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Le origini del leggendario manga di Akira Toriyama: un viaggio nel suo mondo creativo.

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Origini di Dragon Ball

Dragon Ball, creata da Akira Toriyama, si ispira al romanzo cinese Viaggio in Occidente, un’opera del XVI secolo scritta da Wú Chéng’en. La serie, lanciata negli anni ’80, ha conquistato il , grazie anche alla somiglianza tra il personaggio di Goku e Sun Wukong, il Re Scimmia del romanzo. Entrambi i racconti condividono avventure epiche e tematiche universali.

Trama di “Viaggio in Occidente”

Il romanzo narra il pellegrinaggio del monaco buddhista Xuanzang, che nel VII secolo si reca in India per collezionare scritture sacre. Durante il viaggio, il Buddha guida Xuanzang e gli assegna i suoi protettori: Sun Wukong (il “Re Scimmia”), Zhu Bajie e Sha Wujing. Insieme, affrontano numerose prove, mentre Xuanzang cavalca un cavallo-drago bianco. Il libro esplora temi di redenzione, amicizia e la ricerca verità.

da dove nasce il manga leggendario di Akira Toriyama

La celebre serie manga giapponese Dragon Ball, scritta e illustrata da Akira Toriyama, trae ispirazione dal romanzo cinese Viaggio in Occidente, un classico della letteratura del XVI secolo. Quest’opera, tradizionalmente attribuita a Wú Chéng’en e pubblicata anonimamente durante la dinastia Ming intorno al 1590, racconta le avventure del monaco buddhista Xuanzang. La figura di Sun Wukong, il leggendario Re Scimmia protagonista del romanzo, ricorda da vicino Goku, così come la trama del manga, nato negli anni ’80 e divenuto un’icona della cultura pop.

La storia del romanzo “Viaggio in Occidente”

Il romanzo del ‘500, attribuito a Wu Cheng’en, è il resoconto fantasioso del pellegrinaggio del monaco buddista cinese Xuanzang, che viaggiò in India nel VII secolo per cercare e collezionare le scritture buddiste. Nella storia è il Buddha stesso ad indicare la strada al monaco, fornendogli anche protettori che accettano di aiutarlo per espiare i loro peccati: Sun Wukong (il “Re Scimmia”), Zhu Bajie e Sha Wujing. Cavalcando un cavallo-drago bianco, il monaco e i protettori viaggiano attraverso

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Come leggere e comprendere il significato di un testo.

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Etichetta Energetica Obbligatoria

A partire dal 20 giugno 2025, gli e tablet venduti nell’Unione Europea dovranno avere un’etichetta energetica. Questa normativa, secondo il regolamento UE 2023/1369, mira a fornire informazioni chiare sull’efficienza energetica e la sostenibilità dispositivi.

Obiettivi della Normativa

L’etichetta energetica punta a rendere trasparente il mercato tecnologico, ridurre i rifiuti elettronici e incentivare la produzione di dispositivi più duraturi e facilmente riparabili.

Classificazione Energetica

Il sistema di etichettatura seguirà un formato simile a quello degli elettrodomestici, con una classificazione che va dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente).

Aspect Valutati

Verranno presi in considerazione vari aspetti, tra cui la durata della batteria, il numero di cicli di carica, la resistenza agli urti e la protezione contro acqua e polvere. Queste informazioni aiuteranno i consumatori a fare scelte più consapevoli.

Obblighi per i Produttori

Saranno introdotti requisiti che obbligheranno i produttori a fornire informazioni dettagliate sulle prestazioni dei dispositivi.

a cosa serve e come leggerla

A partire dal 20 giugno 2025, tutti gli smartphone e tablet venduti nell’Unione Europea dovranno essere accompagnati da un’etichetta energetica. Questa misura, fortemente voluta dall’UE e contenuta regolamento UE 2023/1369, ha lo scopo di fornire ai consumatori informazioni chiare sull’efficienza energetica, la durata della batteria, la riparabilità e la resistenza dei dispositivi presenti sul mercato. Oltre a rendere più trasparente il settore tech, la normativa punta anche a ridurre i rifiuti elettronici e a incentivare la produzione di dispositivi più robusti, duraturi e facili da riparare. L’etichetta funzionerà in modo simile a quella già presente sugli elettrodomestici, con una classificazione che va dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente), accompagnata da vari sulle prestazioni del prodotto. Saranno valutati aspetti come la durata della batteria in ore e minuti, il numero di cicli di carica garantiti prima di un calo significativo della sua capacità, la resistenza alle cadute e il livello di protezione contro acqua e polvere. Inoltre, entreranno in vigore requisiti che obbligheranno i produttori…

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Benvenuta primavera: un momento di stelle cadenti per realizzare nuovi desideri!

Picco delle Virginidi

Le Virginidi, un gruppo di cadenti, raggiungeranno il loro secondo picco a marzo, in particolare la notte tra il 21 e il 22, coincidente con l’equinozio di . Questo evento è considerato il più significativo mese, dopo un primo picco avvenuto tra il 10 e l’11 marzo. Gli astri offriranno un’opportunità unica per esprimere desideri e celebrare l’arrivo della nuova stagione.

Informazioni sulle Virginidi

Il fenomeno Virginidi non consiste in un singolo sciame di meteore, ma in un sistema complesso di radianti che dà vita a diversi picchi. La pioggia di meteore attesa offre un momento ideale per ammirare il cielo e riflettere cambiamenti che la primavera porta con sé, come spiegato anche dall’Unione Astronomica Internazionale (UAI).

Con l’approssimarsi della notte del picco, è consigliato preparare una lista di desideri da esprimere mentre si osservano le scie luminose nel cielo.

Benvenuta primavera con le stelle cadenti, prepariamo altri desideri!

Dopo le Idridi, tornano anche le stelle cadenti Virginidi, al loro secondo picco nel mese, quello più importante. Prepariamo una lunga lista di desideri per la notte tra il 21 e il 22 marzo, quando diremo anche arrivederci all’inverno

Canva

A poche ore dall’equinozio di primavera, attesa il 20 marzo alle 10:01, tornano le stelle cadenti: nella notte tra il 21 e il 22 marzo, infatti, saranno al picco le Virginidi, per l’esattezza al loro secondo picco (dopo quello del 10), quello più importante. Prepariamo i desideri!

Leggi anche: I miti dell’equinozio di Primavera da sfatare: dal bilanciamento delle uova all’uguaglianza tra giorno e notte

meteore virginidi 21 marzo 2025meteore virginidi 21 marzo 2025

©Stellarium

Come spiega l’UAI, il complesso delle Virginidi non è in realtà di un singolo sciame, ma di un sistema articolato di radianti che sta producendo diversi picchi: già abbiamo ammirato un primo picco, secondario, nella notte tra il 10 e l’11 marzo, mentre ora stiamo per ammirare la pioggia principale di meteore nella notte tra il 21 e il 22 marzo…

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Dèi e miti dell’antica Grecia e Roma: un viaggio tra leggende e divinità

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Pluralità di divinità

La religione greca e romana si caratterizzava per la venerazione di numerosi dei, eroi e personificazioni di concetti, non essendo esclusiva come i monoteismi odierni. Era possibile rendere omaggio a di altre culture senza abbandonare le proprie pratiche religiose. La forma di paganesimo praticata a Roma differiva da quella greca, ma i principali dei rimasero costanti da circa .000 a.C. fino alla scomparsa del paganesimo stesso.

Caratteristiche degli dei

contesto greco-romano, la religione era politeista, con numerose divinità ognuna dedicata a specifiche aree, simile alla figura dei santi nel cristianesimo. Gli dei godevano dell’immortalità e dell’eterna giovinezza, ma non erano onnipotenti. Erano soggetti al destino, al pari degli uomini, e le loro vite erano influenzate da forze che non potevano controllare. La venerazione degli dei avveniva tramite riti e sacrifici, manifestando così un profondo legame tra l’umanità e il divino.

dèi e miti di Grecia e Roma antica

La religione greca e romana venerava una pluralità di dei, eroi, ma anche personificazioni di concetti astratti. La religione antica non era “escludente” come i monoteismi attuali: si poteva venerare una divinità di un’altra religione senza rinunciare ai propri dei. Il paganesimo greco-romano si è evoluto nel corso del e la “versione” professata a Roma non era identica a quella della Grecia. Tuttavia, le divinità più importanti e più venerate restarono le stesse dalla nascita del paganesimo, avvenuta circa 1 000 anni prima di Cristo, fino alla sua scomparsa.

Le caratteristiche principali degli dei greco-romani

Nel mondo greco-romano si professava una religione politeista: esistevano più divinità, ognuna delle quali si occupava di specifici settori e proteggeva determinate categorie di persone (una modalità che potrebbe ricordare i santi cristiani). Gli dei avevano il dono dell’immortalità e dell’eterna giovinezza, ma non erano onnipotenti: come i mortali, erano soggetti al destino, che non potevano cambiare. Gli uomini veneravano le divinità attraverso una pluralità di…

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L’importanza delle GPU nell’intelligenza artificiale: ecco perché sono fondamentali.

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Cos’è una GPU: il confronto con le CPU

Le GPU (Graphics Processing Unit) progettate per elaborare immagini e grafica in tempo reale, come nei videogiochi. La loro architettura consente l’esecuzione di numerose operazioni in parallelo, rendendole ideali per applicazioni che richiedono calcoli simultanei, come l’intelligenza artificiale (AI). Al contrario, le CPU (Central Processing Unit) sono processori versatili utilizzati per elaborare vari tipi di dati, ma meno efficienti nell’eseguire grandi volumi di calcoli paralleli.

Ruolo delle GPU nell’intelligenza artificiale

Negli ultimi anni, l’AI ha fatto enormi progressi, grazie anche all’influenza GPU. Queste unità non solo possiedono una memoria ottimizzata e una notevole velocità di calcolo, ma accelerano anche i processi di addestramento dell’AI. Senza le GPU, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sarebbe significativamente lento. La crescente domanda di potenza computazionale per il machine learning ha reso le GPU una componente fondamentale nell’ecosistema dell’AI, abilitando innovazioni in vari settori, dalla medicina ai videogiochi.

Perché le GPU sono tanto importanti per l’intelligenza artificiale

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha fatto passi da gigante, portando innovazioni incredibili in ogni settore, dalla medicina ai videogiochi,  grazie anche al ruolo svolto delle schede grafiche (GPU). Queste unita possiedono una memoria ottimizzata e un ottima velocità di calcolo accelerando i processi di addestramento dell’AI. Senza di esse lo sviluppo di questo strumento all’avanguardia sarebbe molto più lento. l’AI ha bisogno proprio di queste componenti hardware? Per capirlo, dobbiamo fare un viaggio matematica, informatica e tecnologia.

Cos’è una GPU: il confronto con le CPU

Le GPU (Graphics Processing Unit) sono nate per elaborare immagini e renderizzare grafica in tempo reale, come avviene nei videogiochi. La loro architettura è diversa da quella delle CPU (Central Processing Unit): sono progettate per eseguire moltissime operazioni in parallelo, rendendole perfette per compiti in cui servono tanti calcoli simultanei, come nel caso dell’AI.

Le CPU, invece, sono processori utilizzati dai computer per elaborare qualsiasi tipo di dato. Sono estremamente versatili e…

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Differenza tra probabilità e statistica: teoria vs dati nel mondo delle scienze quantitative.

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La probabilità parte da un modello e prevede cosa accadrà

La probabilità si basa su un modello teorico a priori per stimare la possibilità che un determinato evento si verifichi. Essa fornisce una valutazione quantificabile dell’incertezza, utilizzando formule e assunti che definiscono le condizioni fenomeno. Questo approccio è utile per fare previsioni su eventi futuri, fornendo una base per decisioni informate.

La statistica analizza i dati e interpreta il passato

La , al contrario, si concentra sull’analisi di dati raccolti su eventi già accaduti. Attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati, la statistica cerca di i processi sottostanti che hanno portato a determinati risultati. Essa offre strumenti per trarre conclusioni e inferenze dalla realtà osservata, contribuendo a interpretare e analizzare i fenomeni in modo approfondito.

Il legame tra probabilità e statistica

Nonostante le loro differenze, probabilità e statistica sono interconnesse. La probabilità fornisce un contesto teorico e previsionale, mentre la statistica offre l’analisi basata su dati concreti. In molti casi, l’interpretazione statistica dei dati può aiutare a convalidare o smentire le previsioni fatte tramite modelli probabilistici, rendendo le due discipline complementari.

Qual è la differenza tra probabilità e statistica? Una parte dalla teoria, l’altra dai dati

Da sempre, gli esseri umani faticano a convivere con l’incertezza e cercano modi per prevedere il futuro. Se in passato si interrogavano gli oracoli, oggi ci affidiamo a strumenti più scientifici: la probabilità e la statistica. Queste due discipline, spesso confuse, cercano di quantificare l’incertezza degli eventi da due punti di vista diversi ma complementari.
La probabilità parte da un modello teorico a priori e prova a predire quanto è possibile che un certo evento accada davvero. La statistica, invece, osserva, raccoglie e interpreta i dati su un fenomeno che è già accaduto e prova a capire qual è il processo che l’ha generato.

In altre parole, la probabilità va dalla teoria ai dati, mentre la statistica va dai dati alla teoria. Questi due approcci, comunque, sono strettamente legati tra loro e i confini su dove finisca l’approccio probabilistico e dove inizi quello statistico sono spesso sfumati. In questo articolo vediamo quali sono le differenze tra queste due discipline e quali sono le loro applicazioni.

La probabilità parte da un modello e prevede cosa accadrà

La…

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Perché non esiste un legame tra questa zona e i Campi Flegrei.

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Dettagli sul terremoto nel Mar Adriatico

Il 14 marzo 2025, alle 20:37, un terremoto di magnitudo 4.7 è stato registrato nel Mar Adriatico, al largo costa del Gargano. L’epicentro, localizzato dall’INGV, si trova a circa 20 km a nord Isole Tremiti, a una profondità di 10 km. Il sisma è stato avvertito chiaramente in varie località pugliesi, in particolare nelle province di Foggia e Bari, e in alcune aree delle Marche e dell’Abruzzo. Fortunatamente, non si segnalano danni a persone o edifici.

Collegamenti con i Campi Flegrei

Il terremoto del Gargano non è collegato a quello dei Flegrei. Mentre il sisma del Gargano è di origine tettonica, i terremoti che si verificano ai , come quello di magnitudo 4.4 il 13 marzo 2025, sono di origine vulcanica e legati al bradisismo. Le due principali differenze tra i fenomeni sono la profondità, con il terremoto del Gargano a 10 km e quello dei Campi Flegrei a 2-3 km, e l’origine: tratto tettonico per il Gargano e vulcanico per i Campi Flegrei.

perché non è collegato ai Campi Flegrei

Oggi 14 marzo 2025, alle 20:37, un terremoto di magnitudo 4.7 è stato registrato nel Mar Adriatico, al largo della costa del Gargano. L’epicentro è stato localizzato dall’INGV a circa 20 km a nord delle Isole Tremiti, con una profondità di 10 km.

Il sisma è stato avvertito distintamente in diverse località della Puglia, soprattutto nelle province di Foggia e Bari, ma anche in alcune aree delle Marche e dell’Abruzzo. Al momento non si segnalano danni a persone o edifici.

Il terremoto nel Gargano è collegato a quello dei Campi Flegrei?

No, i due eventi sismici non sono collegati. Il terremoto del Gargano è di origine tettonica, , mentre i terremoti che avvengono ai Campi Flegrei, come quello diM4.4 del 13 Marzo 2025, sono di origine vulcanica, legati al fenomeno del bradisismo.

Ci sono due differenze chiave tra i due fenomeni:

1. Profondità: il terremoto del Gargano si è verificato a 10 km di profondità, mentre i terremoti nei Campi Flegrei sono molto superficiali, generalmente attorno ai 2-3 km.

2. Origine: il sisma del Gargano è dovuto a movimenti tettonici, mentre quelli…

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Manipolare la memoria: impossibile innestare ricordi come in Inception?

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Possibilità di ricordi artificiali

Impiantare ricordi artificiali come in non è attuabile, ma esperimenti su animali mostrano che il cervello essere stimolato per creare sensazioni di ricordi falsi o alterare quelli esistenti. Tecniche come l’optogenetica, che esplora i circuiti neuronali, consentono di i ricordi. Negli esseri umani, la malleabilità dei ricordi è stata dimostrata da ricerche che indicano come essi possano essere distortivi o modificati attraverso suggestioni. Questi sviluppi potrebbero offrire opportunità terapeutiche per i disturbi della memoria, ma suscitano anche interrogativi etici rilevanti.

Ricordi impiantati nei topi

Esperimenti su topi hanno mostrato che è possibile attivare neuroni della memoria usando l’optogenetica, una tecnica che controlla cellule cerebrali geneticamente modificate tramite luce. Un importante studio del 2013 pubblicato su Science ha dimostrato che i ricercatori sono riusciti a innestare ricordi artificiali nei topi, suggerendo l’esistenza di potenziali applicazioni della ricerca nella comprensione e nel trattamento dei disturbi mnemonici.

Si possono innestare i ricordi come in Inception? No, ma è possibile manipolare la memoria

Impiantare ricordi artificiali in una persona come avviene nel film Inception, non è possibile, ma alcuni esperimenti su animali hanno dimostrato che è possibile stimolare artificialmente il cervello per creare sensazioni riconducibili a ricordi falsi o alterare quelli esistenti, utilizzando tecniche come l’optogenetica, che permette di esplorare i circuiti neuronali. Nell’uomo, ricerche sulla memoria dimostrano che i ricordi sono più malleabili di quanto si pensasse e possono essere a tutti gli effetti essere distorti o modificati attraverso delle suggestioni. Tutto ciò però, sebbene possa aprire la strada a spunti terapeutici per i disturbi sulla memoria, dà anche spazio a importanti dibattiti etici.

Ricordi impiantati nei topi

A quanto pare, alcuni esperimenti condotti sui topi hanno dimostrato che è possibile attivare specifici neuroni della memoria utilizzando l’optogenetica, una tecnica che usa la luce per controllare le cellule cerebrali geneticamente modificate. In uno studio del 2013 pubblicato su Science, alcuni scienziati sono riusciti a innestare quello che potremmo chiamare…

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Caricare lo smartphone di notte: verità e miti da sfatare!

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Caricare lo smartphone di notte

uno smartphone di notte non è dannoso per la . I moderni dispositivi sono equipaggiati con chip e sistemi di gestione dell’energia che interrompono la carica quando la batteria raggiunge il 100%. Alcuni produttori hanno implementato funzioni nei sistemi operativi che rallentano ulteriormente la ricarica durante le ore notturne per ottimizzare la durata della batteria.

Sfatiamo il mito del sovraccarico degli smartphone

Le batterie agli ioni di litio, comunemente utilizzate negli smartphone, sono progettate per fermare automaticamente la ricarica una volta raggiunta la piena capacità. Grazie ai circuiti di gestione dell’alimentazione, noti come PMIC (Power Management Integrated Circuits), si evita il sovraccarico, garantendo che la batteria non subisca danni anche se rimane collegata alla corrente durante la notte.

Caricare lo smartphone di notte fa male? Sfatiamo alcuni miti

Chiunque sia in possesso di uno smartphone, almeno una volta nella vita, si sarà chiesto se caricare il telefono di notte faccia male o meno. Questo perché sulle batterie telefoni circolano vari e leggende metropolitane che, in un modo o nell’altro, insinuano dubbi importanti circa il loro corretto utilizzo. Sgombriamo subito ogni dubbio e iniziamo dicendo che caricare lo smartphone di notte non è pericoloso e non danneggia la batteria. I moderni smartphone sono dotati di chip e sistemi di gestione dell’energia che interrompono automaticamente la carica quando la batteria raggiunge il 100% e molti produttori hanno anche implementato nei propri sistemi operativi funzioni che vanno automaticamente a rallentare la ricarica durante le ore notturne.

Sfatiamo il mito del sovraccarico degli smartphone

Le batterie agli ioni di litio, utilizzate nella quasi totalità degli smartphone moderni, sono progettate per interrompere automaticamente la ricarica una volta raggiunta la piena capacità. Questo avviene grazie a circuiti di gestione dell’alimentazione, i cosiddetti PMIC (Power Management…

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Scoperto in Australia il cratere meteoritico più antico della Terra: ha 3,47 miliardi di anni e può riscrivere la vita.

Scoperta del cratere più antico

Un team della ha identificato un da impatto risalente a 3,47 miliardi di anni fa in Australia Occidentale, situato nella regione di Pilbara. Questo cratere potrebbe rappresentare il antico mai scoperto sulla , superando il precedente record di 2,2 miliardi di anni. La scoperta offre una preziosa finestra su un periodo in cui il pianeta subiva impatti frequenti da parte di corpi extraterrestri.

Evidenze dell’impatto

Nonostante il cratere originale non sia visibile a causa dell’erosione e dei processi geologici avvenuti nel corso dei millenni, gli scienziati hanno rinvenuto segni chiari dell’impatto. Questi reperti possono fornire informazioni cruciali su come gli impatti cosmici hanno influenzato la storia della Terra e potrebbero offrire indizi sulla formazione della vita primitiva.

Il cratere meteoritico più antico della Terra scoperto in Australia: ha 3,47 miliardi di anni (e potrebbe riscrivere le origini della vita)

Un team di ricerca ha scoperto in Australia i segni di un impatto meteorico avvenuto 3,47 miliardi di anni fa: questa scoperta potrebbe riscrivere la storia degli impatti cosmici sulla Terra e fornire indizi sull’origine della vita primitiva

Un gruppo di scienziati della Curtin University ha scoperto nel remoto entroterra dell’Australia Occidentale quello che potrebbe essere il cratere da impatto più antico mai identificato sulla Terra. Situato nella regione di Pilbara, nei pressi North Pole Dome, questo sito rivela segni di una collisione avvenuta circa 3,47 miliardi di anni fa, ben oltre il precedente record di 2,2 miliardi di anni. Questa scoperta fornisce una preziosa testimonianza di un’epoca in cui il nostro pianeta era bersagliato da corpi extraterrestri con molta più frequenza rispetto a oggi.

Sebbene non sia più visibile un cratere vero e proprio – cancellato da miliardi di anni di erosione e processi geologici – gli scienziati hanno individuato chiari segni dell’impatto. L’evidenza…

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Stato attuale dell’idrogeno: cosa serve per avviare una filiera in Italia?

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Caratteristiche dell’idrogeno

L’idrogeno è considerato delle fonti di del futuro per la sua combustione altamente sostenibile, producendo solo acqua e energia, senza emissioni di CO2, a differenza combustibili fossili.

Dove si trova l’idrogeno?

Nonostante l’idrogeno sia l’elemento più abbondante nell’universo, sulla Terra non in forma pura. Si trova sempre legato ad altri elementi, come nell’acqua o negli idrocarburi. La sua estrazione richiede processi energeticamente costosi, come l’elettrolisi dell’acqua, che consiste nel separare le molecole d’acqua tramite corrente elettrica.

Produzione di idrogeno verde

La produzione e il costo dell’idrogeno sono aspetti fondamentali da considerare. L’idrogeno verde è quello ottenuto tramite fonti rinnovabili, e la sua produzione avviene principalmente attraverso l’elettrolisi alimentata da energie pulite. Questa modalità rappresenta una differenza significativa rispetto ad altre tipologie, che possono derivare da fonti fossili con un impatto ecologico maggiore.

A che punto siamo con l’idrogeno? Cosa serve per far partire una filiera in Italia

L’idrogeno viene indicato da molti come la fonte di energia del futuro, dato che la sua combustione è tra le meno inquinanti al mondo. Quando brucia a contatto con l’ossigeno, infatti, emette energia e acqua. Acqua e non CO2, come nel caso dei combustibili fossili, cosa che lo rende un vettore energetico molto meno impattante.

Dove si trova l’idrogeno?

Ma la prima cosa da chiarire quando si parla di idrogeno è: non lo si trova facilmente. In sarebbe l’elemento più presente nell’universo, ma in pratica sulla Terra non si trova mai nella sua forma semplice. Lo troviamo infatti sempre legato ad altri elementi, come ad esempio all’ossigeno per formare acqua o al carbonio per formare idrocarburi. Per ottenerlo quindi va separato, e questa cosa avviene tramite dei processi che a loro volta richiedono energia e quindi un costo da pagare. Il più famoso tra questi processi è l’elettrolisi dell’acqua, che consiste nel rompere le molecole d’acqua tramite corrente elettrica.

Come si produce l’idrogeno verde e la differenza con le altre tipologie

Come produciamo l’idrogeno – e a che prezzo – è quindi un primo fattore fondamentale. Se…

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«Attese nuove scosse più forti, ma nessun segnale di risalita del magma»

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Dettagli del Terremoto

La scossa di di magnitudo 4.4 al Campi Flegrei, avvenuta tra il 12 e il 13 marzo, è stata avvertita a Napoli ed è riconducibile al bradisismo. Negli ultimi tre settimane si è osservato un’accelerazione nel sollevamento del suolo, passando da una velocità media di 1 cm al mese a 3 cm al mese. Questo fenomeno ha coinciso con uno sciame sismico ora apparso terminato.

Implicazioni dell’Accelerazione

L’aumento della velocità di sollevamento potrebbe portare a un incremento di terremoti, potenzialmente anche di magnitudo elevata, ma risulta prevedere quando e con quale intensità si verificheranno. È importante sottolineare che una deformazione più rapida del suolo non implica un’imminente eruzione vulcanica. Nonostante l’aumento costante del sollevamento del suolo e delle emissioni gassose vulcaniche, non ci attualmente prove di risalita del magma.

«Previste nuove scosse e più forti, ma non ci sono segni di risalita del magma»

La scossa di terremoto di magnitudo 4.4 avvenuta al Campi Flegrei nella tra il 12 e il 13 marzo e avvertita in tutta la città di Napoli è correlata, come le precedenti, al sollevamento del suolo dovuto al fenomeno del bradisismo. In particolare, nelle ultime tre settimane il sollevamento ha subìto un’accelerazione: mentre fino a metà febbraio il valore medio della velocità di sollevamento era di 1 cm al mese, ora è di 3 cm al mese. Questo aumento di velocità è stato associato a uno sciame sismico che al momento appare terminato.

Mahe cosa può comportare questa accelerazione e che cosa implica? Una maggiore velocità di sollevamento potrebbe comportare un maggior numero di terremoti anche di magnitudo elevata, anche se non è possibile stabilire quando avverranno né quanto saranno . Una deformazione più rapida del suolo non significa però che un’eruzione vulcanica sia imminente. Nonostante nell’ultimo mese sia stato registrato un costante e rapido aumento del sollevamento del suolo e delle emissioni gassose di origine vulcanica, non ci sono evidenze di una risalita del magma….

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