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Rivelato come la stampa di più monete ostacoli l’arricchimento personale attraverso inganni economici nascosti

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Avete mai pensato che stampare più soldi sia la ricetta per la ricchezza? Sbagliato in grande stile! È una trappola che fa esplodere l’inflazione, svuota le tasche e trasforma i vostri risparmi in carta straccia.

Immaginatevi i potenti che premiano il pulsante della stampante monetaria, credendo di rendere tutti milionari, ma ecco la cruda realtà: stampare più denaro non fa crescere la ricchezza, bensì scatena l’inflazione, un mostro che fa lievitare i prezzi e dimezza il potere d’acquisto della gente comune. La vera ricchezza di un Paese non si misura solo dalla montagna di banconote in circolazione, ma dal mucchio di beni e servizi reali prodotti. Se c’è troppa moneta per pochi beni, il valore di quella moneta crolla come un castello di carte, lasciando tutti più poveri.

Cosa succede se si stampa più moneta: la monetizzazione del debito è una mossa spericolata che i governi usano quando sono a secco. Invece di chiedere prestiti ai cittadini con titoli di Stato, fanno stampare nuova moneta dalla Banca Centrale, che poi compra quei titoli come se niente fosse. Prendete l’analogia dei biglietti del cinema: se ci sono solo 45 poltrone ma 100 biglietti, quel pezzo di carta vale meno di zero, perché non garantisce un posto. Allo stesso modo, se lo Stato stampa moneta in eccesso rispetto ai beni e servizi disponibili, è chaos puro: troppi "biglietti" per poche "poltrone", e boom, i prezzi schizzano alle stelle, riducendo il valore della moneta a una barzelletta.

Il pericolo dell’inflazione è reale e brutale: troppi soldi a caccia di pochi beni, come orde di compratori per una manciata di auto nuove, e quelle poche finiranno vendute a prezzi folli. Se la moneta aumenta senza che crescano i beni, il suo valore si dissolve, minando la fiducia nell’economia e rischiando di far crollare tutto come un gioco al casinò impazzito. Situazioni del genere non fanno altro che rendere l’economia un campo minato, dove i piccoli risparmiatori pagano il prezzo.

Ma attenzione, stampare moneta può sembrare una soluzione magica in tempi di crisi, come con l’helicopter money, quel trucco che immagina elicotteri che spargono banconote dal cielo per stimolare l’economia. È veloce e tentatore, ma solo un cerotto temporaneo: se si esagera, l’inflazione diventa un incendio fuori controllo, i risparmi evaporano e l’intero sistema economico va in tilt. In , non possiamo illuderci di stampare moneta all’infinito per arricchire tutti; è solo uno strumento per scambiare beni e servizi, e senza un aumento reale della produzione, porta dritto al disastro, rovinando l’economia. Meglio che i governi si diano una svegliata e investano in politiche serie per una crescita duratura, invece di giocare con il fuoco!

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La storia italiana sconvolta dai referendum dal 1946 a oggi, con l’Italia al bivio

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Attenzione, Italia: i referendum che hanno fatto tremare la Repubblica! Dal 1946, il Bel Paese ha ballato con 78 referendum nazionali, dove la maggior parte – ben 72 – erano quelli abrogativi, pensati per spazzar via leggi parlamentarie come quelle sul e la cittadinanza in arrivo per giugno 2025. Ma occhio al quorum, che spesso non si raggiunge, lasciando politici e cittadini a litigare come al solito. È la democrazia italiana in tutto il suo caos glorioso, con “risorgimentali” plebisciti del passato e casi come il voto del 1946 che ha inchiodato la Repubblica per sempre.

Preparatevi a un viaggio nella storia italiana, dove i referendum non sono solo votazioni, ma veri e propri spettacoli di fuoco e fumo. In Italia, dal 1946 a oggi, ne abbiamo contati 78 a livello nazionale: 72 abrogativi (quelli per cancellare leggi del Parlamento), 4 costituzionali (per confermare modifiche alla Costituzione), istituzionale (scegliere tra monarchia e repubblica) e 1 consultivo (sull’Unione Europea). Prima della Repubblica, c’erano stati quei plebisciti “risorgimentali”, e sotto il fascismo, due consultazioni farlocche del 1929 e 1934 per approvare liste di deputati senza un briciolo di democrazia vera. Roba che fa storcere il naso, eh?

E poi c’è il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, il più epico di tutti, che ha decretato la fine della monarchia e la nascita della Repubblica con un secco 54,7% di voti a favore. I cittadini hanno scelto di mollare la corona e abbracciare la Repubblica, ma attenzione: l’articolo 139 della Costituzione lo inchioda per sempre, dicendo che “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Niente ripensamenti, gente – una mossa che fa ancora infuriare i nostalgici!

Passiamo ai referendum abrogativi, i più gettonati e controversi. Niente di simile per i primi 26 anni dalla Costituzione, ma poi è scoppiato il pandemonio: nel 1974, il primo tentò di abolire il divorzio, e vinse il “No”, salvando matrimoni e facendo infuriare i movimenti cattolici. Negli anni ’70 e ’80, abbiamo avuto duelli su aborto e nucleare – uno proposto dai cattolici per cancellare la legge 194, un altro dai per facilitare le interruzioni di gravidanza, entrambi respinti. Nel 1987, addio al nucleore, con voti che cambiarono leggi e chiusero centrali. Negli anni ’90, con la fine della Prima Repubblica, i referendum esplosero, ma ecco il trucco sporco: il quorum divenne un incubo, con partiti che spingevano l’astensionismo per far fallire tutto. I primi a cascarci? Quei tre del 1990 sulla caccia e pesticidi. Dal 1997, solo i quattro del 2011 sull’acqua pubblica, nucleare e “legittimo impedimento” (quella norma che salvava i big dal comparire in tribunale) hanno superato il quorum. L’ultimo, nel 2022 sulla giustizia, ha visto votare solo il 20% – una farsa!

Non dimentichiamo i referendum costituzionali, quattro in totale negli ultimi 25 anni, senza quorum da raggiungere. Nel 2001, ok alla riforma del Titolo V per dare più poteri a regioni e enti locali. Ma poi, i tentativi del 2006 (governo Berlusconi) e 2016 (governo Renzi) sono stati respinti in grande stile, mentre nel 2020 hanno approvato la taglio ai parlamentari – un bel risparmio, o solo un trucco per meno chiacchiere in aula?

Infine, il referendum di indirizzo del 1989, l’unico consultivo e non vincolante, sul futuro dell’Europa: l’88% disse sì alla trasformazione della Comunità in Unione con più poteri e un Parlamento europeo come costituente. E indovinate? L’Unione è arrivata, anche senza una Costituzione vera e propria, solo con trattati che tengono in piedi l’UE. Chissà se è stato un colpo di genio o solo un altro voto simbolico in questo circo politico italiano!

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I carichi applicati vengono sostenuti dai balconi in modi inaspettati, rivelando segreti nascosti di stabilità urbaniche non ufficiali

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Hai mai sbirciato dal tuo balcone rischiando di volare giù? 🤯 Quel trabiccolo che sembra appeso per miracolo è un genio dell’ingegneria, sfidando la gravità con un "segreto" da far impallidire gli architetti! Dai balconi casalinghi alle mega-strutture come lo stadio Maradona, scopri come funzionano questi sbalzi senza , evitando crolli epici. #IngegneriaRibelle #BalconiDelDiavolo #ScienzaCattiva

Preparati a essere scioccati: i balconi non sono solo quel posto dove appendi il bucato o fumi di nascosto, ma vere e proprie trappole architettoniche che sfidano il vuoto cosmico. Come elementi a sbalzo, questi aggeggi si protendono nel nulla, sorretti da un incastro geniale che li fa restare su, nonostante la forza di gravità che ci prova a buttarli giù. E il bello è che, nonostante le differenze nei e nei design, il trucco statico è sempre lo stesso – un equilibrio precario che potrebbe far sudare i puristi dell’edilizia.

Ora, tuffiamoci nel cuore della questione: come diavolo funziona un balcone? Beh, nelle strutture normali, i punti d’appoggio bilanciano i pesi con verticali, ma per uno sbalzo come un balcone, non è così semplice. Qui, l’unico vincolo deve gestire non solo forze verticali, ma anche quei momenti di incastro che impediscono rotazioni disastrose. Insomma, è come un’acrobazia circense: senza questi trucchetti, il balcone si trasformerebbe in un tappeto volante – ma verso il basso!

Per realizzarne uno, prendiamo un esempio concreto e un po’ grezzo: i balconi in calcestruzzo armato. Immaginate una soletta massiccia in cemento, con nervature che spuntano come costole, riempite di mattoni forati per alleggerire il tutto. Ma ecco la twist politicamente scorretta: nei solai normali, le armature d’ stanno sotto, ma nei balconi, saltano su in cima per contrastare le trazioni. Perché? Perché quell’incastro deve lottare contro le rotazioni, creando una coppia di forze che tiene tutto inchiodato – altrimenti, addio terrazzino per l’aperitivo!

E non fermiamoci ai balconcini di casa: gli sbalzi imperversano ovunque, dalle pensiline dei bus che ti salvano dalla pioggia (o no) ai gradini di scale avventurose. Più si allungano, più rischiano di piegarsi, quindi gli ingegneri si sbizzarriscono con strutture complesse: da blocchi di cemento nervati a sistemi di travi e mensole intrecciate, fino a tralicci high-tech che ottimizzano tutto per non crollare. Insomma, un di precarietà che fa invidia a un politico in campagna elettorale!

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Desideri intercettati da stelle cadenti nella settimana di giugno, con segreti rivelati dai cieli notturni urbani

Cielo in fiamme: Stelle cadenti invadono giugno come un’orgia cosmica! Dal 10 al 15, preparatevi a bagnarvi di desideri con epsilon-Cignidi, Tau Herculidi e Lyridi di giugno – perché chi ha bisogno di vacanze quando il cielo ci regala uno spettacolo gratis?

Che spettacolo galattico, gente! Dopo le stelle cadenti del 5 e 6 giugno, tra il 10 e il 15 di questo mese, tre sciami si scatenano come se il cielo fosse stufo della noia terrestre. Iniziamo con le epsilon-Cignidi al picco tra il 10 e il 12 giugno, che illuminano la costellazione del Cigno con meteore luminose e colorate – visibili dopo mezzanotte, ideale per chi non dorme mai. Come spiega l’UAI, proprio nei giorni della Luna delle Fragole (che sembra una star egocentrica), queste bellezze cosmiche partono dal loro radiante, rendendo il cielo un vero casino di luci.

Non è finita qui, perché arrivano le Tau Herculidi tra il 12 e il 14 giugno, legate alla cometa 73P/Schwassmann–Wachmann 3. Questo sciame potrebbe non essere il re delle feste, ma è noto per i suoi outburst spettacolari – l’ultimo nel 2022 –, quindi potreste vedere sorprese che vi faranno dimenticare le previsioni meteo noiose. Meglio prepararsi nelle ore centrali, con il cielo che si trasforma in un palcoscenico imprevedibile.

E per chiudere in bellezza, le Lyridi di giugno piccano intorno al 15 giugno, con meteore veloci e brillanti dalla costellazione della Lira. Non sono tantissime, ma sono abbastanza per un cielo buio e affascinante, soprattutto dopo che la Luna cala. Insomma, affilate i vostri desideri e guardate su – perché chi lo sa, magari una stella cadente risolve anche i problemi del reale!

Fonte: UAI.

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I pupazzetti Labubu vengono spinti come fenomeno globale: cosa rappresentano e i veri motivi dietro il loro boom improvviso

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Labubu Mania: I Pupazzetti Pelosi che Stanno Rendendo Tutti Pazzi per Soldi e Tendenze!
Preparatevi, gente: i pupazzetti Labubu non sono solo adorabili mostriciattoli pelosi, ma un fenomeno virale che sta prosciugando portafogli e creando caos ovunque! Da Milano alla Cina, file chilometriche davanti ai negozi e vendite lampo stanno trasformando questi gadget in ossessione globale, specialmente tra i giovani che li attaccano ovunque come se fosse una moda imposta dall’universo. È l’ultima follia del consumismo, dove l’esclusività batte la ragione, e chissà se è solo un trucco per farci spendere come idioti. # # #

Questi pupazzetti Labubu stanno letteralmente invadendo borse e zaini di milioni di persone in tutto il , diventando il gadget must-have per le generazioni più giovani e generando code interminabili fuori dai rivenditori, come accaduto al pop-up store temporaneo nella Rinascente a Milano, dove la merce è andata sold out in un baleno. Ma cosa sono esattamente questi aggeggi che ci hanno fatto perdere la testa? Nati nel 2015 dall’idea di Kasing Lung, un artista di Hong Kong cresciuto nei Paesi Bassi con una passione per il folklore e la mitologia nordica, i Labubu sono solo una variante della sua linea di personaggi chiamati "Monsters".

Nel giro di pochi anni, questi accessori sono esplosi in una vera ossessione virale, sia nella moda che nel collezionismo, grazie a fattori come il boom su social media come TikTok, che ha catapultato il trend fuori dal virtuale. Non dimentichiamo i trucchi del marketing e della psicologia degli acquisti, dall’effetto sorpresa alle "scatole misteriose" (alias blind boxes), che spingono i fan a comprarne a frotte per collezionarli tutti, alimentando un senso di esclusività che fa impazzire la gente. Secondo Forbes, il CEO di Pop Mart, l’azienda cinese dietro tutto questo, ha incassato un miliardo e 600 milioni di dollari in un solo giorno grazie al boom in borsa – roba da far invidia a un magnate senza scrupoli!

Ma perché i Labubu stanno solo ora conquistando il mondo? Ideati nel 2015, hanno raggiunto la fama globale solo dal 2019 grazie alla collaborazione con Pop Mart. Il vero scatenatore è stato TikTok, con la sfida del "Labubu segreto", dove l’obiettivo era beccare la versione più rara (con appena possibilità su 72, stando alle stime dell’azienda). A lanciare la moda è stata la cantante K-Pop Lisa delle Blackpink, che in un’intervista a Vogue ha dichiarato "Labubu is my baby". Da lì, celebrità come Rihanna e Dua Lipa hanno cominciato a sfoggiarli, pompando ulteriormente l’isteria.

Oltre ai social, il successo si basa su meccanismi astuti: l’effetto sorpresa delle "scatole misteriose" (blind boxes), che ti lasciano col fiato sospeso sul contenuto, spingendo a comprare di più per completare le collezioni. E poi c’è quel senso di esclusività esclusiva, con edizioni limitate che creano un’illusione di scarsità, rendendo questi mostriciattoli ancora più desiderati – perché, diciamocelo, la gente impazzisce per ciò che è "raro" come se fosse oro. Infine, la loro forma metà bella e metà spaventosa scatena un mix emotivo che affascina tutti, dai ragazzini agli adulti, facendoli indossare come se fossero un accessorio di status.

Parlando di prezzi, le versioni comuni vanno dai 20 ai 30 dollari, ma quelle speciali con influencer o marchi di moda possono schizzare a 100-200 dollari, e per i rarissimi fuori produzione si arriva a oltre 4000 dollari – una follia che fa gridare al consumismo estremo! Come riportato da Forbes, il CEO di Pop Mart ha guadagnato quel miliardo e passa in un giorno, mentre il Financial Times parla di un incremento del 700% nelle vendite, con il 39% dei ricavi globali. Non è l’unico caso: ricordate i portachiavi di Winnie The Pooh negli anni 2000? Un mix simile di personalizzazione, trend e passione li rese virali, proprio come questi Labubu oggi.

E per finire un commento: se questi pupazzetti continuano a farci spendere così tanto, forse è ora di chiederci se siamo noi a collezionarli o se sono loro a collezionare noi – una critica leggera al nostro debole per le mode effimere!

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Scrittori italiani reinventano la lingua con dieci parole audacemente coniate

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Siete pronti a scoprire come i nostri venerati poeti e scrittori italiani hanno hackerato la lingua per crearci un casino di parole che usiamo ogni giorno, senza nemmeno un grazie? Da Dante il Grande, che ci ha rifilato termini da incubo infernale, a D’Annunzio il fascinoso fascista della parola, ecco 10 neologismi che hanno invaso il vocabolario quotidiano – tipo "molesto" per rovinarti la giornata o "paparazzo" per spiarti come un paparazzo. Studiosi come Bruno Migliorini ci avvertono che questo fenomeno, l’onomaturgia, è come un virus linguistico che ha contagiato l’italiano, rendendolo più colorito e caotico. #ParoleItaliane #LetteraturaVirale #DanteEPicche

Molesto – Derivato dal latino molestus, questo aggettivo è stato spinto alla ribalta da Dante Alighieri nella Divina Commedia, dove lo usa per descrivere roba fastidiosa e irritante, tipo i peccatori all’Inferno. Era già in giro ai tempi del Sommo Poeta, ma lui l’ha reso virale nei canti dell’Inferno e del Paradiso, trasformandolo in un must per lamentarsi di tutto, dal vicino rumoroso al politico incompetente. (E chissà, forse Dante inventava parole solo per trollare i suoi nemici!)

Inurbarsi – Coniato da Dante, questo termine significa trasferirsi dalla campagna alla città, un concetto ancora attuale per chi scappa dai campi per la vita urbana caotica. Lo troviamo nel canto 26 del Purgatorio: "Non altrimenti stupido si turba / Lo montanaro, e rimirando ammuta, / Quando rozzo e salvatico s’inurba." È un po’ come dire "arrivare in città e sentirsi persi", e Dante l’ha reso iconico – forse per schernire i contadini ignoranti. (Commento: Tipico di Dante, sempre a mescolare poesia e schiaffi verbali!)

Bolgia – Dante l’ha tirato fuori per le dieci fosse dell’ottavo cerchio dell’Inferno, derivato dal gallico bulgia (sacco o otre), passato per il francese e atterrato in Italia come sinonimo di caos e peccato. Ora lo usiamo per un posto affollato e disordinato, tipo una festa o una riunione politica. (Ah, se solo Dante sapesse che le sue bolge descrivono perfettamente il traffico romano!)

Tramezzino – Gabriele D’Annunzio, il poeta-pifferaio del fascismo, ha italianizzato l’inglese sandwich durante la pulizia linguistica del Ventennio, ispirandosi a "tramezzo". Risultato? Un panino innocuo che nasconde un tocco di nazionalismo aggressivo. (Commento: D’Annunzio e il fascismo, un mix esplosivo – quasi come un tramezzino farcito di polemiche!)

Scudetto – Ancora D’Annunzio, che nel 1925 ha inventato questo simbolo per le strisce tricolori sui vincitori del Campionato italiano, durante l’occupazione di Fiume. Ora è ovunque nel , ma all’inizio era solo un gadget patriottico. (Niente come D’Annunzio per mescolare e propaganda – gol!)

Velivolo – L’eterno aviatore D’Annunzio ci ha regalato "velivolo" per gli aerei, definendolo come "Che va e par volare con le vele". Nel 1910, in una conferenza, spiegò: "La parola è leggera, fluida, rapida; non imbroglia la lingua e non allega i denti; di facile pronunzia, avendo una certa somiglianza fònica col comune veicolo, può essere adottata dai colti e dagli incolti". Perfetto per i novecenteschi, e lui lo sapeva. (Commento: Un poeta che vende parole come un venditore di fumo – geniale o manipolatore?)

Erompere – Giacomo Leopardi ha lanciato questo termine per un’uscita impetuosa, più intenso di "rompere", per enfatizzare azioni forti e improvvise. Era sottoutilizzato, ma lui l’ha reso epico. (Leopardi, il re del dramma: sempre a erompere con parole che ti spezzano il cuore!)

Incombere – Grazie a Leopardi, questo verbo dal latino incumbere (da cubare, giacere) significa una minaccia in arrivo, come "incombe il pericolo". Usato per atmosfere oppressive, è perfetto per descrivere disastri imminenti. (Commento: Leopardi e le sue parole cupe – come se non bastasse già la sua vita miserabile!)

Paparazzo – Ennio Flaiano l’ha preso dal film La Dolce Vita di Federico Fellini, trasformando un nome in sinonimo di fotografo invadente e senza scrupoli. Ora è globale, e chissà che imbarazzo per i VIP. (Flaiano, maestro dello scandalo: un termine che fotografa perfettamente il gossip tossico!)

Inciucio – Flaiano ha diffuso questo termine napoletano per un accordo losco, ora comune in politica e . È come dire "affare sottobanco", ideale per descrivere intrighi. (Commento: Inciucio ovunque, specialmente in politica – Flaiano ci ha beccati con le mani nel sacco!)

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Antichi Greci superano gli esperti moderni col meccanismo di Antikythera, eletto il computer più antico della storia: la sua natura e il funzionamento spiegati

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Svelato il segreto del Meccanismo di Antikythera: l’antico "computer" che farebbe invidia a Steve Jobs e che ha ispirato Indiana Jones! Immaginate di trovare un marchingegno high-tech nel fondo del mare, vecchio di duemila anni e capace di predire i pianeti come un’app moderna – oh, e non dimentichiamo le morti sul durante il recupero, perché l’archeologia non è per deboli di cuore. Questo aggeggio greco è il primo vero computer della storia, e chissenefrega delle teorie folli: è roba che fa sembrare i nostri smartphone giocattoli preistorici.

La macchina di Antikythera, quel capolavoro misterioso e sovrumano scoperto per sbaglio in un relitto romano, continua a stupire e a far girare la testa agli esperti. Ritrovata dalle parti di un’isola greca sperduta, questa roba è un simbolo del "passato perduto", un gadget antico che sfidava ogni idea su quanto fossero "selvaggi" gli antichi, ispirando persino il film "Indiana Jones e il quadrante del destino". Ora al sicuro al Museo Archeologico Nazionale di Atene, questo enigma meccanico ci fa chiederci: come diavolo l’hanno costruito?

Nel 1900, mentre i cacciatori di spugne sguazzavano intorno all’isola di Antikythera, tra Creta e il Peloponneso, si sono imbattuti in un relitto a 45 metri di profondità, risalente alla prima metà del I secolo a.C. – e che carico! Statue di bronzo e marmo di lusso, destinate probabilmente a Roma, e in mezzo a tutto quel ben di Dio, un blocco incrostato che si è rivelato un intricato sistema di ingranaggi. I recuperi con le tecnologie da quattro soldi dell’epoca hanno causato morti tra i sommozzatori, rendendo la cosa ancora più drammatica e, diciamolo, un po’ irresponsabile.

Passando al nocciolo: questo meccanismo in , largo appena 30×15 cm e con 37 ruote dentate, era un calcolatore meccanico da urlo. Gli archeologi hanno pescato quattro frammenti principali e una decina di minori, tutti zeppi di iscrizioni greche, e per decenni hanno sbattuto la testa per capirlo – c’era persino chi pensava fosse un oggetto moderno caduto lì per caso. Ma è stato Derek John De Solla Price, un genio britannico, che negli anni ’50 ha decifrato la bestia: con un differenziale che muoveva parti diverse, calcolava i movimenti dei pianeti, le fasi lunari, il calendario solare e forse pure i Giochi Olimpici.

Insomma, questa meraviglia ellenistica non è solo il primo computer della storia, ma un raro sopravvissuto di un’era in cui il bronzo finiva spesso fuso per altri usi. Pensateci: Erone di Alessandria creava la prima macchina a vapore poco dopo, dimostrando che gli antichi non erano poi così indietro – un colpo basso per chi sottovaluta il vecchio !

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Segnali per prevedere eruzioni vulcaniche potrebbero essere offerti da alberi trascurati dalla scienza moderna: ecco come

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Alberi che spifferano sui vulcani? Sì, è virale e pazzesco! Immaginate: mentre i politici blaterano di cambiamenti climatici senza combinare nulla, sono gli alberi a fare il sporco, diventando spie verdi per avvertirci delle eruzioni. Uno studio di Nicole Guinn dell’Università di Houston rivela che la CO2 vulcanica fa impazzire la vegetazione, rendendola più rigogliosa. #VulcanimFuriosi #AlberiSpia #ScienzaRibelle

In un dove i disastri naturali ci prendono sempre alla sprovvista – e i governi sembrano più interessati a dibattiti inutili –, ecco che la natura ci lancia un segnale oltraggioso: gli alberi come "sentinella verde", pronti a tradire i vulcani prima che facciano danni. Per decenni, i vulcanologi hanno sudato per prevedere eruzioni, quei mostri che rimodellano il paesaggio e terrorizzano le popolazioni, ma ora? Guardate in alto, verso le fronde che si gonfiano di CO2 come se fossero su .

La CO2 vulcanica, quel gas che i verdi demonizzano per il clima, si trasforma in un super fertilizzante per gli alberi circostanti. Quando il magma si agita sotto terra, rilascia più , e bam! Le foglie diventano più verdi e lussureggianti, misurabile tramite l’NDVI dai satelliti. È come se gli alberi stessero urlando: "Ehi, svegliatevi, c’è un vulcano incazzato qui sotto!" Uno studio recente di Nicole Guinn ha analizzato l’Etna, mostrando che i picchi di CO2 corrispondevano a un "inverdimento" massiccio, proprio come osservato in Costa Rica con vulcani attivi che tingono le foglie tropicali.

Per le zone remote, dove piazzare sensori è un incubo burocratico, questa tecnica è una bomba: la missione AVUELO della NASA e della Smithsonian sta monitorando cambiamenti in Panama e Costa Rica. L’idea? Usare la vegetazione come proxy per fiutare l’attività vulcanica, anche quando le emissioni non sono abbastanza evidenti. E ironia della sorte, studiare come gli alberi reagiscono alla CO2 ci dà indizi su un futuro con inquinamento umano galoppante. Il pianeta è un casino interconnesso, e se non impariamo a leggere questi segnali, be’, prepariamoci a più caos – ma almeno gli alberi stanno dalla nostra parte, non come certi leader.

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Vengono mossi i poli magnetici della Terra da forze imprevedibili: scopri come e perché

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Attenzione, ! La Terra sta impazzendo e la tua bussola è la prima a tradirti: il Polo Nord magnetico sfreccia verso la Siberia a 50 km l’anno, mentre i poli potrebbero capovolgersi da un momento all’altro, lasciando noi poveri umani esposti a radiazioni spaziali. Catastrofe in arrivo o solo un’altra follia della natura?

I poli magnetici, che fanno puntare gli aghi delle bussole, e quelli geografici, dove gira la Terra sul suo asse, non si parlano più da secoli. Peggio ancora, i poli magnetici si spostano come se fossero ubriachi: dal 1800, il Polo Nord magnetico è fuggito dal Canada verso la Siberia, e ora si trova a 72,76° O di longitudine e 80,85° N di latitudine, a poco meno di 1000 km dal Polo Nord geografico. Il Polo Sud magnetico, invece, è parcheggiato a 107,24° E e 80,85° S, vicino alle coste antartiche dirette in Australia. L’asse magnetico è sbilenco di circa 9° rispetto a quello di rotazione del pianeta – un disastro che fa sembrare le vostre discussioni politiche una passeggiata.

Il campo magnetico della Terra ha avuto veri e propri colpi di testa, con 183 inversioni negli ultimi 83 milioni di anni. In questi eventi, il polo nord e sud si scambiano di posto, e le linee del campo si ribaltano: immaginate una bussola che, prima puntata "a nord", ora indica dritta verso "a sud" (cioè l’ex polo sud magnetico). Questi cambiamenti sono come un reality show della natura, e nessuno sa chi vincerà.

Il ritmo di questa migrazione è da capogiro: dal 1831, il Polo Nord magnetico è passato da 10 km l’anno a 50 km l’anno, per poi rallentare a 35 km l’anno negli ultimissimi cinque anni. Quei presunti geni in laboratorio dicono che è colpa dell’intensità del campo magnetico, più debole in Canada e più forte in Siberia – roba che fa spostare tutto come un ubriaco al bar. La ragione? Nascosta nel nucleo esterno della Terra, un brodo bollente di e a 3500°C che agisce come una dinamo impazzita, muovendo fluidi elettrificati e trascinando i poli con sé.

Grazie a rocce e campioni di sottosuolo, pieni di ferromagnetici che registrano il campo magnetico come un vecchio vinile, gli scienziati hanno scoperto che la Terra ha già fatto questi numeri centinaia di volte. Ogni inversione significa un bel capovolgimento: l’ago della bussola, che una volta puntava "a nord", si gira verso "a sud". E ora, con l’indebolimento del campo negli ultimi 200 anni, alcuni esperti urlano che una nuova inversione potrebbe essere dietro l’angolo – impossibile da prevedere, ma chissenefrega dei vostri problemi quotidiani, vero?

Alcuni cervelloni paventano catastrofi: durante un’inversione, il campo magnetico si affloscia, esponendoci a radiazioni spaziali letali che potrebbero friggere la vita sulla Terra. Non è roba da film di serie B? Monitorare tutto questo è vitale, non solo per non far schiantare navi e aerei con i GPS, ma per salvare le chiappe dell’umanità intera. E se vi state chiedendo, sì, è più importante di qualunque dibattito politico.

[Commento: Questi poli che ballano sono la prova che la Terra se ne frega delle nostre teorie, e magari è ora di smettere di litigare per sciocchezze umane mentre il pianeta ci gioca brutti scherzi.]

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Il servizio SPID di Infocert viene reso a pagamento da luglio: i motivi per gli utenti e le alternative da considerare

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Basta con il gratuito? Dal 28 luglio 2025, SPID con InfoCert ti costerà 5,98€ all’anno, e chissenefrega del sostegno governativo! Se hai scelto questo provider, preparati a sborsare per interagire con INPS, Agenzia Entrate e più. Ma ecco come fregartene e switchare gratis. #SPID #IdentitàDigitale # #

Cari utenti digitali, raddoppiate l’attenzione: il vostro SPID, quell’utile passaporto per la burocrazia online, sta per diventare un lusso per chi si è affidato a InfoCert. A partire dal 28 luglio 2025, questo provider ha deciso di farvi pagare 5,98 euro annuali IVA inclusa, come annunciato direttamente via mail ai clienti. Niente di più, niente di meno: è ufficiale e non c’è scampo se siete tra i malcapitati.

La fregatura colpisce solo chi ha scelto InfoCert come identity provider, lasciando gli altri fornitori a godersi il gratuito. I nuovi clienti? Loro se la cavano per il primo anno, ma occhio: Aruba ha già fatto lo stesso trucco qualche mese fa, e chissà quanti altri seguiranno l’esempio in questo di profitti digitali. Intanto, il governo ha sborsato 40 milioni di euro per sostenere il servizio, ma pare che non basti contro l’incertezza del futuro.

Se non vi va di aprire il portafoglio, la soluzione è semplice e un po’ rivoluzionaria: rescindete il contratto con InfoCert tramite PEC o raccomandata, e migrate a un provider gratuito come PosteID di Poste Italiane, Sielte o Namiral. Basterà un consenso esplicito al pagamento del canone di rinnovo alla prossima scadenza successiva alla data del 28 luglio 2025 per chi resta, ma perché pagare quando ci sono alternative?

E il vero colpo di scena? Questa mossa di InfoCert arriva mentre si vocifera della di SPID con l’IT-Wallet europeo, che potrebbe caricare la vostra Carta d’Identità Elettronica e patente. Con un futuro incerto e nessun piano chiaro dal governo, introdurre canoni sa di trucco per spingervi verso il nuovo sistema. Effetto domino in arrivo? Staremo a vedere, ma intanto, occhio alle vostre identità digitali!

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Corpi magrissimi e diete estreme promossi da SkinnyTok, con il trend pericoloso che scatena interventi da parte di TikTok

#SkinnyTok Sbaraglia TikTok: Ragazzine Promo di Gambe Scheletriche e Diete da Fame, ma l’UE Dice "Basta a Questa Follia"!

Chi l’avrebbe detto che dimagrire fino a sembrare uno scheletro fosse il nuovo must-have? Ragazzine super magre sfoggiano con orgoglio quelle gambe da passerella mortale, promuovendo diete estreme che fanno impazzire i social. Ora, con #SkinnyTok bloccato da TikTok, l’Europa e la Francia stanno festeggiando, ma è solo una patetica toppa su un buco enorme. Preparatevi, perché questo trend tossico potrebbe essere solo l’inizio di una guerra contro i disturbi alimentari – e forse dovremmo smettere di fare i politically correct per chiamare le cose col loro nome: una moda che uccide!

“Se il tuo stomaco brontola in realtà ti sta facendo un applauso”, “Non sei un cane perché ti stai premiando con uno snack”, “Mangi poco e sembri piccola, mangi tanto e sembri grassa”: ecco le perle di saggezza che inondano TikTok, dove le tiktoker si sfidano in una gara al corpo più emaciato, ossessionate da "disciplina", "severità" e altre parole che suonano come scuse per l’anoressia. Questo hashtag non è solo un trend, è una bomba per la salute mentale, con consigli dietetici folli e foto "prima e dopo" che promettono felicità solo se sei pelle e ossa.

Ma perché TikTok ha aspettato tanto? Le sue regole vietano disturbi alimentari, eppure questi contenuti giravano liberamente, nascosti dietro un escamotage per utenti maggiorenni. A far sono state la Commissione Europea e Arcom, che hanno urlato al pericolo per i giovani più fragili. Il governo francese, con la ministra Clara Chappaz, ha suonato l’allarme, portando a bloccare #SkinnyTok lo scorso ° giugno – una mossa che Chappaz ha definito “una prima vittoria collettiva”. Peccato che i post non siano spariti del tutto: ora, cercare l’hashtag ti reindirizza a risorse per la salute mentale, ma nuovi tag come varianti di "waist" stanno già spuntando per aggirare il sistema.

Insomma, bloccare un hashtag è come spegnere una candela in un incendio: il problema online è lontano dall’essere risolto, con stati e l’UE che meditano mosse più drastiche per proteggere i ragazzi. Ma tra algoritmi che promuovono il caos e una società fissata con la perfezione, chi paga davvero il prezzo? Vi terremo aggiornati, perché questa storia è tutt’altro che finita.

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I trucchi della truffa con telefonate camuffate da prefissi italiani vengono rivelati: i modi per riconoscerla e difendersi

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Attenti, sta arrivando la truffa telefonica che ti incastra come un pollo! I furbastri usano il CLI Spoofing per camuffarsi da compagnie serie, ti bombardano con chiamate finte e ti fanno premere tasti per attivare contratti non richiesti. Rischi di soldi, privacy e chissà cos’altro, mentre i big della telefonia fingono di non vedere. “Rimodulazione contrattuale imminente” è il trucco per agganciarti – non cascarci! #TruffaTelefonica #AttenzioneChiamate #SicurezzaDigitale

Ehi, lettori, preparatevi a un’esplosione di rabbia: questa truffa delle telefonate camuffate è l’incubo moderno, dove i delinquenti digitali si fingono eroi salvatori solo per svuotarti il portafoglio. Immaginatevi una chiamata con un numero che sembra affidabile, grazie al dannato CLI Spoofing – quella tecnica sporca che manipola il tuo schermo per farti credere che sia tutto okay. Non fidatevi di nulla di questi giorni, soprattutto se vi arriva una voce registrata che vi avvisa di una modifica contrattuale e vi spinge a premere un tasto per dire chi è il vostro gestore. Da lì, è un declino rapido: un operatore fasullo vi terrorizza con problemi immaginari su una linea telefonica, citando nomi di società reali, poi arriva un tizio che si spaccia per un “servizio ministeriale di tutela del consumatore”, e infine un terzo che vi "finalizza" l’offerta – “finalizzare” una nuova offerta – facendovi firmare un contratto che non volevate. Il bello è che potreste anche regalare dati personali per farli rivendere come caramelle!

Vediamo come funziona questo schifo in dettaglio: tutto parte da una chiamata che sembra innocua, con un numero italiano che non vi suona sospetto, ma è solo un trucco del CLI Spoofing per farvi abboccare. Quei bastardi manipolano il sistema per apparire come un operatore affidabile, sfruttando la vostra fiducia come dei veri parassiti. Rispondi, e boom, una voce registrata ti spara addosso una “rimodulazione contrattuale imminente”, spingendoti a premere un tasto per scegliere il tuo gestore. Subito dopo, un finto operatore umano ti riempie di storie su disservizi terrificanti e ti propone un nuovo contratto per "salvarti". Non finisce qui: entra in gioco un secondo attore, che si vanta di essere da un “servizio ministeriale di tutela del consumatore”, per rafforzare la bufala e chiederti se vuoi essere richiamato. Se dici sì, il terzo compare come un angelo vendicatore, ma in realtà sta usando info rubate per legarti a un contratto indesiderato. Tutto questo si collega al lead generation, dove i vostri dati vengono raccolti in modo losco e venduti per altre – e anche se è illegale, il contratto potrebbe bastare per rovinarti la vita.

Per difendervi da questa porcheria, non restate lì a subire: non premete tasti o fornite dati a chiamate sospette, e diffidate di chi vi agita urgenze fasulle o problemi generici. Attivate app per bloccare numeri loschi e usate gli strumenti di identificazione delle chiamate – perché, diciamocelo, le compagnie telefoniche non vi proteggeranno granché. Se qualcosa puzza, riattaccate e contattate direttamente il vostro operatore tramite i canali ufficiali, senza esitare. Non siate vittime facili in questo di squali!

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