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Un asteroide delle dimensioni di uno pneumatico di bicicletta si disintegra al contatto con l’atmosfera terrestre

Un si è disintegrato sopra la Yakutia, trasformando il cielo in uno spettacolo luminoso unico: le previsioni accurate e i monitoraggi scientifici hanno garantito la sicurezza.

X – @Weathermonitors

Circa le 17.00, ora italiana, di ieri, un asteroide di 70 cm di diametro ha fatto il suo ingresso nell’atmosfera al di sopra dell’area remota della Yakutia, creando una straordinaria esplosione luminosa che ha riscosso l’ammirazione degli abitanti delle località di Olekminsk e Lensk. Questo evento, che ha richiamato l’attenzione dei residenti offrendo uno scenario che ricordava la coda di una cometa, ha comportato un lampo brillante, senza generare danni al suolo.

L’asteroide era stato osservato circa 12 ore prima del suo ingresso atmosferico, grazie a un monitoraggio accurato condotto da scienziati di tutto il mondo. La European Space Agency (ESA) ha comunicato, attraverso un post su X (precedentemente noto come Twitter), che l’oggetto celeste era stato identificato grazie alla collaborazione tra astronomi internazionali, e l’impatto è avvenuto come previsto alle :15 ora locale (16:15 GMT) nel distretto di Olyokminsky. È stato dichiarato: “Grazie agli sforzi congiunti, siamo stati in grado di prevedere l’esatto momento dell’impatto con un margine di soli 10 secondi.”

Alan Fitzsimmons, astronomo della Queen’s University di Belfast, aveva previsto che il passaggio dell’asteroide sarebbe stato per centinaia di chilometri, sottolineando la rarità dell’evento, ma evidenziando anche la sua totale innocuità.

☄️ Asteroid #C0WEPC5 (temporary designation) entered Earth’s atmosphere at 16:15 UTC/17:15 CET, creating a fireball over Yakutia witnessed by people in the region.

The object was discovered roughly 12 hours ago and is thought to have been around 70 cm across.

Thanks to… https://t.co/ohya9xsEak

— European Space Agency (@esa) December 3, 2024

Un laboratorio a cielo aperto per la scienza

La NASA ha evidenziato il contributo della University of Arizona e del suo telescopio Bok nella scoperta dell’asteroide. L’agenzia ha confermato che, nonostante lo spettacolo, non ci sarebbero stati effetti negativi per la Terra. Questo fenomeno ha inoltre offerto l’opportunità di testare e migliorare i sistemi di monitoraggio dedicati agli oggetti vicini al nostro pianeta.

Questo episodio evidenzia l’importanza della ricerca sugli oggetti celesti, in particolare sui Near Earth Objects (NEO), che orbitano in prossimità della Terra. Sebbene non rappresenti una reale minaccia, eventi simili richiamano l’attenzione sulla necessità di sistemi di prevenzione e di approfondimento scientifico per garantire la sicurezza planetaria.

Il cielo della Yakutia ha offerto un’opportunità significativa per la comunità scientifica, dimostrando l’efficacia della collaborazione e della tecnologia nel monitorare fenomeni naturali. Eventi come questo non solo incantano, ma invitano a una riflessione sulla bellezza e sulla fragilità del nostro pianeta.

Fonte: ESA

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In Siria si scopre il più antico alfabeto del mondo inciso su piccoli cilindri di argilla

Si tratta di incisioni alfabetiche trovate su alcuni di argilla rinvenuti nell’antica città siriana di Tell Umm-el Marra. Sono più vecchi di 500 anni rispetto alla scrittura alfabetica egiziana, ad oggi considerata la più antica del .

©hub

Recenti scoperte suggeriscono che la scrittura alfabetica essere più antica di quanto finora riconosciuto. Alcuni cilindri di argilla con incisioni alfabetiche sono stati trovati nell’antica città siriana di Tell Umm-el Marra e risalgono al 2400 a.C. Questi reperti sono databili a oltre cinquecento anni prima della scrittura alfabetica proto-sinaitica, che si sviluppò in Egitto tra il 1900 e il 1800 a.C., attualmente considerata la più antica.

Il ritrovamento è stato effettuato da un team di archeologi della Johns Hopkins University, che ha utilizzato il metodo del carbonio-14 per determinare l’età dei cilindri. Gli oggetti, perforati e rinvenuti all’interno di una tomba insieme a vasi di ceramica, pentole, una punta di lancia, gioielli in e argento e sei scheletri, rappresentano una scoperta di potenziale rilevanza storica.

Implicazioni della scoperta

Il professor Glenn Schwartz, che ha guidato la spedizione, ha commentato l’importanza di questa scoperta, affermando: ‘Gli alfabeti hanno rivoluzionato la scrittura rendendola accessibile a persone al di fuori della famiglia reale e dell’élite sociale. La scrittura alfabetica ha cambiato il modo in cui le persone vivevano, pensavano e comunicavano. Questa nuova scoperta dimostra che le persone stavano sperimentando nuove tecnologie di comunicazione molto prima e in un luogo diverso da quello che avevamo immaginato fino ad ora.’

Traduzione e misteri

Attualmente, gli studiosi non sono riusciti a tradurre i testi incisi sui cilindri, il che mantiene il loro contenuto avvolto nel mistero. Tuttavia, se queste incisioni dovessero essere confermate come scrittura alfabetica, la potrebbe necessitare di una revisione, con possibile attribuzione della primogenitura della scrittura alfabetica alla Siria piuttosto che all’Egitto.

FONTE: Hub

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Il ‘Big Bang Oscuro’ e il suo segreto che potrebbe riscrivere la storia dell’universo

Nuove ricerche suggeriscono che la materia oscura sia nata da un “ Bang “: si tratta di un’ipotesi che riscrivere la cosmologia

Una recente ipotesi scientifica propone che la materia oscura, componendo circa il 25% del contenuto energetico dell’universo, possa essere nata in un evento distinto dal Big Bang, denominato “Big Bang Oscuro”. Questa teoria potrebbe alterare profondamente la nostra comprensione dell’universo.

Alla base di questa nuova proposta vi è un campo quantistico che interagisce esclusivamente con il settore oscuro. Secondo l’ipotesi, dopo aver occupato uno stato di falso vuoto, questo campo collasserebbe, dando origine a particelle di materia oscura in un evento cosmico parallelo. Gli studi condotti da fisici del settore hanno contribuito a formare questa visione alternativa, modificando in parte i modelli attuali della cosmologia.

Onde gravitazionali: la chiave per dimostrare il “Big Bang Oscuro”

Ad oggi, la materia oscura non è stata osservata direttamente, ma i suoi effetti gravitazionali sono stati ampiamente documentati. L’ipotesi del “Big Bang Oscuro” suggerisce che questo evento avrebbe anche generato onde gravitazionali uniche che potrebbero ancora viaggiare attraverso l’universo.

Studi futuri mirano a individuare queste onde gravitazionali attraverso esperimenti come l’International Pulsar Timing Array (IPTA) e il Square Kilometer Array (SKA). Già nel 2023, il team NANOGrav ha scoperto un fondo di onde gravitazionali potenzialmente associato a un Big Bang oscuro.

Questa segna un passo significativo nell’ambito scientifico. Lavori condotti presso la Colgate University hanno aggiornato il modello iniziale, esplorando nuovi parametri che non solo chiarirebbero l’origine della materia oscura, ma anche offrirebbero una mappa dettagliata degli eventi cosmici in grado di spiegarne la genesi.

La conferma del “Big Bang Oscuro” comporterebbe una riconsiderazione di avvenimenti chiave nella storia cosmica, rivelando nuovi dettagli su come la materia oscura abbia influito sulla struttura dell’universo. Inoltre, tale teoria potrebbe fornire insight significativi sulle interazioni delle forze fondamentali e sul ruolo del settore oscuro nella nostra realtà.

La comunità scientifica si prepara ad utilizzare tecnologie sempre più sofisticate per esplorare l’universo, facendo crescere la possibilità di trasformare queste teorie avvincenti in osservazioni tangibili. Le onde gravitazionali, in tal senso, rappresenterebbero un importante canale comunicativo per svelare i segreti del cosmo.

Fonte: Physical Review D.

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Un’altra specie umana finora sconosciuta è esistita davvero? L’affascinante ricerca

esistere una nuova specie di ominidi, denominata Homo juluensis, secondo una condotta da studiosi dell’Università delle Hawaii. Questa specie includerebbe gruppi antichi di esseri umani come i Denisova, la cui storia è in gran parte sconosciuta.

Un Tardo Pleistocene Complesso

Lo suggerisce che la ricerca possa chiarire la confusione riguardante le varie specie umane che hanno coabitato in diverse regioni durante il tardo Pleistocene medio e l’inizio del tardo Pleistocene, un intervallo compreso tra circa 300.000 e 50.000 anni fa. Si ipotizza che l’Homo juluensis fosse presente nell’Asia orientale circa 300.000 anni fa, dedita alla caccia di cavalli selvatici e all’utilizzo di utensili in pietra, così come di pelli animali, fino alla sua estinzione avvenuta circa 50.000 anni fa.

Denisova e Altre Prove

Secondo i ricercatori, questa nuova specie includerebbe anche i Denisova, noti soprattutto grazie al DNA estratto da resti rinvenuti in Siberia, e alcuni fossili provenienti da Tibet e Laos. Il legame tra queste specie e il loro posizionamento nel contesto dell’evoluzione è ancora oggetto di indagine. L’analisi si basa principalmente su somiglianze osservate tra fossili di mascelle e denti provenienti da diverse località.

Approccio Innovativo alla Ricerca

La scoperta è stata possibile grazie a un nuovo metodo di organizzazione delle prove fossili, disposte in un sistema chiaro. Questo approccio, sviluppato appositamente per classificare i resti umani antichi provenienti da Cina, Corea, Giappone e Asia sud-orientale, ha contribuito a definire il registro fossile degli ominidi, escludendo specie come Homo erectus, Homo neanderthalensis e Homo sapiens. Gli autori della ricerca sottolineano che l’obiettivo del progetto era, in origine, un altro, e non si aspettavano di identificare una nuova specie.

Il è stato pubblicato su Nature Communications, e si evidenzia l’importanza di tali ricerche nel rafforzare la comprensione della storia evolutiva dell’umanità in Asia.

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La strada all’elettronica biodegradabile è aperta da Leaftronics, ispirata dalla natura.

La tecnologia , sviluppata ispirandosi alla struttura delle foglie, offre una soluzione sostenibile ai rifiuti elettronici, con substrati biodegradabili ad alte prestazioni.

©Kai Schmidt

Un team di ricercatori presso la TUD Dresden University of Technology ha sviluppato Leaftronics, una tecnologia innovativa ispirata alla struttura delle foglie, per creare substrati elettronici biodegradabili. Questo approccio mira a combattere il crescente problema dei rifiuti elettronici, riducendo l’impiego di materiali non riciclabili impiegati tradizionalmente. Secondo il progetto, pubblicato sulla rivista Science Advances, questo metodo rappresenta una soluzione concreta e scalabile a una questione globale.

Ogni anno, più di 60 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici vengono nel mondo, di cui oltre il 75% non è raccolto né riciclato. I circuiti stampati in resina epossidica rinforzata con fibra di vetro formano la base della maggior parte dei dispositivi elettronici e sono tra i responsabili di questa crisi ambientale.

Le alternative biodegradabili precedentemente sviluppate comunità scientifica hanno mostrato limitazioni, poiché i polimeri naturali non soddisfavano i requisiti di resistenza termica e chimica necessari per la produzione industriale. Leaftronics ha trovato una soluzione a questo problema utilizzando la struttura lignocellulosica delle foglie, considerata uno dei modelli di ingegneria più avanzati della .

L’idea geniale: adattare la biologia per innovare la tecnologia

Leaftronics sfrutta le strutture quasi-frattali presenti all’interno delle foglie, che fungono da supporto per le cellule viventi. I ricercatori hanno dimostrato che queste strutture possono rinforzare film polimerici biodegradabili, conferendo loro la resistenza necessaria mantenendo la biodegradabilità. Queste innovazioni consentono la produzione di substrati lisci e performanti, essenziali per dispositivi avanzati como gli OLED (diodi organici a emissione di luce).

Leaftronics: l’evoluzione green dell’elettronica

I substrati creati con Leaftronics non solo sono biodegradabili, ma presentano anche un’impronta di carbonio tre volte inferiore rispetto alla carta. Al termine del loro ciclo di vita, possono essere decomposti o trasformati in biogas, permettendo anche il recupero di metalli e semiconduttori. Questo approccio potrebbe risultare cruciale per settori vari, dall’elettronica di consumo agli impianti di energia rinnovabile.

Leaftronics rappresenta un passo importante verso un’economia circolare, dove alta tecnologia e rispetto per l’ambiente possono coesistere. La tecnologia offre la possibilità di ripensare la progettazione e l’utilizzo di dispositivi elettronici, integrando le esigenze ecologiche nel processo di innovazione.

Fonte: Science Advances

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L’asteroide più piccolo mai registrato ha originato la “palla di fuoco” apparsa nei cieli del Niagara nel 2022, secondo lo studio

Due anni fa, il 19 novembre 2022, un meteorite di straordinaria luminosità attraversò il cielo sopra la regione canadese del Niagara. Solo poche ore prima, i ricercatori avevano previsto che l’oggetto sarebbe entrato nell’atmosfera . Grazie ai dati raccolti durante questo evento, è emerso che il fenomeno proveniva dall’asteroide più piccolo mai registrato, noto come 2022 WJ1.

Approccio innovativo per lo degli asteroidi

Uno studio internazionale condotto dalla Western University e dal Lowell Observatory ha introdotto un metodo pionieristico per analizzare gli asteroidi che si avvicinano alla Terra. Gli astronomi hanno identificato la composizione e le dimensioni dell’asteroide 2022 WJ1 prima che questi si frammentasse entrando nell’atmosfera terrestre, confrontando le osservazioni telescopiche effettuate in Arizona con i video raccolti dalla Southern Ontario Meteor Network.

Questa non rappresenta semplicemente un’interessante curiosità scientifica, ma stabilisce anche una nuova metodologia per lo studio di altri oggetti spaziali incompatibili con la Terra, integrando osservazioni telescopiche e riprese da telecamere.

Dettagli tecnici e misurazioni

Recenti misurazioni effettuate con il Lowell Discovery Telescope hanno rivelato che WJ1 presenta una superficie ricca di silice, con un diametro che varia tra i 40 e i 60 centimetri, rendendolo quindi l’asteroide più piccolo mai caratterizzato fino a oggi. È solo il sesto asteroide osservato prima dell’impatto. Utilizzando la rete di telecamere meteoriche, gli scienziati hanno registrato l’asteroide mentre entrava nell’atmosfera, confermando i dati ottenuti attraverso metodologie più tradizionali.

Opportunità di ritrovamento

Le indagini suggeriscono che WJ1 appartiene alla categoria degli oggetti astronomici condriti S, caratterizzati dalla presenza di silice e considerati tra i corpi più antichi del sistema solare. La ricerca di eventuali frammenti di questo asteroide ha finora avuto successo limitato, con i meteoriti che potrebbero essersi mimetizzati nel paesaggio circostante dopo due anni. Nonostante ciò, si attendono ulteriori ritrovamenti nei prossimi mesi e anni da parte di appassionati e ricercatori della zona.

Lo studio, pubblicato su The Planetary Science Journal, si è rivelato particolarmente fortunato, poiché WJ1 era stato in per coordinare osservazioni efficaci prima dell’impatto, attraverso un’accurata sinergia tra vari gruppi di ricerca e l’uso di tecnologie avanzate.

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Scoperto un rarissimo fossile che svela l’evoluzione degli pterosauri giganti dei dinosauri

Scoperto in Baviera un fossile unico nel suo genere: Skiphosoura bavarica. Grazie alle sue ossa straordinariamente conservate, colma un importante vuoto evolutivo nella transizione tra i piccoli pterosauri primitivi e i giganteschi pterodattiloidi del tardo Giurassico.

©Gabriel Ugueto

Gli pterosauri, maestosi rettili volanti dell’epoca dei dinosauri, rappresentano uno dei più grandi enigmi dell’evoluzione. Questi animali, i più grandi capaci di volare, avevano ossa leggere progettate per il volo, il che rende la loro fossilizzazione estremamente rara. Quando vengono ritrovati, i fossili sono spesso incompleti o schiacciati, limitando le informazioni disponibili su oltre 160 milioni di anni di evoluzione.

Il divario più significativo nella documentazione fossile riguarda la transizione tra le specie più antiche, di dimensioni contenute, e i pterodattiloidi, con aperture alari che raggiungevano i 10 metri. Questo passaggio, caratterizzato da modifiche anatomiche fondamentali, è stato a lungo oggetto di speculazioni.

Un fossile unico: ossa intatte e dettagli senza precedenti

L’eccezionale ritrovamento di Skiphosoura bavarica, scoperto nella cava di Schaudiberg nella regione di Solnhofen, segna un passo avanti straordinario. Questo fossile, databile a un periodo intermedio tra i piccoli antenati degli pterosauri e i pterodattiloidi giganti, conserva la quasi totalità delle ossa in tre dimensioni, un evento . Nonostante l’insolita disposizione “rimescolata” delle ossa, l’analisi del fossile ha permesso di identificare cambiamenti cruciali nella ossea che potrebbero aver aperto la all’enorme crescita delle ali.

Il fossile presenta un’apertura alare di 1,75 metri, superiore a quella di molti suoi predecessori, suggerendo che non fosse nemmeno completamente cresciuto. La conformazione delle ossa delle ali mostra un allungamento dei metacarpi, un dettaglio che preannuncia le caratteristiche anatomiche dei pterodattiloidi più evoluti.

Skiphosoura si distingue per la sua coda corta e rigida, un tratto che avrebbe influenzato il bilanciamento in volo, successivamente divenuto comune. Altri dettagli, come la lunghezza delle falangi e la conformazione del quinto dito, si rifanno ai predecessori, indicando un’interessante combinazione di tratti evolutivi.

Fossile pterodattilo
Fossile pterodattilo

©René Lauer

La scoperta di Skiphosoura, come evidenziato da esperti del settore, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere il passaggio tra le forme più primitive e i giganti volanti dell’epoca successiva. Il fossile offre indizi non solo sull’anatomia, ma anche sulle abitudini ecologiche di questi animali: gli artigli robusti suggeriscono un’abilità di arrampicata, ipotizzando un ambiente forestale piuttosto che costiero.

L’analisi di Skiphosoura fornisce preziose informazioni ruolo delle innovazioni anatomiche nel raggiungimento delle gigantesche dimensioni degli pterodattiloidi. I dettagli emersi confermano che i cambiamenti non avvennero simultaneamente, ma attraverso una progressione graduale. La scoperta è stata pubblicata su Current Biology e potrebbe aprire la strada a nuove ricerche sulle interazioni evolutive e ambientali degli pterosauri.

Fonte: Current Biology

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Il “bacio” Luna-Venere con Marte immerso nel Presepe sarà circondato da stelle cadenti e visibile a occhio nudo.

L’inizio di dicembre caratterizzato da un evento astronomico di rilevante interesse. Il 4 dicembre, sarà possibile osservare a occhio la congiunzione tra Luna e Venere, e l’”immersione” di Marte nell’ammasso stellare del , mentre saranno quasi al picco le stelle cadenti sigma Hydridi.

Canva

Il 4 dicembre, l’astronomia regalerà un evento affascinante: dopo il tramonto, la Luna si presenterà in congiunzione con Venere. Sarà un’occasione per osservare un cielo particolarmente suggestivo (nella mappa il cielo del 4 dicembre 2024 alle 18.00 circa).

luna marte venere e stelle cadenti dicembre 2024luna marte venere e stelle cadenti dicembre 2024

©Stellarium

Successivamente, prima della mezzanotte, sarà la volta di Marte che apparirà “” nell’ammasso stellare del Presepe (nella mappa il cielo del 4 dicembre 2024 alle 23.00 circa).

luna marte venere e stelle cadenti dicembre 2024luna marte venere e stelle cadenti dicembre 2024

©Stellarium

Questi due eventi offriranno spettacolari opportunità di osservazione, permettendo di ammirare il cielo e i suoi corpi celesti in un contesto particolarmente favorevole. L’ammasso stellare del Presepe, noto anche con la designazione Messier 44, è uno dei più luminosi e il spettacolo è apprezzato anche senza la presenza di Marte.

Il 5 dicembre, infatti, non si esauriranno le meraviglie astronomiche. Sarà atteso il picco delle stelle cadenti sigma Hybridi, che avranno il loro massimo di attività tra il 5 e il 6 dicembre. Il radiante sarà visibile a partire dalle 23.00 circa, toccando il culmine verso le 3.30, a circa 50° di altezza sull’orizzonte. La notte di picco si preannuncia favorevole all’osservazione poiché la luminosità della Luna non interferirà con la visione delle meteore, che appariranno più numerose durante le ore notturne.

Per ulteriori dettagli, sono disponibili le informazioni fornite dall’UAI, che delineano le specifiche di questi eventi celesti significativi. Non resta che prepararsi per una serata sotto le stelle, dove ogni sguardo al cielo potrebbe riservare sorprese e meraviglie.

Fonti: UAI / UAI meteore

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Australia: legge sul divieto di uso dei social per i minori di 16 anni

È stata approvata in una che vieta l’accesso ai media ai minori di 16 anni, una delle normative più restrittive al . Le aziende che non rispetteranno queste disposizioni potrebbero affrontare sanzioni fino a 30 milioni di euro.

Dopo un lungo dibattito, la legislazione è stata approvata come misura per tutelare la salute mentale dei giovani, riducendo così gli effetti negativi delle piattaforme digitali. La nuova legge prevede che le piattaforme social implementino sistemi rigorosi di verifica dell’età, utilizzando tecnologie biometriche o richiedendo documenti d’identità. Le sanzioni previste saranno applicabili alle aziende, mentre non ci saranno multe per gli utenti che infrangono il divieto.

Diventerà un modello per altri Paesi?

Statistiche ufficiali segnalano che un’ampia fetta di adolescenti australiani tra i 14 e i 17 anni ha riscontrato contenuti dannosi sui social media, amplificando il dibattito sull’urgenza di misure più severe. Tuttavia, il provvedimento ha generato opinioni contrastanti; esperti hanno avvertito dei potenziali effetti collaterali, come l’isolamento sociale e la possibilità che i giovani si rivolgano a spazi digitali meno controllati.

L’approccio australiano, che entrerà in vigore tra un anno, rappresentare un punto di riferimento per altre nazioni. Diverse giurisdizioni hanno già implementato regolamenti simili, come la Francia e alcuni stati americani, ma con limitazioni meno rigide. Nonostante ci sia un dibattito in corso sulla gravità del problema, è evidente che l’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani è una questione di rilevanza globale. La legge australiana cerca di anteporre il benessere dei giovani a un confronto più ampio tra libertà digitale e protezione della gioventù.

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Funzionamento dei camini, tiraggio dei fumi e principali tipologie

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Il camino o caminetto rappresenta uno degli strumenti più antichi per il riscaldamento di un’abitazione e continua a essere uno degli elementi più utilizzati nella creazione e gestione degli impianti di riscaldamento. Il funzionamento di un camino si basa su semplici principi di fluidostatica e fluidodinamica, uniti a un’ingegnerizzazione geometrica degli elementi che compongono il sistema. La differenza di temperatura tra l’aria interna e quella esterna al camino genera una pressione che spinge i verso la canna fumaria, dove risalgono: questo processo è noto come tiraggio. Di seguito vengono descritte le principali di camino e il concetto di effetto camino.

La struttura del camino

Il camino è composto da vari elementi che insieme garantiscono il riscaldamento degli ambienti. Oltre allo spazio del camino, dove viene collocato il combustibile, ci sono anche la canna fumaria, che è un elemento cavo all’interno dell’involucro edilizio. Questa collega l’area di combustione con l’esterno, consentendo ai fumi di uscire grazie al meccanismo dell’effetto camino.

Il tiraggio e l’effetto camino

L’allontanamento dei fumi combustione è regolato dalle leggi di statica dei fluidi, in particolare la legge dei vasi comunicanti. Questo fenomeno è guidato dalla differenza di pressione tra l’aria calda e quella fredda: l’aria interna, riscaldata dalla combustione, ha una densità inferiore rispetto all’aria esterna, quindi viene spinta verso l’alto dalla pressione dell’aria più fredda. Questo movimento, che porta i fumi di combustione verso l’esterno, è noto come tiraggio.

Problemi nel sistema di tiraggio possono verificarsi per vari motivi, anche indipendentemente da errori di progettazione. Accumuli di materiale solido all’interno della canna fumaria possono ridurre la sezione di uscita dei fumi, ostacolando il corretto deflusso e causando l’accumulo di fumi tossici in ambienti non desiderati.

Tipologie di camini: aperti e chiusi

Esistono principalmente due tipi di camini: i camini tradizionali, noti come camini aperti, e i termocamini, o camini chiusi. Sebbene entrambi funzionino secondo principi simili, il risultato termico è differente. I camini aperti riscaldano l’ambiente principalmente per irraggiamento, con un’efficacia limitata. Al contrario, i termocamini distribuiscono il calore in modo più ampio, spesso tramite un sistema separato che può essere alimentato a aria o acqua, grazie all’ di bocchette o serpentine per il calore. In questo caso, il camino è isolato dall’ambiente attraverso un elemento in vetro.

termocamino

Riferimenti

Bagnolini G. – Il camino: , tecnica e funzionamento 2006

Mastrullo R. – Termodinamica per ingegneri 1999

Citrini, Noseda – Idraulica

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Ghost Tap: come ci si difende dalla truffa per rubare soldi dalle carte di credito con l’NFC

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Gli attacchi informatici e le truffe online continuano a evolversi, e il “Ghost ” rappresenta l’ultima novità nel campo della cybersecurity. Scoperta dagli esperti di sicurezza di ThreatFabric, questa tecnica criminale si fonda sull’utilizzo della tecnologia NFC (Near Field Communication) per trasferire denaro da di rubate associate a servizi di pagamento come Apple Pay o Google Pay. Attraverso una connessione remota, i cybercriminali riescono a trasmettere i dati delle carte sottratte, permettendo così a complici fisicamente distanti di effettuare transazioni senza la necessità di utilizzare una carta reale.

Utilizzando strumenti come NFCGate, originariamente sviluppato per scopi accademici e ora sfruttato dai malintenzionati, i truffatori possono effettuare acquisti in diverse località simultaneamente, mantenendo l’anonimato e riuscendo a eludere i sistemi antifrode tradizionali. La difesa contro questa tipologia di minaccia richiede una combinazione di prudenza nell’uso dei dispositivi e un attento monitoraggio da parte delle istituzioni bancarie, poiché in assenza di tali misure, i criminali possono operare indisturbati.

Ghost Tap: cos’è e com’è stato

La tecnica del Ghost Tap è stata scoperta dagli esperti di sicurezza di ThreatFabric grazie a un post su un forum, in cui un utente sosteneva di poter “inviare una carta Apple Pay o Google Pay da uno smartphone a un altro per effettuare un’operazione utilizzando il chip NFC integrato”. Le indagini hanno confermato l’esistenza di questo metodo, che potrebbe rivelarsi particolarmente efficace per i truffatori.

Il Ghost Tap rappresenta una forma evoluta di cash-out, il processo attraverso il quale i criminali trasformano dati rubati in denaro o beni tangibili. Il primo passo è il furto delle informazioni delle carte di credito, che avviene comunemente tramite malware bancari, phishing e attacchi overlay. Attraverso queste tecniche, i truffatori ottengono sia i dati delle carte sia i codici OTP (One-Time Password), in genere necessari per associare la carta a un dispositivo mobile. Utilizzando software come NFCGate, questi dati possono essere trasferiti a complici, noti nel gergo come “money mule”, i quali eseguono le transazioni fisicamente presso i terminali di pagamento POS (Point of Sale).

Il sistema NFC, impiegato in smartphone e terminali per le transazioni contactless, agevola l’esecuzione di transazioni da luoghi distanti, consentendo di completare acquisti in vari luoghi simultaneamente senza destare sospetti. Come riportato nel report, “gli hacker possono stabilire un relay tra un dispositivo con carta rubata e il terminale POS di un rivenditore, rimanendo anonimi ed eseguendo incassi su larga scala”.

Come difendersi dalla tecnica del Ghost Tap

Contrastare attacchi di questo tipo non è semplice. È fondamentale prestare massima attenzione a non cliccare su link sospetti o scaricare app non sicure, che potrebbero infettare il dispositivo con malware. L’implementazione di sistemi di autenticazione a due fattori puo ridurre il rischio, ma è altrettanto importante rimanere vigili riguardo a SMS o notifiche che richiedano l’inserimento di codici OTP.

Si raccomanda di monitorare attentamente le attività proprio conto bancario, prestando attenzione a transazioni da località distanti o a movimenti ripetuti in tempi ravvicinati. In caso di anomalie, è consigliabile contattare tempestivamente la propria banca per segnalare l’accaduto.

Anche le istituzioni bancarie e i commercianti hanno la responsabilità di individuare situazioni sospette. Come evidenziato nel documento di ThreatFabric, “rilevare e mitigare tali frodi richiederà modelli di rilevamento avanzati, misure di sicurezza robuste e collaborazione all’interno del settore per affrontare questa crescente minaccia e proteggere efficacemente i beni dei clienti”.

Immagine Schema di funzionamento del Ghost Tap. Credit: ThreatFabric.

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Gli “spaghetti” più sottili al mondo prodotti con uno spessore di soli 372 nanometri.

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Un gruppo di ricercatori dell’University College London ha sviluppato quelli che sono stati definiti “gli più sottili al “. Questi nanospaghetti, che sono significativamente più fini della tradizionale pasta sarda su filindeu (fili di Dio), non sono commestibili e richiederebbero meno di un per cuocere in acqua bollente. Con un diametro medio di circa 372 nanometri e realizzati con farina e acido formico, i nanospaghetti sono organizzati in una rete porosa. Pur non essendo destinati al consumo umano, sono biocompatibili e potrebbero avere applicazioni nel settore medico.

Processo di Fabbricazione dei Nanospaghetti

La creazione di questi sottili “fili di amido” inizia con un ingrediente di comune: la farina. Questa viene disciolta in acido formico (CH₂O₂) caldo, formando una soluzione densa e viscosa. L’acido non solo scioglie la farina, ma modifica chimicamente le sue componenti, rompendo le molecole di amido e rendendole più flessibili. La soluzione è quindi sottoposta a una tecnica nota come elettrospinning, che utilizza un campo elettrico per estrudere la soluzione su un substrato, generando fibre sottili che si intrecciano in una matassa porosa. Dopo l’asciugatura, le fibre raggiungono una forma stabile, risultando in un materiale estremamente sottile con un diametro medio di circa 372 nanometri, oltre a essere resistente, biodegradabile ed ecologico.

Applicazioni dei Nanospaghetti

Le applicazioni dei nanospaghetti si trovano nel settore biomedico, dove la loro struttura porosa è ideale per creare bendaggi avanzati che promuovono la guarigione delle ferite e per il trasporto mirato di farmaci. Inoltre, possono servire come “impalcature” nella rigenerazione ossea, supportando le cellule durante il processo di crescita.

In ambito tecnologico, i nanospaghetti presentano inoltre un notevole potenziale. La loro resistenza e conduttività li rendono adatti per applicazioni in dispositivi elettronici, come elettrodi di supercondensatori. Grazie alla loro capacità di filtrare particelle microscopiche, sono anche utilizzabili in sistemi di filtrazione avanzati. La biodegradabilità e la base naturale di questo materiale ne fanno una soluzione sostenibile per sostituire materiali sintetici, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale in settori quali l’elettronica e la produzione industriale.

Differenze tra Nanospaghetti di Farina e Nanospaghetti di Amido

Negli studi precedenti, i fili di amido venivano prodotti a partire dalla purificazione dell’amido attraverso processi chimici complessi e inquinanti. Per evitare l’uso di tali agenti chimici, i ricercatori hanno optato per un metodo di fabbricazione più tradizionale, utilizzando farina comune. A differenza dell’amido, la farina contiene anche proteine e altre sostanze che complicano il processo di lavorazione. Tuttavia, questa complessità offre vantaggi concreti: il glutine presente nella farina conferisce ai nanospaghetti maggiore resistenza e flessibilità, mentre l’impiego di un materiale grezzo come la farina ne riduce i costi e ne migliora la sostenibilità.

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