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Guida completa: registra lo schermo su iPhone e Android senza utilizzare app esterne

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Registrazione dello schermo: utilità e avvertenze

Registrare lo di uno smartphone è utile per creare video tutorial, documentare , segnalare bug o condividere contenuti. Non sempre è necessario scaricare app di terze parti, poiché Android e iOS spesso offrono questa funzione integrata. Tuttavia, alcune applicazioni possono impedire la registrazione per motivi di sicurezza o copyright, come nel caso di app di streaming video o di servizi bancari.

Come registrare lo schermo su Android

Sugli smartphone Android con interfaccia standard, la registrazione dello schermo è accessibile tramite il pannello notifiche. Basta attivare la funzione “Registrazione dello schermo” per iniziare a catturare ciò che appare sul display. A seconda versione del sistema operativo, le opzioni potrebbero variare leggermente.

Come registrare lo schermo su iOS

Per i dispositivi iPhone e iPad, la registrazione dello schermo è disponibile tramite il Centro di Controllo. È necessario abilitare la funzione nelle impostazioni, dopodiché si può avviare la registrazione con un semplice tocco. Anche in questo caso, alcune applicazioni possono limitare questa possibilità per proteggere i contenuti.

Come registrare lo schermo su iPhone e Android senza app esterne: la guida completa

Come registrare lo schermo dello smartphone Android e iOs.

Registrare lo schermo del proprio smartphone può essere utile in molte situazioni: realizzare video tutorial, salvare momenti di gioco, documentare bug o semplicemente condividere un’azione che avviene sullo schermo con qualcuno. Spesso si pensa che per farlo sia necessario scaricare applicazioni di terze parti, ma in realtà i sistemi operativi più diffusi, come Android e iOS, offrono questa funzione già integrata. In questo articolo, vi spiegheremo come registrare lo schermo dello smartphone senza app aggiuntive, analizzando le procedure specifiche per dispositivi Android e per iPhone.

Prima di mostrarvi i vari step da seguire, è importante che sappiate cosa: alcune app potrebbero impedire la registrazione dello schermo per motivi di sicurezza o copyright (come nel caso delle app delle piattaforme di video streaming o quelle bancarie).

Come registrare lo schermo su Android

Sugli smartphone Android che presentano una versione del “robottino verde” non personalizzata, quindi l’interfaccia standard del sistema operativo di Google, è…

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Kamčatka: la penisola russa dove fuoco e ghiaccio si incontrano

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Geografia e natura della Kamčatka

La Kamčatka è una penisola situata nell’estremo oriente russo, si estende il e l’. Con una superficie di circa 270.000 km², è quasi pari a quella dell’Italia. Questa regione è conosciuta per il suo paesaggio selvaggio e i suoi fenomeni naturali, come i numerosi vulcani, oltre 300, di cui circa trenta attivi. Per questo motivo, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e le è stato dato il soprannome di “penisola di fuoco”.

Popolazione e lingua

La popolazione della Kamčatka è di circa 350.000 abitanti, perlopiù di etnia russa. La lingua principale parlata è il russo, riflettendo la predominanza culturale e linguistica di questa etnia nella regione. La Kamčatka è anche nota per la sua importanza strategica durante il gioco da tavolo Risiko, dove è spesso considerata un territorio fondamentale.

Il territorio della Kamčatka, la penisola russa dove il fuoco incontra il ghiaccio

La Kamčatka, una vasta penisola dell’estremo oriente con circa 350 000 abitanti per lo più di etnia russa, è un vero gioiello del continente asiatico, caratterizzata da una natura selvaggia e da fenomeni geologici unici che le sono valsi l’appellativo di “penisola di fuoco”. Con oltre 300 vulcani, di cui una trentina attivi, è Patrimonio UNESCO. Che fosse alleata o nemica, giocando a Risiko tutti ci siamo imbattuti almeno una volta nella strategica Kamčatka (e, molto probabilmente, nel tentativo di pronunciare il suo nome in modo corretto).

Dove si trova la Kamčatka, quanti abitanti ci sono e che lingua si parla

La Kamčatka, anche scritta e pronunciata Camciatca, è una penisola che si sviluppa lungo la costa più orientale del continente asiatico, tra il Mare di Ochotsk (a ovest) e l’Oceano Pacifico (a est). Ha una superficie di circa 270 000 km², di poco inferiore all’intera estensione dell’Italia (pari a 302 069,41 km²), ma in alcuni planisferi potrebbe sembrarci, tuttavia, nettamente più grande rispetto al nostro Paese. Questo è in realtà dovuto alla distorsione geometrica delle superfici…

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Perché le caramelle alla banana non hanno il vero sapore della banana? La storia delle Gros Michel.

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Il sapore di banana artificiale

Il di presente in caramelle e dolci confezionati non rispecchia il gusto banana fresca. Questo sapore artificiale è principalmente attribuito all’acetato di isoamile, un composto chimico reperibile in diversi frutti, tra cui mela, uva e pesca. Utilizzato per la sua economicità e versatilità, l’acetato di isoamile permette all’industria alimentare di imitare il gusto della banana e di altri frutti come la pera. Anche se si ipotizza che l’aroma artificiale sia ispirato dalla varietà di banana Gros , oggi meno comune rispetto alla Cavendish, non ci sono prove definitive a sostegno di questa affineità.

Acetato di isoamile: caratteristiche

A differenza della banana fresca, che ha un sapore dolce e cremoso con note floreali, il gusto artificiale di banana è generato da composti chimici. L’acetato di isoamile (C7 H14 O2) è uno dei principali componenti responsabili del caratteristico sapore “di banana”. Tale sostanza semplice è cruciale nella produzione di aromi artificiali, contribuendo a creare l’illusione di un’esperienza di gusto che si discosta dalla frutta fresca.

Perché le caramelle al gusto banana non sanno veramente di banana? La leggenda delle Gros Michel

Il sapore di banana, che troviamo in caramelle e dolci confezionati, non corrisponde esattamente a quello della banana fresca, siete d’accordo? Questo sapore è dato principalmente dall’acetato di isoamile, un composto chimico presente naturalmente in diversi frutti, tra cui mela, banana, uva e pesca. Economico e versatile, l’acetato di isoamile viene utilizzato nell’industria alimentare per riprodurre il gusto della banana e di altri frutti come la pera. Sebbene si dica che l’aroma artificiale sia ispirato dalla varietà di banana Gros Michel, la più diffusa un tempo ma ora rimpiazzato dalla varietà Cavendish, non esistono prove concrete a supporto di questa affermazione, anche se sembra esistere certa somiglianza.

Il sapore di banana: cos’è l’acetato di isoamile

A differenza della banana fresca, dal sapore dolce, cremoso e con sfumature floreali, il gusto di banana che troviamo in molti prodotti confezionati è artificiale, ottenuto tramite composti chimici. Tra questi, uno dei principali responsabili del sapore “di banana” è l’acetato di isoamile (C7 H14 O2), una sostanza semplice che dà il…

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Il primo tunnel navale al mondo, lungo 1,7 km, sarà costruito in Norvegia.

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Il Progetto dello Stad Ship Tunnel

Lo Stad Ship Tunnel il primo tunnel artificiale per il traffico navale al mondo, con dimensioni di 49 metri in altezza, 36 metri in larghezza e 1,7 km di lunghezza. Collegherà Moldefjorden e Kjødepollen, situati nella penisola di Stad, sulla costa sud-ovest della . Si prevede l’81% del traffico navale attuale possa utilizzare il tunnel, evitando così la pericolosa rotta nel Mare di Stadhavet. Il tunnel permetterà il passaggio delle navi in appena 12 minuti e potrà ospitare fino a cinque navi contemporaneamente, gestendo il traffico tramite sofisticati sistemi digitali.

La Necessità di un Tunnel

Il Mare di Stadhavet è noto per essere uno dei tratti di mare più pericolosi lungo la costa norvegese, con un elevato numero di incidenti. Dalla fine della seconda guerra mondiale, sono stati registrati 46 incidenti che causato 33 morti. Le condizioni avverse, come forti venti, correnti e onde alte fino a 30 metri, rendono questa rotta particolarmente impegnativa per le navi, aumentando il rischio di incidenti. Lo Stad Ship Tunnel rappresenta soluzione progettata per migliorare la sicurezza della navigazione in quest’area critica.

Il primo tunnel navale al mondo sarà lungo 1,7 km e verrà realizzato in Norvegia

Lo Stad Ship Tunnel sarà il primo tunnel per il traffico navale al mondo: alto 49 metri, largo 36 metri e lungo ben 1,7 km. Questa struttura, una volta ultimata, consentirà il passaggio della maggior parte delle navi da crociera da Moldefjorden a Kjødepollen, i due estremi della penisola di Stad, nella costa sud-ovest della Norvegia. Si stima che ad oggi l’81% del traffico navale che oggi transita nell’area potrà utilizzare il tunnel, evitando di passare per la pericolosa rotta sul Mare di Stadhavet, e ogni nave sarà in grado di attraversarlo in soli 12 minuti. Ben cinque navi contemporaneamente potranno transitarci in coda, e tutto il traffico verrò gestito da avanzati sistemi digitali.

Perché realizzare lo Stad Ship Tunnel

Il Mare di Stadhavet è considerato la parte più impervia della vasta costa norvegese, luogo di diversi incidenti nel corso degli anni. Si stima che dalla fine della seconda guerra mondiale ci siano stati 46 incidenti con 33 morti. La combinazione di vento, correnti e onde che possono arrivare anche a 30 metri rende questo tratto un’area particolarmente impegnativa…

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Il terremoto in Myanmar ha avuto una potenza 44.700 volte superiore al M4.6 dei Campi Flegrei.

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Il terremoto in Myanmar

Recentemente, il Myanmar è stato colpito da un terremoto di magnitudo 7.7, che ha rilasciato un’energia sorprendentemente maggiore rispetto al sisma di magnitudo 4.6 avvenuto il 13 marzo presso i Campi , dimostrando l’enorme differenza di potenza eventi sismici di diverse magnitudini.

La scala Richter

La scala Richter, creata nel 1935 dal sismologo Charles F. Richter, è scala logaritmica per misurare la magnitudo terremoti. Ogni aumento di un’unità corrisponde a un aumento di circa 31,6 dell’energia rilasciata. Ad esempio:

  • Un terremoto di magnitudo 5.0 è circa 32 volte più potente di uno di magnitudo 4.0.
  • Un terremoto di magnitudo 6.0 è intorno a 1.024 volte più potente di uno di M4.0.
  • Un terremoto di magnitudo 7.0 è circa 32.768 volte più potente di uno di M4.0.

Aggiungendo questi dati al confronto tra il terremoto in Myanmar (M7.7) e quello ai Campi Flegrei (M4.6), emerge una differenza di potenza di circa 44.700 volte, illustrando in modo chiaro la magnitudine del sisma birmano.

Il terremoto in Myanmar è stato 44.700 volte più potente di quello M4.6 ai Campi Flegrei

Il recente terremoto che ha colpito il Myanmar con una magnitudo di 7.7 è stato circa 44.000 volte più potente rispetto al sisma di magnitudo 4.6 avvenuto il 13 Marzo scorso ai Campi Flegrei. 44 mila non è un numero tirato a casaccio e in questo articolo vi spieghiamo perché.

La scala Richter: da un punto all’altro bisogna fare x 30

La scala Richter, sviluppata nel 1935 dal sismologo Charles F. Richter, è una scala logaritmica utilizzata per misurare la magnitudo dei terremoti. Essendo logaritmica, ogni incremento di un’unità sulla scala rappresenta un aumento di circa 31,6 volte dell’energia rilasciata dal terremoto. Per capirci:

  • un terremoto di magnitudo 5.0 è circa 32 (approssimiamo a 32 per semplificare) volte più potente di uno di M4.0;
  • un terremoto di M6.0 è circa 1.024 (32×32)  volte più potente di uno di M4.0.
  • un terremoto di M7.0 è circa 32.768 (32x32x32) volte più potente di uno di M4.0
    Applicando lo stesso concetto al caso del Myanmar (M7.7) rispetto ai Campi Flegrei (M4.6), la differenza è di circa 44700.
    In altri termini il sisma in Myanmar ha rilasciato oltre 44.700 volte…

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Cos’è il tethering: guida su come funziona e attivarlo per condividere la connessione tra dispositivi.

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Cos’è il Tethering

Il è la funzione consente di la connessione dati di uno smartphone con altri dispositivi, come computer portatili o tablet. Questa tecnologia trasforma il telefono in un router Wi-Fi portatile, permettendo la distribuzione della connessione tramite Wi-Fi, Bluetooth o cavo USB.

Metodi di Tethering

Il metodo più comune di tethering è il tethering Wi-Fi, che crea un hotspot mobile. Gli altri dispositivi possono quindi connettersi a questa rete. Tuttavia, il tethering non è limitato al Wi-Fi; si può anche effettuare tramite Bluetooth o USB, che possono offrire una connessione più stabile in alcune situazioni.

Differenza tra Tethering e Hotspot

Sebbene i termini "tethering" e "hotspot" siano spesso usati come sinonimi, non esattamente la stessa . Il tethering è un termine generico che indica la condivisione della connessione Internet, mentre "hotspot" si riferisce più specificamente al punto di accesso creato per la connessione Wi-Fi.

Cos’è il tethering, come funziona e come attivarlo per condividere la connessione tra dispositivi

Vi siete mai ritrovati nella situazione in cui avevate bisogno di una connessione Internet stabile, magari sul vostro portatile o tablet, ma non c’era una rete Wi-Fi disponibile? È probabile che in una situazione del genere siate ricorsi al tethering, una funzione che consente di condividere la connessione dati cellulare dello smartphone con altri dispositivi. Questa tecnologia permette di trasformare il telefono in una sorta di “router Wi-Fi portatile”, distribuendo la connessione Internet tramite Wi-Fi, Bluetooth o cavo USB. Il metodo più utilizzato è il tethering Wi-Fi, che crea un hotspot mobile a cui possono connettersi altri dispositivi nelle vicinanze.

A proposito dei termini tethering e hotspot: seppur siano spesso usati interscambiabilmente, ci teniamo a precisare che non sono proprio la stessa cosa, non sempre per lo meno. In particolare, “tethering” è il termine generico per indicare la condivisione della connessione Internet di un dispositivo (solitamente uno smartphone) con altri dispositivi (PC, tablet, etc.), il che può avvenire in vari modi. È quando la connessione viene…

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Animali nascosti nei divani: cimici, ragni domestici e altri insetti da scoprire!

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Il Microcosmo Domestico

L’ambiente domestico è un ecosistema in cui diverse creature convivono con gli esseri umani. Tra questi si trovano gli acari polvere, i pesciolini d’argento, e le dei letti, che possono risultare fastidiosi, specialmente per chi soffre di allergie. Allo stesso tempo, però, ci anche benefici come ragni domestici e millepiedi pigliamosche, che svolgono un ruolo importante nella predazione di insetti e parassiti pericolosi.

Adattamento e Abbondanza di Risorse

Molti di questi si sono adattati al nostro habitat domestico grazie alla somiglianza con il loro ambiente naturale. Le abitazioni offrono calore, abbondanza di cibo e protezione da intemperie e predatori, creando condizioni ideali per la loro sopravvivenza. Questo fenomeno evidenzia la complessità delle interazioni tra specie domestiche e gli organismi che le abitano, dimostrando che anche gli ambienti più familiari possono celare una sorprendente varietà di vita.

Quali animali si nascondono nei divani? Cimici, ragni domestici e altri insetti

Nonostante non siamo abituati a pensarlo, l’ambiente domestico è un ecosistema come molti altri, all’interno del quale alcune creature sono riuscite ad adattarsi molto bene. Quali e quanti animali condividono con noi i nostri letti, i divani su cui ci rilassiamo guardando magari una serie TV e si annidano nei nostri tappeti? Dagli innocui (allergie a parte) acari della polvere e pesciolini d’argento fino alle fastidiose cimici dei letti e alle zecche portate dai nostri animali, abbiamo però anche degli alleati inconsapevoli: i ragni domestici e i millepiedi pigliamosche, innocui per l’uomo, sono però temibili predatori per insetti e parassiti pericolosi che possono frequentare le nostre case. Molti di questi animali hanno fatto delle nostre abitazioni una seconda casa sfruttando la somiglianza di alcune caratteristiche casalinghe con il loro ambiente naturale provenienza; altri approfittano della grande quantità di cibo presente, un livello di calore ottimale per il loro metabolismo, oppure una maggiore sicurezza da intemperie e predatori che troverebbero all’esterno.

Gli insetti che si nascondono nei divani


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Perché il salvadanaio ha storicamente la forma di un maiale?

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Origine dei salvadanai a forma di maiale

I salvadanai a di sono diffusi in molte culture, da quelle europee a quelle asiatiche, grazie al simbolismo del maiale come rappresentante di ricchezza e abbondanza. Nelle tradizioni rurali europee, possedere un maiale significava maggiore sicurezza alimentare, poiché era un animale facile da allevare e garantiva cibo durante l’inverno.

Simbologia del maiale

Il maiale, legato all’idea di risparmio, è diventato una metafora ideale per conservare il denaro. La sua associazione con la prosperità si è radicata nel pensiero collettivo, rendendolo un oggetto riconoscibile quando si parla di risparmio e gestione delle finanze.

Antichità e diffusione

I più antichi salvadanai a forma di maiale risalgono al XII-XIII secolo e provengono dall’Asia meridionale, in particolare da Indonesia e India. La tradizione di questi oggetti in Europa si è sviluppata nel tardo Medioevo, influenzata dalla vita agricola e dalla necessità di garantire l’alimentazione per lungo tempo.

Perché il salvadanaio ha tradizionalmente la forma di un maiale?

I salvadanai a forma di maiale sono un oggetto comune in molte culture, dall’Europa all’Asia, ma proprio questo animale? La risposta sta nella tradizione contadina e nell’economia rurale. Il maiale è da secoli un simbolo di ricchezza e abbondanza in molte culture: nell’Europa rurale, possedere un maiale significava sicurezza alimentare per la propria famiglia, era un animale facile da allevare e forniva cibo per tutto l’inverno. Unendo questa idea al concetto di risparmio, il maiale è diventato la metafora perfetta per conservare il denaro per il futuro.

Immagine Salvadanaio a forma di maiale proveniente dall’isola di Java, in Indonesia, risalente al XIV–XV sec. Credit: Gunkarta

I più antichi “maialini salvadanaio” conosciuti ad oggi provengono dall’Asia meridionale, precisamente dall’Indonesia e dall’India, e risalgono al XII-XIII secolo. L’usanza di creare salvadanai con le fattezze di maiale si è diffusa anche in Europa nel tardo Medioevo, figlia contadina: visto che i prodotti provenienti dal maiale erano in grado di sfamare una famiglia per un anno intero, l’uccisione del…

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Quali sono e quali informazioni forniscono?

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Le Tre Leggi della Robotica

Le Tre Leggi Robotica, ideate da Isaac Asimov nel 1942, stabiliscono un codice etico per interazioni tra esseri umani e robot. Queste leggi, espresse per la prima volta nel racconto Runaround, sono:

  • Un robot non può recare danno a un essere umano né permettere , a causa della sua inattività, un essere umano subisca danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che non contrastino con la Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

La Legge Zero

Successivamente, Asimov introduce la “Legge Zero”, che prioritizza il benessere dell’umanità nel suo insieme rispetto a quello degli individui. Questo ampliamento del framework originale mira a garantire che i robot agiscano sempre nell’interesse della collettività, moderando eventuali conflitti tra le leggi precedenti.

quali sono e cosa dicono

Le , formulate dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov nel 1942, rappresentano un codice etico pensato per regolare l’interazione tra esseri umani e macchine intelligenti. Introdotte nel racconto Runaround e poi diventate un punto di riferimento nella letteratura di genere, queste regole impongono ai robot di non nuocere agli esseri umani, di obbedire agli ordini e di proteggere la propria esistenza, ma sempre rispettando una gerarchia ben precisa. Nella fattispecie, queste leggi sono formulate così:

  • Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
  • In seguito, Asimov introdusse una legge ancora più generale, la “Legge Zero”, che antepone il benessere dell’umanità nel suo complesso a quello singoli individui. Nonostante il…

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    La storia delle Forty Elephants: la banda di sole donne che operò a Londra nell’Ottocento.

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    Storia delle Forty Elephants

    Le Forty Elephants, conosciute anche come le Forty Thieves, erano una criminale femminile attiva a Londra a partire dal 1870. Operavano principalmente nella zona di Elephant and Castle, da cui il gruppo prende il nome. Composta principalmente da legate a membri Elephant and Castle Mob, la banda si specializzava nel taccheggio, nella truffa e nel borseggio di alto livello, accaparrandosi spesso i riflettori della società. Con furti audaci e strategie sofisticate, riuscivano a sorprendere e derubare anche i membri dell’alta borghesia.

    Organizzazione e codice interno

    La banda era guidata da una leader carismatica e seguiva un codice interno che regolava il comportamento delle sue componenti, permettendo così di mantenere la disciplina e la segretezza. Le Forty Elephants rimasero attive fino agli anni ’50, influenzando la criminale di Londra. La loro storia ha ispirato la serie TV “A Thousand Blows“, creata da Steven Knight, noto anche per “Peaky Blinders”, che presenta la vita di questa affascinante e temuta banda.

    Chi erano le Forty Elephants, la banda criminale di sole donne a Londra nell’800: la vera storia

    Le Forty Elephants – le Quaranta Elefantesse, note anche come le Forty Thieves – erano una banda criminale di sole donne specializzate nel taccheggio formatasi a Londra intorno al 1870. La loro base è nella zona di Elephant and Castle, a sud del Tamigi, da cui prendono il nome. Ladre, truffatrici, borseggiatrici di alto livello, le Forty Elephants sono in gran parte mogli, fidanzate o sorelle di membri di un’altra organizzazione di banditi londinesi, la famigerata Elephant and Castle Mob. Le due gang, insieme a molte altre che in quegli anni fiorivano a Londra, tenevano in pugno la città con furti magistrali e colpi di lusso, che lasciavano spesso a bocca aperta l’alta società e i cittadini. La banda, capitanata da una leader, aveva un codice interno di regole e comportamenti che ha garantito la sopravvivenza dell’organizzazione fino al 1950. La serie TV “A Thousand Blows“, creata da Steven Knight (il creatore di “Peaky Blinders”) e uscita a febbraio 2025, vede come protagoniste proprio la famigerata londinese.

    Come agivano le ladre della banda Forty Elephants

    Tutte…

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    Torna l’ora legale il 30 marzo: a che ora sposteremo le lancette e perché?

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    Ritorno dell’ora legale

    Nella notte tra sabato 29 marzo e domenica 30 marzo 2025, l’Italia adotterà nuovamente l’ora legale, slittando le dell’orologio avanti di un’ora alle 2:00 del mattino. Questo cambiamento porta a un’ora in più di luce nel tardo pomeriggio, favorendo un risparmio sulle bollette energetiche grazie maggiore disponibilità di luce naturale. Tuttavia, comporta anche la perdita di sessanta minuti di sonno.

    Adattamento dei dispositivi

    I dispositivi digitali connessi a Internet si aggiorneranno automaticamente, mentre i dispositivi analogici richiederanno un’operazione manuale per adeguarsi al nuovo orario.

    Durata dell’ora legale

    L’ora legale resterà in vigore fino a domenica 26 ottobre 2025, quando verrà ripristinata l’ora solare, riportando il tempo indietro dalle 3:00 del mattino alle 2:00.

    Risparmi energetici e benefici

    L’adozione dell’ora legale è principalmente volta a generare risparmi energetici, incrementando l’uso della luce naturale e riducendo la necessità di illuminazione artificiale durante le ore serali.

    Torna l’ora legale il 30 marzo, a che ora si spostano le lancette in avanti stanotte e perché

    Nella notte tra sabato 29 marzo e domenica 30 marzo 2025 tornerà nuovamente l’ora legale in Italia, come ogni anno nell’ultimo fine settimana di marzo. Alle 2:00 del mattino di domenica le lancette slitteranno avanti di un’ora. La conseguenza più evidente dello spostamento orario avere un’ora in più di luce nel tardo pomeriggio, poiché il tramonto del cadrà un’ora dopo rispetto a prima. Questo spostamento, promette un risparmio sulla bolletta elettrica grazie alla maggiore disponibilità di luce naturale, tuttavia, dovremo rinunciare a sessanta minuti di sonno nella notte tra sabato e domenica. I dispositivi digitali connessi a internet aggiorneranno l’orario autonomamente, mentre quelli analogici richiederanno un intervento manuale. L’ora legale ci accompagnerà fino a domenica 26 ottobre 2025, quando verrà ripristinata l’ora solare spostando indietro le lancette dalle 3:00 del mattino alle 2:00.

    Perché si passa all’ora legale: i risparmi energetici

    La principale ragione alla base dell’adozione dell’ora legale risiede nella sua comprovata capacità di generare un…

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    Cosa sono e a cosa servono: una guida essenziale

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    Che cosa sono le criptovalute

    Le , conosciute anche come , sono valute esclusivamente digitali che utilizzano la crittografia come base del loro funzionamento. A differenza delle valute tradizionali come Euro e Dollari, le cripto esistono solo in formato elettronico. Il termine “cripto” deriva dal greco “Kryptos”, che significa nascondere, evidenziando l’importanza della crittografia nella loro sicurezza.

    Funzionamento delle criptovalute

    Il sistema delle criptovalute si basa sulla tecnologia blockchain, che garantisce transazioni sicure e trasparenti. La natura decentralizzata delle cripto permette agli utenti di effettuare operazioni senza il bisogno di un intermediario, come banca. Questa caratteristica aumentata offre maggiore controllo agli utenti, ma mette anche in luce rischi inerenti legati volatilità.

    Volatilità dei bitcoin

    I prezzi delle criptovalute sono notoriamente instabili. Ad esempio, il valore di un Bitcoin è passato da 60 mila Euro a circa 80 mila Euro in un anno, dimostrando l’alta variabilità che caratterizza queste . Questa volatilità può rappresentare opportunità di guadagno, ma anche significativi rischi per gli investitori.

    cosa sono e a cosa servono

    Le criptovalute, e una tra tutte i Bitcoin, sono valute completamente digitali che basano il proprio funzionamento su modelli crittografici, come quello della blockchain. Ormai da qualche anno sono protagoniste della scena finanziaria mondiale soprattutto per la loro estrema volatilità che le porta spesso ad avere valori di mercato che crescono (o decrescono) a velocità elevate. Considerate, per esempio, che un Bitcoin vale ad oggi circa 80 mila Euro, mentre esattamente un anno va aveva un valore di 60 mila Euro.

    Vediamo in questo articolo che cosa sono le criptovalute – o cripto – qual è il loro scopo e quali sono i rischi del loro utilizzo.

    Che cosa sono le criptovalute

    Le criptovalute – anche dette cripto per semplicità – sono valute appunto ma, al contrario di Euro, Dollari o qualsiasi altra valuta tradizionale, esistono solo in formato digitale. Il loro nome, cripto-valute, ci suggerisce un concetto chiave del loro funzionamento: sono valute il cui funzionamento è basato sulla crittografia: “cripto”, dal greco “Kryptos”, vuol dire nascondere, e infatti la crittografia è quella…

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