Gariboldi. L’ARMIR si schierò a sostegno delle operazioni dell’esercito tedesco, che lanciò un’offensiva per Stalingrado e il Caucaso, con le truppe italiane posizionate vicino al fiume Don.

Bersaglieri italiani diretti al fronte
Bersaglieri italiani diretti al fronte

Il dramma della disastrosa ritirata in Russia

L’attacco tedesco a Stalingrado risultò in un fallimento e segnò l’inizio del declino per la Germania nazista. A novembre, l’Armata Rossa avviò la prima offensiva, l’operazione Urano, accerchiando e sopraffacendo due armate rumene e la VI armata tedesca. Il 16 dicembre, dopo aver respinto un tentativo tedesco di contrattacco, l’esercito sovietico lanciò una offensiva sul Don, nota come operazione Piccolo Saturno, travolgendo una parte dell’ARMIR, costringendola a indietreggiare. A gennaio, un ulteriore attacco russo colpì il corpo d’armata alpino, portandolo alla ritirata.

La ritirata italiana
La ritirata italiana

Le condizioni delle truppe italiane durante la ritirata si rivelarono critiche: i soldati non erano equipaggiati per affrontare l’invernale russo e non potevano competere militarmente con l’Armata Rossa. La ritirata risultò quindi disastrosa, con circa 85.000 soldati caduti o catturati e, tra questi prigionieri, solo 10.000 riuscirono a ritornare in Italia al termine del conflitto. Dopo la sconfitta, i resti dell’ARMIR ripiegarono in Bielorussia e furono rimpatriati nel mese di marzo.

Prigionieri italiani
Prigionieri italiani

La memoria

La campagna di Russia lasciò un segno indelebile sulle forze armate italiane, contribuendo a diffondere sentimenti antigermanici tra i soldati, che accusarono l’esercito tedesco di averli abbandonati. La sconfitta portò anche a un rapido declino del consenso nei confronti del regime fascista, responsabile dell’invio di soldati mal equipaggiati in un contesto così avverso. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, gli eventi del fronte orientale sono stati narrati in romanzi e memorie, rimanendo un elemento cruciale nella memoria collettiva italiana.

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Funziona davvero questa presa elettrica fotovoltaica da finestra?

La proposta di una presa solare da fissare a una per generare energia a 220V si presenta come un’idea innovativa. Tuttavia, il Window Socket, pur essendo interessante, rimane un prototipo con ottiche limitazioni tecnologiche.

©Behance

Il Window Socket è concepito come un panello solare delle dimensioni di un palmo, mirato a fornire energia a 220V per dispositivi come smartphone e laptop. Il design, opera di due designer sudcoreani, Kyuho Song e Boa Oh, ambisce a sfruttare la luce solare in modo pratico e portatile.

Funzionamento del Window Socket

Il dispositivo si presenta come un disco essenziale, dotato di un modulo fotovoltaico circolare. Un lato cattura i raggi solari, mentre l’altro dispone di una ventosa per il fissaggio su finestre o superfici vetrate. È equipaggiato con una batteria integrata da 1.000 mAh, necessaria per 5-8 ore di esposizione al sole per una ricarica completa.

L’energia accumulata è convertita per fornire corrente a 220V tramite un convertitore di tensione integrato. Presentato nel 2016 durante la Dubai Design Week, il progetto ha suscitato per il suo potenziale in sostenibilità e portabilità, ma non è mai stato commercializzato, rimanendo un’idea concettuale.

Limiti tecnologici del dispositivo

Nonostante l’interesse, il Window Socket si confronta con alcune limitazioni tecnologiche significative. La batteria di 1.000 mAh risulta insufficiente per le attuali esigenze energetiche; infatti, uno smartphone da 4.000 mAh richiederebbe molteplici ricariche per raggiungere la piena carica. Inoltre, il necessario per accumulare energia rende il dispositivo poco pratico per l’uso quotidiano.

Un altro aspetto critico riguarda la capacità dei pannelli fotovoltaici miniaturizzati, che attualmente non riescono a produrre energia sufficiente per dispositivi di maggiore potenza. Un modulo di tali dimensioni non supporta apparecchi con elevati consumi energetici.

La concezione di un gadget portatile presenta potenzialità nella sensibilizzazione verso le fonti di energia rinnovabili, ma resta da affrontare il dei limiti tecnici e la mancanza di aggiornamenti progetto, sollevando interrogativi sull’effettiva applicazione pratica del dispositivo.

Fonte: Behance

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