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Cos’è il tethering: guida su come funziona e attivarlo per condividere la connessione tra dispositivi.

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Cos’è il Tethering

Il tethering è la funzione che consente di condividere la dati di uno altri , come computer portatili o tablet. Questa tecnologia trasforma il telefono in un router Wi-Fi portatile, permettendo la distribuzione della connessione tramite Wi-Fi, Bluetooth o cavo USB.

Metodi di Tethering

Il metodo più comune di tethering è il tethering Wi-Fi, che crea un hotspot mobile. Gli altri dispositivi possono quindi connettersi a questa rete. Tuttavia, il tethering non è limitato al Wi-Fi; si può anche effettuare tramite Bluetooth o USB, che possono offrire una connessione più stabile in alcune situazioni.

Differenza tra Tethering e Hotspot

Sebbene i termini "tethering" e "hotspot" siano spesso usati come sinonimi, non esattamente la stessa cosa. Il tethering è un termine generico che indica la condivisione della connessione Internet, mentre "hotspot" si riferisce più specificamente al punto di accesso creato per la connessione Wi-Fi.

Cos’è il tethering, come funziona e come attivarlo per condividere la connessione tra dispositivi

Vi siete mai ritrovati nella situazione in cui avevate bisogno di una connessione Internet stabile, magari sul vostro portatile o tablet, ma non c’era una rete Wi-Fi disponibile? È probabile che in una situazione del genere siate ricorsi al tethering, una funzione che consente di condividere la connessione dati cellulare dello smartphone con altri dispositivi. Questa tecnologia permette di trasformare il telefono in una sorta di “router Wi-Fi portatile”, distribuendo la connessione Internet tramite Wi-Fi, Bluetooth o cavo USB. Il metodo più utilizzato è il tethering Wi-Fi, che crea un hotspot mobile a cui possono connettersi altri dispositivi nelle vicinanze.

A proposito dei termini tethering e hotspot: seppur siano spesso usati interscambiabilmente, ci teniamo a precisare che non sono proprio la stessa cosa, non sempre per lo meno. In particolare, “tethering” è il termine generico per indicare la condivisione della connessione Internet di un dispositivo (solitamente uno smartphone) con altri dispositivi (PC, tablet, etc.), il che può avvenire in vari modi. È quando la connessione viene…

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Animali nascosti nei divani: cimici, ragni domestici e altri insetti da scoprire!

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Il Microcosmo Domestico

L’ambiente domestico è un ecosistema in cui diverse creature convivono gli esseri umani. Tra questi si trovano gli acari della polvere, i pesciolini d’argento, e le cimici dei letti, possono risultare fastidiosi, specialmente per chi soffre di allergie. Allo stesso tempo, però, ci sono anche insetti benefici come ragni domestici e millepiedi pigliamosche, che svolgono un ruolo importante nella predazione di insetti e parassiti pericolosi.

Adattamento e Abbondanza di Risorse

Molti di questi animali si sono adattati al nostro habitat domestico grazie alla somiglianza con il loro ambiente naturale. Le abitazioni offrono calore, abbondanza di cibo e protezione da intemperie e predatori, creando condizioni ideali per la loro sopravvivenza. Questo fenomeno evidenzia la complessità interazioni tra specie domestiche e gli organismi che le abitano, dimostrando che anche gli ambienti più familiari possono celare sorprendente varietà di vita.

Quali animali si nascondono nei divani? Cimici, ragni domestici e altri insetti

Nonostante non siamo abituati a pensarlo, l’ambiente domestico è un ecosistema come molti altri, all’interno del quale alcune creature sono riuscite ad adattarsi molto bene. Quali e quanti animali condividono con noi i nostri letti, i divani su cui ci rilassiamo guardando magari una serie TV e si annidano nei nostri tappeti? Dagli innocui (allergie a parte) acari della polvere e pesciolini d’argento fino alle fastidiose cimici dei letti e alle zecche portate dai nostri animali, abbiamo però anche degli alleati inconsapevoli: i ragni domestici e i millepiedi pigliamosche, innocui per l’uomo, sono però temibili predatori per insetti e parassiti pericolosi che possono frequentare le nostre case. Molti di questi animali fatto delle nostre abitazioni una seconda casa sfruttando la somiglianza di alcune caratteristiche casalinghe con il loro ambiente naturale provenienza; altri approfittano della grande quantità di cibo presente, un livello di calore ottimale per il loro metabolismo, oppure una maggiore sicurezza da intemperie e predatori che troverebbero all’esterno.

Gli insetti che si nascondono nei divani


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Perché il salvadanaio ha storicamente la forma di un maiale?

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Origine dei salvadanai a forma di maiale

I salvadanai a forma di maiale sono diffusi in molte culture, da quelle europee a quelle asiatiche, grazie al simbolismo del maiale come rappresentante di ricchezza e abbondanza. Nelle tradizioni rurali europee, possedere un maiale significava maggiore sicurezza alimentare, poiché era un animale facile da allevare e garantiva cibo durante l’inverno.

Simbologia del maiale

Il maiale, legato all’idea di risparmio, è diventato metafora ideale per conservare il denaro. La sua associazione con la prosperità si è radicata nel pensiero collettivo, rendendolo un oggetto riconoscibile quando si parla di risparmio e gestione delle finanze.

Antichità e diffusione

I più antichi salvadanai a forma di maiale risalgono al XII-XIII secolo e provengono dall’Asia meridionale, in particolare da Indonesia e India. La tradizione di questi oggetti in si è sviluppata nel tardo Medioevo, influenzata dalla vita agricola e dalla necessità di garantire l’alimentazione per tempo.

Perché il salvadanaio ha tradizionalmente la forma di un maiale?

I salvadanai a forma di maiale sono un oggetto comune in molte culture, dall’Europa all’Asia, ma proprio questo animale? La risposta sta nella tradizione contadina e nell’economia rurale. Il maiale è da secoli un simbolo di ricchezza e abbondanza in molte culture: nell’Europa rurale, possedere un maiale significava sicurezza alimentare per la propria famiglia, era un animale facile da allevare e forniva cibo per tutto l’inverno. Unendo questa idea al concetto di risparmio, il maiale è diventato la metafora perfetta per conservare il denaro per il futuro.

Immagine a forma di maiale proveniente dall’isola di Java, in Indonesia, risalente al XIV–XV sec. Credit: Gunkarta

I più antichi “maialini salvadanaio” conosciuti ad oggi provengono dall’Asia meridionale, precisamente dall’Indonesia e dall’India, e risalgono al XII-XIII secolo. L’usanza di creare salvadanai con le fattezze di maiale si è diffusa anche in Europa nel tardo Medioevo, figlia della cultura contadina: visto che i prodotti provenienti dal maiale erano in grado di sfamare una famiglia per un anno intero, l’uccisione del…

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Quali sono e quali informazioni forniscono?

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Le Tre Leggi della Robotica

Le Tre Leggi della Robotica, ideate da Isaac Asimov nel , stabiliscono un codice etico per interazioni tra esseri umani e robot. Queste leggi, espresse per la prima volta nel racconto Runaround, sono:

  • Un robot non può recare danno a un essere umano né permettere , a causa della sua inattività, un essere umano subisca danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che non contrastino la Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

La Legge Zero

Successivamente, Asimov introduce la “Legge Zero”, che prioritizza il benessere dell’umanità nel suo insieme rispetto a quello degli individui. Questo ampliamento del framework originale mira a garantire che i robot agiscano sempre nell’interesse della collettività, moderando eventuali conflitti tra le leggi precedenti.

quali sono e cosa dicono

Le Tre Leggi della Robotica, formulate dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov nel 1942, rappresentano un codice etico pensato per regolare l’interazione tra esseri umani e macchine intelligenti. Introdotte nel racconto Runaround e poi diventate un punto di riferimento nella letteratura di genere, queste impongono ai robot di non nuocere agli esseri umani, di obbedire agli ordini e di proteggere la propria esistenza, ma sempre rispettando gerarchia ben precisa. Nella fattispecie, queste leggi sono formulate così:

  • Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
  • In seguito, Asimov introdusse una legge ancora più generale, la “Legge Zero”, che antepone il benessere dell’umanità nel suo complesso a quello dei singoli individui. Nonostante il…

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    La storia delle Forty Elephants: la banda di sole donne che operò a Londra nell’Ottocento.

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    Storia delle Forty Elephants

    Le , conosciute anche come le Forty Thieves, erano attiva a Londra a partire dal 1870. Operavano principalmente nella zona di Elephant and Castle, da cui il gruppo prende il nome. Composta principalmente da donne legate a membri della Elephant and Castle Mob, la banda si specializzava nel taccheggio, nella truffa e nel borseggio di alto livello, accaparrandosi spesso i riflettori della società. Con furti audaci e strategie sofisticate, riuscivano a sorprendere e derubare anche i membri dell’alta borghesia.

    Organizzazione e codice interno

    La banda era guidata da una leader carismatica e seguiva un codice interno che regolava il comportamento delle sue componenti, permettendo così di mantenere la disciplina e la segretezza. Le Forty Elephants rimasero attive fino agli anni ’50, influenzando la cultura criminale di Londra. La loro storia ha ispirato la serie TV “A Thousand Blows“, creata da Steven Knight, noto anche per “Peaky Blinders”, che presenta la vita di questa affascinante e temuta banda.

    Chi erano le Forty Elephants, la banda criminale di sole donne a Londra nell’800: la vera storia

    Le Forty Elephants – le Quaranta Elefantesse, note anche come le Forty Thieves – erano una banda criminale di sole donne specializzate nel taccheggio formatasi a Londra intorno al 1870. La loro base è nella zona di Elephant and Castle, a sud del Tamigi, da cui prendono il nome. Ladre, truffatrici, borseggiatrici di alto livello, le Forty Elephants sono in gran parte mogli, fidanzate o sorelle di membri di un’altra organizzazione di banditi londinesi, la famigerata Elephant and Castle Mob. Le due gang, insieme a molte altre che in quegli anni fiorivano a Londra, tenevano in pugno la città con furti magistrali e colpi di lusso, che lasciavano spesso a bocca aperta l’alta società e i cittadini. La banda, capitanata da una leader, aveva un codice interno di e comportamenti che ha garantito la sopravvivenza dell’organizzazione fino al 1950. La serie TV “A Thousand Blows“, creata da Steven Knight (il creatore di “Peaky Blinders”) e uscita a febbraio 2025, vede come protagoniste proprio la famigerata banda criminale femminile londinese.

    Come agivano le ladre della banda Forty Elephants

    Tutte…

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    Torna l’ora legale il 30 marzo: a che ora sposteremo le lancette e perché?

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    Ritorno dell’ora legale

    Nella notte sabato 29 marzo e domenica 30 marzo 2025, l’Italia adotterà nuovamente l’ora legale, slittando le dell’orologio avanti di un’ora alle 2:00 mattino. Questo cambiamento porta a un’ora in più di luce nel tardo pomeriggio, favorendo un risparmio sulle bollette energetiche grazie alla maggiore disponibilità di luce naturale. Tuttavia, comporta anche la perdita di sessanta minuti di sonno.

    Adattamento dei dispositivi

    I digitali connessi a Internet si aggiorneranno automaticamente, mentre i dispositivi analogici richiederanno un’operazione manuale per adeguarsi al nuovo orario.

    Durata dell’ora legale

    L’ora legale resterà in vigore fino a domenica 26 ottobre 2025, quando verrà ripristinata l’ora solare, riportando il indietro dalle 3:00 del mattino alle 2:00.

    Risparmi energetici e benefici

    L’adozione dell’ora legale è principalmente volta a generare risparmi energetici, incrementando l’uso della luce naturale e riducendo la necessità di illuminazione artificiale durante le ore serali.

    Torna l’ora legale il 30 marzo, a che ora si spostano le lancette in avanti stanotte e perché

    Nella notte tra sabato 29 marzo e domenica 30 marzo 2025 tornerà nuovamente l’ora legale in Italia, come ogni anno nell’ultimo fine settimana di marzo. Alle 2:00 del mattino di domenica le lancette slitteranno avanti di un’ora. La conseguenza più evidente dello spostamento orario sarà avere un’ora in più di luce nel tardo pomeriggio, poiché il tramonto del Sole cadrà un’ora dopo rispetto a prima. Questo spostamento, promette un potenziale risparmio sulla bolletta elettrica grazie alla maggiore disponibilità di luce naturale, tuttavia, dovremo rinunciare a sessanta minuti di sonno nella notte tra sabato e domenica. I dispositivi digitali connessi a internet aggiorneranno l’orario autonomamente, mentre quelli analogici richiederanno un intervento manuale. L’ora legale ci accompagnerà fino a domenica 26 ottobre 2025, quando verrà ripristinata l’ora solare spostando indietro le lancette dalle 3:00 del mattino alle 2:00.

    Perché si passa all’ora legale: i risparmi energetici

    La principale ragione alla base dell’adozione dell’ora legale risiede nella sua comprovata capacità di generare un…

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    Cosa sono e a cosa servono: una guida essenziale

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    Che cosa sono le criptovalute

    Le criptovalute, conosciute anche come cripto, valute esclusivamente digitali che utilizzano la crittografia come base del loro funzionamento. A differenza delle valute tradizionali come Euro e Dollari, le cripto esistono solo in formato elettronico. Il termine “cripto” deriva dal greco “Kryptos”, che significa nascondere, evidenziando l’importanza della crittografia nella loro sicurezza.

    Funzionamento delle criptovalute

    Il sistema delle criptovalute si basa sulla tecnologia blockchain, che garantisce transazioni sicure e trasparenti. La natura decentralizzata delle cripto permette agli utenti di effettuare operazioni senza il bisogno di un intermediario, come una banca. Questa caratteristica aumentata offre maggiore controllo agli utenti, ma mette anche in rischi inerenti legati alla volatilità.

    Volatilità dei bitcoin

    I prezzi delle criptovalute sono notoriamente instabili. Ad esempio, il valore di un Bitcoin è passato da 60 mila Euro a circa 80 mila Euro in un anno, dimostrando l’alta variabilità che caratterizza queste valute digitali. Questa volatilità può rappresentare opportunità di guadagno, ma anche significativi rischi per gli investitori.

    cosa sono e a cosa servono

    Le criptovalute, e una tutte i Bitcoin, sono valute completamente digitali che basano il proprio funzionamento su modelli crittografici, come quello della blockchain. Ormai da qualche anno sono protagoniste della scena finanziaria mondiale soprattutto per la loro estrema volatilità che le porta spesso ad avere valori di mercato che crescono (o decrescono) a velocità elevate. Considerate, per esempio, che un Bitcoin vale ad oggi circa 80 mila Euro, mentre esattamente un anno va aveva un valore di 60 mila Euro.

    Vediamo in questo articolo che sono le criptovalute – o cripto – qual è il loro scopo e sono i rischi del loro utilizzo.

    Che cosa sono le criptovalute

    Le criptovalute – anche dette cripto per semplicità – sono valute appunto ma, al contrario di Euro, Dollari o qualsiasi altra valuta tradizionale, esistono solo in formato digitale. Il loro nome, cripto-valute, ci suggerisce un concetto chiave del loro funzionamento: sono valute il cui funzionamento è basato sulla crittografia: “cripto”, dal greco “Kryptos”, vuol dire nascondere, e infatti la crittografia è quella…

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    Cuffie con cancellazione del rumore: possono causare disturbi uditivi? Facciamo luce sull’argomento.

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    Ipotesi sulla cancellazione del rumore e problemi uditivi

    L’articolo della BBC ha ipotizzato che le cuffie con modalità di cancellazione rumore possano contribuire a disturbi uditivi giovani, come il disturbo dell’elaborazione uditiva (APD). Questa notizia, diffusa a febbraio, si è basata su aneddoti e teorie speculative, presentate in modo simile a uno studio scientifico. Tuttavia, la McGill University e il New York Times hanno rapidamente contestato queste affermazioni, evidenziando la mancanza di evidenze scientifiche che dimostrano un legame diretto tra l’uso di cuffie antirumore e l’APD. Hanno sottolineato che al momento esiste solo una correlazione, senza prove di causa-effetto.

    Critiche e mancanza di evidenze concrete

    La criticità principale emersa è che studi attuali non supportano l’idea che le cuffie noise cancelling siano responsabili dei problemi uditivi. Le istituzioni coinvolte hanno invitato a evitare conclusioni affrettate basate su dati insufficienti. La preoccupazione per la salute uditiva è legittima, ma richiede un approccio basato su ricerche scientifiche rigorose, piuttosto che su speculazioni mediatiche.

    Le cuffie con cancellazione del rumore creano disturbi uditivi? Facciamo chiarezza

    L’ipotesi che le cuffie dotate di modalità di possano problemi di udito nei giovani, come il disturbo dell’elaborazione uditiva (APD, Auditory Processing Disorder), è stata avanzata in un articolo della BBC intitolato “Le cuffie antirumore sono la causa dei problemi di udito dei giovani?“, pubblicato a febbraio dall’emittente radiotelevisiva britannica. La notizia, che ha fatto rapidamente il giro del mondo, si basava su racconti aneddotici e ipotesi speculative trattate come se fossero uno studio scientifico. Queste conclusioni sono state prontamente contestate dalla McGill University e dal New York Times, che hanno sottolineato la mancanza di studi scientifici in grado di dimostrare un rapporto di causa-effetto tra l’uso di cuffie con cancellazione del rumore e l’APD, evidenziando che, al momento, si tratta di una semplice correlazione.

    Disturbi uditivi e l’uso di cuffie antirumore: le ipotesi di correlazione

    Tramite un articolo pubblicato lo scorso febbraio, la BBC ha riportato la notizia secondo la quale 5 dipartimenti di audiologia del Sistema Sanitario…

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    Cecilia Payne Gaposchkin: la donna che scoprì la composizione dell’universo e fu a lungo ignorata.

    La scoperta di Cecilia Payne Gaposchkin

    Cecilia Payne Gaposchkin è nota per aver scoperto che il e le stelle sono principalmente composti da idrogeno ed elio. Tuttavia, le sue tesi iniziali furono ignorate e sottovalutate dai colleghi più anziani, a causa pregiudizio di genere e delle convenzioni scientifiche del suo tempo. Solo anni dopo, il valore delle sue scoperte venne finalmente riconosciuto.

    La sua formazione

    Nata nel 1900 a Wendover, in Inghilterra, Cecilia affrontò molte difficoltà nella sua vita, tra cui la perdita del padre. Malgrado un contesto familiare complicato, si distinse per le sue eccezionali capacità intellettuali e sviluppò un forte interesse per la , in particolare per l’. Inizialmente, non ricevette il supporto necessario nelle scuole frequentate, ma l’influenza di insegnanti ispiratori e la lettura delle opere di Newton la motivarono a perseguire una carriera scientifica.

    Riconoscimenti e impatto

    Dopo anni di lotte contro il pregiudizio e l’ignoranza, le idee di Cecilia trovarono finalmente riconoscimento nella comunità scientifica, contribuendo in modo significativo alla comprensione dell’universo e lasciando un’eredità duratura nell’astrofisica.

    Cecilia Payne Gaposchkin, la storia della donna che svelò la composizione dell’universo (e che per anni è stata ignorata)

    Cecilia Payne Gaposchkin scoprì che il Sole e le stelle sono principalmente composte da idrogeno ed elio: le sue tesi vennero però ignorate e oscurate dal pregiudizio dei colleghi più anziani per essere riconosciute solo anni dopo

    @Smithsonian Institution/Science Service/ Wikipedia

    Cecilia Payne Gaposchkin è una figura fondamentale nell’ambito dell’astrofisica, ma la sua eredità è stata per lungo tempo oscurata dal pregiudizio del suo tempo. Nata il 10 maggio 1900 a Wendover, in Inghilterra, Cecilia affrontò fin da giovane una serie di sfide, tra cui il difficile contesto familiare dovuto alla morte prematura del padre.

    Nonostante le difficoltà, si distinse presto per le sue capacità intellettuali, sviluppando un profondo interesse per la scienza e in particolare per l’astronomia. Inizialmente non trovò supporto nelle scuole che frequentò, ma fu grazie all’incontro alcuni insegnanti e la lettura dei Principia di Newton che decise di intraprendere la sua carriera scientifica.

    Nel 1919, grazie…

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    Scopri il servizio SEND sull’App IO e come attivare l’aggiornamento in pochi semplici passaggi.

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    Cos’è il servizio SEND

    Il servizio SEND, acronimo di Servizio Notifiche Digitali, è una funzionalità attivata nell’ IO, sviluppata da PagoPA S.p.A. Questo servizio permette agli utenti di ricevere, consultare e gestire notifiche a valore legale da parte Pubbliche Amministrazioni italiane in formato digitale. Grazie a SEND, utenti possono ricevere documenti importanti come esiti di pratiche, rimborsi, multe e avvisi di accertamento tributi senza ricorrere alle tradizionali raccomandate cartacee.

    Vantaggi del servizio SEND

    L’adozione servizio SEND semplifica e velocizza la ricezione delle comunicazioni ufficiali, riducendo i costi e il necessari per la gestione dei documenti legali. Per attivare SEND, gli utenti devono accedere all’app IO tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d’Identità Elettronica), seguendo un processo rapido e intuitivo.

    Accessibilità e facilità d’uso

    Il servizio è progettato per essere facilmente accessibile da tutti i cittadini italiani, rendendo la comunicazione con le amministrazioni più efficiente e immediata, contribuendo così alla digitalizzazione dei servizi pubblici.

    Cos’è il servizio SEND arrivato sull’App IO e come attivare l’aggiornamento

    Servizio SEND attivo nell’app IO. Credit: Pago PA S.p.A.

    Sull’app IO, il portale gratuito italiano sviluppata e gestita dalla società pubblica PagoPA S.p.A., è arrivato il servizio SEND (Servizio Notifiche Digitali) che rappresenta un’utilissima innovazione per la gestione delle comunicazioni ufficiali provenienti dalle Pubbliche Amministrazioni italiane. Sostanzialmente, SEND è un sistema che consente di ricevere, consultare e gestire notifiche a valore legale, come esiti di pratiche, rimborsi, multe o avvisi di accertamento tributi, tutto in formato digitale. Grazie a questo sistema è possibile semplificare e velocizzare la ricezione di documenti legali, eliminando la necessità di ricorrere alle “tradizionali” e ormai vetuste raccomandate cartacee, spesso più costose e lente. Tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d’Identità Elettronica) si effettua l’accesso nell’app IO e si attiva la funzionalità in questione, il tutto in pochissimi passaggi.

    Cos’è il servizio SEND

    Il servizio SEND si pone come un’alternativa digitale e semplificata rispetto alle…

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    Perché le capre hanno pupille rettangolari, i coccodrilli verticali e gli esseri umani circolari?

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    Occhi con pupille orizzontali: capre, cavalli e pecore

    Le pupille orizzontali, presenti in animali come , cavalli e pecore, offrono un ampio campo visivo, permettendo loro di rilevare predatori anche mentre pascolano. Questa conformazione aiuta a monitorare l’ambiente circostante e riduce il rischio di attacchi da parte di predatori.

    Occhi con pupille verticali: serpenti e gatti

    Le pupille verticali, tipiche di specie come serpenti e gatti, ottimizzano la visione notturna e consentono una percezione più precisa delle profondità. Questo tipo di pupilla è evolutivamente vantaggioso per i predatori, poiché consente un miglior calcolo della distanza durante la caccia.

    Selezione naturale e adattamenti evolutivi

    Le diverse forme delle pupille sono il risultato di adattamenti evolutivi legati alla selezione naturale. Animali con pupille simili si sono evoluti in risposta a pressioni ambientali analoghe, dimostrando come la morfologia degli occhi possa influenzare il comportamento e la sopravvivenza.

    Pupille circolari: predatori diurni e umani

    Le pupille sono comuni tra vari animali, inclusi i predatori diurni e esseri . Questa consente una regolazione efficace della luce e una buona visione in diverse condizioni, adattandosi così ai cambiamenti dell’illuminazione.

    Perché le capre hanno le pupille rettangolari, i coccodrilli verticali e noi le abbiamo circolari?

    La forma della pupilla negli animali terrestri non è casuale, ma è strettamente correlata alla loro nicchia ecologica, in particolare al loro ruolo di predatore (coccodrilli) o preda (capre) e alle loro abitudini e attività. Due delle forme più distintive sono le pupille orizzontali o rettangolari e verticali, ciascuna con vantaggi ottici specifici che favoriscono la sopravvivenza come spiegato dall’articolo pubblicato su Science da ricercatori statunitensi e britannici dal titolo Why do animal eyes have pupils of different shapes?. Infatti, come riporta lo studio, le pupille a fessura sono considerate adattamenti evolutivi e la loro forma è il risultato della selezione naturale. La presenza di pupille differenti in specie non strettamente imparentate suggerisce che queste forme si sono evolute più volte in modo indipendente, in risposta a pressioni selettive simili. Le pupille circolari, invece, sono una forma comune, presente in una varietà di animali, inclusi noi esseri umani e molti predatori diurni o alcune specie attive in diversi momenti della giornata.

    Occhi con pupille orizzontali: capre, cavalli e pecore


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    Come proteggere la privacy e impedire a ChatGPT di salvare i nostri dati personali

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    Interazione con ChatGPT

    ChatGPT, il di OpenAI, raccoglie informazioni durante le interazioni per migliorare le prestazioni e personalizzare le risposte. utenti possono gestire i propri e la privacy tramite le impostazioni dell’account, oppure utilizzare temporanee, che non memorizzano le informazioni fornite.

    Cos’è la “memoria” di ChatGPT

    La “memoria” di ChatGPT permette al modello di ricordare dettagli delle conversazioni passate con un utente, fornendo risposte personalizzate. Se un utente informa ChatGPT su professione o preferenze, il sistema terrà conto di queste informazioni nel tempo, presentando output che si adattano al profilo personale. Questa funzione migliora il grado di personalizzazione e rende le interazioni più fluide e rilevanti per l’utente.

    Come impedire a ChatGPT di salvare i nostri dati personali e proteggere la privacy

    Quando interagite con ChatGPT, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale di OpenAI può raccogliere e utilizzare alcune informazioni per migliorare le sue prestazioni e personalizzare le risposte in base alle preferenze dell’utente che lo interroga. Naturalmente, agendo nelle impostazioni del proprio account ChatGPT, che ha reso disponibile un nuovo generatore di immagini, è possibile andare a regolare la gestione dei propri dati e della propria privacy o, in alternativa, è possibile ricorrere alle chat temporanee, ovvero delle sessioni dove le informazioni date in pasto al chatbot di OpenAI non vengono memorizzate da quest’ultimo.

    Cos’è la “memoria” di ChatGPT

    La “memoria” di ChatGPT è funzione che consente al modello di ricordare dettagli delle conversazioni avute con un utente, per offrire a quest’ultimo risposte personalizzate. Ad esempio, se gli dite che lavorate in un determinato settore o che preferite un certo formato per i riassunti, nel tempo ChatGPT terrà conto di queste preferenze, restituendovi degli output consoni al vostro profilo. Questa funzione è sicuramente…

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