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Esistenza del “Pianeta Nove”: scoperte e teorie sul nono pianeta che rivoluzionerebbe il Sistema solare.

Un invisibile potrebbe spiegare i misteriosi moti di alcuni oggetti oltre Nettuno, aprendo nuovi scenari sull’evoluzione del Sistema Solare

©NASA

Da anni gli scienziati si interrogano sull’esistenza di un possibile nono pianeta nascosto nel nostro Sistema Solare. Soprannominato “Pianeta ”, questo corpo celeste ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per la sua capacità di spiegare i moti anomali di alcuni oggetti situati nelle remote regioni oltre Nettuno. Se confermata, la presenza di Pianeta Nove rappresenterebbe una vera rivoluzione nella comprensione dell’evoluzione del Sistema Solare.

Un pianeta invisibile che potrebbe spiegare l’evoluzione del Sistema Solare

L’ipotesi di Pianeta Nove si basa principalmente sul comportamento gravitazionale anomalo degli Oggetti Trans-Nettuniani Estremi (ETNOs). Questi corpi celesti, situati a grandi distanze dal Sole, mostrano traiettorie altamente eccentriche, che sembrano essere influenzate dalla presenza di un pianeta massiccio e ancora non rilevato.

I ricercatori hanno utilizzato i dati raccolti dal telescopio Pan-STARRS per escludere circa l’80% delle posizioni precedentemente ipotizzate per il Pianeta Nove, restringendo così significativamente l’area di ricerca.

Secondo uno degli autori di uno studio in merito, “le prove a favore dell’esistenza del Pianeta Nove sono troppe per essere ignorate”. Le simulazioni suggeriscono che, se esiste, potrebbe essere il quinto oggetto più grande del Sistema Solare, con una massa compresa tra quella della e quella di Urano.

Un meteorite potrebbe svelare la posizione del Pianeta Nove

Un elemento di ricerca particolarmente interessante riguarda l’analisi del meteorite CNEOS14, caduto nell’Oceano Pacifico nel 2014. Inizialmente classificato come un oggetto interstellare, successive analisi hanno individuato anomalie statistiche nella sua traiettoria.

Gli studiosi hanno rilevato una correlazione significativa tra la fonte del meteorite e la posizione prevista per il Pianeta Nove. Questi risultati supportano l’ipotesi del “messaggero”, secondo cui l’effetto gravitazionale del Pianeta Nove avrebbe deviato il meteorite verso la Terra.

Le simulazioni indicano che Pianeta Nove potrebbe trovarsi a oltre 500 unità astronomiche (AU) dal Sole, una distanza che lo renderebbe estremamente debole e difficile da osservare con i telescopi attualmente disponibili. Secondo le teorie, potrebbe trattarsi di una “Super-Terra” (un pianeta roccioso più grande della Terra) o di un “Sub-Nettuno” (un gigante gassoso più piccolo di Nettuno). Entrambe le ipotesi lo renderebbero unico nel contesto dei conosciuti.

Sfide e controversie sulla ricerca del Pianeta Nove

Nonostante i progressi tecnologici, l’identificazione del Pianeta Nove resta un’impresa complessa. La sua luminosità intrinsecamente bassa e l’immensità dello spazio ne rendono l’individuazione particolarmente difficile. Progetti di come quello del Vera Rubin Observatory sono attualmente in corso per tentare di rilevare questo sfuggente pianeta.

La comunità scientifica, tuttavia, non è unanime sull’esistenza del Pianeta Nove. Alcuni ritengono che le orbite peculiari degli ETNO possano essere spiegate da bias osservativi piuttosto che dall’influenza gravitazionale di un pianeta nascosto. Altri ipotizzano teorie alternative per spiegare i fenomeni osservati.

La traiettoria di CNEOS14 potrebbe offrire nuove opportunità di ricerca: studiando il suo percorso a ritroso, i ricercatori sperano di individuare con maggiore precisione la posizione del Pianeta Nove, ipotizzando che possa trovarsi nelle vicinanze delle costellazioni di Ariete, Toro e Cetus.

Osservatori come il Javalambre Observatory stanno attualmente analizzando queste aree per individuare tracce di questo misterioso corpo celeste. La ricerca del Pianeta Nove non è solo un’indagine astronomica, ma anche un viaggio di conoscenza, che riflette l’inesauribile curiosità umana verso l’universo.

Fonte: NASA

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“Migrant Child” verrà tolto dal muro

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L’opera di Banksy a Venezia.

Nei prossimi giorni, il murale *Migrant Child* (“bambino migrante”), realizzato dal noto street artist Banksy, sarà rimosso per essere sottoposto a restauro. Situato nel 2019 su un di Palazzo Pantalon nel quartiere Dorsoduro di Venezia, il murale rappresenta un bambino con espressione addolorata che lancia un razzo fucsia nella speranza di essere visto e salvato, mentre le acque del canale lo minacciano. A causa dell’umidità, della salsedine e del traffico del Rio Novo, il murale ha subito un rapido degrado. Nel marzo 2024, Banca Ifis ha acquistato Palazzo Pantalon con l’intento di restaurare l’opera.

Il dibattito sul restauro

Il progetto di restauro ha suscitato un acceso dibattito tra il pubblico e gli esperti del settore: se alcuni sostengono che rimuovere un’opera di street art dal suo contesto originale sia un’azione inappropriata, altri ritengono che l’opera debba essere considerata un bene culturale da preservare nel tempo.

Il restauro di un murale comporta l’utilizzo di tecniche sofisticate di conservazione, già praticate da secoli da artigiani esperti. Questo solleva interrogativi sulla reale intenzione di Banksy riguardo alla permanenza del suo lavoro e sulla sua possibile decadenza, che potrebbe rappresentare un messaggio intrinseco all’opera .

Il restauro e le tecniche utilizzate

Il restauro dell’opera, frutto di una gara d’appalto vinta dallo studio di architettura di Zaha Hadid in collaborazione con vari enti, è previsto per i prossimi giorni. La procedura di rimozione prevede l’uso della “tecnica dello strappo”, che consiste nel coprire il murale con una tela di stoffa, seguita dall’utilizzo di uno scalpello per staccare delicatamente la parte dell’opera attaccata al muro.

Dopo il restauro, l’opera potrà essere riattaccata al suo muro originale oppure collocata in uno spazio espositivo. Nel caso di *Migrant Child*, si considerano varie opzioni, tra cui la possibilità di una nuova collocazione a Venezia, accompagnata da una riproduzione.

Il dibattito valore della decontestualizzazione e la volontà dell’artista continua, mentre la discussione su come gestire l’arte pubblica in contesti vulnerabili rimane aperta.

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Nuovi neuroni possono essere creati? Ecco come il cervello si rigenera

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Il umano è spesso considerato un organo statico dopo il suo completo sviluppo durante l’infanzia e l’adolescenza. Tuttavia, il processo di neurogenesi, ossia la generazione di , non si esaurisce con la crescita. Sebbene la neurogenesi sia particolarmente attiva prime fasi di vita, essa continua anche nell’età adulta, seppur con intensità variabile in specifiche aree cerebrali. La dopamina, insieme a fattori ambientali come lo stress e l’attività , gioca un ruolo cruciale in questo processo.

Processo di neurogenesi

La neurogenesi si articola in sei fasi: genesi, migrazione, differenziazione, regolazione, plasticità e consolidamento. Inizialmente, la genesi avviene attraverso le cellule progenitrici, o cellule staminali neurali, che si stabilizzano in aree specifiche del cervello, come la zona subgranulare dell’ippocampo e la zona subventricolare. Da queste aree si sviluppano neuroblasti, ovvero neuroni immaturi, che migrano verso aree che necessitano di ripopolazione o riparazione.

In fase di differenziazione, i neuroblasti si trasformano in neuroni maturi dotati di funzioni specifiche, grazie a marcatori neuronali che influenzano le loro caratteristiche fisiche. La sinaptogenesi, il processo di creazione di nuove sinapsi, è fondamentale per stabilire connessioni neuronali efficaci.

Fattori che influenzano la neurogenesi

La creazione di nuovi neuroni è un fenomeno continuo che cambia in intensità e modalità nel corso della vita. Sebbene la fase più intensa avvenga durante lo sviluppo fetale, postnatalmente già nei primi mesi si osserva una significativa diminuzione della neurogenesi. Durante l’infanzia e l’adolescenza, l’attività neurogenetica continua a ridursi, stabilizzandosi a livelli più bassi nell’età adulta. Negli adulti, i nuovi neuroni nell’ippocampo sono essenziali per funzioni cognitive come memoria e apprendimento, e nella zona subventricolare contribuiscono al rinnovo di interneuroni nel bulbo olfattivo.

Con l’avanzare dell’età, il tasso di neurogenesi tende a decrescere, ma è stato documentato che la neurogenesi ippocampale persiste anche in età avanzata, mostrando variazioni significative tra individui. Fattori ambientali e molecolari influenzano questo processo, migliorandolo o compromettendolo a seconda delle circostanze.

Dopamina e neurodegenerazione

La dopamina riveste un’importanza fondamentale nella neurogenesi adulta, in particolare nella zona subventricolare. Ricerche preliminari suggeriscono che l’interruzione dei segnali dopaminergici attraverso neurotossine riduce significativamente la produzione neuronale. Questo fenomeno ha rilevanza clinica nella ricerca sulle malattie neurodegenerative come il Parkinson, dove si cerca di sfruttare i meccanismi rigenerativi per riparare circuiti neuronali danneggiati.

Disfunzioni simili si osservano anche nell’Alzheimer e nella malattia di Huntington. In quest’ultima, sebbene vi sia un aumento nella produzione di nuove cellule, la loro integrazione funzionante nei circuiti cerebrali risulta compromessa, mentre nell’Alzheimer, la capacità di generare nuovi neuroni nell’ippocampo è significativamente ridotta.

Il dibattito sull’effettiva persistenza della neurogenesi nell’adulto e nelle fasi avanzate della vita è ancora aperto; alcune ricerche attestano la sua presenza, mentre altre mettono in discussione l’entità di questo fenomeno.

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Nano-droni in grado di impollinare le piante con la stessa precisione delle api sono stati inventati dal MIT

Le api robotiche sviluppate presso il MIT offrono una nuova prospettiva sulla pollinazione agricola. Questi dispositivi sono stati progettati per emulare le api naturali, con l’obiettivo di risolvere la crisi della pollinazione, aggravata dalla mortalità degli insetti impollinatori e dalla presenza di calabroni asiatici. Le innovazioni tecnologiche rappresentano un potenziale cambiamento nel settore agricolo, contribuendo a migliorare i rendimenti e ridurre l’uso di pesticidi.

Potenzialità del robotico

L’innovazione delle api robotiche del MIT risiede nella loro capacità di eseguire un volo avanzato. Questi dispositivi non solo possono compiere voli stazionari per oltre .000 secondi, ma riescono anche a realizzare acrobazie come salti mortali e rotazioni, raggiungendo velocità di punta di 35 cm/s. Grazie alla loro progettazione leggera e alla presenza di sensori, le api robotiche sono destinate all’uso in ambienti esterni, amplificando così le loro potenzialità operazioni di impollinazione.

Innovazione attraverso il biomimetismo

La progettazione delle api robotiche si basa sul biomimetismo, che implica l’imitazione delle caratteristiche biologiche delle api naturali. A differenza dei modelli precedenti, che utilizzavano più ali e unità, il nuovo design offre una configurazione semplificata con un’ala battente per ogni unità, migliorando la stabilità e ottimizzando lo spazio per i componenti elettronici. Le ali sono costituite da materiali avanzati come elastomeri e nanotubi di carbonio, rendendo i movimenti simili a quelli delle api vere.

Implicazioni per l’agricoltura

Le api robotiche possiedono la capacità di impollinare aree che potrebbero essere difficili da raggiungere per le api naturali. Inoltre, la loro operatività non è influenzata da fattori ambientali, come l’inquinamento e la presenza di predatori, il che potrebbe tradursi in un notevole abbattimento dell’uso di pesticidi. Sebbene attualmente le api biomimetiche non raggiungano l’efficienza delle api reali, i progressi tecnologici e un della produzione potrebbero consentire loro di assumere un ruolo cruciale nell’agricoltura del futuro.

Una risorsa importante per approfondire ulteriormente queste innovazioni è fornita dal MIT, attraverso un’ dettagliata delle potenzialità delle api robotiche.

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Un software antivirus riconosce una minaccia informatica e ne funziona il meccanismo

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L’ è uno strumento fondamentale per la protezione dei dispositivi elettronici contro attacchi informatici e malware, comprendendo categorie come worm, trojan e spyware. La sua funzione principale è quella di scansionare il sistema alla ricerca di file dannosi in di compromettere il funzionamento del dispositivo. Il antivirus utilizza principalmente tre meccanismi per identificare il malware: il rilevamento basato su firme, il rilevamento euristico e il rilevamento comportamentale. Si procederà ora a un’ dettagliata di ciascun metodo.

Rilevamento basato su firme

Il rilevamento basato su firme è uno dei metodi tradizionali nella cybersecurity. Questo approccio consiste nel confrontare i file di un dispositivo con un database di virus già noti. Ogni malware possiede una “firma” unica, ovvero un insieme di caratteristiche identificabili nel suo codice. Quando l’antivirus individua una corrispondenza, segnala il file come dannoso. Sebbene efficace, questo metodo presenta dei limiti: è in grado di rilevare solo minacce già conosciute e non può identificare software malevoli di nuova generazione.

Rilevamento euristico e comportamentale

Per superare le limitazioni del rilevamento basato su firme, molti antivirus impiegano il rilevamento euristico. Questo metodo non cerca corrispondenze esatte, ma individua potenziali criticità nel software analizzato. Può avvenire attraverso l’analisi del codice sorgente, confrontandolo con virus noti. Se viene identificata una somiglianza con virus già presenti nel database, il codice è contrassegnato come potenziale . Sebbene questo approccio permetta di scoprire varianti nuove di virus, aumenta anche il rischio di falsi positivi.

Il rilevamento comportamentale, invece, monitora l’attività dei programmi mentre vengono eseguiti. Se il programma compie azioni sospette, come tentativi di infettare altri file o stabilire connessioni a server remoti, l’antivirus può segnalarlo come pericoloso.

Scansione antivirus e misure di sicurezza

La scansione antivirus inizia solitamente con un’analisi completa del sistema, esaminando ogni file per possibili minacce. Dopo questa fase iniziale, il software esegue scansioni automatiche a intervalli regolari o scansioni manuali attivate dall’utente. Le scansioni possono essere rapide o approfondite e, oltre a esse, è cruciale attivare gli aggiornamenti automatici delle definizioni dei virus. Questi aggiornamenti assicurano che l’antivirus possa riconoscere anche le minacce più recenti.

Se un antivirus rileva una minaccia, tenterà di rimuoverla. Se il tentativo fallisce, può adottare misure preventive, come la quarantena, che isola file sospetti per proteggere il sistema da eventuali danni.

Sebbene gli antivirus siano strumenti utili, non garantiscono una protezione totale contro tutte le minacce informatiche. Le infezioni da malware continuano a crescere, e per questo è consigliabile adottare una strategia di sicurezza multilivello. Oltre all’utilizzo di un buon antivirus, si suggerisce di impiegare password robuste, aggiornare regolarmente i software e considerare l’uso di strumenti come le VPN per proteggere le informazioni sensibili online.

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I vulcani italiani possono essere riconosciuti nel quiz di Geopop.

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L’Italia presenta un ambiente geologico di grande rilevanza, contraddistinto dalla presenza di numerosi , attivi e quiescenti, che hanno influenzato significativamente la sua e il suo paesaggio. Questi vulcani sono noti a livello mondiale per la loro maestosità e potenziale pericolosità. Per approfondire le proprie conoscenze, è possibile cimentarsi in un che invita a riconoscere e localizzare su una mappa i vulcani più celebri d’Italia.

Il quiz

I partecipanti sono invitati a:

– Identificare il nome del vulcano rappresentato nell’immagine.
– Posizionarlo correttamente su una carta geografica dell’Italia.

È importante scorrere la pagina con attenzione, poiché subito dopo il quiz sono disponibili le soluzioni, comprensive del nome del vulcano e della sua corretta collocazione geografica.

I vulcani

Le immagini dei vulcani mostrati nel quiz includono il Vesuvio, che rappresenta un simbolo di Napoli, celebre per la sua natura esplosiva e per la densità di popolazione vicinanze. Seguono Stromboli e Lipari, entrambi stratovulcani delle Isole Eolie; mentre il primo è attivo, il secondo è quiescente da secoli. Infine, i Colli Albani, un gruppo di stratovulcani sovrapposti situati nel Lazio, sono noti per i laghi che portano il loro nome.

La geologia vulcanica in Italia

Un fenomeno di notevole interesse è la vasta presenza di vulcani nel territorio italiano. Per comprendere meglio le cause di questa situazione geologica, è disponibile un video dedicato all’argomento.

Il quiz e il materiale informativo offrono un modo interessante ed educativo per esplorare la geologia vulcanica del Paese.

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La fisica del volo spiegata con animazioni 3D su come volano gli aerei senza cadere a terra

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La portanza è il principio fisico fondamentale che consente agli aerei di volare, risultante dalla forma delle ali che altera il flusso dell’aria. Quando un si muove, l’aria scorre attorno alle ali. La forma delle ali, progettata per generare una differenza di pressione tra la parte superiore e quella inferiore, crea una forza che solleva l’aereo. I quattro elementi che influenzano il di un aereo sono Peso, Resistenza, Spinta e Portanza, con quest’ultima che prevale peso per consentire il decollo.

Generazione della Portanza

La portanza si genera quando l’ala è inclinata rispetto al flusso d’aria. A questa angolazione, l’aria sopra l’ala ha una pressione inferiore, mentre quella sotto ha una pressione maggiore. Questo fenomeno crea una forza che solleva l’aereo. Un modo semplice per comprendere questa dinamica è immaginare le molecole d’aria come palline: in prossimità dell’ala, le palline di aria sono meno dense sopra e più concentrate sotto, producendo un effetto che favorisce l’ascensione dell’ala.

Aumento della Portanza

Prima del decollo, per migliorare la portanza, la superficie alare viene amplificata tramite slat e flap. Questi dispositivi si trovano nel bordo d’attacco e nel bordo d’uscita delle ali rispettivamente; la loro attivazione aumenta la superficie e, di conseguenza, la differenza di pressione necessaria per facilitare il decollo. È importante notare che per generare portanza è necessaria una spinta in avanti fornita dai motori, che garantiscono il movimento dell’aeromobile.

Applicazioni della Portanza

Oltre agli aerei, il principio della portanza trova applicazione in vari contesti, come pale eoliche, nelle barche a vela e nelle automobili di Formula . In quest’ultimo caso, gli alettoni servono a generare deportanza, una forza che agisce verso il basso per migliorare l’aderenza della vettura al suolo.

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Bradisismo e aumento di zolfo nelle fumarole, nuovo studio INGV sui Campi Flegrei

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Credit: INGV

La concentrazione di idrogeno solforato all’interno delle fumarole dei Campi Flegrei è in , un fenomeno che sembra essere collegato alla crisi bradisismica in corso. Queste sono le conclusioni del nuovo studio "Escalation of caldera unrest indicated by increasing emission of isotopically light sulfur", pubblicato il 24 su Nature Geoscience. L’ riguarda la risalita di magma nell’area e coinvolge un team di ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, insieme all’Università degli Studi di Palermo, all’Università di Cambridge e al Woods Hole Oceanographic Institute.

Aumento del gas nelle fumarole

Il team ha monitorato e analizzato i dati dal 2018, osservando un progressivo aumento della concentrazione di idrogeno solforato (H2S) nelle fumarole. Questa variazione non è imputabile esclusivamente a processi idrotermali superficiali, come ipotizzato in precedenza, ma è probabilmente influenzata anche da un incremento dei gas provenienti dal magma flegreo. Come confermato dall’INGV in una recente nota, il maggiore trasporto di questi gas verso la superficie ha contribuito al riscaldamento del sistema idrotermale e a un aumento della sismicità nell’area flegrea, determinando una crescente mobilizzazione dello intrappolato nei minerali idrotermali.

Considerazioni sull’attuale crisi

Questa osservazione potrebbe rappresentare un’ulteriore evidenza del coinvolgimento magmatico nell’attuale crisi bradisismica. Giovanni Chiodini, Dirigente di Ricerca Associato presso l’INGV, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta: "La vera novità del nostro lavoro è aver documentato una chiara evoluzione nell’origine dello zolfo. Il crescente contributo magmatico nei gas suggerisce una importante evoluzione nella dinamica del sistema vulcanico flegreo dal 2018." Tuttavia, è importante precisare che ciò non implica un’imminente eruzione vulcanica, ma evidenzia l’importanza di monitorare e prevenire potenziali eventi in quest’area sensibile.

Per approfondire l’argomento, ecco un mini-documentario Campi Flegrei e la loro possibile eruzione:

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I sacchi di cemento vengono trasformati in zaini con pannello solare per aiutare i ragazzi in Tanzania a studiare

Vecchi di cemento che diventerebbero rifiuti in dotati di un piccolo solare per alimentare una luce da lettura e aiutare i bambini a dopo il tramonto: l’idea di Innocent James.

@UNDP

In Tanzania, un imprenditore locale sta affrontando due problemi contemporaneamente, trasformando vecchi sacchi di cemento in zaini dotati di un piccolo pannello solare per alimentare una luce da lettura. Questa iniziativa non solo riduce i rifiuti urbani, ma aiuta anche i bambini delle zone rurali a studiare dopo il tramonto.

Il progetto ha ottenuto il sostegno del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per il suo potenziale di risoluzione dei problemi. L’azienda, chiamata Soma Bags, impiega 85 lavoratori rurali per soddisfare una domanda di 13.000 zaini al mese, anche se attualmente non riesce a coprire completamente questa richiesta.

L’idea è nata da Innocent James, originario della regione di Mwanza, nel nord della Tanzania. James ricorda di aver studiato alla luce di una lanterna a cherosene, un metodo ancora utilizzato da molte famiglie rurali. Tuttavia, le lanterne a cherosene sono costose da gestire e pericolose da usare, e molti genitori non possono permettersi di farle usare ai propri figli.

Origine del progetto

L’ispirazione per la soluzione di James è venuta da un professore universitario che aveva un pannello solare cucito nella giacca per caricare il telefono. James ha quindi deciso di cucire pannelli solari economici e flessibili all’esterno delle borse per alimentare una luce da lettura.

Ha iniziato a produrre le borse nel 2016, cucendo circa 80 zaini al mese e vendendoli per l’equivalente di 4-8 dollari in scellini tanzaniani, un costo paragonabile a quello di far funzionare una lanterna a cherosene per circa 15 giorni.

Il Funguo Innovation Programme dell’UNDP, finanziato dall’Unione Europea e dal governo del Regno Unito, ha sostenuto l’attività di James, evidenziando gli sforzi collaborativi per promuovere soluzioni sostenibili e opportunità educative nelle comunità svantaggiate.

Impatto sulle comunità

L’impatto delle Soma Bags è stato significativo: le borse hanno fornito ai bambini una fonte di luce affidabile, migliorando il rendimento scolastico e consentendo loro di studiare in modo più efficace. Inoltre, le borse hanno facilitato l’accesso alle informazioni e alla comunicazione, permettendo ai bambini di rimanere in contatto con le loro famiglie e amici.

L’azienda genera entrate attraverso la vendita di zaini e partnership esclusive con marchi, contribuendo alla conservazione dell’ambiente riutilizzando fino a 200.000 sacchi di cemento al mese, evitando che diventino rifiuti stradali.

Fonte: UNDP

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Osservazione dell’allineamento di pianeti del 25 gennaio 2025 in Italia e orario per vederlo nel cielo

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Manca poco all’evento astronomico dell’allineamento dei previsto per il 25 gennaio 2025. Questo evento permetterà l’osservazione simultanea di sei pianeti: Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Saranno visibili nel cielo serale a partire dal tramonto fino alle 20:30, con il miglior momento di osservazione tra le 18:30 e le 19:30 quando i pianeti saranno situati a più di 20 gradi sopra l’orizzonte. Solo Venere, Marte, Giove e Saturno saranno osservabili a occhio nudo, con la luminosità di questi corpi celesti che consente la visione anche in contesti urbani.

Dettagli dell’allineamento

Il termine “allineamento planetario” è, in , un termine impreciso, poiché i pianeti non saranno disposti su una linea retta nel cielo, ma saranno contemporaneamente visibili in una configurazione che li colloca dalla stessa parte del Sistema rispetto alla Terra. Il prossimo allineamento planetario è previsto per il 28 febbraio 2025.

L’osservazione dell’allineamento planetario inizia poco dopo il tramonto, quando il cielo è sufficientemente buio. Al momento del tramonto, Marte si troverà in direzione est/nord-est, Giove e Urano in direzione sud-est, e Venere, Saturno e Nettuno in direzione sud-ovest. Durante la fascia oraria migliore per l’osservazione, Marte un’angolazione di 30 gradi, Giove e Urano saranno a più di 60 gradi, mentre Nettuno, Venere e Saturno si troveranno a metà strada tra ovest e sud-ovest. Saturno tramonterà per primo alle 20:30, seguito da Venere e Nettuno, con Giove e Urano che rimarranno visibili fino alle 3:40 circa.

Indicazioni per l’osservazione

Individuare i sei pianeti sarà relativamente semplice seguendo alcune indicazioni. Venere, il più brillante, si posizionerà tra ovest e sud-ovest, mentre Saturno sarà visibile poco più in basso a destra di Venere. Nettuno non sarà visibile a occhio nudo, ma utilizzando un binocolo sarà possibile vederlo nei pressi di Venere.

Giove sarà facilmente identificabile a circa 70 gradi sull’orizzonte sud-est, partendo dal punto cardinale. Seguendo una linea verticale verso l’alto, si incontreranno la stella Sirio, la costellazione di Orione e infine Giove, non lontano dalla stella Aldebaran. Nell’area, si troverà anche l’ammasso stellare delle Pleiadi, con Urano a circa 20 gradi dalla sua posizione, visibile solo con strumenti ottici.

Marte, che si troverà in direzione est a circa 30 gradi sull’orizzonte, sarà riconoscibile per il suo caratteristico colore rossastro e la sua posizione tra le stelle Castore e Polluce nella costellazione dei Gemelli.

Se non sarà possibile recarsi in un luogo adatto per l’osservazione, esistono anche opzioni di streaming dal Virtual Telescope Project, fondato da Gianluca Masi, per seguire l’evento live.

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Cosa si fa e come si usa

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OpenAI ha recentemente presentato Operator, il primo agente di intelligenza artificiale della società in grado di eseguire azioni direttamente web per conto degli utenti, come prenotare voli e acquisti. Questo innovativo rappresenta un progresso significativo nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale, passando da un semplice assistente a un agente autonomo che opera in risposta a comandi testuali. A differenza dei tradizionali chatbot, Operator è in grado di navigare pagine web, compilare moduli, selezionare opzioni e interagire con elementi cliccabili, similmente a un utente umano, con l’intento di ridurre il carico di lavoro delle attività ripetitive.

Attualmente, Operator è disponibile in anteprima per gli utenti del piano ChatGPT Pro negli Uniti, il quale ha un costo di 200 dollari al mese. La società ha annunciato che in futuro il servizio sarà disponibile anche per utenti appartenenti ai piani Plus, Team ed Enterprise. Durante il lancio, è stato dichiarato che l’espansione avverrà anche in altri paesi, anche se l’implementazione in Europa richiederà più tempo.

Funzionamento e caratteristiche di Operator

OpenAI ha sviluppato Operator utilizzando un modello avanzato denominato CUA (Computer-Using Agent), che combina la visione di GPT-4 con un sistema di “apprendimento rinforzato”. Questo modello consente all’agente di riconoscere le interfacce grafiche dei siti e interagire con esse autonomamente. Le capacità includevano l’operatività senza necessitare integrazioni complesse. È stato specificato che Operator “vede” attraverso screenshot e “interagisce” utilizzando mouse e tastiera.

Per migliorare l’affidabilità, il modello CUA è progettato per richiedere conferma all’utente prima di completare operazioni significative, come l’invio di email o ordini. Nonostante ciò, OpenAI ha avvertito che il modello non sempre in modo sicuro in ogni situazione, riconoscendo che Operator è ancora in una fase di sviluppo e potrebbe commettere errori. Per affrontare eventuali imprecisioni, l’agente è in grado di ricorrere alle proprie capacità di ragionamento per corregersi autonomamente.

Potenziali applicazioni di Operator

L’agente AI ha enormi potenzialità per automatizzare numerose attività quotidiane, inclusi viaggi, prenotazioni di ristoranti, shopping online e compilazione di moduli. L’interfaccia di utilizzo è stata progettata per essere intuitiva; gli utenti devono semplicemente descrivere l’attività da svolgere e Operator provvederà a completarla. È possibile interventire per controllare in tempo reale il browser utilizzato da Operator e ricevere richieste di assistenza per l’inserimento di dati sensibili, come credenziali e pagamenti.

Sicurezza e limitazioni di utilizzo

In termini di sicurezza, OpenAI ha implementato tre livelli di protezione. Prima di intraprendere azioni delicate, come pagamenti o inserimento di credenziali, Operator richiede sempre una conferma. Gli utenti hanno la possibilità di disattivare l’uso dei propri dati per l’addestramento e di rimuovere cronologie con facilità. Inoltre, è stato creato un sistema di monitoraggio avanzato per prevenire minacce informatiche.

Nonostante le sue capacità, Operator presenta ancora delle limitazioni e non gestisce sempre in modo efficace attività complesse o specializzate. OpenAI ha dichiarato che l’agente non può raccogliere screenshot relativi a informazioni di pagamento e richiede sempre la supervisione dell’utente per attività giudicate sensibili. In caso di malfunzionamento, l’agente restituisce il controllo all’utente, garantendo una supervisione continua delle operazioni in corso.

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Un “ciclone bomba” e quali effetti avrà sull’Italia

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Tempesta Éowyn. Credit: Met Office

La tempesta Éowyn, che si è sviluppata rapidamente nel Nord Atlantico, ha colpito l’Irlanda portando con sé venti da uragano e raffiche che hanno raggiunto i 185 km/h a Mace Head, nella contea di Galway. Questo evento atmosferico ha superato il precedente record irlandese di 182 km/h, che resisteva dal 1945, e rappresenta una delle tempeste più violente mai registrate nel Paese. Per la giornata odierna è attiva un’allerta rossa.

L’Irlanda è in grave difficoltà a causa del passaggio di Éowyn, che ha causato onde alte fino a 12 metri e ha lasciato oltre 700.000 edifici senza elettricità. I trasporti pubblici sono stati interrotti, e oltre 220 voli sono stati cancellati presso l’aeroporto di Dublino. Le autorità locali descrivono la situazione come «danni senza precedenti», con la tempesta attualmente diretta verso la Scozia.

In Italia, gli della tempesta saranno marginali. Il Centro-Nord, in particolare sul versante tirrenico, subirà l’influenza di un flusso di aria umida ai margini del . Tuttavia, è probabile che una nuova tempesta di origine atlantica raggiunga le isole britanniche nei prossimi giorni, con possibili conseguenze anche per il nostro Paese.

Dal punto di vista meteorologico, Éowyn non è un uragano, in quanto questi fenomeni si sviluppano tipicamente nelle latitudini tropicali. Si tratta piuttosto di un ciclone extratropicale, caratterizzato da un’area di bassa pressione (con pressioni stimate tra 940 e 945 hPa) in rotazione al di fuori della fascia tropicale. Il termine “ciclone ” viene utilizzato in ambito giornalistico per descrivere eventi come Éowyn, riferendosi a cicloni extratropicali che si intensificano rapidamente, con una diminuzione della pressione centrale di almeno 24 hPa in 24 ore. Nel caso in questione, è previsto un calo di 55 hPa, rendendo aceasta una delle ciclogenesi esplosive più intense mai registrate nelle isole britanniche.

L’intensità di Éowyn, simile a quella di un uragano, nonostante la sua formazione nell’Atlantico del Nord e al di fuori della stagione uragani, può essere da un rapido scontro tra correnti fredde e calde che genera un’elevata differenza di . Nel caso di Éowyn, questo contrasto termico è stato accentuato dalla corrente a getto, un sistema di forti venti ad alta quota. L’aria gelida proveniente dagli Stati Uniti ha inoltre contribuito a condizioni di maltempo nelle aree costiere, comprese alcune nevicate in Florida nei giorni scorsi.

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