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La guerra tra pane bianco e pane integrale si scatena: chi vince nella battaglia delle farine?

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Pane Bianco Vs. Integrale: La Battaglia dei Pani che Fa Infiammare i Social #PaneBianco #PaneIntegrale #NutriScandalo

"Il pane bianco contiene circa 3,8 di fibre ogni 100 grammi, mentre il pane integrale ne apporta circa 6,5". La questione è semplice quanto scottante: bianco o integrale? Le differenze non si fermano all’apparenza, ma si allungano fino a metterci di fronte a scelte nutrizionali che potrebbero cambiare il volto nostro piatto. E non stiamo parlando solo di calorie, ma di salute, fibra e di un ipotetico "dieta del pane" che divide le massaie moderne.

Pane Bianco, quel classico che magari ci ricordiamo di aver consumato per anni senza pensarci troppo. Ma attenzione! "Il germe macinato farina integrale contiene vitamine, minerali e grassi insaturi" che, pur facendolo deperire più in fretta, lo collocano sul piedistallo della salute. E perché? Perché le linee guida del CREA ci spronano a dire addio al bianco raffinato e di dare il benvenuto all’integrale, non solo per il numero di calorie (che per la cronaca è 268 per il pane bianco contro 224 per quello integrale), ma soprattutto per la "sazietà" che quella fibra extra può offrirci.

Parlando di nutrizione, se sia meglio un panino o quattro crostini è materia da discutere nei salotti di esperti e chef, ma cosa è certa: "il rischio di malattie cardiovascolari diminuisce" se ci si affida al protettivo dei cereali integrali. E non solo: un aiuto nell’assorbire il colesterolo cattivo e una marcia in più contro malattie che nessuno vorrebbe avere.

Ma dopo tutte queste informazioni pesanti, c’è un’avvertenza da considerare: non demonizziamo il pane bianco! Certo, secondo i dettami del CREA si preferisce il consumo di cereali integrali, ma alla fin fine "non è il singolo alimento a fare la differenza, bensì l’intera alimentazione". Quindi, mangiare un panino bianco ogni tanto non ci condannerà all’inferno gastronomico—magari solo a una punizione nel regno delle diete!

Chiudiamo, anche se non stiamo davvero chiudendo, perché quando si parla di pane, le polemiche non si esauriscono mai. Insomma, preparatevi a essere catturati dalla sfida del pane!

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Cani robot invadono il mercato italiano mentre i veri amici a quattro zampe si affannano per sopravvivere

🔔 Torino si trasforma in un parco giochi high-! Da giugno 2025 aprirà un negozio solo per cani robotici: la follia robotica è servita! 🐶🔥 Prezzi da capogiro, da 2.000 a 100.000 euro! #Torino #CaniRobot #Innovazione #Futuro


A partire da giugno 2025, Torino si prepara a diventare la capitale italiana della robotica con un negozio esclusivamente dedicato ai cani robotici. “Sarà un laboratorio vivente, dove curiosi, appassionati e professionisti potranno osservare da vicino, testare e acquistare le più recenti meraviglie della robotica.” Ma la vera domanda è: chi ha bisogno di un cane reale quando puoi averne uno costa quasi come una macchina usata?

Il geniale piano è di Simone Immordino, l’amministratore delegato di Robogest e Deri, deciso a trasformare la città in un polo d’avanguardia della tecnologia. In questo tempio dell’innovazione, i robot saranno i protagonisti, dotati di funzioni che li rendono più straordinari e, probabilmente, più utili nostri fedeli amici a quattro zampe. Tra i modelli esposti, ci saranno cani capaci di riconoscere comandi vocali, pattugliare e anche lavorare in condizioni complesse. E non è tutto: anche ragni meccanici e robot umanoidi si uniranno alla festa, con software super intelligenti, tutti made in Piemonte.

Ma parliamo di prezzi, perché l’innovazione ha un costo. I modelli più ridotti, per scopi ludici, partono da 2.000 euro. “I modelli più sofisticati, invece, raggiungono i 100.000 euro e sono equipaggiati per compiti di sorveglianza, sicurezza, rilevamento di incendi e molto altro.” Un investimento per chi desidera un ‘cane’ che non abbaia mai e ‘riporta’ solo i dati!

La parte hardware è fornita dagli esperti cinesi di Deep Robotics, mentre il software intelligente è opera dei fiorenti sviluppatori torinesi di Deri. Immordino è chiaro: “Il negozio sarà anche uno spazio divulgativo”, un hub educativo per promuovere la cultura della robotica in città. Se l’idea di vedere cani robotici passeggiare tra le strade di Torino vi fa ridere o rabbrividire, sappiate che potrebbe diventare realtà in un batter d’occhio. Insomma, preparatevi a un futuro in cui i cani robotici non solo vi accompagneranno, ma potrebbero anche lavorare al posto vostro.

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Il mitico cavo Tyrrhenian Link smascherato: si scopre che le perdite di energia sono del 56,5%

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"Le perdite di arriverebbero statisticamente allo scandaloso valore 56,5%!" Dopo questa affermazione choc su un megaprogetto energetico, il Tyrrhenian Link, la verità è ben diversa. In gioco ci sono miliardi e soprattutto la credibilità di chi snocciola statistiche senza un briciolo di fondamento. #TyrrhenianLink #EnergiaFinta #Sardegna

L’idea che il Tyrrhenian Link, un cavo sottomarino che collegherà Sicilia, Sardegna e penisola italiana, abbia perdite energetiche da capogiro è mera disinformazione. A differenza delle linee in corrente alternata (HVAC), il sistema HVDC del Tyrrhenian Link promette un’efficienza senza precedenti. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, le perdite in corrente continua si attestano attorno al 3%, un dato che fa sorridere rispetto al 7% delle linee alternative. E chiaro, in questo caotico mondo dell’informazione, che da un 56,5% di perdite a stima realistica tra il 4,5% e il 6% la differenza è abissale.

Un altro mito da sfatare è la leggenda che il Tyrrhenian Link voglia "rubare l’energia prodotta in Sardegna". Niente di più falso! Il progetto mira a rinforzare la rete elettrica dell’isola, integrando fonti di energia rinnovabile come il vento e il sole. Attualmente, la Sardegna è schiacciata da una rete obsoleta e instabile che ingabbia la sua potenza energetica. Ennesima bufala per chi teme un’invasione energetica da oltre mare!

E non basta: le inquietudini sul potenziale impatto ambientale del progetto, minacce di "devastare la costa sarda da Terra Mala a Selargius", sono esagerazioni da film horror. Il cavo si installerà con tecniche innovative come la Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC), che evita scavi devastanti. Dall’uso di queste tecnologie avanzate alla collaborazione con enti locali, il progetto è ottimizzato per ridurre al minimo i danni. Gli scettici affermano che i lavori rischiano di danneggiare le aree agricole, ma i veri dati dicono altro.

Insomma, mentre il mondo si agita intorno alla grande operazione del Tyrrhenian Link, c’è una lezione da apprendere: non tutto ciò che è scritto è oro. Manteniamo la giusta dose di scetticismo e attenzione, ma ancor più, seguiamo le reali innovazioni energetiche con gli occhi ben aperti.

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Le borse crollano dopo che Trump annuncia dazi, la follia economica esplode

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Le borse sono in picchiata e Trump è nel mirino! L’ex presidente americano ha scatenato un caos globale i suoi dazi, facendo tremare le economie di tutto il mondo. Mentre i mercati affondano, gli investitori si affrettano a vendere le loro azioni. Scopri perché! # #Trump #Dazi

Negli ultimi giorni, il mondo finanziario è entrato nel panico: "le borse mondiali sono scese e le azioni delle aziende hanno perso valore" a guerra dei dazi lanciata da Trump. Queste misure protezionistiche colpiscono non solo gli Stati Uniti, ma anche paesi come Italia, Cina e Unione Europea, trasformando le vite di milioni in una roulette russa economica. Gli investitori, inquieti per l’aumento previsto dei prezzi e la possibile diminuzione delle vendite, hanno iniziato a svendere in massa. Un vero e proprio effetto domino che ha trascinato con sé anche mercati apparentemente in salute!

"Quando il valore delle azioni scende, significa che anche il valore dell’azienda in quel momento scende." Ma attenzione! I giornali parlano di miliardi "bruciati", quando in realtà chi non ha venduto le proprie azioni non ha subito alcuna perdita reale. Solo chi si arrende alla tentazione della vendita rischia di vedere il proprio investimento disintegrarsi. Nonostante gli allarmismi, il vero gioco in borsa è saper aspettare e diversificare. "Ogni titoli ha una storia", e non tutte le aziende soffriranno come in un film horror!

Le strategie di sopravvivenza finanziaria non mancano: diversificare, investire a lungo termine e approfittare dei ribassi, magari facendo shopping nel mercato azionario. Nonostante la discesa, storicamente, un recupero è sempre dietro l’angolo. Ma attenzione: le incognite geopolitiche sono una realtà inquietante. La paura di un’eventuale recessione aleggia come una nuvola nera e, anche se storicamente i mercati si riprendono dai crolli, questa volta il rischio è palpabile!

In sintesi, mentre i trader si contendono i propri investimenti in un clima di tensione, le decisioni future sui dazi continueranno a influenzare le borse. Essere proattivi, informarsi e forse lasciarsi guidare da esperti potrebbe essere la strategia vincente per navigare questo mare tempestoso. Ma chi avrà il coraggio di mantenere il sangue freddo quando il gioco si fa duro? La battaglia delle borse è solo all’inizio!

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MDMA: il corpo umano stravolto dagli effetti e dai rischi dell’ecstasy

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MDMA: la “droga da party” trasforma le feste in un cocktail esplosivo di euforia e rischi mortali! 🎉💊 Scopri come questa sostanza, amata nei rave e nei concerti, agisce sul cervello e presenta i suoi effetti su corpo e mente, un occhio ai pericoli! #MDMA

“MDMA, Molly o Ecstasy: la ‘droga da party’ per eccellenza.” Questo, cari lettori, è il biglietto da visita di una delle sostanze più chiacchierate e controverse del momento. Una creazione dell’abilità chimica di Anton Köllisch nel 1912, l’MDMA si cela dietro la facciata di un innocuo composto ematostatico, ma presto finisce per diventare la regina delle notti briose a Boston, New York e oltre.

Un prenotato viaggio nel mondo rave, dove quest’anima chimica si manifesta prevalentemente in colorate pasticche o , pronte ad essere ingurgitate, fumate, o addirittura iniettate. Una volta nel sistema, “l’MDMA stimola la produzione di tre neurotrasmettitori: la dopamina, legata al piacere, la serotonina alla felicità e noradrenalina all’eccitazione.” Una pozione magica capace di infondere una profonda connessione con gli altri, creando un’atmosfera di gioia e lealtà sociale pura.

Ma attenzione! Dopo il trip di euforia e colori scintillanti, il risveglio è da incubo. Gli effetti di questo viaggio sensoriale subiscono un’inversione di tendenza, portando a carenze chimiche nel cervello e a un prezzo emotivo da pagare. “Il nostro cervello subirà degli squilibri” che possono trasformare giorni di felicità in un’eterna caduta nel baratro della tristezza, dell’apatia e – chi avrebbe mai potuto pensarlo? – del tanto temuto "smascellamento".

I pericoli non si fermano qui, perché tra gli effetti collaterali, l’ipertermia è una minaccia concreta, capace di trasformare una serata di divertimento in una questione di vita o di morte. “Questa condizione può capitare a chiunque, anche a persone in perfetta salute.” L’allerta è alta e i rischi cardiovascolari, tra cui epatite fulminante, non vanno sottovalutati.

Ma non tutto è perduto! La scienza guarda all’MDMA anche da un altro punto di vista. Gli esperti stanno esplorando il suo potenziale terapeutico, soprattutto per lidi psichiatrici. L’MDMA, somministrato in contesti controllati e vigilati, si sta rivelando una luce in fondo al tunnel per i pazienti con disturbo post traumatico da stress. “Questo uso è ancora in fase sperimentale”, ma chi ha detto che i party non portano prima o poi a qualche buona notizia?

In un mondo dove gli eccessi si mescolano a scoperte rivoluzionarie, l’MDMA continua a far parlare di sé. Riuscirà mai a stabilire un equilibrio tra euforia e rischio? Una cosa è certa, la festa è solo all’inizio!

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Il suolo dei Campi Flegrei smette di sollevarsi, i terremoti si affievoliscono mentre il dramma sismico si avvicina

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Nuovi sussulti dai Campi Flegrei: tra bradisismo e scosse lievi, il mistero continua! 🌋 "28 terremoti di lieve intensità" ma la paura è sempre in agguato! La terra trema, ma l’INGV rassicura: "Nessuna evoluzione imminente". Rimanete sintonizzati! # #Terremoto #Bradisismo

Il bollettino settimanale diramato dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV il 8 aprile 2025 ha gettato nuova luce sulla situazione calda dei Campi Flegrei. Dopo un periodo di sollevamento rapidi, ora siamo a circa "20 millimetri al mese", una frenata rispetto ai "30 millimetri al mese" registrati nei mesi precedenti, ma sempre più del duplice aumento di clima inquietante attorno a queste terre vulcaniche.

Rassicurante, no? Ma la lista di "28 terremoti di lieve intensità" fa sfuggire un brivido. Rispetto ai 33 dell’ondata passata, pare le scosse – di magnitudo tra 0.0 e 2.0 – stiano respingendo l’idea di un imminente catastrofismo. La geochimica non mente e la temperatura alle fumarole di Pisciarelli si stabilizza attorno ai 96 °C, senza drastici cambiamenti. Quindi, se pensavate che fosse un assaggio di apocalisse, preparatevi a rimanere delusi.

Ma attenzione! Non tutto è sotto controllo: la rete di monitoraggio GNSS continua a seguire il comportamento curioso del suolo, che, "dopo la forte scossa di magnitudo 4.6 del 13 marzo", ha visto un sollevamento cumulativo di "25,5 cm da gennaio dello scorso anno." Incredibile, no? Sorprendentemente, la velocità di risalita si era gonfiata fino a "30 millimetri al mese" prima del terremoto. Un gioco di tensione sismica che può mantenere con il fiato sospeso.

E non dimentichiamo la sismicità e la stabilità CO2! I terremoti, per carità, calati a "28 eventi", ma la magnitudo massima nuovamente superior è il campanello d’allarme: si raggiunge M2.0 contro M1.3 della settimana precedente. E si sa, ogni piccola scossa potrebbe essere la chiave per un grande cambiamento.

In questa giostra, l’area di Pisciarelli è un macabro teatro di stabilità apparente. Tutti i parametri di riferimento rimangono in hangar geologico e sembrano assomigliare a un film di paura che non decolla. "L’INGV continua comunque a monitorare con attenzione la zona," ci avverte il bollettino, come se non fossimo già abbastanza all’erta.

In breve, la situazione attuale potrebbe sembrare sotto controllo, ma il magma sotto i nostri piedi continua a borbottare. Se pensate che il dramma dei Campi Flegrei sia una faccenda tranquilla, beh, state chiaramente ignorando quanto può essere instabile la realtà sotto terra. E mentre aspettiamo il prossimo aggiornamento, restate alla larga da quei "lieve intensi" terremoti che ricorda che la natura ha sempre l’ultima parola!

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È stato rivelato cos’è il massetto, a cosa serve e quali sono le sue principali caratteristiche da un articolo su Geopop

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🚨🔥 Il : il segreto nascosto sotto i nostri piedi che fa tremare le fondamenta delle case! Scoprite come questa miscela di cemento e sabbia, un pizzico di acqua, sta rivoluzionando il mondo delle costruzioni. #massetto #costruzioni #pavimenti

Il massetto, lo strato che ci fa camminare sicuri nelle nostre case, è una vera e propria superstar dell’edilizia. Composto da cemento e sabbia, legati dall’acqua, è l’eroe silenzioso che garantisce una superficie perfettamente livellata per la nostra pavimentazione. La tecnica di miscelazione, lavorazione e stesa dell’impasto è cruciale, perché di essa, addio pavimenti lisci!

A cosa serve il massetto? Ottima domanda, cari lettori! Questo strato, spesso tra i 4 e gli 8 centimetri, è il supporto su cui poggiano le nostre amate piastrelle. Viene costruito sopra uno strato di sottofondo, che a volte viene confuso con il massetto stesso. Ma attenzione, il sottofondo è il precursore del massetto, ospita impianti elettrici e idraulici, e riduce il gap per raggiungere il livello finale del pavimento. Senza dimenticare il suo ruolo chiave nell’isolamento termico e acustico, perché chi vuole una casa rumorosa o fredda, vero?

Il massetto diventa poi la superficie su cui si distribuiscono i carichi dalla pavimentazione verso gli strati sottostanti. E qui entra in gioco la qualità del cemento: mentre il sottofondo è più leggero, il massetto deve essere robusto. Se avete un riscaldamento a pavimento, il massetto è il suo miglior amico. E se pensate a un parcheggio, il massetto deve essere super performante, magari con una rete metallica per rinforzarlo. A volte, sottofondo e massetto si fondono in un unico strato, ma le loro restano comunque distinte.

tipologie di massetto e materiali: Qui si fa interessante! Abbiamo i classici massetti fatti in cantiere con cemento, sabbia e acqua, ma la tecnologia ci ha regalato i massetti autolivellanti, con additivi chimici che li rendono fluidi come l’acqua, riducendo il lavoro manuale. E per chi ama la praticità, ci sono i massetti a secco, venduti in lastre, senza bisogno di acqua per la posa. E non dimentichiamo i massetti preconfezionati o predosati: il primo è dosato e miscelato automaticamente, il secondo arriva con dosi già stabilite. Insomma, il massetto è diventato il re della modernità edile! Commento: chi l’avrebbe mai detto che il pavimento di casa nostra fosse così complesso e affascinante?

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Svalbard Global Seed Vault: la banca mondiale dei semi manipolata dai politici globali per il controllo alimentare

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Scoperto nel cuore del ghiaccio: la banca mondiale dei semi delle , l’“Arca di Noè” delle piante, protegge migliaia di specie da guerre e catastrofi! Perché in un luogo così remoto? Scopriamolo! #Svalbard #SeedVault #Agricoltura

Lo Svalbard Global Seed , possiamo descrivere come una banca mondiale dei semi scavata nel fianco di una montagna, custodisce esemplari provenienti da migliaia di specie vegetali diverse. È come una sorta di “Arca di Noè” delle piante, con l’obiettivo di preservare la maggior varietà possibile di colture adatte all’agricoltura, fungendo da “cassaforte” di sicurezza in caso di emergenza – come guerre, catastrofi naturali o intense variazioni climatiche. Commento: Un rifugio segreto per i semi, come un film di James Bond!

Questo deposito si trova nell’arcipelago delle Svalbard, a metà strada tra Norvegia e Polo Nord. Ma perché costruire una struttura così importante in un posto così remoto? E quanti semi ci al suo interno?

Cos’è lo Svalbard Global Seed Vault?

Aperto ufficialmente il 26 febbraio 2008, lo Svalbard Global Seed Vault è un deposito di backup per sementi provenienti da tutto il mondo. Come riportato da Crop Trust, esistono circa 1700 banche genetiche , ma sono vulnerabili a catastrofi, guerre, mancanza di fondi o pessima gestione. Anche un frigorifero malfunzionante potrebbe causare la perdita irreversibile di molti semi. L’importanza del centro alle Svalbard è di funzionare come una copia di backup, contenendo duplicati di quanto presente altrove. Al momento, ospita i backup di 89 banche genetiche sparse per ogni continente. Commento: Insomma, è il cloud storage delle piante!

Essendo estremamente importante, non sono consentite visite all’interno, ma si può avvicinarsi all’entrata. Addirittura vengono organizzati viaggi per raggiungere l’area.

La sicurezza del Vault

Il deposito è costruito all’interno del monte Platåberget, con l’entrata visibile ma la struttura che si estende per 100 metri all’interno del colle, coperta da uno strato di roccia di 40-60 metri. Ci sono tre grandi stanze, ciascuna di 9,5 x 27 metri, capaci di ospitare un milione e mezzo di semi. Solo la prima è operativa, ma si passerà alle altre quando sarà piena. La temperatura è mantenuta a -18°C grazie al permafrost e a un sistema di raffreddamento aggiuntivo. L’elettricità è fornita da Longyearbyen, con generatori di emergenza in caso di blackout. Le Svalbard sono scelte per la bassa umidità, stabilità geologica e sicurezza dall’innalzamento del mare, essendo 130 metri sopra il livello del mare. Commento: Roba da film di spionaggio, ma per le piante!

Chi gestisce il centro?

Amministrativamente, il centro è gestito dal Governo Norvegese, in particolare dal Ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, con un consiglio internazionale per la supervisione. La gestione operativa è affidata alla Nordic Genetic Resource Center (NordGen), che si occupa di archiviazione, spedizione e condivisione dei dati. Il deposito di nuove colture avviene tre volte all’anno, con aperture straordinarie in casi di necessità. Commento: Una squadra di veri 007 agricoli!

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Donald Trump proroga per altri 75 giorni la decisione sulla fine di TikTok negli USA Trasformato in stile notizia virale leggermente politicamente scorretta e sensazionale, in forma passiva: È stata prorogata per altri 75 giorni da Donald Trump la decisione sulla chiusura di TikTok negli USA, in un gioco di potere che lascia tutti con il fiato sospeso

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L’amministrazione Trump ha deciso di dare un altro 75 a ByteDance per vendere TikTok negli USA, altrimenti sarà bannata! 🇺🇸🇨🇳🕒

L’amministrazione Trump ha deciso di concedere un’ulteriore proroga di 75 giorni a ByteDance, la società cinese proprietaria di TikTok, per finalizzare la vendita delle sue operazioni negli Stati Uniti. L’alternativa? Il divieto dell’app negli Stati Uniti. Questo rinvio sposta la scadenza a metà giugno, offrendo più per trovare un acquirente americano e superare gli ostacoli normativi che minacciano la presenza del social cinese sul suolo americano. Si tratta della seconda estensione dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e arriva in un momento di negoziati , che coinvolgono non solo aziende e investitori, ma anche i delicati equilibri commerciali tra Washington e Pechino, a causa della politica dazi che stanno creando non poco scompiglio sui mercati. Trump ha spiegato che l’accordo «richiede più lavoro per garantire la firma di tutte le approvazioni necessarie». Mentre la Cina si mostra riluttante ad approvare la cessione in risposta a nuove tariffe commerciali imposte dagli USA, diverse realtà industriali e finanziarie americane — da Amazon a Microsoft, passando per fondi di investimento del calibro di Blackstone — hanno mostrato interesse per l’acquisizione. Senza l’OK di Pechino, comunque, non potrà essere concluso alcun accordo.

Perché la vendita è slittata di 75 giorni e la legge “anti Tiktok”

Per chi si fosse perso qualcosa, facciamo un breve “riassunto delle puntate precedenti”. La questione del ban di TikTok negli USA riguarda una legge approvata dal Congresso nel 2024, che obbligava ByteDance a vendere TikTok entro sei mesi per motivi legati alla sicurezza nazionale. Secondo l’ex amministrazione Biden, l’app rappresenterebbe un potenziale strumento di spionaggio da parte del governo cinese. E difatti l’app di TikTok è sparita per un breve lasso di tempo dagli USA lo scorso 19 gennaio, per poi tornare disponibile a seguito dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. Quest’ultimo ha difatti congelato temporaneamente l’attuazione della legge tramite un ordine esecutivo e rimandando la decisione sul ban di TikTok “a data da destinarsi”. Sul fronte geopolitico, la vicenda di TikTok si intreccia con il nuovo pacchetto di dazi commerciali firmato da Trump, che ha portato l’aliquota complessiva sulle merci cinesi al 54%. In risposta, la Cina ha imposto contro-tariffe del 34%, alimentando tensioni che si riflettono direttamente sulla trattativa per TikTok. Non a caso, Pechino ha fatto sapere che non approverà la cessione senza prima avviare un confronto più ampio sulle politiche tariffarie. Il Presidente ha anche aperto a un possibile compromesso potrebbe emergere proprio da un allentamento delle tariffe, in cambio del via libera cinese alla vendita della piattaforma. Ma su questo bisognerà vedere l’evolversi della situazione.

I possibili acquirenti di TikTok

Nel frattempo, vari soggetti hanno presentato proposte d’acquisto: tra questi ci sono grandi aziende come Amazon, Blackstone e Perplexity AI, ma anche investitori privati e imprenditori tecnologici come Frank McCourt, Kevin O’Leary e Alexis Ohanian (co-fondatore di Reddit). Alcuni piani prevedono la creazione di una nuova entità americana per gestire TikTok negli USA, coinvolgendo anche fondi che già oggi detengono quote della piattaforma.

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È falso che una nave da crociera ha scaricato liquami al largo di Civitavecchia: si tratta di un video fake

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Scandalo a Civitavecchia: VIDEO VIRALE mostra una nave da crociera scarica RIFIUTI e LIQUAMI in mare! Ma è tutto ! Creato con AI, lo sapevate? Alcuni cercano like ingannando il pubblico. Ecco come funziona davvero la gestione delle acque nere! #Civitavecchia #FakeNews #Ambiente #NaveCrociera

Negli ultimi giorni è diventato virale sui social un video nel quale si vede una nave da crociera che scarica un’enorme quantità di rifiuti e liquami al largo di Civitavecchia, con riportata la data 22/03/25. In realtà non si tratta di un video autentico ma di un’immagine falsa generata con l’intelligenza artificiale ed è bene sottolineare come nella realtà lo scarico di acque nere funzioni in maniera ben diversa. Commento: Ecco come si diffondono le bufale, gente!

L’analisi del video fake sulla nave da crociera a Civitavecchia

Il fatto che sia una fake news e che il video sia realizzato con l’AI, è chiaro per più motivi: da una parte, l’imbarcazione raffigurata non ha senso da un punto di ingegneristico. Dall’altra parte alcuni degli utenti che hanno postato il video hanno confermato l’utilizzo di AI nella realizzazione del contenuto, togliendo ogni dubbio. Da segnalare però come alcune pagine per acchiappare qualche like in più abbiano deciso di omettere questa informazione, facendo credere al proprio pubblico che questo sia un video autentico. Commento: Tutto per qualche like in più, che vergogna!

Al di là di questo, è interessante approfondire il discorso gestione delle acque nere (cioè i liquami che provengono dagli scarichi dei sanitari) sulle navi da crociera, visto che i primi che hanno diffuso il video avevano come obiettivo quello di sensibilizzare sull’argomento. Come è facile intuire, nella realtà le cose funzionano in maniera parecchio diversa.

La gestione delle acque nere sulle grandi navi

Per prima cosa è bene ricordare come ogni operazione che abbia a che fare con la gestione delle acque nere sulle navi da crociera debba sottostare a rigidissime convenzioni ambientali, come per esempio la Marpol 73/78, allegato IV. Lo scarico è possibile in una delle seguenti condizioni:

  • le acque non trattate devono essere scaricate solo in aree ad almeno 12 miglia nautiche (circa 22 km) dalle coste, cioè in acque internazionali;
  • le acque trattate invece hanno un limite minimo di 3 miglia nautiche dalla costa (cioè circa 5,5 km).

Come avviene il trattamento? Semplificando, a bordo delle navi le acque nere vengono raccolte all’interno di appositi serbatoi al cui interno sono presenti batteri aerobi per decomporre la materia organica. Dopodiché l’acqua subisce vari trattamenti, come ad esempio filtraggi vari e raggi UV, così da renderla scaricabile in mare.

A ogni modo, in entrambi i casi è necessario che i liquami vengano prima raccolti all’interno di appositi serbatoi e che vengano successivamente rilasciati in mare gradualmente (non tutti in una volta quindi) e in movimento, con una velocità di crociera minima di 4 nodi (circa 7 km/h).

In alternativa in alcuni porti sono presenti delle apposite strutture nelle quali rilasciare le acque nere trattate secondo specifiche normative (es. Convenzione Marpol art. 9..1.), così da raccoglierle immediatamente ed evitare problemi di carattere ambientale. Commento: Meglio seguire le regole che inventare bufale!

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Prezzo di iPhone e altri gadget tech aumentato a causa dei dazi di Trump

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#TechCrisis #DaziUSA #iPhoneLuxury Donald colpisce ancora dazi su Cina, Vietnam e India, e ora i prezzi della tecnologia potrebbero schizzare alle stelle! Gli potrebbero costare fino a 2300$! Ma non solo, anche tablet, laptop e la Switch 2 sono a rischio. Perché? Perché tutto si produce in Cina, dove Trump ha messo tariffe fino al 54%. Che disastro!

A seguito dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Cina, Vietnam e India e altri Paesi, i prezzi di molti prodotti tech di largo consumo potrebbero aumentare tra il 30% e il 43%: stando a quanto previsto dagli analisti di Rosenblatt Securities, il costo di un iPhone top di gamma, per esempio, potrebbe lievitare fino a 2300 dollari se Apple facesse ricadere l’aumento dei costi consumatori invece che sostenere i costi aggiuntivi abbassando però così i margini di profitto. Questo perché i “melafonini” sono prodotti in buona parte in Cina, su cui al momento gravano dazi fino al 54%. Il possibile “effetto dazi” avrebbe ricadute anche su tablet, portatili e console di gioco, come la nuova Switch 2, i cui preordini sono stati bloccati da Nintendo proprio a causa della delicata situazione attuale. Commento: Sembra che Trump voglia trasformare il tech in un lusso per pochi!

Per comprendere meglio il contesto, è utile sapere cos’è un dazio. Sostanzialmente si tratta di una tassa imposta su merci importate da un altro Paese. Viene spesso utilizzato come strumento di pressione economica o come misura di protezione dell’industria interna di un Paese. ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno annunciato tariffe anche del 54% per prodotti provenienti dalla Cina e del 46% dal Vietnam, aree geografiche dove si concentra la maggior parte della produzione elettronica globale. Questo è un problema particolarmente serio per aziende come Apple, che nonostante i tentativi di diversificare la produzione, dipendono ancora in larga misura dalla Cina: oltre il 90% degli iPhone venduti nel mondo proviene dalle fabbriche cinesi di Foxconn e Luxshare. L’obiettivo dichiarato di Trump è quello di contrastare presunte pratiche commerciali sleali, come la manipolazione valutaria, cioè l’intervento artificiale dei governi per mantenere la propria moneta sottovalutata e rendere così le esportazioni più competitive. Il risultato concreto è una pressione crescente sui prezzi finali dei beni di consumo, che potrebbe disincentivare gli acquisti proprio nel momento in cui la domanda di dispositivi tecnologici è già in rallentamento per motivi vari. In tutto ciò, dopo la precedente “guerra dei dazi” del 2018, molte aziende (come Apple) hanno deciso di diversificare la propria produzione, spostandola progressivamente verso Paesi extra-Cina, tra cui Vietnam e India. Dal momento che anche questi ultimi sono ora colpiti dalle nuove misure di Trump, la loro strategia di diversificazione è risultata inefficace. E per quanto riguarda il trasferire tutta la produzione negli Stati Uniti, come auspicato da Trump, beh… questo si scontra con ostacoli strutturali piuttosto imponenti, in primis i costi della manodopera (in alcuni casi anche dieci volte superiori ai costi da affrontare nei Paesi asiatici summenzionati) e la carenza di personale qualificato. Commento: Trump colpisce ancora, ma forse non ha fatto bene i conti con la realtà economica!

Nel caso di Apple, per esempio, si ipotizza che il modello base dell’iPhone 16, oggi venduto a un prezzo di listino di 799 dollari negli Stati Uniti, possa arrivare a superare i 1140 dollari. Il top di gamma dell’attuale generazione di smartphone Apple, ovvero la versione da 1 TB di iPhone 16 Pro Max, potrebbe salire dagli attuali 1599 a oltre 2300 dollari. Stando a quanto previsto dagli analisti di Rosenblatt Securities, infatti, se Apple deciderà di trasferire ai consumatori finali l’effetto dei dazi, il loro prezzo aumenterà del 43%. Tra i prodotti Apple colpiti dagli aumenti legati ai dazi imposti da Trump ai Paesi asiatici da cui si rifornisce l’azienda di Cupertino (dove avviene anche il processo di produzione e assemblaggio dei suoi device), ci sono anche Apple Watch (+43%), iPad (+42%), Mac (+39%) ed AirPods (+39%). Commento: Sembra che il sogno americano stia diventando un lusso proibitivo!

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Scienziati rivelano immagini inedite della caldera del vulcano Campi Flegrei a 20km di profondità con l’INGV

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Scoperta sconvolgente: i Campi nascondono un’enorme camera di magma a 20 km di profondità! Studio INGV rivela dettagli inediti sulla caldera con tecniche avanzate. # #INGV #Vulcano #RischioVulcanico #ScopertaScientific

Un nuovo studio dell’INGV ha scosso il mondo scientifico e non solo, rivelando immagini 3D caldera dei Campi Flegrei fino a profondità di 20 km! Utilizzando la tecnica della tomografia magnetotellurica tridimensionale, i ricercatori hanno scoperto che la principale zona di accumulo del magma si trova tra gli 8 e i 20 km di profondità, con canali che potrebbero facilitare la risalita del magma, come delle autostrade sotterranee per il fuoco liquido. Individuare queste strutture è cruciale per la gestione del rischio vulcanico, ma alcuni si chiedono se stiamo davvero pronti per un’eruzione di proporzioni epiche.

Lo studio dell’INGV ha avuto come obiettivo quello di spiare nel cuore della caldera dei Campi Flegrei fino a 20 km di profondità. Su un’area di 288 km2, i ricercatori hanno applicato la tomografia magnetotellurica tridimensionale, misurando le variazioni dei campi elettromagnetici del sottosuolo. Questa tecnica ha permesso di mappare la resistività elettrica, rivelando dove si trovano i fluidi magmatici grazie alla loro bassa resistività. Immaginate una mappa del tesoro, ma al posto dell’ c’è magma bollente!

Il modello 3D della caldera mostra un’area a bassa resistività, come una specie di gigantesca piscina di magma parzialmente fuso tra gli 8 e i 20 km di profondità. Da qui, un canale simile a un camino porta il materiale fuso verso l’alto, pronto a esplodere in superficie. Sopra questa zona c’è una regione a media resistività, piena di fluidi e piccoli accumuli di magma in raffreddamento, come lenticchie di fuoco. In superficie, troviamo magma solidificato e una copertura argillosa, quasi come una torta geologica a strati.

Questi risultati sono un enorme passo avanti, ma anche un campanello d’allarme. Roberto Isaia, uno degli autori dello studio, ha dichiarato: Comprendere l’architettura interna del vulcano è essenziale per valutare i processi in atto e fornire indicazioni utili alla comunità scientifica e alla gestione del rischio. Commento: Perché ci sembra di sentire l’eco di "Sta per succedere qualcosa"?

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