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Il solstizio d’inverno seguito in diretta dai luoghi sacri più suggestivi dell’antichità: Stonhenge e Newgrange

Non perdere un’occasione unica per ammirare in streaming gratuita il solstizio d’inverno nei siti archeologici di Stonehenge e . Un viaggio virtuale per riscoprire l’antica connessione tra l’uomo e i cicli della natura questi straordinari osservatori astronomici preistorici.

L’inverno arrivando, e si avvicina il solstizio, offrendo l’opportunità di osservare il sorgere del sole da alcuni dei più importanti siti archeologici del Regno Unito e dell’Irlanda. Queste strutture rappresentano un legame storico tra le antiche civiltà e i cicli naturali.

I nostri antenati erano osservatori esperti dei fenomeni naturali, dai cicli delle maree ai cambiamenti stagionali, riflettendo in modo significativo nei megaliti presenti nelle isole britanniche.

Stonehenge

Stonehenge, con i suoi megaliti disposti in cerchio, è considerato uno dei primi osservatori astronomici della . La disposizione delle pietre è studiata con precisione, allineandosi con il sole nei momenti chiave dei solstizi, testimoniando le conoscenze astronomiche avanzate di quel periodo.

Newgrange

Newgrange, situato in Irlanda, è un altro sito significativo, databile intorno al 3200 a.C., precedendo anche le piramidi egizie. Durante il solstizio d’inverno, la tomba offre uno spettacolo affascinante, in cui i raggi del sole illuminano per alcuni minuti la camera sepolcrale centrale.

Dove vedere le dirette streaming

Le dirette streaming delle celebrazioni del solstizio saranno disponibili su YouTube. Per Stonehenge, il collegamento è fissato alle 07:30 GMT del 21 dicembre, mentre il sorgere del sole è atteso per le 08:08 GMT QUI.

Newgrange, invece, effettuerà la diretta alle 08:40 UTC del 21 dicembre, con la trasmissione accessibile su questa pagina.

L’osservazione di questi eventi, anche se tramite un dispositivo, sottolinea il forte legame tra gli antichi e l’ambiente naturale, prima della crescente distanza creata dalla tecnologia nella società contemporanea.

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Impatto sulla Luna: il fenomeno che ha stupito il mondo nel video

Tra il 6 e l’8 dicembre 2024, spettacolari lampi sulla hanno impatti meteoritici durante lo sciame delle Geminidi, offrendo agli astronomi una straordinaria opportunità per osservare e studiare i processi di collisione cosmica.

Tra il 6 e l’8 dicembre 2024, la Luna è stata teatro di spettacolari impatti meteoritici. Questi eventi hanno generato lampi luminosi osservabili dalla Terra, attirando l’attenzione di astronomi e appassionati di tutto il . La superficie lunare, priva di atmosfera, è particolarmente vulnerabile a queste collisioni, che offrono una rara opportunità di studiare i processi di formazione dei crateri.

In particolare, l’8 dicembre 2024, alle 22:34 e 35 secondi, un bagliore improvviso ha illuminato il lato in ombra della Luna. Questo fenomeno, ripreso da strumenti ad alta velocità, è stato confermato telescopi in varie località. Gli osservatori hanno descritto l’impatto come un lampo intenso e fugace, visibile grazie alla luce cinerea riflessa dalla Terra.

Le cause: meteore e sciami meteorici

Questi lampi sono spesso legati agli sciami meteorici, come le Geminidi, attivi proprio in questo periodo dell’anno. Durante tali fenomeni, frammenti di asteroidi e comete, detti meteoroidi, colpiscono la superficie lunare a velocità elevatissime. Gli impatti generano e luce, rendendo visibile il fenomeno anche a occhio nudo o con strumenti amatoriali.

La Luna offre un’opportunità unica per osservare e analizzare i processi di impatto cosmico. I lampi luminosi, infatti, sono un indicatore diretto delle collisioni e permettono di stimare le dimensioni e la velocità dei meteoroidi. Ogni impatto contribuisce a modificare il paesaggio lunare, arricchendo la nostra comprensione dell’universo.

今夜はもう1つ月面衝突閃光がありました。2024年12月8日22時34分35秒に自宅から360fpsで撮影し(スロー再生)、複数台の望遠鏡で確認できました。連日明るい流星や火球が流れていますが、月面衝突閃光も続けて捉えられています。 pic.twitter.com/iHUq9EuXQg

— 藤井大地 (@dfuji1) December 8, 2024

Fonte: X – dfuji1

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Un gigantesco buco grande quanto 60 Terre viene osservato nel sole: quali conseguenze e cosa sta succedendo?

Rilevato un gigantesco “ coronale” sulla superficie solare: dimensioni mai viste e venti rapidi orientati verso la Terra, un raro con possibili impatti geomagnetici

©NOAA

Un gigantesco foro, noto come “buco coronale”, si è formato sulla superficie del , scatenando potenti flussi di vento solare che viaggiano a velocità insolite. Questa anomalia, comparsa nel 2023 vicino all’equatore solare, ha raggiunto un’ampiezza di circa 800.000 chilometri in sole 24 ore, una dimensione superiore a 60 volte il diametro terrestre. La sua posizione e il momento della comparsa sono altrettanto sorprendenti: secondo gli esperti, eventi simili sono estremamente rari in questa fase del ciclo solare.

Cos’è un buco coronale

I buchi coronali sono regioni dell’atmosfera solare (corona) caratterizzate da temperature e densità più basse rispetto alle aree circostanti. In queste zone, il campo magnetico solare si apre, permettendo al vento solare di fuoriuscire più facilmente e di propagarsi nello spazio a velocità elevate, fino a 800 chilometri al secondo.

Dal 4 dicembre, il buco è orientato direttamente verso la Terra, un dettaglio che avere implicazioni significative sul nostro pianeta. Infatti, i venti solari così rapidi possono interagire con il campo magnetico terrestre, causando tempeste geomagnetiche in grado di disturbare le telecomunicazioni e le reti elettriche, oltre a generare spettacolari aurore boreali.

L’origine e l’impatto del fenomeno

I “buchi coronali” sono aree della corona solare dove il campo magnetico si apre verso lo spazio, permettendo al vento solare di fuoriuscire con maggiore intensità. Sebbene siano fenomeni temporanei, le dimensioni di questo buco e la sua vicinanza all’equatore rappresentano un’anomalia senza precedenti. Gli scienziati monitorano attentamente il fenomeno per comprendere meglio l’ che potrebbe avere sulla tecnologia terrestre e sui climi spaziali.

Fonte: NOAA

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Solstizio d’inverno 2024: quando si verifica precisamente e quanto dura il giorno più corto dell’anno?

Il solstizio d’inverno, che avviene il 21 dicembre, rappresenta il con meno ore di luce nell’emisfero settentrionale: questo fenomeno astronomico ha influenzato tradizioni culturali e festività in tutto il .

Il solstizio d’inverno è un evento astronomico che segna il giorno con il minor numero di ore di luce nell’emisfero settentrionale. Nel 2024, il solstizio d’inverno si verificherà esattamente il 21 dicembre alle ore 10:21, segnando ufficialmente l’inizio dell’inverno astronomico.

Il fenomeno è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre, che misura circa 23,4 gradi rispetto al piano dell’orbita terrestre. Durante il solstizio, il Polo Nord si trova nella posizione di massima inclinazione lontano dal , riducendo la quantità di luce diurna che raggiunge l’emisfero settentrionale. Questo porta a giornate molto brevi e notti molto lunghe.

Quanto dura il giorno più corto dell’anno in Italia?

In Italia, il giorno più dell’anno varia leggermente in base alla latitudine. Al Nord, ad esempio a Milano, il 21 dicembre avremo circa 8 ore e 42 minuti di luce, mentre al Sud, a Palermo, la durata sarà leggermente superiore, raggiungendo quasi 9 ore. In entrambi i casi, il solstizio rappresenta il punto più basso dell’anno in termini di ore di luce, prima che le giornate inizino gradualmente ad allungarsi.

Dopo il solstizio d’inverno le giornate si allungano?

Subito dopo il solstizio d’inverno, le giornate cominciano a diventare più lunghe e le notti ad accorciarsi. Questo processo continuerà fino al solstizio d’estate, che si a giugno e segna il giorno più lungo dell’anno. Intorno a marzo, con l’equinozio di primavera, ore di luce e buio si equilibrano, ciascuna per circa 12 ore.

Cosa significa “solstizio”?

La parola “solstizio” deriva dal latino “solstitium”, che significa “il Sole si ferma”, perché il movimento apparente del Sole verso nord o sud si arresta prima di cambiare direzione.

Il solstizio segna quindi l’inizio dell’inverno? Dipende. Sì se stiamo parlando di “inverno astronomico”: in questo caso è il primo giorno della stagione invernale. Tuttavia, se ci si riferisce all’ “inverno meteorologico”, allora il primo giorno d’inverno è il 1° dicembre.

Questo perché i meteorologi suddividono l’anno in modo uniforme, con tre mesi per ciascuna delle quattro stagioni.

Il solstizio d’inverno non è solo un fenomeno astronomico, ma anche un simbolo di rinascita e speranza in molte culture. Da secoli, questa data è celebrata con rituali e festività che salutano il ritorno della luce. Anche in Italia, alcune tradizioni popolari hanno radici legate al solstizio: ad esempio, i fuochi accesi in molte regioni del Centro e Nord Italia simboleggiano la luce che trionfa sull’oscurità.

LEGGI anche: Solstizio di inverno: tradizioni e rituali del giorno più corto dell’anno

Il solstizio è un’occasione per riflettere sulla ciclicità della natura. Può essere celebrato trascorrendo del tempo all’aperto, osservando il cielo al tramonto, o partecipando a eventi che sottolineano l’importanza del ritorno della luce.

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Nuovi dubbi sulla sicurezza dei dati sollevati dall’app di fast fashion cinese Temu. Lo studio

Un nuovo report avrebbe rilevato anomalie tecniche nell’app, tra cui il caricamento dinamico di codice senza aggiornamenti e un livello di crittografia che potrebbe nascondere trasmissioni di dati. L’ennesima conferma

Un’indagine sulla cybersicurezza ha messo nuovamente sotto la lente d’ingrandimento l’app di fashion Temu. L’Istituto Nazionale di Test per la Cybersicurezza (NTC) ha evidenziato alcune anomalie tecniche che, se confermate, potrebbero compromettere la degli utenti.

Tra i principali problemi segnalati dall’ dell’NTC ci sono il caricamento dinamico di codice e un utilizzo complesso della crittografia. Tuttavia, l’ente ha comunicato che non sono stati riscontrati rischi critici per la sicurezza né prove di attività di sorveglianza non autorizzata.

Inoltre, Temu adotta protocolli di crittografia avanzati, che, sebbene possano rafforzare la protezione dei dati, potrebbero anche nascondere trasmissioni non autorizzate, alimentando sulla trasparenza delle operazioni della piattaforma.

Anomalie tecniche di Temu

L’analisi ha identificato diverse “red flags”:

  • Il caricamento dinamico di codice in ambiente di runtime proprietario, consentendo all’app di modificare autonomamente il proprio comportamento e agli sviluppatori di adattare le funzioni senza bisogno di aggiornamenti attraverso l’App Store, evitando l’intervento degli utenti.
  • Livelli aggiuntivi di crittografia, che, pur potendo rafforzare la protezione dei dati, potrebbero anche essere impiegati per nascondere trasmissioni indesiderate.

Raccomandazioni per gli utenti

Per un uso più sicuro di Temu, l’NTC consiglia di adottare diverse precauzioni:

  • Aggiornare regolarmente il dispositivo per ridurre le vulnerabilità.
  • Limitare le autorizzazioni concesse all’app, concedendo solo quelle strettamente necessarie.
  • Monitorare il traffico dati per individuare eventuali attività sospette.

Questi aspetti mettono in evidenza la necessità di una maggiore consapevolezza tra gli utenti riguardo ai potenziali rischi associati all’utilizzo dell’app. La questione solleva interrogativi sul valore e sulla qualità dei prodotti disponibili, nonché sull’ ambientale e sociale della loro produzione.

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Il nuovo chip quantistico di Google potrebbe dimostrare l’esistenza di universi paralleli.

Il chip Willow di dimostrare l’esistenza dei mondi grazie a una potenza di calcolo mai vista prima d’ora.

Le performance del nuovissimo chip quantistico Willow di Google hanno riacceso il dibattito sull’esistenza degli universi paralleli. Questa rivoluzionaria tecnologia, presentata recentemente, promette di cambiare per sempre il mondo dell’informatica quantistica grazie a una potenza di calcolo senza precedenti. Secondo Hartmut Neven, fondatore di Google Quantum AI, Willow sarebbe riuscito a eseguire in pochi minuti un calcolo che ai più avanzati supercomputer attuali richiederebbe 10 septilioni di anni – una cifra astronomica che supera l’età stimata dell’intero universo.

Neven ha anche suggerito che la straordinaria efficienza di Willow potrebbe fornire un nuovo supporto per la teoria del multiverso. “Questo risultato offre credibilità all’idea che il calcolo quantistico avvenga in molti universi paralleli, come previsto per la prima volta dal fisico David Deutsch”, ha dichiarato Neven in un post sul blog ufficiale di Google Quantum AI.

Una teoria che divide il mondo scientifico

L’affermazione di Neven ha alimentato nuove speculazioni sul multiverso, un concetto centrale nella fisica quantistica. Secondo questa teoria, esisterebbe un insieme infinito di universi paralleli, ognuno con le sue leggi fisiche e la sua realtà, suscitando sia sostegno che scetticismo e accesi dibattiti.

Il principio alla base di questa ipotesi è legato al fenomeno dell’entanglement quantistico, o intreccio quantistico, che permette a due particelle di rimanere connesse, influenzandosi a vicenda, anche a grandi distanze. Questo fenomeno suggerisce che tutto ciò che esiste nel nostro universo potrebbe avere un riflesso in altri mondi paralleli, formando un sistema interconnesso.

Il chip quantistico Willow rappresenta un enorme passo avanti grazie all’utilizzo dei qubit, che permettono di elaborare simultaneamente più stati rispetto ai tradizionali bit binari (0 e 1) dei computer classici. Questa caratteristica consente ai computer quantistici di risolvere problemi incredibilmente complessi in tempi straordinariamente brevi.

Se confermate, le implicazioni di queste scoperte potrebbero non solo rivoluzionare la ma anche trasformare la comprensione dell’universo e aprire nuovi scenari nella ricerca sui mondi paralleli. Tuttavia, saranno necessari anni di studi per validare completamente queste teorie.

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Cipolla e aglio fanno venire l’alito cattivo e quali sono i rimedi scientifici

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Il consumo di e cipolla è associato alla produzione di alito sgradevole, causato da molecole volatili che si sviluppano durante il loro consumo. Tra queste, l’allil metil sulfide, una volta assorbita nel circolo sanguigno, raggiunge i polmoni e espulsa la respirazione. È importante notare che l’alito derivante da questi alimenti non è causato da residui presenti in bocca, ma si origina da processi metabolici nel corpo. Alcuni alimenti come prezzemolo, menta, mele e latte possono contribuire a ridurre significativamente l’odore sgradevole.

Composizione chimica di aglio e cipolla

Son noti scientificamente come Allium sativum e Allium cepa, rispettivamente. Entrambi appartengono alla famiglia delle Alliaceae, la quale comprende anche altri vegetali come scalogno e porro. Le molecole responsabili dell’odore caratteristico di aglio e cipolla si sviluppano quando questi ortaggi vengono tagliati. L’alliina, presente all’interno delle cellule, entra in contatto con l’enzima allinasi, generando allicina, che si degrada rapidamente in vari composti volatili solforati, tra cui l’allil metil solfuro, il diallil solfuro, l’allil metil disolfuro e l’allil mercaptano.

Origine dell’alito cattivo

Quando l’aglio e la cipolla vengono consumati, le molecole che li compongono possono risalire lungo l’esofago, contribuendo a un alito sgradevole immediato. Tuttavia, la persistenza dell’odore anche ore dopo l’assunzione è attribuibile al fatto che composti come l’allil metil solfuro rimangono nel corpo per lungo . Questi composti, dopo aver attraversato l’apparato digerente, raggiungono il fegato. Solo una parte viene metabolizzata, mentre il resto entra nella circolazione sanguigna e arriva ai polmoni per essere espulso con il respiro, emanando un odore sgradevole.

Strategie per mitigare l’alito di aglio o cipolla

Malgrado il cattivo odore non sia indicativo di patologie, può risultare fastidioso in situazioni sociali. Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di alimenti come prezzemolo, menta, lattuga e mele può ridurre la presenza di composti volatili solforati fino al 50%, grazie all’azione di polifenoli e enzimi che neutralizzano tali molecole. Anche latte e yogurt sembrano contribuire a migliorare l’alito, probabilmente grazie alla loro composizione di acqua e grassi, che aiutano a ridurre la volatilità dei composti responsabili dell’odore.

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Il treno passa attraverso un condominio nella città a più livelli

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Il monorotaia che attraversa un condominio a Chongqing ha guadagnato una notevole visibilità sui social media ed è diventato un’attrazione turistica di rilievo nella città. Questa infrastruttura unica, situata nell’ovest della Cina, si distingue per le sue caratteristiche architettoniche in un contesto urbano dove il territorio si estende per 82.339 km² e ospita oltre tre milioni di abitanti. Chongqing è riconosciuta come l’agglomerato urbano più ampio del , sviluppandosi su più grazie alla sua particolare conformazione geografica che la rende unica.

Il treno che entra nel condominio: la fermata di Liziba

La linea 2 del monorotaia, divenuta celebre, ha suscitato curiosità riguardo alla sua progettazione. Il condominio e la metro sono parte integrante dello stesso progetto concepito dal professore di architettura Ye Tianyi negli anni Novanta, durante una fase di ampliamento del sistema di trasporto pubblico. La complessità del progetto era accentuata dalla geografia montuosa della città, situata tra i fiumi Yangtze e Jialing. L’accordo raggiunto tra la società immobiliare e il Chongqing Rail Transit Group prevedeva che il treno non solo attraversasse il condominio, ma che questo ospitasse anche una fermata.

Il progetto ha tenuto conto delle esigenze acustiche e di vibrazioni, risultando nelle costruzione di un condominio di 19 piani. Completato nel marzo 2004, l’edificio è stato inaugurato ufficialmente nel 2005, con la fermata di Liziba che si trova tra il sesto e l’ottavo piano, attirando l’interesse di turisti e utenti del trasporto pubblico.

La città di Chongqing, costruita su diversi livelli

La fermata di Liziba non è l’unica attrazione di Chongqing. La peculiarità dei numerosi edifici costruiti su più livelli crea situazioni inusuali per i visitatori. Per esempio, è possibile accedere a un palazzo da un ingresso a livello strada e scoprire che l’ascensore porta a un piano molto più alto rispetto a quello atteso. Questa conformazione rende difficile la navigazione con le indicazioni standard di Google Maps, poiché le strade possono trovarsi a diverse altezze, rendendo così necessari i suggerimenti degli abitanti locali.

area urbana di Chongqing

La vastità di Chongqing è notevole: con i suoi 82.000 km², la città risulta equivalente all’intera superficie dell’Austria. È importante notare che, sebbene Chongqing sia una delle città più grandi del mondo in termini di area, la sua zona urbana è relativamente più contenuta rispetto a metropoli globali, con una densità abitativa di 389 abitanti per km². Gran parte della popolazione vive in aree rurali, poiché nel 1997 Chongqing è stata riunificata con province limitrofe, acquisendo il titolo di “municipalità direttamente amministrata dal governo“, una classificazione che consente una gestione centralizzata della città.

Dalla guerra sino-giapponese alla guerra civile: la storia della città

Questa unificazione rappresenta una parte significativa della lunga di Chongqing. Durante la Seconda Guerra Sino-Giapponese, la città divenne la capitale temporanea della Cina, dopo la cattura di Nanchino da parte delle forze giapponesi. Questo spostamento portò la capitale a Chongqing, permettendo al governo di continuare le operazioni lontano dal conflitto. Anche durante la Guerra Civile Cinese, la città fu importante per le forze nazionaliste del Kuomintang nella lotta contro il comunismo.

panorama notturno di Chongqing

Oggi, Chongqing è considerata una città prospera, nota per il suo clima caratterizzato da estati umide e nebbiose, e famosa per la sua cucina piccante tipica della regione. Riconosciuta come un centro commerciale e finanziario importante, la città sta rapidamente diventando un punto di riferimento per lo sviluppo delle regioni occidentali della Cina.

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Conversione dell’acqua in oro prezioso.

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La metamorfosi dell’acqua in oro è un concetto che non ha mai fatto parte delle fantasie alchemiche, nemmeno nelle menti più ardite degli alchimisti. Questi ultimi si sono sempre dedicati alla ricerca della leggendaria pietra filosofale, capace di convertire i metalli considerati vili in oro. Le origini di questa ricerca si possono far risalire a Zosimo di Panopoli (circa 300 d.C.) e arrivare fino al famoso romanzo del 1997 di J. K. Rowling, intitolato Harry Potter e la pietra filosofale.

L’importanza dell’oro nella storia

A partire dagli antichi Egizi, l’oro ha rappresentato molto più di un semplice simbolo di ricchezza; esso ha assunto un ruolo fondamentale nella mitologia e nella vita quotidiana delle civiltà. Il Regno di Lidia, oggi parte della Turchia occidentale, è stato il primo stato a utilizzare l’oro e le sue leghe come forma di commercio.

Un momento storico di rilevanza è rappresentato dalla scoperta di enormi giacimenti d’oro nell’America del Nord, particolarmente nel XIX secolo. Questo evento ha originato una vera e propria corsa all’oro, dove i cercatori, avvalendosi di strumenti semplici, riuscivano a estrarre ricchezze dai fiumi. iconici come la California e il Territorio dello Yukon in Canada, hanno visto affluire migliaia di persone da ogni angolo del nella speranza di arricchirsi, con la popolazione di San Francisco che è aumentata da circa .000 a 25.000 individui in appena due anni.

L’oro oggi e la sua estrazione

La corsa all’oro in California ebbe luogo nel contesto della Rivoluzione industriale, diventando un potente motore di crescita economica per gli Stati Uniti nel XIX secolo. L’abbondanza dell’oro influenzò l’espansione di vari settori, stimolando la domanda di materiali minerari, legname, abbigliamento e servizi di trasporto.

Negli ultimi anni, alcuni esperti hanno iniziato a considerare l’estrazione dell’oro dall’acqua di mare come un’opzione più promettente rispetto ai metodi tradizionali. Si stima che l’oro e altri metalli fuoriescano da sorgenti idrotermali, spesso situate più di un miglio sotto la superficie marina, accumulandosi sul fondale. L’oro è da sempre percepito come un bene rifugio, capace di mantenere il proprio valore durante i di crisi economica e fluttuazioni di mercato. Se un giorno fosse possibile trasformare l’acqua in oro, significherebbe un drastico abbattimento del valore di questo metallo prezioso, simbolo incontrastato di ricchezza.

Nel campo della chimica, esistono reazioni affascinanti e dall’aspetto alchemico, che possono far apparire l’acqua come se si trasformasse in oro, sebbene non sia così semplice. Questa illusionistica trasformazione è un chiaro esempio di come “non è tutto oro quello che luccica”.

L'oro tra storia e chimica

Per realizzare questa straordinaria reazione, vengono preparate due distinte soluzioni:

Soluzione A

Si utilizza 1 grammo di arsenito di sodio (NaAsO2), noto per le sue proprietà antisettiche e impiegato in insetticidi, erbicidi, nella conservazione di pelli e nella produzione di tinture, insieme a 50 mL di acqua e 5.5 mL di acido acetico glaciale (acido acetico anidro). La preparazione della soluzione A avviene mescolando l’arsenito di sodio nell’acqua, seguita dall’aggiunta dell’acido acetico glaciale.

Soluzione B

Per la soluzione B, si preparano 10 grammi di tiosolfato di sodio in 50 mL di acqua. Si ottiene così una soluzione che, se combinata con la soluzione A, darà luogo alla trasformazione visibile: bastano circa 30 secondi per notare come la soluzione, da limpida, assuma un colore dorato.

Reazioni chimiche coinvolte

orpimentoorpimento

Le reazioni chimiche che portano alla percezione dell’acqua trasformata in oro prevedono inizialmente il tiosolfato di sodio che reagisce con l’acido acetico, generando solfuro di idrogeno, biossido di carbonio e ossido di sodio secondo la seguente equazione:
Na2S2O3 + CH3COOH → 2 H2S + 2 CO2 + Na2O

Successivamente, il solfuro di idrogeno prodotto reagisce con l’arsenito di sodio, dando origine a acqua, solfuro di arsenico (III) e solfuro di sodio:
2 NaAsO2 + 4 H2S → 4 H2O + As2S3 + Na2S

Il solfuro di arsenico, chimicamente simile ai composti minerali conosciuti come orpimento, è stato storicamente utilizzato come pigmento giallo. Tuttavia, i chimici non sono mai riusciti a trasformare il solfuro di arsenico in oro…

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Pirolisi a getto: processo di decomposizione termica in assenza di ossigeno mediante un flusso di materiale.

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Il processo di pirolisi a spruzzo consiste nella deposizione di una pellicola sottile su una superficie riscaldata la spruzzatura di una soluzione precursore. In questa fase avviene una reazione chimica che porta alla formazione dei composti desiderati, rendendo questa tecnica particolarmente utile per la preparazione di pellicole e rivestimenti ceramici.

Meccanismi e applicazioni della pirolisi a spruzzo

Questo metodo prevede la selezione dei reagenti chimici in modo da garantire che i prodotti indesiderati siano volatili alla temperatura di deposizione. La pirolisi è conosciuta fin dall’antichità per la sua capacità di trasformare il legno in carbone, processo che prevede il riscaldamento del materiale oltre la sua temperatura di decomposizione. Ad esempio, nell’antico Egitto, i prodotti della pirolisi del legno di cedro venivano utilizzati per la mummificazione.

La pirolisi a spruzzo ha visto una notevole evoluzione dal suo sviluppo nel 1966, quando veniva utilizzata per la crescita di semplici film sottili per celle solari. Negli anni ’90 e 2000, l’interesse per questa tecnica è aumentato, portando a progressi significativi grazie alla diversificazione delle soluzioni precursori e alla capacità di controllare la composizione e la morfologia dei materiali depositati.

Struttura e parametri del processo

La pirolisi a spruzzo impiega attrezzature come atomizzatori, riscaldatori e regolatori di temperatura per generare un aerosol che applicato al substrato. La soluzione precursore, atomizzata in una nebbia fine, viene quindi spruzzata in una camera di reazione riscaldata, dove il solvente evapora e avvengono le reazioni chimiche necessarie. Ogni goccia funziona come un microreattore, subendo cambiamenti fisici e chimici significativi.

Tra i fattori principali da considerare vi sono la temperatura di deposizione e la dimensione delle gocce, poiché entrambi influenzano la morfologia finale e lo spessore del film. La rugosità della superficie può essere controllata variando la temperatura del substrato durante il processo di deposizione.

I precursori scelti per la pirolisi a spruzzo sono vari e devono corrispondere alle specifiche del prodotto finale desiderato. Tipicamente, si utilizzano sali metallici oppure composti organometallici, che, attraverso il riscaldamento, si decompongono per generare il materiale di interesse.

Questa tecnica si dimostra utile in molteplici settori, dalla produzione di nanomateriali e semiconduttori alla fabbricazione di film sottili per applicazioni optoelettroniche, come schermi di visualizzazione e celle solari. Inoltre, viene impiegata nella creazione di rivestimenti ceramici in grado di proteggere substrati metallici dalla corrosione. I film di biossido di titanio, per esempio, possono anche migliorare la trasmissione della luce in vari dispositivi.

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Semiconduttori a banda estesa

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I semiconduttori a banda larga, noti con l’acronimo WBG (Wide Band Gap), si caratterizzano per avere band gap energetici superiori a 3.2 eV. Questa peculiarità li distingue semiconduttori tradizionali come il silicio e l’arseniuro di gallio, i quali presentano band gap di .1 e 1.43 eV rispettivamente. Tali proprietà rendono i semiconduttori a banda larga particolarmente promettenti per applicazioni nei settori dell’elettronica e dell’optoelettronica.

Potenziale e Applicazioni

Le eccezionali capacità dei semiconduttori a banda larga hanno dato impulso allo sviluppo di una varietà di dispositivi integrabili in circuiti versatili, migliorando così le prestazioni e le funzionalità. Questi semiconduttori di terza generazione sono in grado di mantenere elevate prestazioni e stabilità anche ad alte frequenze, presentando al contempo caratteristiche come velocità di commutazione rapida, dimensioni ridotte e una rapida dissipazione del .

Essi mostrano proprietà elettroniche intermedie tra i materiali semiconduttori e gli isolanti tradizionali, ciò consente loro di operare a tensioni, frequenze e temperature nettamente superiori rispetto ai semiconduttori convenzionali. Il band gap più ampio, abbinato a una minore generazione termica dei portatori di carica, consente il funzionamento a temperature elevate, fino a 300°C e persino 900°C.

Caratteristiche del Band Gap

Il termine semiconduttori a banda larga deriva dall’ampiezza del loro band gap energetico, nettamente più elevato rispetto a quello del silicio convenzionale. Quest’ultimo rappresenta il divario energetico esistente tra la banda di valenza, ricca di elettroni, e la banda di conduzione, ove risiedono gli elettroni liberi.

Secondo la teoria delle bande, elaborata dal fisico svizzero Felix Bloch, la banda di valenza origina dall’interazione degli orbitali atomici di valenza degli atomi che compongono il materiale e può risultare completamente o parzialmente riempita di elettroni. Gli elettroni, nell’auspicio di ricevere energia sufficiente, possono superare il band gap e muoversi verso la banda di conduzione.

La banda di conduzione, quindi, è costituita da elettroni liberi e la sua energia è superiore a quella della banda di valenza. Normalmente, questa banda si presenta vuota, poiché deriva da orbitali atomici non occupati da elettroni.

L’organizzazione degli atomi può determinare se queste bande siano adiacenti o separate dal band gap, influenzando la facilità di passaggio degli elettroni fra le due bande.

Semiconduttori a Banda Larga di Riferimento

Alcuni dei principali esempi di semiconduttori a banda larga includono: carburo di silicio (SiC), nitruro di gallio (GaN), ossido di zinco (ZnO), ossido di indio (In2O3), ossido di gallio (Ga2O3), nitruro di alluminio (AlN) e diamante.

Questi materiali presentano proprietà significative come alta mobilità elettronica, elevata tensione di rottura, elevata conduttività termica, eccellente assorbimento ottico e emissione di luce efficiente. La capacità di operare a temperature elevate è cruciale per applicazioni in ambienti sfidanti, come nel settore aerospaziale e automobilistico.

Le performance dei semiconduttori a banda larga superano quelle del silicio di circa dieci volte in termini di conduzione e velocità di commutazione, rendendoli ideali per l’elettronica di potenza. Questo consente la produzione di dispositivi più compatti, veloci, efficienti e capaci di resistere a tensioni e temperature superiori rispetto ai loro omologhi in silicio.

Grazie a queste proprietà, i semiconduttori a banda larga sono considerati materiali essenziali per applicazioni emergenti come i veicoli elettrici e la gestione dell’energia rinnovabile.

Carburo di Silicio (SiC)

Il carburo di silicio è il semiconduttore a banda larga più noto, caratterizzato da un alto punto di fusione, eccellente resistenza all’ossidazione, alta conduzione termica e resistenza meccanica. Questo materiale trova applicazione in diversi settori, tra cui strutture aerospaziali e biomateriali.

Una delle sue proprietà distintive è la notevole mobilità degli elettroni, che consente l’uso del SiC in dispositivi ad alta frequenza, incluse le applicazioni . Inoltre, il SiC presenta una scarso valore della costante dielettrica, il che implica un minor consumo energetico rispetto ad altri semiconduttori. Con una durezza di circa 9.5 nella scala di Mohs, è tra i materiali più resistenti disponibili.

Le ceramiche al carburo di silicio presentano resistenza a temperature estremamente elevate, fino a 1600°C, il che ne facilita l’uso in elementi riscaldanti per forni elettrici e come componenti nei termistori.

Nitruro di Gallio (GaN)

Il nitruro di gallio ha apportato un cambiamento notevole nel campo dell’illuminazione LED ad alta efficienza energetica. Scoperto dai ricercatori della Cornell University, le sue proprietà sono state pubblicate in una nota condotta nel settembre 2019.

Con una struttura di wurtzite monocristallina, può essere sintetizzato in molte forme, incluse nanoparticelle e nanotubi. Ha dimostrato elevate proprietà meccaniche, termiche e ottiche che variano in base alla dimensione dei nanocristalli, grazie al fenomeno del confinamento .

Il nitruro di gallio è un materiale promettente nelle tecnologie radiofrequenza e nella conversione di potenza, trovando ampio uso nell’optoelettronica. Tra le sue applicazioni più note vi è il diodo laser viola, utilizzato nei Blu-ray Disc e nelle memorie ottiche per contenuti HD e Ultra HD.

I transistor ad alta mobilità elettronica (HEMT) basati sul nitruro di gallio sono fondamentali in vari settori, dalle comunicazioni all’industria della difesa. Le tecnologie di nitruro di gallio, cresciute su substrati di zaffiro, sono fondamentali per LED e illuminazione a stato solido.

Le nanostrutture di nitruro di gallio, grazie alle loro proprietà ingegnerizzabili, sono utilizzate in diversi dispositivi, da LED e celle solari a biosensori e fotocatalizzatori.

I semiconduttori al nitruro di gallio stanno emergendo come protagonisti nel campo dell’elettronica, grazie alla loro alta velocità e bassa emissione di carbonio, contribuendo in modo significativo nel potenziamento dei server nei data center.

Impiego e Futuro

L’uso dei semiconduttori a banda larga si sta espandendo rapidamente, principalmente nell’era del 5G e dei veicoli elettrici, dove la richiesta di elaborazione ad alta frequenza e di ricarica veloce è in aumento. Questi materiali sono impiegati in dispositivi di memoria avanzati che offrono velocità di lettura e scrittura superiori rispetto ai materiali tradizionali, consentendo una maggiore durata e un ridotto consumo energetico.

I semiconduttori a banda larga stanno migliorando la sensibilità dei sensori e l’efficienza energetica dei convertitori di potenza, degli inverter e dei motori. Nel settore delle telecomunicazioni, il loro funzionamento ad alta frequenza ha permesso l’ottimizzazione della gestione dell’energia.

In ambito optoelettronico, trovano applicazione in sistemi di imaging ad alta risoluzione per vari settori, tra cui quello scientifico e medico. I fotodetector a banda larga offrono soluzioni affidabili e accurate per il monitoraggio ambientale e industriale. Allo stesso modo, i dispositivi di visualizzazione traggono vantaggio dalle capacità di questi semiconduttori, permettendo miglioramenti in termini di risoluzione e consumo energetico.

Detto ciò, nonostante le evidenti performance superiori dei semiconduttori a banda larga, è importante notare che le loro soglie tecniche sono più elevate, e non tutte le applicazioni elettroniche richiederanno prestazioni di questo tipo. Pertanto, è prevedibile che i semiconduttori tradizionali continueranno a coexistire con quelli a banda larga nel prossimo futuro.

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Sperimentazione della bottiglia blu

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L’esperimento della bottiglia blu rappresenta una reazione chimica di tipo orologio, apprezzata per la sua attrattiva visiva e la sua semplicità. Questo esperimento è frequentemente impiegato sia in ambito accademico che in attività pratiche di laboratorio. La sua pubblicazione risale al 1963 e fu introdotto da Campbell nel Journal of Chemical Education.

Descrizione della reazione dell’orologio

La reazione dell’orologio si quando si osserva un cambiamento ciclico di colore, il quale può essere attribuito a reazioni di ossidoriduzione o a variazioni nella concentrazione di particolari componenti. Per eseguire l’esperimento della bottiglia blu, si prepara una soluzione acquosa con destrosio, idrossido di potassio e blu di metilene all’interno di una bottiglia chiusa contenente un po’ d’aria. In alternativa, è possibile utilizzare glucosio e idrossido di sodio per ottenere lo stesso effetto.

Nella bottiglia, le reazioni tra il destrosio e il blu di metilene, in presenza di una base, portano all’ossidazione della molecola zuccherina, inducendo la trasformazione del gruppo funzionale aldeidico o emiacetalico in un derivato dell’acido carbossilico.

Ruolo del blu di metilene

Il blu di metilene, noto anche come metiltioninio cloruro, è un composito aromatico sintetizzato la prima volta nel 1876 dall’azienda tedesca BASF. È un importante colorante che assorbe la luce visibile in un intervallo compreso tra 530 e 700 nm, con un picco massimo di assorbimento a circa 660 nm. Utilizzato come indicatore redox, il blu di metilene produce una soluzione blu in acqua, convertendosi in una forma incolore in ambiente riducente.

Il blu di metilene agisce anche come indicatore acido-base, cambiando il suo colore in base all’acidità o all’alcalinità della soluzione. In condizioni di pH inferiore a 7, può diventare incolore.

Quando nella soluzione alcalina vengono aggiunti zucchero e blu di metilene, inizialmente il colore blu è evidente, ma con il diventa incolore. Il blu riappare quando si agita la bottiglia, dando origine a un ciclo di colorazioni che si alternano. La prima reazione coinvolge l’ossidazione del gruppo aldeidico dello zucchero, mentre la seconda comprende la trasformazione del blu di metilene da incolore a blu in presenza di ossigeno.

Metodica e variazioni dell’esperimento

Per preparare l’esperimento, si aggiungono 8 g di idrossido di potassio a 300 mL di acqua in una beuta da 500 mL. Dopo aver mescolato, si uniscono 10 g di destrosio e alcune gocce di blu di metilene. Infine, si riporta il volume a 500 mL con acqua e si copre la beuta. Durante l’attesa, la soluzione diviene incolore. Agitando, il blu riappare, ripetendo questo per un intervallo di 10-15 minuti, con la possibilità di studiare le velocità di reazione.

Nel corso degli anni, l’esperimento ha visto molteplici modifiche, consentendo l’impiego di alternative al blu di metilene, come la resazurina, che può variare il colore in funzione dell’ambiente ossidato o ridotto. Sono state sviluppate anche varianti ecologiche su base di acido ascorbico, e un altro indicatore alternativo è il carminio di indaco, il quale diventa giallo durante il processo di riduzione.

Per realizzare la variazione dell’esperimento con il carminio di indaco, si creano due soluzioni: una contenente glucosio e l’altra idrossido di sodio. Mescolando le soluzioni e versando da un’altezza adeguata per aumentare la dissoluzione dell’ossigeno, si osserverà un cambiamento di colore che segue un ciclo da blu a verde, fino a rosso/giallo dorato.

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