Le crioglobuline sono complesse aggregazioni proteiche costituite da anticorpi e antigeni, che formano precipitati solidi a basse temperature. Queste proteine sono composte da immunoglobuline singole o miste, come IgG, IgM, IgA o catene leggere. La formazione dei precipitati biancastri è un fenomeno ancora non del tutto spiegato, ma si pensa che sia legato all’abbondanza di aminoacidi idrofobici e alla riduzione di alcuni residui proteici.
I precipitati delle crioglobuline contengono non solo immunoglobuline, ma anche altri componenti come il fattore reumatoide, l’albumina, il fibrinogeno, la fibronectina, virus e batteri. Queste proteine svolgono un ruolo fondamentale nel sistema immunitario, contrastando microrganismi estranei all’organismo.
Le crioglobuline sono associate a diverse malattie infettive, patologie renali, malattie autoimmuni e tumori. Grazie all’analisi immunochimica, è possibile classificarle in tre gruppi: tipo I, tipo II e tipo III. La vasculite crioglobulinemica è una condizione caratterizzata dall’infiammazione dei vasi sanguigni, causata principalmente dalla presenza di crioglobuline miste.
Il trattamento della crioglobulinemia dipende dall’organo coinvolto e dalla gravità del danno. Recentemente, sono stati introdotti agenti antivirali sicuri ed efficaci nel trattamento della vasculite crioglobulinemica, spesso correlata all’infezione cronica da epatite C. Questo virus è responsabile di numerose manifestazioni extraepatiche, tra cui la crioglobulinemia mista, che può portare a gravi conseguenze e richiedere anche il trapianto di fegato.