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Ritirati lotti di cialde di caffè- News

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Lotti di cialde di caffè ritirati dal mercato per precauzione

Il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza di ritiro precauzionale dei lotti di cialde di caffè dalla ditta Caffè Trombetta nello stabilimento di Pomezia.

Il provvedimento coinvolge anche i marchi Consilia e Lo Zio d’America, entrambi della stessa azienda. Similmente, è stato ritirato un lotto di formaggio Brillo di Treviso marca Accademia del Formaggio a causa della presenza di listeria.

L’incidente dei lotti di cialde di caffè

I lotti interessati presentano una potenziale presenza di ocratossina A oltre i limiti consentiti per legge. Tra i prodotti soggetti al ritiro vi sono:

– Espresso arabica in capsule compatibili Caffè Trombetta, lotto 02AD07B, Tmc 07/02/2024.
– Espresso arabica in capsule compatibili Lo Zio d’America, lotto 01CD07B, Tmc 07/02/2024.
– Espresso arabica in capsule compatibili Lo Zio d’America, lotto 02CD05B, Tmc 05/02/2024.

Ocratossina A: cosa è e come agisce

L’ocratossina A è una micotossina prodotta da specie fungine come Aspergillus e Penicillium, con effetti nefrotossici e proprietà cancerogene sugli animali. Sebbene la sua cancerogenicità per gli esseri umani non sia ancora pienamente provata, dimostra caratteristiche epatotossiche, teratogene e immunosoppressive.

Principalmente presente in cereali, frutta a guscio, legumi, caffè, spezie e frutta secca, l’acr lima è fissato a 5 µg/kg per i chicchi di caffè torrefatto e macinato nell’Unione Europea.

Il caffè: una bevanda dal grande impatto globale

Il caffè è una bevanda diffusa in tutto il mondo, con una produzione annuale mondiale di circa 10.4 milioni di tonnellate. Oltre 1500 componenti chimici contribuiscono alle sue proprietà sensoriali e funzionali, rendendolo una bevanda apprezzata per il suo aroma e le sue caratteristiche.

Il caffè può essere consumato caldo o freddo, ottenuto da un’infusione dei chicchi di caffè lavorati appositamente. La sua produzione è principalmente derivata da due specie, la Coffea arabica. Se utilizzato correttamente, il caffè offre un’esperienza sensoriale unica e piacevole.I benefici del caffè verde per la salute umana sono notevoli grazie ai suoi componenti naturali come gli acidi clorogenici, la , la , i diterpeni e i tocoferoli che sono presenti nei chicchi di caffè non tostati. Questi composti conferiscono al caffè verde proprietà uniche che lo rendono un alimento funzionale, capace di apportare benefici significativi all’organismo.

Gli estratti di caffè verde e i loro benefici

Gli estratti di caffè verde sono noti per la loro capacità di combattere i e di attivare enzimi di disintossicazione nel corpo umano. Studi hanno dimostrato che il caffè verde può agire come anti-mutageno, stimolare la riparazione del DNA e contribuire a ridurre la mortalità legata a malattie neurologiche, cardiovascolari e diabete di tipo II.

Contaminazione da ocratossina A nel caffè verde

Tuttavia, uno studio condotto dall’U.E. ha evidenziato che il caffè verde è una materia prima suscettibile alla contaminazione da ocratossina A, una micotossina pericolosa per la salute umana. La presenza di questa sostanza nociva nei chicchi di caffè dipende da vari fattori, come il tipo di funghi presenti, l’attività dell’, le condizioni ambientali e di lavorazione.

Intervento del Ministero della Salute

In considerazione di tali rischi per la salute, risulta cruciale l’intervento regolatorio, tempestivo e preventivo del Ministero della Salute per garantire la sicurezza e la qualità del caffè verde e dei suoi prodotti derivati. La tutela della salute pubblica è un obiettivo prioritario che richiede un monitoraggio costante e rigoroso della filiera produttiva del caffè verde, al fine di prevenire possibili contaminazioni da ocratossina A e altri agenti nocivi.

In conclusione, nonostante i numerosi benefici per la salute associati al consumo di caffè verde, è essenziale prestare attenzione alla qualità e alla sicurezza del prodotto, garantendo che sia privo di contaminanti dannosi. La collaborazione tra le istituzioni, l’industria alimentare e i consumatori è fondamentale per assicurare che il caffè verde mantenga il suo status di alimento funzionale salutare e sicuro per tutti.

Nuova scoperta sul fotovoltaico organico: funzionamento

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Un’importante ricerca condotta dall’Hong Kong Institute for Clean Energy presso CityU ha portato alla luce una recente scoperta nel campo del fotovoltaico organico. Questa tecnologia, basata su organiche (OPV), si è rivelata essere una promettente, economica e innovativa fonte di pulita.

Le celle OPV

Le celle OPV sono un tipo di celle solari caratterizzate da uno strato assorbente composto da organici (OSC), generalmente costituiti da polimeri. Per rendere i materiali organici conduttori o semiconduttori, è essenziale garantire un elevato livello di molecolare.

La coniugazione provoca la delocalizzazione degli elettroni nei doppi legami. Questi elettroni, presenti negli ad energie superiori, sono fondamentali per il funzionamento delle celle.

Il funzionamento del fotovoltaico organico

Durante il processo di conversione dell’energia solare in energia elettrica, avviene il passaggio degli elettroni dall’HOMO al LUMO, creando una coppia elettrone-lacuna chiamata eccitone.

Per garantire l’efficienza delle celle solari, è necessaria la separazione dell’eccitone, noto come dissociazione. Nei semiconduttori organici, è importante prevenire la ricombinazione dei portatori di carica mediante l’uso di diversi semiconduttori all’interno di un OPV.

La nuova scoperta nel campo del fotovoltaico organico

La recente scoperta, protetta da brevetto, riguarda la sostituzione della cella a eterogiunzione con un diverso tipo di giunzione per ridurre l’interfaccia donatore-accettore all’interno dello strato attivo. Ciò permette di evitare la ricombinazione dei portatori di carica, aumentando l’efficienza dell’OPV fino al 19%. Questa innovazione potrebbe aprire la strada a dispositivi portatili altamente efficienti e sostenibili nel futuro prossimo.

Migliorare le proprietà delle leghe: nuovi metodi

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Migliorare le proprietà delle : come sfruttare i difetti per ottenere materiali più performanti

I ricercatori della Swanson School of Engineering dell’Università di Pittsburgh hanno messo a punto un innovativo metodo per potenziare le caratteristiche delle leghe sfruttando i difetti presenti all’interno dei materiali. Questa tecnica si propone di creare leghe metastabili adatte a una vasta gamma di applicazioni, superando il tradizionale compromesso tra resistenza e duttilità.

Difetti e imperfezioni nei materiali

I difetti, intesi come discontinuità nella struttura cristallina, giocano un ruolo fondamentale nella propagazione di crepe e fratture sotto stress. I piani di scorrimento presenti in una rete cristallina possono favorire la diffusione di crepe, consentendo un cambiamento nella forma del materiale sotto pressione. Questi piani di scorrimento sono essenziali per la duttilità dei materiali metallici.

Nei solidi costituiti da due fasi incompatibili, la forza dipende dalla coesione tra i diversi domini. La propagazione delle crepe può verificarsi lungo le interfacce tra le due fasi, portando alla rottura del materiale. Tuttavia, un difetto di può essere fatale per la crepa, bloccandone la propagazione.

Ruolo dei difetti superficiali

Anche i difetti presenti sulla superficie di un solido influenzano significativamente la sua resistenza. Graffi e imperfezioni sulla superficie possono fungere da punti di concentrazione dello stress, facilitando la propagazione delle crepe attraverso il materiale.

TRIP e TWIP: due metodologie per leghe avanzate

Gli studiosi hanno analizzato due approcci per la creazione di leghe più robuste e duttili: TRIP (plasticità indotta dalla trasformazione) e TWIP (plasticità indotta dal gemellaggio). Entrambi i metodi si basano sui cambiamenti microstrutturali indotti dalla pressione per potenziare le proprietà dei materiali, migliorandone la resistenza.

Il metodo CALPHAD per la modellazione termodinamica

Il CALPHAD, acronimo di “Calculation of Phase Diagrams”, rappresenta un importante strumento per la modellazione delle proprietà termodinamiche e dei dei materiali. Questo metodo consente di predire il comportamento dei materiali in varie condizioni, ottimizzando la progettazione di leghe avanzate e metastabili.

In conclusione, l’utilizzo strategico dei difetti all’interno delle leghe offre interessanti opportunità per sviluppare materiali più performanti e adatti a una vasta gamma di applicazioni ingegneristiche. L’integrazione di metodologie innovative come TRIP, TWIP e CALPHAD apre la strada a nuove frontiere nella progettazione e di leghe avanzate con prestazioni superiori.Diagrammi di Fase nei Sistemi Multicomponente

I diagrammi di fase sono strumenti essenziali per comprendere la temperatura e la composizione di un sistema chimico. Essi delineano le regioni in cui le fasi sono stabili e quelle in cui coesistono due o più fasi. Questi diagrammi forniscono preziose informazioni sullo stato di un sistema in diverse condizioni.

Metodi computazionali come CALPHAD vengono impiegati per modellare le proprietà termodinamiche nelle fasi multicomponente. Questo approccio si basa sul concetto che il diagramma di fase rappresenta le proprietà termodinamiche di equilibrio, che derivano dalle proprietà delle singole fasi. Calcolare un diagramma di fase coinvolge la valutazione delle proprietà termodinamiche di tutte le fasi presenti nel sistema.

La Scoperta

Gli scienziati hanno sfruttato il metodo CALPHAD, supportato dalla teoria funzionale della densità, per migliorare le proprietà delle leghe attraverso l’ottimizzazione dei difetti. Queste metodologie hanno portato a una conoscenza fondamentale che può essere applicata nello sviluppo di leghe metastabili con TRIP/TWIP per migliorare la combinazione di resistenza e duttilità.

La comprensione della microstruttura instabile consente di prevedere l’instabilità e di utilizzare i difetti per migliorare ulteriormente la resistenza e l’allungamento dei materiali, rendendoli auto-rafforzanti.

Il profumo dell’albero di Natale: composti chimici

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La Magia del Profumo dell’Albero di Natale: Tradizione e Chimica

L’odore dell’albero di Natale evoca una delle festività più amate e attese dell’anno, un momento in cui le famiglie si riuniscono per condividere gioia e convivialità.

Storia dell’Albero di Natale

I Celti adornavano gli alberi durante le celebrazioni del solstizio d’inverno, e gli alberi sempreverdi sono stati utilizzati per festeggiare le festività invernali per millenni. Si pensa che l’usanza dell’albero di Natale abbia avuto inizio circa 1000 anni fa nel Nord Europa, con le sue radici più profonde nel Medioevo tedesco.

Il Profumo Magico dell’Albero di Natale

Uno dei composti che contribuisce maggiormente al profumo dell’albero di Natale è il pinene. Il pinene è un composto presente naturalmente in due isomeri, e β-pinene, che sono comunemente trovati nella resina degli alberi. Il suo odore ricorda la trementina e contribuisce al caratteristico profumo natalizio.

Il Mondo dei

Il pinene fa parte dei terpeni, una vasta famiglia di composti dalle piante. Questi composti svolgono diverse funzioni, dalla protezione dalle radiazioni solari alla difesa contro predatori e patogeni. I terpeni sono essenziali per la sopravvivenza delle piante e contribuiscono al profumo unico dell’albero di Natale.

Altri Composti Chiave

Oltre al pinene, altri composti come il , il , il canfene e il fellandrene contribuiscono al profumo dell’albero di Natale. Il limonene è presente negli oli essenziali degli agrumi e agisce come deterrente per gli erbivori. Il mircene ha un odore fruttato e terroso, simile ai chiodi di garofano, mentre il canfene e il fellandrene vengono utilizzati in profumeria e come aromatizzanti.

Conclusioni

Il profumo dell’albero di Natale è il risultato di una combinazione unica di composti, dai terpeni all’acetato di bornile, che si mescolano per creare un’atmosfera magica durante le festività natalizie. Questo profumo speciale continua a incantare le nostre case e a rendere il Natale un momento ancora più speciale e suggestivo.

Nuovi materiali cristallini: scoperta

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Nuovo metodo sviluppato dagli scienziati per la scoperta e la creazione di materiali cristallini innovativi

Gli scienziati dell’Argonne National Laboratory hanno recentemente introdotto un innovativo metodo per individuare e produrre nuovi materiali cristallini composti da due o più elementi. Tra i ricercatori coinvolti ci sono Xiuquan Zhou e Mercouri Kanatzidis, i quali si concentrano su diverse aree di studio legate alla sintesi e alle proprietà dei materiali.

Approfondimento sui

I cristalli sono solidi caratterizzati da facce piane poligonali e da una struttura altamente ordinata, in cui gli atomi, le molecole o gli ioni sono disposti in modo regolare e periodico. Questa struttura tridimensionale è definita come , in cui le particelle sono legate da forze attrattive che determinano le proprietà del materiale, che può essere ionico, molecolare, covalente o metallico.

Superconduttività non convenzionale

La ricerca dei materiali cristallini innovativi è strettamente legata agli studi sui superconduttori non convenzionali, i quali presentano caratteristiche diverse dai superconduttori convenzionali. Questi materiali sono composti da due o più elementi, di cui almeno uno non è un metallo. La superconduttività non convenzionale si riferisce a materiali in cui le coppie di Cooper sono legate tramite scambi diversi da quelli descritti nelle teorie tradizionali.

Impatto delle ricerche

Negli ultimi decenni, gli scienziati hanno identificato e sintetizzato numerosi superconduttori non convenzionali con sorprendenti proprietà magnetiche ed elettriche. Questi materiali hanno il potenziale per rivoluzionare settori come la generazione e la trasmissione di , l’elettronica quantistica e la microelettronica ad alta efficienza energetica.

Metodologia e risultati

Il nuovo metodo sviluppato dai ricercatori si basa sull’utilizzo di solventi efficaci per reagire con solidi e produrre nuovi materiali cristallini. L’aggiunta di elementi specifici e la regolazione della temperatura durante il processo consentono di ottenere composti con mai viste prima. Attraverso strumentazioni avanzate, come la ChemMatCARS, è possibile monitorare l’evoluzione delle strutture e identificare nuove fasi chimiche durante la reazione.

Questo approccio innovativo ha permesso ai ricercatori di generare 30 nuovi composti cristallini, di cui 10 con strutture precedentemente sconosciute. Questi materiali sono essenziali per lo sviluppo di nuove tecnologie applicabili non solo ai superconduttori, ma anche alla microelettronica, alle batterie e ai magneti.

In conclusione, la ricerca e la sintesi di materiali cristallini innovativi rappresentano un campo in rapida evoluzione, con il potenziale per aprire nuove prospettive in diversi settori dell’ingegneria e della tecnologia.

Fase luminosa della fotosintesi: reazioni

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Il Ruolo dei Cloroplasti nella Fotosintesi

La fase luminosa della fotosintesi è un processo cruciale che si verifica all’interno della membrana tilacoide dei cloroplasti, gli organuli responsabili della fotosintesi nelle piante e nelle alghe. Questa fase coinvolge reazioni che sono innescate dalla luce solare e che convertono l’ luminosa in energia chimica.

Struttura dei Cloroplasti e della Fase Luminosa

I cloroplasti sono circondati da una doppia membrana che racchiude uno stroma, un mezzo semifluido. All’interno dello stroma, si trovano i tilacoidi, che sono membrane ripiegate a formare grana contenenti fotosistemi. Queste strutture contengono pigmenti specializzati, come la clorofilla, che assorbono l’energia luminosa necessaria per le reazioni della fase luminosa della fotosintesi.

Fotosistemi e il Trasferimento di Energia

I fotosistemi sono le unità funzionali della fase luminosa della fotosintesi, composti da pigmenti che assorbono e trasferiscono energia luminosa e . Esistono due tipi di fotosistemi: il fotosistema I e il fotosistema II. Quest’ultimo gioca un ruolo primario nella trasformazione della luce durante la fotosintesi, nonostante il suo nome. I pigmenti come le clorofille e i sono fondamentali per l’assorbimento luminoso e sono legati a specifiche proteine all’interno della membrana cloroplastica.

Durante il processo, si trovano anche proteine portatrici di elettroni, pompe protoniche e l’enzima ATP sintasi. Insieme, queste strutture collaborano per convertire la luce solare in energia chimica utilizzabile dalle piante e dagli organismi che dipendono dalla fotosintesi per la loro sopravvivenza e produzione di ossigeno.La nella fotosintesi: come funziona

Ruolo delle clorofille

Le clorofille presenti nei fotosistemi I e II assorbono la luce solare a frequenze specifiche. La clorofilla del fotosistema I è chiamata P700, mentre quella del fotosistema II è denominata P680, in riferimento alle lunghezze d’onda di 700 nm e 680 nm rispettivamente che assorbono.

Assorbimento della radiazione

Durante la fase luminosa della fotosintesi, le molecole di clorofilla nel fotosistema II assorbono i fotoni luminosi. L’energia viene trasmessa da una molecola all’altra fino a raggiungere il centro di reazione. Gli elettroni eccitati vengono trasferiti a un accettore primario di elettroni, sostituendo quelli persi dalla clorofilla.

Produzione di ossigeno e ATP

Per rimpiazzare gli elettroni persi, avviene la scissione di molecole d’acqua, generando ossigeno e ioni idrogeno nel tilacoide. Gli ioni H+ svolgono un ruolo chiave nelle successive reazioni dipendenti dalla luce, analoghe alla respirazione mitocondriale.

ATP e NADPH

Durante le reazioni dipendenti dalla luce, l’energia solare viene immagazzinata in molecole di ATP e NADPH. Queste molecole trasportano energia attraverso legami chimici, che verrà rilasciata nel ciclo di Calvin. L’energia potenziale accumulata negli ioni H+ nello spazio tilacoideo viene trasformata in energia chimica mediante la , utilizzando l’enzima ATP sintasi.

In conclusione, la catena di trasporto degli elettroni nella fotosintesi rappresenta un processo cruciale per la produzione di energia nelle piante, analogo alla respirazione mitocondriale ma con specificità legate alla raccolta e utilizzo dell’energia solare.

Evoluzione dell’universo: nuove scoperte

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L’evoluzione dell’universo e le teorie relative al Big Bang, al redshift cosmologico e alla coinvolgono diversi campi scientifici e sono oggetto di approfonditi dibattiti. Comprendere l’universo e prevederne lo sviluppo non è solo un’indagine filosofica, ma una ricerca che potrebbe rivelarsi fondamentale per le future generazioni.

Teorie sull’origine dell’universo

Da quasi un secolo, varie teorie si sono contrapposte riguardo all’origine dell’universo, con una delle prime pubblicata nel 1927 dall’astronomo Georges Lemaître. Secondo questa teoria, l’universo si sarebbe espanso partendo da un singolo punto di infinita grandezza. Nonostante le contribuzioni di diverse discipline scientifiche, esistono ancora molteplici teorie sull’argomento, ma quella del Big Bang rimane la più accreditata.

Impatto dei supercomputer

L’avvento dei computer ha rivoluzionato la vita quotidiana delle persone, diventando uno strumento tecnologico di grande impatto dopo la seconda guerra mondiale. Dai computer tradizionali sono poi emersi i supercomputer, dotati di straordinarie capacità di calcolo e impiegati nei più prestigiosi centri scientifici per studi che spaziano dall’astrofisica alla medicina, dalla farmacologia alla fisica, dalla meteorologia all’ambiente, dall’intelligenza artificiale alla chimica.

Il contributo di ScienzeNews

Su ScienzeNews è stato pubblicato un articolo in cui i ricercatori della Royal Astronomical Society presentano una dettagliata ricostruzione dell’evoluzione dell’universo. Grazie all’utilizzo di un supercomputer, è stato possibile tracciare i primi momenti cosmici risalenti a circa 10 milioni di anni dopo il Big Bang.

Ricostruzione dell’evoluzione cosmica

Secondo l’astrofisico Paul Robert Shapiro dell’Università del Texas ad Austin, il gas caldo prodotto nei primi istanti dell’universo si sarebbe raffreddato trasformandosi in una massa informe priva di luce. Dopo circa 100 milioni di anni, piccole perturbazioni nel gas primordiale hanno portato alla formazione di filamenti che hanno dato vita alla rete di materia in cui si sono originati galassie e stelle.

La radiazione emessa dalle prime galassie ha illuminato l’universo, provocando il distacco degli dagli atomi presenti nelle nubi di gas precedentemente freddi, durante un periodo noto come reionizzazione, protrattosi fino a circa 700 milioni di anni dopo il Big Bang. Questo evento ha determinato la scomparsa dell’immensa massa di neutro, consentendo alla luce di penetrare e permettendo l’osservazione dei corpi celesti.

Questa simulazione rappresenta il primo modello che tiene conto dell’interazione tra la radiazione e il flusso di materia nell’universo, coprendo un arco temporale che va dagli albori cosmici fino a diversi miliardi di anni successivi, quando si è formata la distribuzione della materia nell’universo moderno.

Testosterone ormone steroideo: biosintesi

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Il Ruolo del Testosterone nel Corpo Maschile

Il testosterone è un ormone steroideo essenziale per lo sviluppo e la crescita del sesso maschile, nonché per il mantenimento degli organi riproduttivi e dei caratteri sessuali secondari. Questo ormone viene sintetizzato dalle cellule di Leydig nei testicoli a partire dal colesterolo, attraverso una sequenza enzimatica che porta alla sua .

Processo di Biosintesi del Testosterone

La biosintesi del testosterone coinvolge quattro enzimi steroidogenici, tra cui la colesterolo monoossigenasi e la 3β-idrossi-Δ5-steroide deidrogenasi. Questi enzimi lavorano insieme per convertire il colesterolo in pregnenolone e successivamente trasformarlo in progesterone steroideo e infine in testosterone. Questo processo avviene principalmente attraverso l’azione della famiglia di enzimi del citocromo P450.

Contributo di Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička

Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička furono i pionieri nella sintesi del testosterone, condividendo il Premio Nobel per la Chimica nel 1939 per i loro studi sugli ormoni sessuali maschili e femminili.

Funzioni Importanti del Testosterone

Il testosterone svolge diverse funzioni cruciali nel corpo maschile. Queste includono la maturazione degli organi sessuali, lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie durante la pubertà, il supporto della spermatogenesi, il mantenimento dell’ sessuale e della libido, la regolazione del metabolismo lipidico, il potenziamento della densità ossea e l’aumento della massa muscolare per migliorare le prestazioni fisiche.

Ruolo del Testosterone nello Sport

L’assunzione di testosterone e di altri può migliorare le prestazioni atletiche. Tuttavia, l’uso di testosterone esogeno è vietato nelle competizioni olimpiche dal 1976 e classificato come sostanza controllata negli Stati Uniti dall’Anabolic Steroid Control Act del 1990.

In conclusione, il testosterone svolge un ruolo fondamentale nella salute e nel benessere degli uomini, influenzando diversi aspetti della loro fisicità, vitalità e funzionalità. La sua produzione e regolazione sono attentamente modulate dal corpo per garantire il corretto funzionamento del sistema endocrino maschile.

Trofeo della Coppa del Mondo FIFA: chimica

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Un Mondiale di storico in Qatar

Il capitano dell’Argentina, Messi, ha sollevato al cielo il trofeo della Coppa del Mondo FIFA 2022, che si è svolta nel Qatar. Il campionato mondiale di calcio 2022 è la ventiduesima edizione della competizione massima delle nazionali maschili affiliate alla FIFA.

Nuovo Contesto per il Mondiale 2022

Il torneo si è svolto per la prima volta nel Medio Oriente e nel mondo arabo, dal 20 novembre all’18 dicembre 2022. La scelta di organizzare il campionato nel periodo autunno-inverno è stata dettata dalle alte temperature del deserto qatariano, che possono raggiungere anche i 40°C.

La Finale: Francia vs Argentina

La Francia e l’Argentina si sono confrontate nella finale. La Francia, campione in carica, ha battuto il Marocco mentre l’Argentina ha superato la Croazia. L’Argentina ha conquistato la sua terza Coppa del Mondo dopo i successi del 1978 e 1986.

Innovazione Chimica nel Calcio

La chimica ha svolto un ruolo importante durante il campionato mondiale di calcio 2022, presentando materiali innovativi e biocompatibili. Il pallone ufficiale, chiamato Al Rihla, prodotto da Adidas, è stato progettato con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Le magliette e le bevande isotoniche utilizzate durante il torneo sono state realizzate con materiali innovativi che garantiscono traspirabilità e comfort ai giocatori.

Il Trofeo della Coppa del Mondo FIFA

Il trofeo della Coppa del Mondo FIFA è uno dei premi più prestigiosi nel mondo dello sport, paragonabile alla medaglia d’oro olimpica. Il design attuale del trofeo, opera dell’italiano Silvio Gazzaniga, raffigura due figure che tengono il mondo sopra le loro teste. La coppa è realizzata in oro 18 carati con un anello di malachite alla base. Ogni vincitore della Coppa del Mondo solleva con orgoglio questo iconico trofeo.

In conclusione, il Mondiale di Calcio FIFA 2022 resterà nella non solo per le emozionanti partite giocate sul campo, ma anche per l’innovazione e la sostenibilità che hanno caratterizzato l’intero evento.

Suono di un diavolo di polvere su Marte

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La recente scoperta del suono registrato di un diavolo di polvere su Marte

Il 13 dicembre, la Purdue University dello Stato dell’Indiana ha condiviso una notizia entusiasmante: è stato catturato il suono di un diavolo di polvere su Marte. Questo importante ritrovamento aiuta gli scienziati a comprendere meglio l’atmosfera e il clima del pianeta rosso.

Cos’è un diavolo di polvere e dove si verifica

Il fenomeno del diavolo di polvere, comune in territori desertici, è dovuto a correnti convettive. Queste correnti, conosciute anche come nubi a sviluppo verticale, si formano quando una massa d’aria più calda si solleva verso l’alto rispetto a quella circostante. Questo genera vortici di polvere che si verificano quando l’aria calda inizia a salire e ruotare, creando una depressione al centro del vortice e venti di rotazione.

I diavoli di sabbia sono comuni in luoghi come il deserto del Sahara, gli altipiani desertici dell’Iran, il deserto del Gobi e le vallate più secche del Tibet, così come nelle zone desertiche degli Stati Uniti come l’Arizona, il Nevada e il Texas. In particolare, nel cratere Jezero di Marte, dove avviene frequentemente questo fenomeno.

La scoperta e la tecnologia impiegata

L’evento che ha permesso di catturare il suono di un diavolo di polvere su Marte è stato reso possibile grazie alla SuperCam di Perseverance, un dispositivo avanzato di telerilevamento equipaggiato con spettrometri, telecamere e microfono. Questo strumento ha registrato un vortice sabbioso che si muoveva attraverso il cratere Jezero il 27 settembre 2021.

Un team di ricerca guidato dall’Università di Tolosa ha elaborato i dati, rivelando che il diavolo di polvere raggiungeva un’altezza di 118 metri, una larghezza di 25 metri e viaggiava a circa 5 m/s. Sebbene la fosse simile a quella terrestre, l’aria più rarefatta su Marte implicava una pressione significativamente inferiore rispetto alla Terra.

Implicazioni future della scoperta

Questa scoperta apre nuove prospettive per lo studio dei cambiamenti sulla superficie di Marte e per l’individuazione di eventuali segni di vita passata o presente sul pianeta. Comprendere le dinamiche atmosferiche di Marte potrebbe fornire preziose informazioni su come potrebbe essere stato l’ambiente del pianeta in passato, quando si ipotizza potesse essere simile alla Terra. Inoltre, la missione si propone di gettare le basi per una futura presenza umana su Marte.

Punti quantici o quantum dots: preparazione, usi

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I vantaggi offerti dai punti quantici o quantum dots (QDs) li rendono una tecnologia sempre più interessante nell’ambito della dei materiali. I QDs sono nanocristalli semiconduttori fluorescenti colloidali con una vasta gamma di bande di assorbimento e emissione ridotta.

Caratteristiche dei Quantum Dots

I punti quantici sono costituiti da semiconduttori con una specifica banda proibita di dimensioni paragonabili alla lunghezza d’onda di De Broglie all’interno di un altro semiconduttore con banda proibita più grande. La loro struttura è composta da un nucleo semiconduttore, come il seleniuro di cadmio CdSe o il solfuro di cadmio CdS, e un guscio esterno, come il solfuro di zinco ZnS. Questi artificiali su scala nanometrica hanno la capacità di convertire lo spettro luminoso in colori diversi.

Proprietà dei Quantum Dots

I QDs sono in grado di emettere luce di lunghezze d’onda specifiche quando eccitati da luce o elettricità. Le loro caratteristiche elettroniche dipendono dalla dimensione e dalla forma, consentendo il controllo della lunghezza d’onda di emissione regolando le dimensioni. I QDs più piccoli emettono lunghezze d’onda più corte, generando colori come viola, blu o verde, mentre quelli più grandi emettono lunghezze d’onda più lunghe, come il giallo, l’arancione o il rosso.

dei Quantum Dots

I punti quantici possono essere attraverso diverse tecnologie di fabbricazione, con la sintesi colloidale come metodo più diffuso. Questo processo prevede la decomposizione dei precursori in una soluzione riscaldata, seguita dalla nucleazione per formare monomeri che crescono in cristalli. Per essere definiti nanoparticelle, i QDs non devono avere un diametro superiore a 100 nm e il controllo preciso dei parametri durante la produzione è essenziale.

In conclusione, i punti quantici sono una tecnologia promettente con un’enorme versatilità nelle applicazioni, dalla diagnostica medica alla tecnologia elettronica, grazie alle loro proprietà uniche e alla capacità di modulare la loro emissione luminosa in base alle esigenze specifiche.

Applicazioni avanzate dei punti quantici: dalla medicina alle tecnologie display

I punti quantici, o quantum dots, sono nanocristalli che offrono molteplici possibilità e applicazioni grazie alle loro proprietà uniche. La regolazione accurata della concentrazione del monomero nella soluzione garantisce una resa ottimale dei quantum dots in vari volumi e geometrie.

Diverse tecniche di preparazione dei quantum dots

Oltre alla tecnica di crescita in soluzione, esistono altri metodi diffusi per ottenere quantum dots, come la tecnica litografica e quella epitassiale.

La

tecnica litografica

segue un approccio “top-down” che riduce le strutture a livelli atomici tramite processi fisici. D’altra parte, la

tecnica epitassiale

adotta un approccio “bottom-up”, assemblando in modo controllato molecole o aggregati di molecole per creare strutture nanometriche.

Principali utilizzi dei quantum dots

Imaging medico e diagnostica


I quantum dots possono essere sintonizzati su diversi spettri di emissione per l’etichettatura e l’osservazione di processi biologici. Sono utili nel monitoraggio delle cellule tumorali e nel comprendere meglio la loro evoluzione.

e fotovoltaico


I quantum dots possono aumentare l’efficienza della conversione dell’energia solare in elettricità, generando più coppie elettrone-lacuna per ogni fotone assorbito. Possono essere utilizzati per creare celle solari di terza generazione con un’efficienza dell’60%.

Schermi TV e display


I quantum dots sono ampiamente utilizzati nei display televisivi, come i TV QLED di Samsung e LG. Grazie alle loro proprietà fotoluminescenti ed elettroluminescenti, i quantum dots offrono colori più vividi, maggiore durata, minor consumo energetico e costi di produzione inferiori rispetto ai materiali organici.

Dispositivi fotorilevatori


I quantum dots in soluzione possono essere integrati in una vasta gamma di substrati, trovando applicazioni in sorveglianza, visione artificiale, ispezione industriale, spettroscopia e imaging biomedico fluorescente.

In sintesi, i quantum dots sono una tecnologia versatile con un’enorme gamma di applicazioni, dalle scienze biomediche all’elettronica di consumo, promettendo innovazioni continue in molti settori.

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