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Costante di equilibrio: unità di misura, esempi

L’importanza della costante di equilibrio in una reazione chimica reversibile

La costante di equilibrio è una grandezza fondamentale nelle reazioni chimiche reversibili a una determinata temperatura. Questa costante, indicata con il simbolo K, è determinata dai coefficienti stechiometrici delle specie chimiche coinvolte nella reazione. Essa è descritta dall’equazione:

K = [C]^c[D]^d/[A]^a[B]^b

Dove a, b, c e d sono i coefficienti stechiometrici delle specie A, B, C e D rispettivamente.

Espressione della costante di equilibrio

Ad esempio, consideriamo la sintesi dell’ammoniaca rappresentata dalla seguente equazione:

3 H2(g) + N2(g) ⇌ 2 NH3(g)

Se la costante viene espressa in termini di Kc, considerando le concentrazioni molari, si ottiene:

Kc= [NH3]^2/[N2][H2]^3

La costante Kc avrà unità di misura M^-2, dove M rappresenta la concentrazione molare (mol/L).

Nel caso in cui le specie siano espresse in termini di pressioni parziali, la costante di equilibrio viene indicata con Kp:

Kp = (pNH3)^2/(pN2)(pH2)^3

e avrà unità di misura atm^-2, dove atm rappresenta l’atmosfera come unità di misura della pressione.

Costanti di equilibrio adimensionali

Esistono casi in cui la costante di equilibrio risulta adimensionale, come per esempio nella reazione:

H2(g)+ I2(g) ⇌ 2 HI(g)

In questo caso, poiché il numero di moli non varia (coefficienti stechiometrici: 1+1 = 2 per i reagenti e 2 per il prodotto), la costante di equilibrio diventa un numero adimensionale.

Quando le concentrazioni sono espresse in molarità, il valore di Kc sarà adimensionale, come mostrato da Kc = M^2/M^2.

Analogamente, se le pressioni parziali vengono considerate, il valore di Kp sarà adimensionale.

In queste reazioni dove il numero di moli rimane costante, i volumi si semplificano e il calcolo delle specie in equilibrio può essere eseguito anche senza conoscere il volume.

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