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Succo di barbabietola e forza muscolare

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Benefici del Succo di Barbabietola per la Forza Muscolare durante gli Allenamenti

Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Exeter e del National Institutes of Health negli Stati Uniti ha rivelato che uno ione presente nel succo di barbabietola può portare ad un significativo aumento della forza muscolare durante gli allenamenti. La barbabietola è conosciuta per i suoi effetti antiossidanti, antinfiammatori, attività antidiabetica, proprietà epatoprotettive, ipotensive e cicatrizzanti.

Composizione della Barbabietola

La barbabietola è una fonte ricca di sostanze fitochimiche biologicamente attive come le betalaine, che sono naturali di colore rosso e giallo presenti principalmente nelle piante dell’ordine delle Caryophyllales. Vi sono due categorie di betalaine: le Betacianine con colorazione dal rossiccio al violetto e le Betaxantine con colorazione dal giallo all’arancione. Inoltre, la barbabietola contiene , , e nitrato inorganico NO3-. È anche una ricca fonte di minerali come potassio, sodio, fosforo, calcio, magnesio, rame, , zinco e manganese.

Ruolo del Nitrato

Il nitrato, presente nella barbabietola, sta diventando sempre più popolare come integrazione nutrizionale sportiva ed è presente in numerose verdure a foglia verde. Questo composto può trasformarsi in nitrito grazie all’azione dell’enzima nitrato reduttasi e, in condizioni di scarsa disponibilità di ossigeno, può essere convertito in ossido nitrico, che svolge ruoli importanti nel controllo vascolare e metabolico.

La Ricerca

Uno studio condotto su volontari ha rivelato che un’ora dopo l’assunzione del nitrato, durante una serie di esercizi intensivi, il livello di nitrati nei muscoli aumentava significativamente. I ricercatori hanno scoperto che questo aumento di nitrati ha causato un incremento della forza muscolare del 7% durante gli esercizi. Questi risultati potrebbero avere implicazioni anche in altre aree mediche, come ad esempio le malattie neuromuscolari e metaboliche correlate alla carenza di ossido nitrico.

In conclusione, il succo di barbabietola può rappresentare un valido supporto per incrementare la forza muscolare durante l’attività fisica, grazie ai suoi benefici effetti sul contenuto di nitrati.

Composto insolito in un dipinto di Rembrandt

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Il formiato di trovato nel dipinto di Rembrandt, una scoperta sorprendente

Un gruppo di scienziati provenienti da diverse Università ha scoperto un composto insolito in un dipinto di Rembrandt conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam. La scoperta è stata effettuata nell’opera La ronda di notte, un dipinto a olio su tela di notevoli dimensioni (359 x 438 cm).

La ricerca scientifica è stata condotta con l’impiego di tecniche avanzate come la microscopia con radiazione di sincrotrone e il body scanner a retrodiffusione di raggi X. Questo ha permesso di individuare un composto insolito nel dipinto di Rembrandt: il formiato di piombo (HCOO)2Pb.

La domanda che sorge spontanea è sull’origine di questo composto, dal momento che il formiato di piombo non è un pigmento comune utilizzato in pittura. Molti contenenti piombo sono noti sin dall’antichità, come la biacca, il e il minio, ma il formiato di piombo non rientra in questa categoria.

Si ipotizza che questo composto insolito possa essere stato formato da , utilizzato all’epoca quale legante nelle vernici, e olio di lino. Tuttavia, altre ipotesi potrebbero essere prese in considerazione, dato che non è stato trovato ossido di piombo cristallino nel dipinto.

La scoperta del formiato di piombo nel dipinto di Rembrandt apre nuove strade nella comprensione della reattività dei pigmenti utilizzati in passato e getta luce sulla ricerca artistica e tecnica del celebre pittore olandese.

Esercizi sull’innalzamento ebullioscopico

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Esercizi sull’innalzamento ebullioscopico

Per comprendere l’innalzamento ebullioscopico, è essenziale discutere sia degli elettroliti, in cui si deve prendere in considerazione l’indice di van’t Hoff, sia dei non elettroliti.

In questi esercizi, per l’innalzamento ebullioscopico, è necessario conoscere la costante ebullioscopica del solvente e la sua temperatura di ebollizione. Questo fenomeno, insieme all’, alla pressione osmotica e all’abbassamento della tensione di vapore, rappresenta le delle soluzioni. Queste dipendono solo dal numero di particelle di soluto nella soluzione e non dal tipo di soluto.

L’innalzamento ebullioscopico può essere calcolato utilizzando la formula: ΔT = m · Keb· i, dove m rappresenta la molalità della soluzione, Keb è la costante ebullioscopica del solvente e i è l’.

Le costanti Kb e le temperature di ebollizione sono proprietà caratteristiche che dipendono dall’identità del solvente. Si riportano di seguito i valori di Keb e di Teb di alcuni solventi:

| Solvente | Keb | Temperatura di ebollizione °C |
| ——– | ————- | —————————- |
| Acqua | 0.512 | 100.00 |
| Acetone | .80 | 56.08 |
| Benzene | 2.53 | 80.1 |
| Acido acetico | 3.22 | 117.9 |
| Cloroformio | 3.63 | 61.26 |
| Anilina | 3.82 | 184.1 |
| Tetracloruro di carbonio | 5.03 | 76.72 |
| Nitrobenzene | 5.24 | 210.9 |

Per calcolare la temperatura di ebollizione di una soluzione, è necessario tenere presente la molalità della soluzione, la costante ebullioscopica del solvente e l’indice di van’t Hoff.

Eseguiamo alcuni :

Calcolo della temperatura di ebollizione

Calcolare la temperatura di ebollizione di una soluzione 0.330 m di un non elettrolita non volatile in benzene.

Applicando la formula ΔT = m · Keb· i, tenendo conto che per i non elettroliti i = 1, otteniamo: ΔT = 0.330 · 2.73 = 0.835. La temperatura di ebollizione della soluzione è quindi T = 80.1 + 0.835 = 80.9 °C.

Calcolare la temperatura di ebollizione di una soluzione contenente 92.1 g di I2 in 800.0 g di cloroformio, assumendo che lo iodio non sia volatile.

Per calcolare la molalità della soluzione si devono conoscere le moli di iodio. La massa molare di I2 vale 126.90447 · 2 =253.80894 g/mol. Le moli di I2 sono 0.363. La molalità vale: m = 0.363 mol/0.8000 kg =0.454

ΔT = 0.454 · 3.63 = 1.65. La temperatura di ebollizione della soluzione è quindi T = 61.26 + 1.65 = 62.91 °C.

Calcolare la temperatura di ebollizione di una soluzione acquosa contenente 1.50 moli di NaI in 1.25 kg di acqua.

La molalità della soluzione è pari a: m = 1.50 mol/ 1.25 kg = 1.20. L’indice di van’t Hoff vale 2. ΔT = 1.20 · 0.512 · 2 = 1.23. La temperatura di ebollizione della soluzione è quindi T = 100.00 + 1.23 = 101.23 °C.

Calcolo della massa molare

Una soluzione acquosa di un non elettrolita che contiene 30.0 g di soluto solubilizzati in 250 g di acqua ha una temperatura di ebollizione di 101.04 °C. Calcolare la massa molare del soluto.

ΔT = 101.04 – 100.00 = 1.04. ΔT = m · Keb. Pertanto m = 1.04/ 0.512 = 2.03. moli soluto = 0.508. La massa molare è 30.0 g/0.508 mol = 59.1 g/mol.

Biometano e transizione energetica

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Il ruolo del biometano nella transizione energetica

Il biometano sta emergendo come uno degli attori principali nella decarbonizzazione dell’economia europea e nella transizione verso un futuro energetico più sostenibile. Con l’attenzione internazionale sempre più concentrata sul cambiamento climatico, l’implementazione dell’accordo di Parigi ha posto l’accento sull’urgente necessità di ridurre le emissioni in settori chiave come , trasporti, edilizia e industria.

Produzione e caratteristiche del biometano

Il biogas, prodotto dalla decomposizione dei residui organici come i rifiuti agricoli e zootecnici, nonché i fanghi provenienti dai impianti di depurazione delle acque, costituisce la materia prima per la produzione di biometano. Attraverso un processo di purificazione, il biogas viene depurato da anidride carbonica, umidità, idrogeno solforato, ammoniaca, composti organici volatili, ossigeno e azoto.

Il biometano si distingue per le sue caratteristiche distintive, in quanto è rinnovabile, provenendo da fonti biologiche anziché dai , e sostenibile, poiché contribuisce a ridurre le emissioni di . Questo rinnovabile ha il potenziale per sostituire il gas fossile nelle reti di distribuzione, consentendo il suo utilizzo sia nei consumi residenziali che industriali.

Materie prime e usi del biometano

Le materie prime utilizzate per produrre biogas derivano da una vasta gamma di fonti, tra cui i residui di colture come frumento, mais, riso e cereali, i concimi animali provenienti da bovini, suini, pollame e pecore, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e i fanghi di acque reflue. Una volta trasformato in biometano, può alimentare sia processi di combustione per la generazione di elettricità e calore, sia la produzione di idrogeno rinnovabile. Inoltre, il biometano svolge un ruolo chiave nel promuovere l’economia circolare, contribuendo alla gestione e allo sfruttamento dei rifiuti organici e contribuendo così alla riduzione della dipendenza energetica in Europa.

In conclusione, il biometano si pone come un’importante risorsa nella transizione energetica, offrendo soluzioni concrete per ridurre l’impatto ambientale e contribuire alla sostenibilità del settore energetico europeo. La sua versatilità e le sue caratteristiche distintive lo rendono un alleato prezioso nella lotta al cambiamento climatico e nella costruzione di un futuro energetico più sostenibile.

Rischi del colorante rosso allura

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Rischi associati al colorante rosso allura: cos’è e perché è pericoloso

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Farncombe Family Digestive Health Research Institute presso la McMaster University in Canada e pubblicato su Nature Medicine, l’uso del colorante alimentare rosso allura (noto anche come E129) comporta dei rischi per la salute dell’uomo.

Questo colorante, utilizzato in una vasta gamma di prodotti alimentari come dolci, latticini, biscotti, gelatine, condimenti, bevande, dessert, preparati per torte e farciture al gusto di frutta, è stato oggetto di preoccupazioni relative alla sua sicurezza. Anche se è impiegato anche in cosmetici e farmaci, in alcuni paesi europei non è più consentito nei prodotti alimentari destinati ai bambini e nei cibi biologici.

Potenziali rischi e studi correlati

Gli studi condotti dal Center for Science in the Public Interest hanno evidenziato che l’esposizione al rosso allura tramite il consumo di prodotti alimentari può causare allergiche in alcune persone, sollevando così preoccupazioni sulla sua sicurezza. Inoltre, esperimenti condotti su topi hanno presentato risultati preoccupanti, che hanno portato a richieste di divieto da parte della FDA, sebbene ulteriori ricerche siano state ritenute necessarie.

Altri studi hanno sollevato la preoccupazione che i , come il rosso allura, possono causare iperattività nei bambini se associati al . Quest’ultimo è un conservante conosciuto per le sue proprietà antimicrobiche, ampiamente utilizzato in cosmetici e farmaci.

Proprietà e scoperta

Il rosso allura è un colorante azoico, una polvere rossastra scura sensibile alla luce e solubile in acqua ed etanolo, con una stabilità al pH compreso tra 3 e 8 e al calore.

La scoperta principale dello studio è stata che l’esposizione a lungo termine o durante l’età perinatale al rosso allura, a dosi corrispondenti a quelle presenti negli alimenti, aumenta significativamente il rischio di sviluppare la sindrome del colon irritabile, oltre a poter generare patologie infiammatorie intestinali di tipo autoimmune come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa.

In conclusione, i risultati di questa ricerca sollevano seri dubbi sulla sicurezza del rosso allura e sottolineano la necessità di valutare attentamente l’uso di questo colorante nei prodotti alimentari e nelle altre applicazioni in cui è impiegato.

Perché è buono il cioccolato

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Perché il cioccolato è così buono: una scoperta scientifica sorprendente

Un team di ricercatori dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, ha recentemente fatto una scoperta sorprendente sul cioccolato. In uno studio pubblicato su ACS Applied Material and Interfaces, i ricercatori si sono concentrati sulla consistenza del cioccolato piuttosto che sul suo sapore, rivelando così nuovi meccanismi sensoriali che spiegano il potere irresistibile di questa prelibatezza.

Gli scienziati hanno analizzato il processo sensoriale che si attiva quando consumiamo cioccolato e hanno fatto una scoperta rivoluzionaria che potrebbe spiegare la dipendenza di molte persone da questo alimento.

La composizione del cioccolato e il suo effetto sul corpo

Il cioccolato deriva dai semi di cacao e contiene la , un alcaloide che ha effetti simili a quelli della sul nostro cervello. Inoltre, il cioccolato contiene la 2-feniletilamina, conosciuta anche come “droga dell’amore”, che potrebbe spiegare il perché il cioccolato sia spesso considerato un afrodisiaco.

Oltre a ciò, il cioccolato contiene composti che stimolano la produzione di anandamide, un neuro-modulatore che imita gli effetti dei composti psicoattivi presenti nella cannabis. Vi sono anche la presenza di caffeina, xantine e , che contribuiscono a determinare il suo effetto sul nostro umore e comportamento.

L’effetto della consistenza sulla percezione del cioccolato

Secondo la scoperta dei ricercatori, la sensazione di piacere che proviamo quando mangiamo cioccolato dipende dalla sua consistenza e dalla sua interazione con la nostra saliva. Il cioccolato, infatti, passa da uno stato solido a un’emulsione liscia in bocca, e questo processo fisico contribuisce in modo significativo alla percezione del suo sapore e della sua gradevolezza.

La presenza di grassi nel cioccolato svolge un ruolo fondamentale in questo processo, indipendentemente dalla percentuale di grassi presente nel prodotto. Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove possibilità nel processo di produzione del cioccolato, consentendo di progettare cioccolato fondente con un minor contenuto di grassi, comprometterne la qualità.

In conclusione, la ricerca dell’Università di Leeds ha rivelato nuovi e affascinanti aspetti sul perché il cioccolato sia così irresistibilmente buono, spiegando il suo effetto sul nostro corpo e sulla nostra percezione sensoriale.

Effetti benefici del citrale

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Benefici e utilizzi del in ambito alimentare e medicinale

Il citrale, una miscela di due isomeri, geraniale e , è ampiamente impiegato nell’industria alimentare, cosmetica e dei detergenti. È presente nel mirto australiano, nella Litsea Cubeba, nell’albero del tè d’ulivo, nella verbena odorosa, nella melissa e nel lime. Questa sostanza è considerata un inibitore della retinaldeide , enzima principale nel metabolismo della retinaldeide, agendo sull’accumulo di e sulla tolleranza al glucosio.

Medicina tradizionale

Secondo la medicina tradizionale indiana, cinese e brasiliana, il citrale ha effetti benefici in diversi contesti, tra cui il trattamento di febbre, infezioni, mal di testa, dolori di stomaco, dolori reumatici, azioni sedative, antispasmodiche, analgesiche, antinfiammatorie e antiipertensive.

Altri utilizzi

Il citrale è impiegato come ingrediente di fragranze e aromi in alimenti, bevande, prodotti per la casa e cosmetici. È noto per la sua attività antimicrobica e le sue proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti e antimicotiche, utilizzate in diversi prodotti per la cura personale come lozioni dopobarba, prodotti per il bagno, creme idratanti, profumi, acque di colonia, shampoo antiforfora e prodotti per la cura dei capelli.

L’utilizzo del citrale è in costante sperimentazione, dimostrandosi un agente utile in ambito alimentare e cosmetico.

Monitoraggio delle emissioni di CO2

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Monitoraggio delle emissioni di CO2: la missione Copernicus CO2M

La missione Copernicus Carbon Dioxide Monitoring, o CO2M, è una delle missioni europee Copernicus Sentinel Expansion, con l’obiettivo principale di misurare le emissioni di CO2 di origine antropica nell’atmosfera, ponendosi come la prima operazione di questo genere.

Importanza del monitoraggio delle emissioni di CO2 e NOx

Il monitoraggio e controllo delle emissioni di NOx e CO2 sono determinanti per la limitazione dei cambiamenti climatici. Il rilevamento di tali gas è stato effettuato in grandi centrali elettriche, utilizzando un metodo che combina un algoritmo di rilevamento del pennacchio con uno basato sul .

Accordo di Parigi

L’accordo di Parigi è un trattato internazionale vincolante cambiamenti climatici, adottato nel dicembre del 2015. Stabilisce obiettivi a lungo termine per la riduzione delle emissioni globali di e la limitazione dell’aumento della temperatura globale.

Obiettivi e necessità di riduzione delle emissioni di CO2

Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria una drastica riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica. Gran parte di queste emissioni proviene da grandi città, centrali elettriche e impianti industriali.

Osservazioni satellitari per il monitoraggio delle emissioni di CO2

Lo studio si basa su osservazioni satellitari generate da simulazioni di trasporto atmosferico. Il monitoraggio delle emissioni di CO2 è effettuato attraverso satelliti dotati di spettrometri di imaging che campionano la frazione molare di CO2 dell’aria secca e NO2. Tali osservazioni riducono l’incertezza sul monitoraggio delle emissioni dei gas serra e forniscono dati di riferimento nazionali e globali. La trasparenza dei dati e la collaborazione internazionale sono fondamentali per la ricerca di soluzioni a livello globale.

pH di una miscela di acido forte e base debole

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Determinazione del pH di una miscela di acido forte e base debole

Per calcolare il pH di una miscela di acido forte e base debole, è necessario conoscere le moli di ciascun reagente e la costante basica della base debole. Si possono verificare tre casi principali: eccesso di acido forte, eccesso di base debole e quantità equimolari di acido forte e base debole.

Esercizi sulla determinazione del pH di una miscela di acido forte e base debole

# Primo caso

Se l’acido forte è in eccesso, si calcolano le moli di acido in eccesso e, con i volumi delle due soluzioni additivi, si procede al calcolo del volume totale e della concentrazione dell’acido per determinare il pH.

Esempio:


Determinare il pH di una soluzione ottenuta mescolando 100.0 mL di CH3NH2 0.200 M (Kb = 4.40· 10-4) con 300.0 mL di HCl 0.100 M

Le moli di acido in eccesso sono calcolate e con il volume totale si ottiene [H+] e, conseguentemente, il pH.

# Secondo caso

Se la base debole è in eccesso, è necessario calcolare le moli di acido coniugato formate, le moli di base ancora presenti e applicare l’equazione di Henderson-Hasselbalch per determinare il pH.

Esempio:


Determinare il pH di una soluzione ottenuta mescolando 100.0 mL di CH3NH2 0.200 M (Kb = 4.40· 10-4) con 20.0 mL di HCl 0.100 M

Si calcolano le moli e si applica l’equazione di Henderson-Hasselbalch per ottenere il pH.

# Terzo caso

Nel caso in cui il numero di moli di acido forte è uguale a quello della base debole, si lo stesso numero di moli di acido coniugato che idrolizza. In questo caso, si tratta di un caso di .

Esempio:


Determinare il pH di una soluzione ottenuta mescolando 100.0 mL di CH3NH2 0.200 M (Kb = 4.40· 10-4) con 200.0 mL di HCl 0.100 M

Si calcolano le moli e si procede al calcolo del pH considerando l’equilibrio di idrolisi.

Inoltre, per tutti i casi, si possono utilizzare le formule specifiche per calcolare le concentrazioni e successivamente il pH delle soluzioni.

Laser-induced breakdown spectroscopy

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Laser-induced breakdown spectroscopy: una tecnica di spettroscopia di emissione atomica

Laser-Induced Breakdown Spectroscopy (LIBS) è una tecnica avanzata che consente un’analisi chimica quantitativa e qualitativa di materiali solidi, liquidi o gassosi. Utilizzando impulsi laser ad alta , questa tecnica eccita otticamente il campione, generando un plasma che emette “firme spettrali” relative alla sua composizione chimica.

Interazioni laser-materia

Le interazioni laser-materia sono governate dalla meccanica quantistica, con gli elettroni che raggiungono stati di energia superiore assorbendo fotoni e poi emettendoli durante il decadimento. Queste emissioni, con diverse lunghezze d’onda, costituiscono le linee di emissione spettrale visibili attraverso la LIBS.

Formazione del plasma e spettri di emissione

Il plasma generato dall’interazione laser-campione emette luce costituita da linee discrete e bande che forniscono informazioni sulla composizione del campione. Da osservazioni dirette dei livelli energetici, è possibile l’analisi quantitativa degli elementi presenti.

Determinazione dei parametri del plasma

Le caratteristiche delle linee spettrali dipendono dall’ambiente in cui gli atomi emettono la luce. In presenza di campi elettrici, questi parametri possono variare, incluso l’ che separa le linee spettrali, fornendo informazioni sulla temperatura e densità del plasma.

Emissione continua e componenti della LIBS

L’emissione continua, causata da processi come la ricombinazione e la radiazione di frenamento, può nascondere le linee di emissione atomiche, ma l’analisi accurata nelle fasi iniziali del plasma permette di acquisire informazioni utili.

Applicazioni della LIBS

La tecnica LIBS coinvolge l’uso di un laser pulsato ad alta energia, uno spettrometro per diffrangere la luce raccolta e dispositivi di rilevamento. Questi strumenti sono fondamentali per ottenere analisi qualitative e quantitative dettagliate.

In conclusione, la Laser-Induced Breakdown Spectroscopy è una tecnica analitica avanzata che offre un’ampia gamma di applicazioni, dalla valutazione remota dei materiali nelle centrali nucleari all’analisi geologica nello spazio. Grazie alla sua capacità di fornire informazioni dettagliate sulla composizione chimica dei materiali, la LIBS gioca un ruolo cruciale in vari settori scientifici e applicazioni industriali.

Entro il 2100 scomparsa di due terzi dei ghiacciai

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Scomparsa di due terzi dei ghiacciai entro il 2100

Recenti studi scientifici indicano che entro il 2100 potrebbe verificarsi la scomparsa di circa due terzi dei ghiacciai terrestri. Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale stanno causando un ritiro significativo dei ghiacciai, con un aumento della temperatura media del pianeta di 2,7 gradi rispetto all’epoca preindustriale.

Le cause del rapido scioglimento dei ghiacciai sono legate principalmente alle emissioni di CO2 e altri generati da attività industriali, deforestazione e combustione di . Inoltre, il riscaldamento degli oceani, che assorbono il 90% del calore terrestre, sta influenzando lo scioglimento dei ghiacciai marini, soprattutto vicino ai poli e sulle coste dell’Alaska.

Uno studio pubblicato su Science ha esaminato oltre 215.000 ghiacciai terrestri, nonché le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide, utilizzando simulazioni al computer per calcolare il possibile scioglimento in diverse condizioni di riscaldamento globale e emissione di combustibili fossili. Secondo le stime, la perdita di ghiaccio potrebbe variare da 38,7 a 64,4 trilioni di tonnellate entro il 2100, con conseguente innalzamento del livello del mare da 9 a 16,6 centimetri.

L’innalzamento del livello del mare ha già causato impatti significativi, come l’erosione delle spiagge, l’inondazione dei delta dei fiumi e la contaminazione delle falde acquifere e del suolo agricolo. Inoltre, si prevede che l’aumento della salinità delle falde acquifere costiere e i fenomeni meteorologici estremi, come uragani e tifoni, possano causare ulteriori danni.

La scomparsa dei ghiacciai non solo provocherà l’innalzamento dei mari, ma comporterà anche la riduzione dell’approvvigionamento idrico per molte aree del pianeta, aumentando il rischio di eventi alluvionali e causando la perdita di paesaggi storici in molte regioni, compresi l’Alaska, le Alpi e l’area vicino al campo base del Monte Everest. La situazione richiede azioni mirate e sforzi congiunti per affrontare il cambiamento climatico e mitigare i suoi impatti devastanti.

Fibre di vetro-composizione e proprietà

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Fibre di : Composizione e proprietà

Le fibre di vetro sono materiali molto sottili utilizzati nella produzione di isolanti e tessuti. La loro inizia nel 1932, quando lo statunitense Dale Kleist, nel tentativo di sigillare due blocchi di vetro, trasformò accidentalmente un flusso di vetro fuso in fibre sottili con un getto di aria ad alta pressione. Negli anni successivi perfezionò la tecnica e nel 1938 brevettò il metodo. Queste fibre furono registrate con il nome di Fiberglas.

Composizione delle fibre di vetro

Le fibre di vetro sono principalmente costituite da , che ne costituisce dal 50 al 60% m/m. Tra gli altri componenti presenti vi sono ossidi di calcio, boro, sodio, alluminio e . Esistono varie classificazioni in base alla composizione, come il vetro E, che offre buon isolamento elettrico e è quello maggiormente prodotto, il vetro C che ha un’elevata resistenza alla corrosione chimica, e il vetro S che è in grado di resistere a temperature maggiori rispetto agli altri.

Produzione e proprietà delle fibre di vetro

Le fibre di vetro si ottengono dosando finemente le materie prime, che vengono quindi immesse in un forno a circa 1500°C. Il vetro fuso fluisce nel raffinatore, dove la sua temperatura viene ridotta a 1370°C, ed è utilizzato per blocchi forati di lega di platino e rodio. Successivamente, avviene un processo di trascinamento meccanico dei flussi estrusi di vetro fuso in filamenti, con un diametro compreso tra 4 μm e 34 μm utilizzando un avvolgitore ad alta velocità.

Le fibre di vetro hanno diverse proprietà, tra cui resistenza meccanica, caratteristiche elettriche, incombustibilità, stabilità dimensionale, compatibilità con matrici organiche, conducibilità termica e resistenza chimica.

Usi delle fibre di vetro

Per la loro versatilità e leggerezza, le fibre di vetro sono utilizzate come alternativa durevole ed economica al cemento, al legno e al metallo. Sono impiegate nei di vetro GFRP, e possono essere utilizzate in settori quali l’automobilistica, l’aerospaziale, la nautica e la produzione di circuiti stampati. Oltre a ciò, le fibre di vetro sono caratterizzate da un peso ridotto, una elevata resistenza meccanica, resistenza agli agenti chimici, alla corrosione e alle radiazioni UV, e presentano una lunga aspettativa di vita.

Inoltre, le fibre di vetro possono essere disposte in modo casuale o orientate in modo opportuno, e vengono utilizzate anche in applicazioni che richiedono una protezione particolarmente elevata contro la corrosione acida.

Per saperne di più su queste interessanti fibre, puoi anche guardare questo video introduttivo.

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