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Tartaro dentale: composizione, patologie

Cos’è il Tartaro Dentale e Come si Forma

Il tartaro dentale è una placca batterica mineralizzata che si accumula sulla superficie dei denti, danneggiando l’aspetto dei denti e delle gengive, aumentando il rischio di carie. È fondamentale sottoporsi regolarmente a una detartrasi dal dentista per rimuovere il tartaro.

Quando il tartaro si forma sui denti, crea una superficie ruvida che facilita l’accumulo di residui di cibo, favorendo ulteriormente la formazione di placca e tartaro aggiuntivo. Esistono due tipi di tartaro: sopragengivale e sottogengivale, che possono manifestarsi singolarmente o insieme.

Composizione Chimica del Tartaro Dentale

Il tartaro sopragengivale è composto principalmente da fosfato di calcio, carbonato di calcio, e tracce di fosfato di magnesio. I componenti principali sono calcio, fosforo e magnesio, insieme a tracce di altri elementi come sodio, zinco, stronzio e molti altri.

La maggior parte della componente inorganica del tartaro si presenta sotto forma cristallina, con idrossiapatite, whitlockite, fosfato ottocalcico e brushite come cristalli predominanti. La componente organica del tartaro è una miscela di proteine, polisaccaridi, cellule epiteliali, leucociti e microrganismi, presenti nelle glicoproteine salivari.

Questo processo può essere contrastato attraverso una corretta igiene orale e visite regolari dal dentista per la rimozione del tartaro. La prevenzione è fondamentale per mantenere una corretta salute dentale e prevenire complicazioni future.La componente organica del tartaro, che si trova in una variazione tra l’1.9 e il 9.1, è costituita principalmente da carboidrati come galattosio, glucosio, acido glucoronico, galattosamina, e talvolta anche da acido galatturonico e glucosamina.

Il tartaro sottogengivale ha una composizione simile a quella del tartaro sopragengivale, con una quantità simile di idrossiapatite, una maggiore presenza di whitlockite e una minore quantità di fosfato ottocalcico e brushite.

Importanza della rimozione del tartaro

# Patologie correlate

La pulizia orale quotidiana non è sempre sufficiente a eliminare il tartaro in profondità, specialmente negli spazi interdentali e nelle eventuali sacche gengivali presenti. Il tartaro può causare infiammazione cronica delle gengive ed è spesso responsabile di malattie parodontali come la piorrea e la gengivite.

# Trattamento

Per prevenire la formazione di carie e lo sviluppo di patologie parodontali, è essenziale rimuovere meccanicamente il tartaro presso uno studio odontoiatrico. In presenza di tartaro sottogengivale, particolarmente dannoso in quanto si trova più vicino all’osso alveolare, può essere necessario un trattamento specifico come il curettage sottogengivale.

Per maggiori informazioni sulla chimica organica dei carboidrati, puoi consultare articoli specifici sui seguenti link: [https://chimica.today/chimica-organica/carboidrati/](https://chimica.today/chimica-organica/carboidrati/), [https://chimica.today/chimica-organica/galattosio/](https://chimica.today/chimica-organica/galattosio/), [https://chimica.today/chimica-organica/glucosio/](https://chimica.today/chimica-organica/glucosio/).

Zucchero invertito: inversione del saccarosio

Benefici e utilizzi dello zucchero invertito: una guida completa

Lo zucchero invertito è un dolcificante ampiamente impiegato nel settore industriale, ottenuto tramite la trasformazione del saccarosio in una combinazione di e . Il saccarosio, una sostanza diffusa nel regno vegetale, è economicamente estratto principalmente dalla canna da zucchero e dalla barbabietola da zucchero, che costituiscono le materie prime per la industriale di questo dolcificante.

Idrolisi

Durante il processo di idrolisi del saccarosio, avviene una reazione che porta alla formazione di glucosio e fruttosio come riportato nell’equazione chimica associata.

Formazione dello zucchero invertito

L’industria alimentare utilizza l’inversione del saccarosio per ottenere fruttosio, un tipo di zucchero che ha una maggiore affinità verso l’acqua, contribuendo a mantenere i prodotti più umidi rispetto a quelli dolcificati con saccarosio. Questo fa sì che torte e dolci a base di fruttosio abbiano una maggiore durata e un minore rischio di seccarsi rapidamente.

A livello industriale, l’invertasi è spesso ottenuta da processi microbiologici, con il lievito Saccharomyces cerevisiae come fonte principale di produzione. Tuttavia, a causa dei costi elevati associati alla purezza richiesta nell’industria alimentare, si utilizza spesso la glucosio-6-fosfato isomerasi per la trasformazione del glucosio in fruttosio.

Proprietà del saccarosio

Il saccarosio è un disaccaride composto da alfa-D-glucosio e beta-D-fruttosio legati tra loro tramite un legame alfa-,4-glicosidico. La rottura di questo legame porta alla formazione di glucosio e fruttosio in quantità equimolecolare. Il saccarosio è in grado di ruotare il piano della luce polarizzata, presentando un potere ottico rotatorio destro di +66.5° a causa della presenza di atomi di carbonio asimmetrici.

In sintesi, lo zucchero invertito è un dolcificante versatile con caratteristiche uniche che lo rendono prezioso nell’industria alimentare e in altri settori, offrendo vantaggi sia dal punto di vista tecnico che sensoriale.

Il Processo di Rottura del Legame Glicosidico e la Formazione dello Zucchero Invertito

La rottura del legame glicosidico del saccarosio avviene per idrolisi catalizzata dall’enzima invertasi, conosciuta anche come disaccaridasi o β-fruttofuranosidasi. Questo enzima, appartenente alla classe degli enzimi idrolitici, rompe il legame O-C del fruttosio. Nel caso degli animali, la saccarasi è l’enzima responsabile della rottura del legame glicosidico del saccarosio, sul glucosio, all’interno dell’intestino tenue. Qui, numerose ghiandole producono il succo enterico che contiene diversi enzimi, tra cui la saccarasi.

Usi e Applicazioni dello Zucchero Invertito

Proprietà e Applicazioni del Fruttosio

Il fruttosio è noto per evitare o ritardare la formazione di cristalli, una proprietà spesso sfruttata in pasticceria per glasse, pasta di zucchero e coperture. Rispetto al saccarosio, il fruttosio ha un potere dolcificante maggiore ed è coinvolto nella reazione di Maillard, che si verifica durante la cottura e produce composti bruni con un aroma caratteristico di pane appena sfornato.

Utilizzo nello di Gelati e Marmellate

Lo zucchero invertito è ampiamente utilizzato nella preparazione dei gelati per controllare la cristallizzazione e conferire una consistenza cremosa. Inoltre, ha un potere anticongelante superiore al saccarosio. Nella preparazione delle marmellate, nonostante si verifichi una parziale inversione dello zucchero a causa dell’acidità della frutta e dell’alta temperatura di cottura, lo zucchero invertito contribuisce a prolungarne il tempo di conservazione fino a sei mesi, rispetto a quelle ottenute con il saccarosio.

Benefici sulla Conservabilità dei Prodotti Dolciari

Grazie alla sua struttura chimica e alle proprietà dei suoi componenti, lo zucchero invertito ha un’azione riducente che ritarda il processo di ossidazione nei prodotti in cui è presente. Questa capacità agisce significativamente sulla conservabilità dei prodotti, garantendo un maggiore tempo di shelf life rispetto a quelli preparati con saccarosio.

Coralli e chimica: sbiancamento del corallo

Ecosistema delle Barriere Coralline

Le coralli, animali che producono carbonato di , costituiscono le barriere coralline che si dividono in ermatipici e aermatipici. I coralli ermatipici vivono in simbiosi con le zooxantelle alghe verdi unicellulari, formando così un connubio unico.

La Bellezza della Barriera Corallina

Immergersi al di sotto del livello del mare permette di ammirare la bellezza inimitabile della Barriera Corallina, uno dei più antichi ecosistemi del pianeta. Questa formazione tipica dei mari tropicali è fatta di sedimentazioni di coralli calcarei appartenenti alla classe dei Cnidari Antozoi, che formano colonie di piccoli polipi identici geneticamente.

Fattori Determinanti per le Barriere Coralline

La distribuzione delle Barriere Coralline è influenzata dalla temperatura dell’, dal substrato roccioso e dalla limpidezza delle acque. La presenza di pochi nutrienti favorisce la sopravvivenza dei coralli ermatipici che ospitano le zooxantelle per ottenere nutrimento.

Ruolo Fondamentale delle Barriere Coralline

Nonostante coprano una piccola percentuale della superficie oceanica, le barriere coralline ospitano il 25% delle specie marine, svolgendo un ruolo essenziale all’interno dell’ecosistema marino. Vengono definite le foreste tropicali degli oceani in quanto offrono rifugio a numerose specie marine.

Diversità e Classificazione dei Coralli

I coralli aermatipici, privi di zooxantelle, vivono in acque più profonde nutrendosi di plancton. Al contrario, i coralli ermatipici sono in grado di creare uno scheletro calcareo grazie alla di proteine fibrose associate al .

Colorazioni Diverse dei Coralli

I coralli assumono varie colorazioni a seconda dell’ambiente in cui crescono. Ad esempio, il Corallium Rubrum presenta tonalità dall’arancio al rosso scuro, mentre il Corallium elatius è di un rosa intenso. Queste tonalità diverse sono dovute a vari fattori, tra cui i presenti nel corallo.

Attraverso la sua struttura e le sue particolarità, la Barriera Corallina rappresenta un ecosistema incredibile che merita di essere preservato per le generazioni future.

L’importanza dei Pigmenti nei Coralli

Le zooxantelle che vivono in simbiosi con i coralli sono note per i loro cromatofori verdi, che contengono clorofilla. Tuttavia, ci sono anche altri pigmenti presenti, come la ficoeritrina, che conferisce colorazioni che vanno dal rosso al bruno. I coralli stessi producono pigmenti, come le cromoproteine, che possono essere di varie tonalità tra il rosso, il viola e il blu. Inoltre, sono presenti pigmenti fluorescenti che emettono fluorescenza dopo aver assorbito radiazioni specifiche.

Rischi per i Coralli a Causa dell’Attività Umana

Purtroppo, le attività antropiche stanno mettendo a serio rischio la sopravvivenza delle Barriere Coralline. Uno dei principali fattori è rappresentato dalle piogge acide, che hanno causato una diminuzione del pH e un maggiore scioglimento del carbonato, ostacolando la formazione delle strutture coralline.

Numerosi altri fattori minacciano le barriere coralline, tra cui la pesca illegale con dinamite, l’inquinamento e la sedimentazione di detriti dovuti alla deforestazione. Tuttavia, il riscaldamento globale rappresenta la minaccia più distruttiva. Esso provoca lo sbiancamento dei coralli, un fenomeno di stress che porta all’espulsione delle zooxantelle dagli organismi, causando la morte dei coralli nel lungo termine se il fattore di stress persiste.

La Necessità di Azioni Immediate

Se non si interviene tempestivamente sui cambiamenti climatici, potremmo perdere uno degli ecosistemi marini più diversificati al mondo, con conseguenze catastrofiche per l’ecosistema e per le comunità locali che dipendono dalla barriera corallina per il loro sostentamento. La biodiversità marina, con i suoi meravigliosi coralli, è un tesoro da preservare per le generazioni future.

Mentolo: sintesi, reazioni, usi

Il mentolo è un composto organico derivato da un cicloesano trisostituito con un gruppo alcolico –OH, un gruppo metilico –CH3 e un gruppo isopropilico –CH(CH3)2, con formula molecolare C10H20O in cui il gruppo isopropilico si trova in posizione trans rispetto al gruppo metilico e al gruppo ossidrilico.

Esistono diversi stereoisomeri del mentolo a causa dei tre atomi di carbonio chirali presenti nella molecola. In totale, si hanno 8 stereoisomeri del mentolo, di cui quattro sono diastereoisomeri. Nessuna di queste forme è un composto meso, pertanto ogni diastereoisomero ha un enantiomero corrispondente.

Il mentolo estratto dall’olio essenziale della menta ha configurazione (1R,2S,5R) ed è conosciuto come (-)-mentolo. Si presenta in cristalli aghiformi bianchi ed ha una scarsa solubilità in acqua ma è solubile in alcol. Il mentolo ha una temperatura di compresa tra i 36 e i 38 °C e una temperatura di ebollizione di 212 °C.

Sintesi
Il mentolo può essere ottenuto dall’olio essenziale di menta, in particolare dalla Mentha arvensis. Poiché la maggior parte dei costituenti degli oli essenziali sono sensibili alle alte temperature, la distillazione in corrente di vapore è ampiamente utilizzata per estrarre il mentolo in modo efficace.

Tuttavia, a causa dell’alta domanda di mentolo, viene prodotto principalmente sinteticamente attraverso diversi metodi, tra cui il processo Symrise che parte dal m-cresolo per ottenere il timolo che, mediante idrogenazione catalitica, porta a una miscela racemica di mentolo, da cui si ottiene il (-)-mentolo attraverso risoluzione. Altri processi di sintesi includono il processo BASF che parte dall’-butene e il processo Takasago che prevede una sintesi asimmetrica.

Il processo di sintesi del mentolo e le sue applicazioni

Il mentolo è un composto ottenuto tramite un processo sviluppato in Giappone da un team di chimici coordinati dal Premio Nobel per la Chimica del 2001, Ryoji Noyori. Questo processo coinvolge l’utilizzo di mircene e un catalizzatore a base di rodio.

Reazioni chimiche

Il mentolo mostra le tipiche reazioni di un alcol secondario: viene ossidato a mentone attraverso agenti come l’acido cromico e il . In certe condizioni, ulteriori processi di ossidazione possono portare alla rottura e all’apertura dell’anello. Il mentolo può essere deidratato in 3-mentene in presenza di acido solforico.

Usi del mentolo

Il mentolo è conosciuto per le sue proprietà espettoranti e decongestionanti, ed è utilizzato per trattare una vasta gamma di disturbi gastrointestinali. Può essere applicato localmente per alleviare prurito e infiammazione causati da orticaria o dermatite da contatto, nonché per ridurre i dolori muscolari.

Grazie alla sua natura lipofila, il mentolo ha dimostrato efficacia nel trattamento delle infezioni da herpes simplex. È presente in prodotti come shampoo, lozioni per il corpo e schiume da bagno per le sue proprietà antisettiche e antimicrobiche, ed è ampiamente usato in dentifrici e collutori per il controllo dell’alito cattivo.

Per i suoi energizzanti, il mentolo è impiegato per affrontare lo stress, i disturbi nervosi e la stanchezza mentale. L’inalazione di mentolo può contribuire a ridurre l’infiammazione associata alla tubercolosi e prevenire recidive.

Infine, l’utilizzo del mentolo in suffumigi è ancora praticato per alleviare la tosse grassa e le malattie da raffreddamento, nonostante l’ampia disponibilità di prodotti per l’inalazione oggi presenti sul mercato.

Insetti commestibili: sostanze nutrienti

L’entomofagia, ovvero l’abitudine di includere insetti nella propria alimentazione, è una pratica diffusa in diverse parti del mondo, come Asia, Africa e America del Sud, dove gli insetti fanno parte della dieta durante tutto l’anno, senza essere considerati solo durante periodi di carestia.

In , questa pratica è poco diffusa, probabilmente a causa della minore presenza di insetti rispetto ad altre regioni e delle dimensioni più ridotte degli stessi. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato un aumento nell’uso degli insetti negli Stati Uniti e in parte anche in Europa.

Tipi di Insetti

È possibile acquistare insetti come grilli, cavallette, tarantole, larve di coleottero, larve di bambù, uova di formica e uova di cicala in negozi specializzati o online.

Benefici dell’Entomofagia

Secondo la FAO, ricorrere all’entomofagia potrebbe essere una risorsa importante per affrontare la crescente domanda alimentare mondiale. Gli insetti offrono proteine di alta qualità, sono poveri di grassi e ricchi di fibre e micronutrienti essenziali, come , ferro, , manganese, , selenio e .

Inoltre, gli insetti hanno un basso rischio di trasmissione di malattie zoonotiche, a differenza di altri animali di consumo comune. Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte degli insetti si nutre di materiale vegetale sano, riducendo il rischio di contaminazione.

Alimenti a Base di Insetti

Nonostante le resistenze, alcuni chef famosi hanno introdotto piatti a base di insetti nei loro menu, come il ristorante Noma a Copenaghen che offre un “garum di cavallette” o il ristorante Aphrodite a Nizza con un intero menu incentrato sugli insetti, compresi biscotti e pasticcini con vermetti.

Gli insetti più comunemente utilizzati includono bruchi, api, vespe, formiche, cavallette, locuste, grilli, cicale, cocciniglie, cimici, termiti, libellule e mosche.

In conclusione, l’entomofagia rappresenta non solo un’alternativa sostenibile per affrontare le sfide alimentari globali, ma anche un’opportunità per scoprire nuovi sapori e approcci culinari innovativi.

Basilico: composizione, proprietà

Benefici e proprietà dell’olio essenziale di basilico

Il basilico, noto scientificamente come Ocimum basilicum, è una pianta erbacea che fa parte della famiglia delle Lamiaceae e vanta una di coltivazione che risale a oltre 5000 anni. Questa pianta è celebre per le sue molteplici applicazioni in ambito culinario e fitoterapico. Utilizzato in numerose ricette, come condimento per la pizza, insalata caprese e pesto alla genovese, il basilico ha origine in India ma è ampiamente adottato anche in cucine asiatiche come quelle di Taiwan, Thailandia, Vietnam, Cambogia e Laos, grazie al suo intenso aroma che può variare da dolce a pungente a seconda della varietà.

Proprietà fitoterapiche del basilico

Dal punto di vista fitoterapico, il basilico è impiegato come digestivo, antisettico, per calmare la tosse e per potenziare le risposte del sistema immunitario. Le sue foglie, ricche di sostanze benefiche, offrono una vasta gamma di benefici per la salute.

Composizione dell’olio essenziale di basilico

L’olio essenziale di basilico è composto da una serie di componenti chimici che conferiscono loro diverse proprietà terapeutiche. Tra i principali componenti presenti si trovano:
-α- e β-pinene: isomeri appartenenti alla famiglia dei terpeni con proprietà antiossidanti, analgesiche, broncodilatatorie e anti-infiammatorie.
-Canfene: monoterpene biciclico con poteri anticongestionanti efficaci nel trattamento di disturbi respiratori.
-Mircene: terpene con analgesici e profumo piacevole.
-Limonene: monoterpeno ciclico utilizzato per contrastare il reflusso gastroesofageo.
-Ocimene: terpene ampiamente usato per il suo profumo nei profumi.
: chetone ciclico con proprietà analgesiche e espettoranti.
-Linalolo: terpene che potrebbe influire sui meccanismi della memoria.

In definitiva, l’olio essenziale di basilico è un concentrato di principi attivi che possono apportare numerosi benefici per la salute e il benessere generale. La sua composizione chimica complessa e versatile lo rende un valido alleato in diverse situazioni, sia in ambito culinario che terapeutico.

Benefici dell’Olio Essenziale di Basilico in Campo Medico e Cosmetico

Negli ultimi anni, il crescente interesse nella ricerca scientifica sulle sostanze fitochimiche ha portato alla scoperta delle proprietà benefiche per la salute umana di composti presenti nelle piante. Tra questi, l’olio essenziale di basilico, ricco di composti volatili, è emerso per le sue molteplici proprietà.

Proprietà dell’Olio Essenziale di Basilico

L’olio essenziale di basilico è noto per le sue proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie e antiossidanti. Studi recenti stanno valutando il suo potenziale ruolo nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie, inclusi i tumori.

Ruolo Protettivo Contro le Infezioni

I composti volatili presenti nel basilico agiscono come scudi naturali contro insetti, funghi e batteri, proteggendo la pianta e offrendo benefici anche agli esseri umani. Gli oli essenziali di basilico dimostrano una forte attività antimicrobica, inibendo la crescita di batteri responsabili di infezioni del tratto urinario, polmonite e dissenteria.

Effetti Antivirali e Antinfiammatori

L’olio essenziale di basilico è noto anche per le sue proprietà antivirali e antinfiammatorie, contribuendo a contrastare processi infiammatori nel corpo e a proteggere da agenti virali dannosi.

Benefici Metabolici

Studi hanno evidenziato che l’olio essenziale di basilico può contribuire a ridurre livelli di nel sangue, trigliceridi e colesterolo, offrendo benefici significativi per la salute metabolica.

In sintesi, l’olio essenziale di basilico rappresenta una preziosa risorsa naturale con diverse applicazioni benefiche nel campo medico e cosmetico, offrendo una valida alternativa per la cura e la protezione della salute umana.

Marshmallows: composizione, preparazione

L’universo dei dolci: alla scoperta dei marshmallows

I marshmallows, noti in Italia come toffolette, sono caramelle dalla consistenza sofficissima a base di zucchero. Originariamente preparati con il succo delle radici dell’Althaea officinalis, una pianta della famiglia delle Malvaceae, i marshmallows hanno una lunga storia che risale agli antichi Egizi, che li ottenivano utilizzando il succo della radice insieme al miele.

Un dolce che conquista il mondo

Negli anni ’50, negli Stati Uniti è stato trovato un metodo per la produzione industriale di marshmallows senza l’utilizzo del succo di Althaea officinalis. Da allora, questi dolcetti sono diventati popolari in tutto il mondo, apprezzati sia dai bambini che dagli adulti.

Versatilità e creatività culinaria

I marshmallows possono essere gustati in diversi modi: da soli, riscaldati sul fuoco, abbrustoliti, scottati, oppure inseriti tra due biscotti insieme al cioccolato o sciolti in una tazza di cioccolata calda o caffè. La versatilità di questo dolce permette anche di realizzare la famosa torta “marshmallow pie” in molte varianti.

Componenti principali e preparazione

I marshmallows sono principalmente composti da saccarosio, proteine del bianco d’uovo e gelatina, ricca di collagene. La preparazione coinvolge la caramellizzazione dello zucchero, il montaggio della meringa con l’albume e l’aggiunta di gelatina, per poi passare in forno.

Un tocco di chimica in cucina

La preparazione dei marshmallows implica una serie di trasformazioni chimiche, dalla caramellizzazione dello zucchero alla denaturazione delle proteine dell’albume. Conoscere i processi dietro la preparazione di questo dolce può essere affascinante, dimostrando che la chimica è ovunque.

Se sei curioso di vedere la preparazione dei marshmallows in azione, puoi guardare questo video: [Youtube – Preparazione dei marshmallows](https://www.youtube.com/watch?v=RP8n4cF00SA).

Paprika: composizione, capsaicina

I benefici della paprika: un tesoro di nutrienti e proprietà benefiche

Il Capsicum annum, membro della famiglia delle Solanaceae, include diversi tipi di peperoncini tra cui la famosa paprika. Sebbene sia spesso associata alla cucina ungherese, in piatti come il gulasch, il Capsicum annum ha origini nelle Americhe e è stato portato in Europa successivamente al secondo viaggio di Cristoforo Colombo.

La ricchezza della paprika

La paprika viene utilizzata in tutto il mondo per arricchire di sapore stufati e minestre, grazie alla sua inconfondibile composizione. I principali componenti responsabili del suo colore rosso sono due carotenoidi, la capsantina e la capsorubina, insieme al β-carotene.

La paprika fornisce circa 19 calorie per ogni 6.8 grammi di prodotto, con un contenuto di grassi del 0.88 g, carboidrati (di cui 2.4 g di fibre) per 3.67 g, e proteine per 0.96 g. Inoltre, è una fonte di vitamina E, vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina K, insieme a minerali come , ferro, , magnesio, , selenio e sodio.

La capsaicina e i suoi benefici

Il componente principale responsabile del piccante della paprika è la capsaicina, appartenente alla famiglia degli . La capsaicina è conosciuta per le sue proprietà benefiche, come stimolare il flusso sanguigno, avere antireumatici e agire come stimolante gastrico. Inoltre, ha proprietà antisettiche, disinfettanti e toniche.

Questo composto cristallino volatile, idrofobo e inodore, è in grado di fornire benefici per il sistema circolatorio, oltre ad agire come tonico e stimolante, controllare la pressione sanguigna, aumentare la circolazione e l’energia, nonché contrastare la depressione. La capsaicina e i suoi capsaicinoidi sono metaboliti secondari delle piante di Capsicum, prodotti come deterrente contro funghi e parassiti e presenti nell’oleoresina estratta dai frutti delle piante.

La paprika non è solo un ingrediente che aggiunge sapore ai piatti, ma rappresenta anche una fonte di nutrienti essenziali e sostanze benefiche per la salute, rendendola un tesoro culinario da non sottovalutare.

Balsami: resina di benzoino, balsamo storace, di Tolù, del perù

La dei Balsami: un Legame antico con la Guarigione

I balsami hanno una lunga tradizione che risale alle antiche civiltà, dove venivano usati per le loro proprietà curative e terapeutiche, considerati capaci di guarire non solo il corpo ma anche l’anima.

L’origine del termine “balsamo” è legata alle antiche culture e al mito del balsamo egiziano o del balsamo di Giudea menzionato nella Bibbia. In Egitto antico, il balsamo era una sostanza utilizzata per preservare i cadaveri dalla decomposizione. Il processo di imbalsamazione implicava l’uso di una mistura di resine vegetali, poiché i balsami erano considerati molto preziosi e adoperati solo per i faraoni e i loro familiari.

Balsami Naturali più Comuni: una Ricchezza di Proprietà

Alcuni dei balsami più comuni sono estratti da fonti naturali e possiedono diverse proprietà curative:

– Il

balsamo del Perù

, ottenuto dalla corteccia del Myroxylon balsamum, è utilizzato come antisettico.
– La resina di

benzoino

, estratta dalla corteccia dell’arbusto Styrax benzoin, possiede proprietà antibatteriche.
– Il

balsamo storace

, derivato dalla corteccia del Liquidambar orientalis, è impiegato in medicina per il trattamento di alcune patologie cutanee.
– Il

balsamo di Tolù

, prodotto dalla Myroxylon toluifer o Toluifera balsamum, è utile per le impurità cutanee e in ambito di medicine alternative.

Altri essudati, come il balsamo di copaiba e il balsamo del Canada, sebbene comunemente chiamati balsami, appartengono ad altre classi di prodotti naturali come oli essenziali e resine.

Composizione Chimica dei Balsami

La definizione moderna di balsami si basa sulla composizione chimica e sull’origine delle sostanze. I balsami sono secrezioni o essudati di piante che contengono acido cinnamico, un composto aromatico insaturo con un profumo che ricorda miele e fiori.

L’acido cinnamico (C6H5CH=CHCOOH) e l’ (C6H5COOH) sono presenti nei balsami e nei loro esteri, contribuendo alle loro proprietà benefiche.

La Resina di Benzoino: un Antico Rimedio dal Futuro

La resina di benzoino, estratta dalla corteccia dell’arbusto Styrax benzoin, è stata utilizzata storicamente dai Romani, Egizi e Fenici per trattare infezioni respiratorie grazie alle sue proprietà antibatteriche ed espettoranti. Oggi, è impiegata come fissativo nei profumi e come conservante e aromatizzante nei cibi, per le sue proprietà antiossidanti e organolettiche.

Le resine di benzoino possono essere divise in due gruppi: quelle che contengono acido cinnamico, come il benzoino di Sumatra, e quelle che non lo includono, come il benzoino del Siam. Quest’ultima resina contiene il benzoato di coniferile.

Benefici e Utilizzi dei Balsami Naturali in Fitoterapia

Balsamo Storace

Il balsamo storace, estratto dalla corteccia del Liquidambar orientalis, ha una lunga storia di utilizzo che risale ai tempi antichi. Originario della Mesopotamia, questo balsamo veniva esportato dai fenici in Egitto dove veniva impiegato per creare profumi speciali, incensi e per favorire un sonno profondo. Notato per le sue proprietà calmanti e rilassanti, il balsamo storace è noto anche per il suo potere rigenerante sull’energia psichica. Tra i suoi componenti troviamo acido cinnamico, idrocarburi, monoterpeni, sesquiterpeni, alcoli e acidi carbossilici, inclusi l’acido benzoico ed esteri.

Balsamo di Tolù

Prodotto dalla pianta Myroxylon balsamum, il balsamo di Tolù è ampiamente impiegato per curare ferite, scabbia, nonché in lozioni per capelli, prodotti antiforfora, deodoranti, saponi, creme e spray. Questo balsamo contiene una frazione resinosa che va dal 70% all’80%, principalmente costituita da esteri dell’acido cinnamico e dell’acido benzoico, insieme agli acidi stessi. La frazione volatile è composta da cinnamato benzilico, benzilbenzoato, vanillina e terpeni.

Balsamo del Perù

L’estratto della corteccia di Myroxylon, noto come balsamo del Perù, ha una lunga storia di utilizzo da parte delle tribù indios del Messico per trattare asma, raffreddore, reumatismi e ferite grazie alle sue proprietà antisettiche. La sua complessa composizione chimica include , , δ-cadinene e varie altre sostanze come , alcol cinnamilico, vanillina, farnesolo, acido cinnamico e acido benzoico.

In conclusione, i balsami naturali come lo storace, il Tolù e il balsamo del Perù offrono numerosi benefici per la salute e vengono impiegati nella fitoterapia per una vasta gamma di disturbi dermatologici e respiratori. La loro ricca composizione chimica li rende preziosi alleati per la cura e il benessere del corpo in modo naturale e efficace.

Resine vegetali: composizione

Le proprietà delle resine vegetali, prodotte principalmente da conifere come larici, pini e abeti e da latifoglie come ficus e faggi, le rendono sostanze organiche versatili e interessanti. Queste resine si presentano spesso come solidi amorfi o liquidi viscosi che hanno la capacità di essiccare all’aria. Le resine vegetali sono comunemente utilizzate per proteggere le piante dall’attacco di insetti e funghi.

delle resine vegetali

Le resine vegetali sono trasparenti o traslucide, con colorazioni che variano dal giallo al marrone. Sono inodoree o hanno un aroma leggero e sono infiammabili. La caratteristica principale delle resine vegetali è la loro solubilità in vari solventi organici come etanolo, etere etilico, cloroformio e idrocarburi. Queste sostanze svolgono un ruolo importante nell’industria moderna, essendo utilizzate in numerosi processi di .

Composti presenti nelle resine vegetali

Le resine vegetali sono composte principalmente da terpeni fluidi volatili insieme a minori componenti solidi non volatili che conferiscono densità e viscosità alla resina. I composti terpenici sono formati da unità di isoprene con diversi gruppi funzionali, dando origine a diverse categorie come i monoterpenoidi, sesquiterpenoidi, diterpenoidi e triterpenoidi.

Monoterpeni biciclici

1.

Pinene

: Presente in grandi quantità nelle conifere come i pini, si trova sia come isomero α che come isomero β.
2.

Δ3-carene

: Componente della trementina, ha un odore dolce e pungente.
3.

Sabinene

: Presente nel ginepro e nell’alloro, è composto da un anello di ciclopentano fuso ad un anello di ciclopropano.

Terpeni monociclici

1.

δ-terpinene

o terpinolene.
2.

: Conosciuto come terpene d’arancia per il suo gradevole profumo.

Sesquiterpeni

1. In questa categoria possiamo trovare altri composti di interesse.

Le resine vegetali hanno avuto un ruolo di rilievo sin dall’antichità, utilizzate in vari settori come la produzione di lacche e vernici. Oggi, queste sostanze continuano a essere una risorsa preziosa per l’industria.

Struttura e proprietà dei principali componenti delle resine di pino

Le resine di pino contengono una varietà di composti organici che conferiscono loro particolari caratteristiche e proprietà. Tra i principali componenti troviamo il longifolene, il cariofillene e il canidene.

Longifolene: un liquido oleoso idrocarburico


Il longifolene è un liquido oleoso idrocarburico che si trova principalmente nella frazione altobollente di alcuni pini. Questo composto contribuisce alle proprietà aromatiche delle resine di pino.

Cariofillene: sesquiterpene biciclico


Il cariofillene è un sesquiterpene biciclico presente in molti oli essenziali. Ciò che lo rende particolare è la presenza di un anello ciclobutano, una caratteristica insolita nelle sostanze organiche naturali.

Canidene: sesquiterpene biciclico


Il canidene è un altro sesquiterpene biciclico presente nelle resine di pino. A causa dei suoi doppi legami, questa molecola presenta un elevato numero di stereoisomeri, contribuendo così alla complessità della composizione chimica delle resine.

Acidi resinosi e loro caratteristiche


Le resine di pino contengono anche acidi resinosi, composti aliciclici con molti atomi di carbonio. Tra questi, possiamo citare l’acido abietinico, l’acido pimarico e l’acido silvinico, che sono ottenuti da distillazione di diverse parti della pianta di pino.

Resine fenoliche e i loro usi


Le resine fenoliche presenti nelle resine di pino sono meno comuni ma particolarmente interessanti. Queste resine sono caratterizzate da fenilpropanoidi, lignani e liposolubili, conferendo loro proprietà uniche.

Utilizzi delle resine di pino


Le resine di pino hanno una vasta gamma di utilizzi, inclusi quelli nel campo artistico come leganti in miscele con oli siccativi, nella preparazione di e come mordenti per applicazioni di lamine d’oro e vernici.

In conclusione, le resine di pino sono composti complessi che contengono una varietà di componenti con diverse proprietà e utilizzi, rendendoli materiali versatili e preziosi in vari settori.

Pesche: composizione, benefici, usi in cosmesi e in cucina

I benefici delle pesche: un frutto estivo delizioso

Le pesche sono frutti carnosi, succosi e zuccherini con una polpa profumata che matura da metà maggio a fine settembre, a seconda della zona di produzione. Originario della Cina, il pesco (prunus persica) appartiene alla famiglia delle Rosacee e il termine “persica” fa riferimento alla sua coltivazione su larga scala in Persia, da cui è stato importato in Europa.

Le pesche sono tipiche drupe come albicocche, ciliegie, prugne e mandorle, appartenenti al genere Prunus. Esistono numerose varietà di pesche che si distinguono per colore, dimensioni e caratteristiche a seconda del paese di provenienza.

Benefici per la salute delle pesche

Le pesche sono ideali per regimi alimentari ipocalorici grazie al loro basso contenuto calorico (circa 88 kcal per 100 g) e alla presenza di vitamine, sali minerali e fibre che favoriscono il senso di sazietà. Le pesche contengono una particolare pectina che contribuisce alla regolarità intestinale.

Inoltre, grazie al loro basso indice glicemico, le pesche sono consigliate anche per i diabetici, poiché non alterano eccessivamente i livelli di zucchero nel sangue.

Composizione nutrizionale delle pesche

Ecco la composizione delle pesche per 100 g di parte edibile:

– Acqua: 87.6 g
– Grassi: 0.09 g
: 11. g
– Fibre (contenute nei carboidrati): 2 g
– Potassio: 197 mg
: 12 mg
: 5 mg
: 0.14 mg
– Selenio: 0.4 mg
– Magnesio: 15 mg
– Vitamina C: 6.6 mg

Le pesche sono un frutto da includere nella dieta estiva per idratarsi, reintegrare i sali minerali persi con il caldo e godere di un gusto delizioso.

I Benefici delle Pesche per la Salute e la Bellezza

Le pesche sono un frutto che offre numerosi benefici per la salute e la bellezza, grazie alla ricchezza di sostanze nutritive che contiene.

Vitamine essenziali

Le pesche sono una fonte importante di vitamine come la

Vitamina A

, che fornisce 535 IU ovvero 0.16 mg di retinolo e 0.32 mg di carotene, la

Vitamina B6

, la

Vitamina B1

, la

Vitamina B3

e l’

Acido Folico

. Queste vitamine sono essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo.

Benefici per la salute

Le pesche sono particolarmente note per il loro alto contenuto di

carotenoidi

e in particolare di

xantofille

, che conferiscono al frutto la tipica colorazione e agiscono come potenti antiossidanti. I carotenoidi hanno un’azione benefica sull’organismo, migliorando la risposta immunitaria, promuovendo la salute dell’occhio, e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.

Minerali essenziali

Le pesche contengono anche minerali come il

selenio

, che ha un ruolo importante nella regolazione della funzione tiroidea e nell’aumento delle difese immunitarie dell’organismo. Inoltre, il

fosforo

presente nelle pesche aiuta nell’assorbimento del calcio, favorisce la formazione ossea e contribuisce alla produzione di energia.

Usi in cosmesi e in cucina

Oltre ai benefici per la salute, le pesche sono ampiamente utilizzate anche in campo cosmetico grazie alla presenza di antiossidanti che contrastano l’invecchiamento della pelle. La vitamina A presente nelle pesche aiuta a rigenerare il tessuto epiteliale e a favorire la produzione di collagene, rendendo la pelle più elastica.

Utilizzo in cucina

Le pesche sono un ingrediente versatile in cucina e possono essere utilizzate per preparare una varietà di dolci come crostate, clafoutis e crumble. Tra le bevande, il famoso

cocktail Bellini

, a base di prosecco e polpa di pesca bianca, è diventato un’icona del mondo della mixology.

In conclusione, le pesche non sono solo deliziose, ma offrono anche una serie di benefici per la salute e sono un alleato prezioso per la bellezza della pelle. Sfruttare le proprietà di questo frutto in cucina e in cosmesi può portare vantaggi sia interni che esterni al nostro corpo.

Coloranti antrachinonici: sintesi, alizarina, blu idantrene, benzantrone, porporina, verde chinizarina

Il mondo dei coloranti antrachinonici si divide tra quelli di origine sintetica e quelli di origine naturale, che sono estratti da piante come la robbia, il caglio boreale e il caglio zolfino, ma anche da insetti come il vermiglio della quercia o la cocciniglia del carminio.

Sintesi dell’antrachinone

L’antrachinone, composto organico aromatico di formula C14H8O2, è noto principalmente per la sua capacità colorante. Viene ottenuto industrialmente dall’ossidazione dell’antracene, un composto contenuto nel catrame di carbone. La sua a gruppi chetonici nell’anello centrale lo rende particolarmente adatto come colorante per materiali come lana e seta, senza la necessità di agenti ausiliari.

Proprietà e utilizzo

Grazie alla sua struttura chimica, l’antrachinone e i suoi derivati hanno la capacità di legarsi ai tessuti e di conferire loro colorazioni vivaci. Il gruppo cromoforo dell’antrachinone, composto dai doppi legami negli anelli benzenici e dai gruppi carbonilici, è responsabile della sua colorazione.

Per renderlo solubile e attivo come colorante, l’antrachinone viene ridotto con idrosolfito di sodio per formare un composto solubile chiamato forma “leuco”. Questo viene impiegato per trattare i tessuti da tingere, che vengono poi ossidati per far riemergere la forma insolubile e colorata.


Tra i coloranti antrachinonici più noti c’è l’alizarina, composto C14H8O4, conosciuta per la sua colorazione rossa intensa. Originariamente estratta dalle radici della robbia, l’alizarina è stata sintetizzata per la prima volta nel 1869 dai chimici Graebe e Liebermann. La sua sintesi prevede diversi passaggi chimici che partono dall’antrachinone e che coinvolgono solfonazione e trattamenti con sostanze specifiche per ottenere il risultato desiderato.

In conclusione, i coloranti antrachinonici rappresentano una categoria importante di composti capaci di conferire colorazioni vibranti ai tessuti, sia in ambito industriale che in applicazioni più antiche e storiche.

Coloranti Antrachinonici: Utilizzo e Caratteristiche

Blu Idantrene

Il blu idantrene è un colorante antrachinonico ottenuto trattando il 2-amminoantrachinone con idrossido di potassio in presenza di un sale di potassio. Questo colorante, appartenente alla gamma dei coloranti al tino, è tossico, quindi non viene più utilizzato.

Benzantrone

Il benzantrone è un altro colorante antrachinonico noto anche come Vat Yellow 4. Viene sintetizzato a partire dall’antrachinone e ,2,3-propantriolo in presenza di e acido solforico. Viene utilizzato nei fuochi pirotecnici per conferire una colorazione gialla.

Porporina

La porporina è un altro colorante antrachinonico che fonde a 259 °C formando aghi di colore arancione. Questo colorante assume una colorazione rossa quando è disciolto in etanolo e gialla in soluzione di alcali all’ebollizione. È di origine naturale ed è estratto dalla radice della robbia, insieme all’alizarina.

Il verde chinizarina è un colorante antrachinonico che si trova nelle radici della robbia insieme all’alizarina e alla purpurina. Viene utilizzato nei cosmetici e nei farmaci.

Altri Coloranti Antrachinonici

Un esempio è il blu acido 25, solubile in acqua e utilizzato per colorare lana, seta, pelle e carta.

I coloranti antrachinonici vengono spesso utilizzati per diverse applicazioni grazie alle loro peculiarità chimiche e al loro effetto colorante. La loro presenza è nota in vari settori, dalla tintura tessile fino all’industria cosmetica e farmaceutica. Ogni colorante antrachinonico ha caratteristiche uniche e proprietà chimiche specifiche che li rendono adatti a determinati utilizzi.

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